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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Réau Croix, parte quarta: da Adamo ad Abramo

di Arturus R+

Giugno 2023

 

Il successo incontrato dalla mia serie di articoli La mirabile dottrina dei Réau Croix sulla costituzione dell’Universo mi incoraggia ad andare avanti nell’illustrazione dei misteri di questo fondamentale grado iniziatico; o perlomeno, della piccola parte di essi che mi è consentito svelare.

In questo articolo e nel seguente, traccerò brevemente la prima parte della storia dei R+ come è riportata nei loro stessi annali, partendo dal loro fondatore Adamo e giungendo fino a Mosè.

Prima di entrare nelle vicissitudini di Adamo e della sua progenie, è il caso di far notare come la didattica R+ sia fondata sul proporre al discepolo l’azione dei cosiddetti tipi (o figure), eventi o persone che raffigurano nel mondo materiale gli schemi d’azione delle entità trascendenti; ed il fatto che l’attuazione dei tipi sia sempre affidata all’azione dell’Uomo testimonia dell’eminenza del suo rango spirituale, immutato in passato come immutabile nel futuro.

Il senso dei tipi presso i R+ si discosta sensibilmente da quello dei comuni simboli in esoterismo, e per molti versi lo travalica. Un tipo è una figura reale di un fatto passato, come di un fatto che deve arrivare entro breve tempo; esso annuncia un avvenimento infallibile e che è posto sotto il decreto immutabile del Creatore. In tutte le epoche tali eventi si ripetono tra gli uomini, facendoci conoscere che si ripeteranno fino alla fine dei secoli.

Così, il Paradiso Terrestre è, nell’insegnamento R+, figura o tipo della prima culla gloriosa in cui si trovava il primo Adamo (sottolineando quindi, implicitamente, la sua equivalenza con l’Universo ante-Caduta); invece l’Arca di Noè è il tipo dell’involucro caotico che conteneva ogni principio di creazione di forme corporee, e gli esseri umani che vi stavano rinchiusi nell’oscurità esprimono il ritiro dei Minori (degli spiriti minori, ovvero degli uomini) riconciliati e dei Giusti sotto le ombre della Grande Luce in cui riposeranno, effettivamente, per un certo tempo nell’attesa; e la Colomba che uscì dall’Arca, fece un breve giro nel cielo e tornò a posarsi è la vera figura dello spirito evangelico divino che dirigeva e conservava l’Arca e tutto ciò che conteneva, e comunicava a Noè la volontà del Creatore.

Invece l’Arcobaleno, il gran segno di fuoco di vari colori, a forma di semicerchio, di cui un’estremità poggiava sul Monte Ararat e l’altra estremità sull’Arca, è figura dei sette principali spiriti universali; ed il Monte Sinai, sul quale Mosè ascese per ricevere i Comandamenti, rappresenta la distanza che intercorre tra l’Essere Creatore e la Creatura Generale, o la Terra, e così via.

Un tipo particolarmente importante, caratterizzato dalla peculiarità di coinvolgere due concetti astratti, è l’identificazione dell’ottenebramento spirituale dell’Uomo con la punizione inviata dal Creatore ad Adamo per aver seguito il tentatore: importante perché spiega la necessità di praticare il culto R+ di riconciliazione (mostrandone anche, implicitamente, la superiorità su ogni altra possibile forma di culto).

Attraverso lo studio dei tipi, è consentito all’Uomo riconciliato 1 - di cogliere il filo rosso del progetto divino per l’Uomo e per l’Universo, rendendosi dunque in grado di comprendere meglio il passato e di prevedere il futuro, e 2 - di trarre ammaestramenti etici, storici e rituali dal confronto dei tipi analoghi, le cui vicende si completano l’una con l’altra.

La scienza dei tipi non è una forma di conoscenza di cui i R+ abbiano l’esclusiva, essendo in uso tanto nella qabbalah quanto nell’esegesi scritturale sia ebraica che cristiana; ma è lecito affermare che siano i R+ a praticarla ai più alti livelli di virtuosismo, facendo di essa una colonna fondamentale del loro sistema.

Ma intraprendiamo ora il nostro racconto. All’atto della loro riconciliazione col Creatore, Adamo ed Eva furono da lui invitati a procreare una discendenza: un compito al quale si dedicarono con una tale passione impetuosa dei sensi della loro materia da indurre Dio a ritirargli nuovamente la propria benevolenza.

Il frutto della loro prima unione fu Caino, che significa Figlio del mio dolore; così Adamo lo battezzò, dopo essersi reso conto che il Signore era di nuovo adirato con lui.

Occorre chiarirne meglio il motivo. Il compito, affidato ad Adamo, di rimediare al proprio errore operando la reintegrazione del mondo della materia deve necessariamente transitare attraverso l’atto della riproduzione, perché soltanto un gran numero di esseri umani può essere in grado di assolvere ad una missione tanto enorme (anche fuori dall’insegnamento R+, esistono a tale proposito trattati qabbalisti molto esaurienti, che illustrano le modalità con cui i discendenti di Adamo possono progressivamente estrarre e radunare le scintille divine imprigionate nella materia); ma ogni eccesso di indulgenza ai sensi può essere considerato demoniaco nella misura in cui alimenta un’eccessiva attrazione verso il mondo materiale, inducendo la proliferazione di esseri umani più esposti agli influssi del male.

La prima conseguenza per Adamo fu di aver ritardato, con questo errore, la sua completa riconciliazione; la seconda, anche peggiore, di avere originato attraverso Caino una stirpe demoniaca, che non avrebbe mai cessato di ostacolare il processo di reintegrazione.

Adamo gemette più che mai per aver cooperato al concepimento di quel figlio sfortunato (andando) oltre i limiti prescritti dal Creatore. Si sottomise volentieri con sincero giuramento alla volontà del Creatore e promise di non allontanarsi mai (più) dalle leggi, dai precetti e dai comandi che il Creatore gli avrebbe espresso.

Però non era affatto facile resistere alla furia dei sensi, e per altre due volte non riuscì a mantenere il suo giuramento, generando con Eva - nello stesso modo bestiale - ancora due figlie: Kani (Figlia della Confusione) e Abac (Figlia della Materia). Fu soltanto in occasione del quarto concepimento che riuscirono a procedere come prescritto dal Signore, cooperando alla forma del loro figlio Abele (Figlio della Pace) con un’operazione molto parca di materia.

Abele venne accolto dai genitori con grande affetto; nel tempo, svilupparono con lui un’ottima intesa, ed erano deliziati dal suo buon comportamento. La tradizione R+ afferma che egli rappresenta il tipo della manifestazione della giustizia divina a favore degli esseri umani e ad onta dei demoni, sicché fu lo strumento principale della riconciliazione di Adamo ed Eva; infatti Adamo ed Eva lo considerarono come un interprete spirituale divino, ed osservarono attentamente tutto ciò che diceva e faceva fare ad essi, in gioia ed in santità.

Egli era anche un tipo sublime della manifestazione della gloria divina, che un giorno si sarebbe compiuto tramite il vero Adamo, o il Cristo, per la completa riconciliazione della posterità passata, presente e futura del primo uomo.

Adamo, nuovamente riconciliato con Dio, elevò Abele al grado di R+, perché potesse procedere alle operazioni spirituali.

Non è rimasta memoria di questo primo rituale di trasmissione R+, che fu probabilmente molto più semplice di quello attualmente in uso (l’odierna ritualità R+ si formò poco per volta, come vedremo più avanti).

Ma dopo che Abele, con la collaborazione di Adamo ed Eva, ebbe condotto con successo la sua prima operazione da R+, Caino cadde in preda alle potenze demoniache che lo seguivano fin dal suo concepimento, e di concerto con le sorelle concepì di operare un culto ai falsi dei ed al principe dei demoni, affinché gli dessero una potenza superiore a quella che il Creatore aveva dato a suo fratello Abele; e nel corso di questa malvagia operazione offrì ai demoni come compenso la forma e la vita di Abele.

Caino, accecato com’era, aveva promesso in sacrificio ai demoni la vita di Abele perché pensava che fosse giusto vendicare il preteso oltraggio che suo padre gli aveva fatto, passando sopra al suo diritto di primogenitura e concedendo a suo fratello la successione R+; così, una volta che Adamo ed Abele andarono a trovarlo, mentre il fratello lo abbracciava lo colpì per tre volte - alla gola, al cuore e ai visceri - con uno strumento di legno fatto a foggia di pugnale.

Abele cadde assassinato; ma non appena sgorgò il suo sangue, Caino e le sorelle ebbero in un lampo la visione della sua grandezza spirituale, che non riuscirono a sostenere, e caddero come in deliquio.

Non è un caso che questo sia avvenuto proprio nell’attimo in cui Abele spirava. Infatti l’anima del R+ è composta da due diverse essenze, quella dell’uomo e quella dello spirito maggiore che lo guida; ed è soltanto con lo spegnersi della vita umana che le due si separano, e solo allora l’essenza dello spirito maggiore può essere percepita in tutta la sua purezza e potenza.

Gli occhi degli assassini si aprirono allora sull’efferatezza che avevano commesso, e Caino si sottopose al giudizio di Dio.

Il Signore lo castigò esiliandolo nella terra di Nod, l’Egitto, ed apponendogli un marchio tramite il quale tutti potessero riconoscerlo; ma non potevano ucciderlo, perché chiunque ucciderà Caino sarà punito sette volte più di lui.

Altre pene inflitte a Caino, la cui memoria si può riscontrare nelle numerose tradizioni sviluppatesi intorno al suo personaggio, sono un’angoscia perenne, una fame insaziabile, l’impossibilità di realizzare i propri desideri e l’insonnia.

Si è detto che il segno raffigurato nel Marchio di Caino fosse una lettera teth, in contrapposizione alla tau con la quale (nel nono capitolo del libro di Ezechiele) Dio contrassegna i giusti. Ma, secondo altre voci, non si trattava di un segno grafico, bensì di un corno sulla fronte.

La vicenda di Caino è di fondamentale importanza per comprendere le dinamiche dei tipi. In primo luogo egli è il tipo dell’uomo passionale, in quanto la sua forma era stata concepita con il concorso della lussuria; poi è il tipo della collera degli spiriti perversi, che hanno giurato di distruggere la creazione divina utilizzando come propri strumenti gli esseri umani.

Un tipo del loro empio giuramento sarà riscontrabile, più avanti, anche nella distruzione della forma corporea di Cristo, che attesta il potere degli spiriti maligni sulle forme degli uomini; ma anche, al contempo, che i demoni non possono fare nulla per impedire che lo spirito dell’Uomo si ricongiunga al Dio che l’ha creato.

Riguardo all’omicidio commesso da Caino, esso è il tipo della ribellione dei primi spiriti contro Dio, nonché della successiva distruzione da loro operata sul corpo glorioso di Adamo.

Caino e Abele, più la loro sorella che fu anche moglie di Caino, sono il tipo delle tre dimensioni della materia, e quindi del tempio generale terrestre, che è perciò di forma triangolare.

Il fatto che Caino invitò le sorelle ad assistere al suo delitto è tipo della seduzione demoniaca nei confronti dell’umanità; l’esilio in Egitto, cui tutti e tre vennero sottoposti dopo il loro crimine è tipo del primo esilio degli spiriti ribelli (anche loro erano stati confinati lì), e fa dell’Egitto il tipo del mondo intero, nella misura in cui è sottoposto al giudizio di Dio.

Da parte sua Abele, che venne concepito senza gli eccessi dei sensi, aveva ancora in sé parecchio dell’essere puramente spirituale che Adamo era stato prima della Caduta; e può essere quindi considerato la vera figura della forma del Cristo, prefigurando in sé il termine ultimo della perfetta riconciliazione della posterità passata, presente e futura del primo uomo.

Inoltre, Abele è tipo del Cristo per lo spargimento del suo sangue innocente, vero tipo e reazione dell’azione della grazia divina che ha dato pace e misericordia alla terra e ai suoi abitanti; è dunque anche il tipo della giustizia divina nei confronti dell’umanità incarnata nei R+, i quali sono stati inviati dall’Eterno tra gli uomini affinché fossero gli strumenti spirituali della manifestazione della sua giustizia.

L’assassinio di Abele, perpetuato al cospetto delle sorelle, è tipo della morte di Cristo in presenza delle due Marie; e ne è anche il tipo opposto, perché queste ultime avevano seguito il Cristo in tutte le sue operazioni spirituali e divine come le prime due avevano seguito Caino in tutte le sue operazioni demoniache.

Ancora, Caino è tipo dei profeti per il fatto che fu segnato da Dio, che proibì a chiunque di assassinarlo pena l’essere punito a morte per sette volte.

Avvenne poi che suo figlio Boaz lo uccidesse per errore durante una caccia, e costernato chiese ai nipoti di adempiere su di lui il comando divino. Allora i due figli di Tubalcain stavano per ucciderlo; ma una voce disse loro che chiunque colpirà a morte colui che ha ucciso Caino, sarà punito settantasette volte - e la tradizione R+ differisce qui dalla Genesi, che pone la stessa affermazione in bocca a Lamec, quinto discendente di Caino, il quale confessa alle sue mogli ho ucciso un uomo che mi ha inferto un colpo e un giovane che mi ha prodotto una lividura. Ora, se Caino sarà vendicato sete volte, Lamec lo sarà settantasette (Genesi 4: 23-24).

Scampato alla morte per intervento del Signore, Boaz decise di ritirarsi nel deserto per espiare la sua involontaria colpa, e divenne in questo modo il tipo dell’uomo retto, che sceglie di allontanarsi dallo spirito del male.

La tragica scomparsa di Abele aveva lasciato scoperta la successione dei R+, e Adamo decise di rimediare generando con Eva un altro figlio: Set, il cui nome significherebbe Ammesso alla posterità di Dio, o secondo altri Successore, Colui che è messo al posto di un altro; secondo una terza etimologia, vorrebbe dire invece Dato, o Concesso (Dio mi ha concesso un’altra prole al posto di Abele che Caino uccise - Genesi 4: 25).

Set aveva ereditato tutte le buone qualità di Abele, con in più una facoltà che ad Abele non poteva essere concessa, in quanto destinato ad essere il tipo dello spirito divino nell’uomo: la possibilità di operare vigorosamente ed efficacemente sul piano materiale, cosa che avrebbe fatto provvedendo personalmente alla spartizione della Terra.

Era questo un compito che il Signore aveva affidato ad Adamo; ma fu per quest’ultimo l’occasione di elevare Set al culto R+, e farlo agire in qualità di suo mandatario.

La Terra doveva essere divisa in tre parti, essendo la sua forma perfettamente triangolare. Allora Set scelse di dividerla affidandone l’Ovest ad Adamo, il Sud a Caino - che in quei giorni era ancora vivente - e per sé stesso scelse il Nord.

Col magistero di Set, terzo R+ dopo Adamo e Abele, cominciano anche a giungerci le prime (difficilmente comprensibili) informazioni su come i patriarchi provvedessero alle operazioni di culto. Set, infatti, insegnò a suo figlio Enos (che sarebbe stato, dopo di lui, il quarto R+) ogni cerimonia di operazione divina, spirituale e terrestre, acquatica e focosa. Sappiamo inoltre che era uso a consultare il corso degli astri, e che utilizzava, nel corso degli atti liturgici, l’acqua lustrale, le fiamme dei luminari ed il fuoco nuovo.

Si sa poco sulle vicende del successore di Set, Enos; ma conobbe probabilmente difficoltà molto gravi, perché dopo di lui i discendenti di Set decaddero da tutte le conoscenze spirituali e divine che Set gli aveva comunicato, e ancora una volta il culto R+ conobbe un’interruzione.

Per alcune generazioni non abbiamo notizie riguardo ai successori di Enos, che si trasmisero l’iniziazione in segreto; poi venne il settimo della posterità di colui che ha sostituito Abele, cioè Set: il suo nome era Enoc, il quale per azioni e pensieri si rivelò essere l’uomo adatto a rilanciare la pratica del culto R+ nel mondo.

La nascita di Enoc era stata accompagnata dalla comparsa di una cometa che si era allontanata troppo dal suo cerchio planetario; come dire che la grazia divina e la conoscenza di cui egli era depositario fossero frutto di una contingenza eccezionale ed irripetibile.

A lui il Signore decise di svelare personalmente l’essenza delle operazioni R+, facendone il tipo dell’azione diretta doppiamente potente del Creatore, con le opere che intraprese, col cerimoniale che fece conoscere agli uomini rafforzandoli nella fede e nella pratica delle sante operazioni che non conoscevano ancora; con queste sante operazioni furono compiuti grandi prodigi, recuperando molte persone sviate dagli spiriti del male.

È a partire da Enoc che il sacerdozio R+ comincia ad assumere il carattere articolato e complesso che oggi gli conosciamo. Egli fu il primo ad erigere un altare di pietra bianca, differente da ciò che chiamiamo marmo (il che si rispecchia nell’abitudine dei R+, tuttora in vigore, di operare all’interno di cerchi tracciati col gesso); il primo a rilevare, stando nel cerchio che i R+ usano tracciare al suolo, manifestazioni luminose; il primo ad introdurre testi scritti, come i repertori tuttora in uso; il primo ad introdurre l’obbligo delle prosternazioni, l’uso dell’incenso ed il concetto di camera d’operazione (l’equivalente R+ del Tempio); il primo nello stabilire i tempi e gli intervalli dei lavori, ed infine - soprattutto - il primo a creare nuovi R+ non soltanto per garantirsi una successione, ma per lavorarci insieme: ne creò ben dieci, imponendo loro severe norme di vita che li rendessero idonei ad invocare santamente l’Eterno.

Nel rituale che Enoc pose in opera per creare i nuovi R+, va notato che esso consistette di 7 operazioni inframmezzate tra loro da pause di 70 giorni, per cui il ciclo necessario a riammetterli nelle primitive virtù e potenze spirituali e divine ebbe una durata complessiva di 490 giorni; possiamo riscontrare un notevole tipo di questo basilare insegnamento R+ nella profezia di Daniele, secondo la quale sarebbero occorsi 490 anni ad Israele per redimersi dalle sue iniquità.

Il repertorio introdotto da Enoc conteneva i geroglifici degli spiriti che dovevano essere evocati tramite una sequenza di operazioni divine, con intervalli tra l’una e l’altra di dieci settimane; nel corso delle quali, egli trasmetteva di volta in volta ai R+ una nuova lettera iniziale del santo nome di Dio sicché ciascuno di essi ebbe due potenti paroleconsistenti di sette lettere, di cui quattro formavano il nome temibile, potente e invisibile dell’Eterno, le altre tre un nome santo che sottometteva e governava ogni essere creato sul corpo terrestre e con esse i dieci poterono compiere grandi prodigi.

Enoc sempre operò in favore della posterità dei figli di Setsui quali fece passare il carattere o il sigillo autentico della sua operazione; e fu proprio in virtù di questi meriti che egli può essere considerato il principale tipo della Riconciliazione, cosa di cui il Signore diede testimonianza non facendolo morire come gli altri uomini, ma assumendolo in cielo (Genesi 5: 23-24).

Tra i discendenti più famosi della linea R+ rimessa in piedi da Enoc, è d’obbligo ricordare Noè. Egli fu il tipo del Creatore quando gli venne affidata la costruzione dell’Arca, che galleggiò poi sulle acque similmente al Creatore prima del caos; l’Arca, a sua volta, era il tipo dell’involucro caotico che conteneva ogni principio di creazione di forme corporee, e i quaranta giorni in cui gli animali furono privati della luce elementare rappresentano chiaramente l’operazione fisica che gli uomini sono costretti a provare nella loro riproduzione corporea.

Dopo il Diluvio, Noè si trovò nella necessità di dover ripetere la spartizione della Terra che il suo predecessore Set aveva operato per conto di Adamo. Egli dispose i suoi primi tre figli in questo modo: Cam a Sud, Sem a Ovest e Jafet a Nord.

Sotto il suo magistero, i R+ introdussero nelle operazioni nuove suddivisioni temporali più dettagliate di quelle istituite a suo tempo da Enoc; così, ad esempio la spartizione del giorno in quattro parti da sei ore ciascuna.

Noè prescrisse a quattro dei suoi figli di operare in una giornata per sei ore ciascuno, ciascuno secondo gli schemi aritmosofici e simbolici collegati specificamente alla parte del giorno che gli era stata assegnata.

Su questa via sarebbero andati avanti i suoi discendenti, i Noachiti, che collegarono le loro operazioni al ciclo lunare; per il quale furono i primi a stabilire una durata convenzionale di 28 giorni, ed i primi a fondare la loro operatività sulle sue quattro fasi, facilmente riscontrabili anche ad occhio nudo.

Basandosi poi sugli schemi che Noè aveva loro insegnato, fu facile ai Noachiti elaborare una ritualità lunare fondata sul 2, una parte dei cui riti era da praticare con la luna crescente ed un’altra con la luna calante.

Dato il noto legame dei movimenti lunari con i fenomeni naturali, è detto dai R+ che il calcolo lunare sia quello che innalza l’uomo alla più alta conoscenza della natura universale.

Infatti, nel complesso, le operazioni lunari R+ introdotte dai Noachiti sono ben 10, superando per numero quelle che vennero introdotte in qualsiasi altro periodo, il che ci dà la misura di quanto a quei tempi il culto R+ fosse fiorente.

Esse sono: 1 - il culto di espiazione; 2 - il culto di grazia, particolare e generale; 3 - il culto operatorio contro i demoni; 4 - il culto di preservazione e di conservazione; 5 - il culto contro la guerra; 6 - il culto di opposizione ai nemici della legge divina (tanto questo quanto il precedente sarebbe stati rispolverati e riutilizzati dai R+ francesi nel 1942); 7 - il culto per ottenere la discesa dello Spirito Santo (anche se al tempo dei Noachiti, ovviamente, non lo chiamavano ancora così); 8 - il culto di rafforzamento della fede; 9 - il culto per la fissazione in sé dello spirito conciliatore; 10 - il culto annuale per la dedica di tutte le operazioni al Creatore.

Nel loro complesso, i 10 culti noachiti possono essere considerati uno dei più potenti strumenti concepiti dai R+ per cooperare alla reintegrazione universale.

È curioso notare come la ritualità istituita dai Noachiti non abbia conosciuto grandi modifiche fino all’avvento di un R+ piuttosto speciale: Gesù, il quale si sarebbe basato su di essa per istituire quell’Invocazione giornaliera di sei ore che rappresenta una parte fondamentale del versante R+ del suo insegnamento.

Fu lui anche a ristabilire le Quattro Grandi Operazioni ai quattro angoli dell’anno (quelle che, sul versante cristiano, sono chiamate Pasqua, Ognissanti, Corpus Domini e Natale); le quali sono, sì, da collegare primariamente ai solstizi e agli equinozi, ma il cui simbolismo può essere facilmente sovrapposto a quello del culto lunare di cui Noè aveva portato la luce nel mondo.

Facendo un passo indietro, i R+ che vennero ordinati personalmente da Noè furono sette, tutti figli suoi e tutti di eccezionale livello tanto spirituale quanto operativo; questo perché tutti e sette erano stati concepiti, come Abele, senza l’eccesso dei sensi della materia. Costoro meritarono l’appellativo di Uomini-dei della Terra, non essendo assorti che nelle operazioni divine che miravano alla gloria del Creatore. I quattro più anziani erano ciascuno a capo di una Loggia R+ in seno alla quale la ritualità veniva praticata integralmente, mentre le tre Logge che facevano capo agli altri tre fratelli ne praticavano una forma più semplificata e meno impegnativa.

I Noachiti - nuova élite divina nell’umanità che stava prendendo a rifiorire dopo il Diluvio - avevano ricevuto tutte le leggi d’ordine immutabile che avrebbero dovuto osservare nelle loro differenti operazioni, e prendevano estremamente sul serio il loro incarico di restaurare il culto divino in tutte e tre le parti della Terra.

Quando si trattò di mandare missionari R+ per il mondo, pensarono di inviare i tre fratelli che tramandavano il culto divino nella sua forma più semplice, che consideravano la più adatta ad essere ricevuta dai profani. Costoro si spinsero dunque nelle remote regioni che erano state colonizzate dai discendenti di Sem, Cam e Jafet, trovandoli con loro sorpresa ben più ignoranti di quanto si aspettassero riguardo alla natura del culto divino: sapevano solo che esisteva un essere onnipotente sopra ogni cosa creata, e lo chiamavano Abayin, che voleva significare nella loro lingua “Spirito doppiamente forte con cui il Creatore ha operato ogni cosa”.

I tre inviati insegnarono loro il cerimoniale del culto divino, ed operarono sì grandi prodigi fra quei popoliche essi non ebbero difficoltà a sottomettersi alle istruzioni; ma - mossi dall’intento di venire incontro alle loro mancanze - finirono per insegnare loro una dottrina troppo fondata sugli aspetti esteriori e cerimoniali: un difetto che, da allora in poi, si sarebbe perpetuato nelle religioni dell’umanità fino ai nostri giorni.

Quando i tre missionari erano ormai vecchi e vicini alla morte, il mondo era molto cambiato e la Terra si era già ripopolata abbondantemente. Allora ciascuno di essi trasmise il sacerdozio R+ a un successore che si era scelto tra i propri figli, conferendogli anche l’istruzione spirituale divina sui diversi culti, l’ordinazione suprema e la benedizione spirituale, e facendogli chiaramente conoscere le virtù e le potenze che gli erano state concesse dall’Eterno.

Secondo quanto è stato tramandato, ciascuno di quei nuovi R+ ne scelse altri sette; e fu la prima volta nella storia che il culto R+ pose le basi per una sua diffusione - diciamo così - di massa, se è vero che in capo a due generazioni il numero di R+ sparsi nel mondo aveva raggiunto il numero di 63.

Rimase comunque in vigore la divisione tra le due forme di culto: quella elitaria (o gran culto) riservata alle quattro Logge che erano state fondate dai discendenti di Noè, e quella missionaria (o piccolo culto), diffusa ovunque e destinata all’istruzione del popolo. Desta una gran compassione il fatto che, oggi, la stragrande maggioranza degli esseri umani non possa accedere neanche al piccolo culto.

Saltando ora otto generazioni da Noè, veniamo ad Abramo; partendo dal considerare le vicende di suo figlio Ismaele, che Abramo aveva avuto dalla sua concubina egiziana Agar.

Ismaele è il tipo dell’operazione fisica di Adamo per la riproduzione della sua posterità carnale, in quanto - come Caino - era stato concepito senza il concorso della divina volontà.

Il pane e l’acqua che Abramo donò ad Agar e Ismaele prima di lasciarli nel deserto sono il tipo dell’ultimo nutrimento spirituale ricevuto da Caino, dopo che ebbe concepito di commettere l’assassinio del fratello Abele ed avendo rappresentato il tipo della sorella di Caino, sua complice e la più colpevole, la mancanza di nutrimento materiale in cui si trovò Agar con suo figlio, e che li esortò a implorare il Creatore, rappresenta il dolore e la costernazione in cui furono Caino e sua sorella quando l’assassinio del loro fratello Abele venne compiuto, e che essi si videro per questo esclusi da ogni partecipazione alle scienze ed ai nutrimenti spirituali divini.

L’Angelo che apparve ad Agar e Ismaele, che saziò la loro fame e la loro sete e che indicò ad essi il luogo in cui l’Eterno aveva fissato la loro dimora (nel luogo dove, secondo la tradizione islamica, sarebbe stata poi edificata la Mecca), ci ricorda la grazia che l’Eterno accordò a Caino e alla sorella, facendoli segnare sulla fronte con il sigillo invincibile della divinità; il che annunciava all’uno e all’altra di aver ricevuto la misericordia del Creatore, e che ancora una volta avrebbero goduto del nutrimento spirituale divino che era stato loro ritardato a causa del loro crimine.

Abramo e Ismaele sono dunque i tipi di Adamo e Caino per quanto concerne le operazioni materiali: Abramo fu elevato in posterità di materia da suo figlio Ismaele e per mezzo di suo figlio Ismaele si trova ad essere padre di Dodici Tribù, come l’Angelo aveva annunciato ad Agar (non si tratta delle Dodici Tribù di Israele, di cui Abramo è capostipite tramite Isacco, avuto da sua moglie Sara). Ci sono state pure Dodici Tribù in Adamo, contandolo con i suoi tre figli e gli otto patriarchi da Set sino a Noè. Le Dodici Tribù di Ismaele furono il tipo della venuta di quelle di Israele e di quelle del Cristo; esse si concentrarono su sé stesse e non ebbero nessuna corrispondenza con quelle di Israele, perché Ismaele, padre di quelle Dodici Tribù, ripete il tipo della prevaricazione e della riconciliazione ripetendo il tipo di Caino.

Abramo aveva 99 anni quando il Signore gli comunicò che sarebbe diventato capostipite del Suo popolo; allora mutò il suo nome in Abrahamo, o Padre di Moltitudini. Il Patto stabilito da Dio con Abrahamo prevedeva che ogni figlio maschio della sua nuova progenie fosse circonciso: un segno che avrebbe distinto il popolo del Signore dagli altri.

Abrahamo e Sara concepirono poi Isacco senza il concorso della passione; e come Ismaele è tipo di Caino, Isacco fu il tipo di Abele, eseguendo fedelmente le istruzioni spirituali di suo padre come Abele aveva fatto con Adamo.

In quanto esecutori della volontà dei rispettivi padri, Abele e Isacco incarnano ambedue il tipo del Cristo; ed infatti, entrambi avrebbero dovuto essere sacrificati. Ma, nel caso di Isacco sul Monte Moria, Dio si accontentò che Abrahamo lo sacrificasse col pensiero e con l’azione, e gli risparmiò la vita affinché - purificato dal sacrificio - potesse generare il Suo popolo; Abele, invece, non aveva potuto essere risparmiato, perché il crimine commesso da Adamo era troppo grave.

Giacobbe e Esaù sono i tipi dello Spirito Prevaricatore e della Caduta di Adamo. Giacobbe infatti, pur essendo venuto al mondo per secondo (ed essendo dunque considerato il secondogenito), era il primo per concepimento, come gli Spiriti ribelli emanati prima di Adamo; mentre Esaù (nato per primo, ma concepito per secondo) era colui che originariamente godeva dei favori del Padre.

Giacobbe, giovane di indole prepotente, riuscì ad estorcere ad Esaù la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie; e da allora in poi sarebbe stato Esaù ad incarnare il tipo di Caino, diseredato e fuggiasco dalla casa paterna.

In realtà, Giacobbe aveva dimenticato la sua origine divina per dedicarsi alle scienze demoniache. Anche per questo gli era stato facile spodestare il fratello per mezzo di una prevaricazione, favorito in ciò dal fatto che Esaù (tipo, in questo, di Adamo) aveva preferito il culto terrestre a quello del Creatore, esponendosi alle influenze dei demoni che governano la materia.

In seguito, Giacobbe stava attendendo ad un’operazione demoniaca sul Monte Moria. Il nome Moria è composto di Mor e Ia; il primo termine significa Distruzione delle Forme Apparenti e Visione del Creatore, il secondo I Due Campi - quello dei demoni e quello di Dio.

Appena egli ebbe terminato la sua invocazione malvagia, non un demone comparve ma un Angelo, che lo rimproverò aspramente per i suoi misfatti. Allora Giacobbe, infuriato, si scagliò contro di lui, e lottò con lui per tutta la notte fino all’aurora; fu un aspro combattimento, nel corso del quale ricevette il colpo che lo avrebbe reso zoppo per tutta la vita.

Allo spuntare del giorno Giacobbe aveva ormai esaurito le forze per combattere, e dalla debolezza incominciò a sgorgare il pentimento per la sua prevaricazione. Allora l’Angelo, che era rimasto positivamente impressionato dal valore del suo avversario, gli chiese il suo nome; e quando glie lo ebbe detto, l’Angelo rispose O Giacobbe, prevaricatore del tuo Creatore, d’ora in avanti il tuo nome sarà Israele.

Giacobbe, ormai pentito, supplicò il Signore di riconciliarsi con lui; allora Dio gli mandò una naturale visione che si presentò sotto forma umana. Questo spirito insegnò a Giacobbe i mezzi per ottenere dal Creatore ciò che desideravalo benedisse e lo ordinò di nuovo, rimettendolo cioè in potenza spirituale divina, per operare dopo la sua ordinazione i diversi culti divini.

È questo il solo caso conosciuto di un’ordinazione R+ che non ebbe decorso immediato; infatti gli fu prescritto che, prima di operare, avrebbe dovuto osservare una penitenza di quarant’anni.

Trascorsi i quarant’anni, Giacobbe si recò nuovamente sul monte Moria, ed avendo tutto preparato per l’operazione (ovvero tracciato i cerchi e le figure, che erano già patrimonio dell’operatività R+ fin dai giorni dei Noachiti) rifece la preghiera alla sesta ora sino verso la metà della notte. Allora recitò le invocazioni necessarie per scongiurare definitivamente gli effetti della giustizia di cui il Creatore l’aveva fatto minacciare dal suo Angelo (a causa del suo precedente culto dei demoni).

Riuscì secondo il suo desiderio, e quattro Angeli vennero ad istruirlo riguardo a quanto doveva ancora operare per ottenere dal Creatore la completa riconciliazione.

Nell’ottavo giorno dopo la sua ultima operazione, Giacobbe si mise in cammino per ritornare sulla vetta del monte, ed essendovi arrivato alla fine del nono giorno, al tramonto del Sole si preparò secondo il suo solito per compiere l’ultima riconciliazione. Nel mezzo della notte ricevette la certezza della sua perfetta riconciliazione, perché vide sette spiriti che salivano e scendevano sopra di lui. Tra questi riconobbe quello che lo aveva ferito ed i quattro Angeli che erano venuti a istruirlo; scorse anche la gloria del Creatore nel luogo dove uscivano ed entravano gli Angeli. In seguito a questa visione Giacobbe si obbligò ad operare esattamente il culto divino in avvenire.

Arturus R+

 

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