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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Réau Croix, parte sesta: da Mosè a Gesù

di Arturus R+

Agosto 2023

 

Abbiamo concluso l'articolo sui mirabili insegnamenti R+ impartiti da Mosè, trattando delle cinque specie di Templi spirituali e temporali.

Ora, la sintesi ed il compimento di tale discorso è l'immagine di un sesto Tempio, nel quale - potremmo dire - confluiscono tutti: è il corpo generale terrestre, un triangolo equilatero perfetto, come ci è rappresentato dal Nord al Sud e dal Sud all’Ovest.

L’altezza del Tempio terrestre è di infiniti cubiti, e la sua profondità va dalla superficie al centro; la sua lunghezza è dall’Est all’Ovest, la sua larghezza dal Nord al Sud.

Ciò che copre questo vasto edificio è un baldacchino costellato di stelle. La sua forma è un quadrato lungo, la sua lunghezza è di 300 cubiti e la sua larghezza di 200, che riposa su tre possenti colonne: la prima posta ad Oriente, la seconda a Settentrione e la terza a Mezzogiorno.

Le tre colonne sono alte diciotto cubiti, e la loro circonferenza è uguale all’altezza; sono anche ornate in cima da un doppio capitello circondato di melagrane, e sono cave, perché contengono i potenti utensili di cui si servì il Grande Architetto dell’Universo.

Ciascuna di esse riporta un geroglifico; i tre geroglifici simboleggiano le tre diverse essenze spiritose che compongono il corpo generale, terrestre, celeste e particolare.

Sulle tre essenze spiritose, ovvero sui tre princìpi, viene detto che il primo (il Mercurio) corrisponde alla parte ossea del corpo umano; il secondo (lo Zolfo) alla parte fluida, il terzo (il Sale) alla parte carnosa. Alla parte ossea, o solida, corrisponde a sua volta il corpo generale terrestre: alla fluida la parte solare, alla carnosa la parte settentrionale.

Le parti ossea, fluida e carnosa del corpo umano tutte e tre sono tenute insieme, ma si sostengono separatamente, sebbene non costituiscano che un solo corpo. Il numero contenuto in ciascuna di esse è 3, sicché 3 volte 3 fa 9.

Questo risultato indica che ciascuna delle tre diverse materie componenti il corpo è costituita dalle altre due; il che ci è rappresentato dai tre elementi, ciascuno dei quali può agire solo con il concorso degli altri.

I R+ ammettono l’esistenza di soli Tre Elementi perché l’aria non ne costituisce effettivamente uno, ma deriva completamente dagli altri, senza i quali non potrebbe esistere più del corpo senza l’anima.

L’utilità dell’aria risiede nel fatto che, volendo considerarla un elemento, è più materiale degli altri, ed è su di essa che gli astri e i pianeti imprimono la forza della loro azione per comunicarla ai corpi solidi.

Ancora, possiamo enumerare altre importanti corrispondenze del ternario: per esempio quella con i Tre Ornamenti del Tempio - la Legge, il Cerchio e il Triangolo - e quella tra le essenze spiritose ed i colori.

Nelle versioni massoniche della ritualità R+, è detto che il Potentissimo Maestro è abbigliato di bianco, di rosso e di nero; ora, il bianco è lo stato di purezza e di candore nel quale il primo uomo venne creato, il rosso rappresenta il radioso astro di fuoco che si fece percepire da lui allorché fu alla presenza del Maestro, il nero l’oscurità del luogo da cui uscì il corpo del primo uomo.

Questi tre colori vanno associati rispettivamente alla Bellezza, alla Virtù e alla Saggezza. La prima è da attribuirsi esclusivamente alla mano del Creatore; la seconda e la terza sono le qualità che un buon R+ deve coltivare, insieme alla perseveranza, alla temperanza e alla carità verso tutti i Fratelli, e tenendo lontane calunnia, pigrizia e maldicenza.

Sempre a proposito dei colori, un quarto è importante nell’Ordine: il blu, perché è il primo colore che l’uomo vide nel momento in cui gli si apersero gli occhi per ordine del Creatore.

Il Tempio temporale universale può essere suddiviso in 3, 5 o 7 parti. La suddivisione in 3 rammenta i tre principali artefici della creazione del Tempio universale, simboleggiati dai tre principali capi che costruirono il Tempio dell’Eterno sul monte Moriah a Gerusalemme, che vengono chiamati Salomone, Chiram e Hiram.

Nell’architettura del Tempio, Salomone è rappresentato dalla colonna del Settentrione; Hiram, re di Tiro, da quella del Mezzogiorno e Chiram da quella orientale.

I nomi delle tre colonne sono IN, DIN e YA. IN era il geroglifico inciso sulla colonna del Settentrione, e indicava la saggezza di Salomone; DIN, posto sulla colonna di Mezzogiorno, designava la forza della sua colpa; YA, su quella d’Oriente, indicava la bellezza della costruzione del Tempio dell’Eterno.

Tre nomi alternativi che vengono attribuiti alle tre colonne sono Forza, Sapienza e Bellezza (sic). La Forza è il pensiero, e corrisponde simbolicamente ad Abramo; la Sapienza è l’azione, e corrisponde a Isacco; la Bellezza all’operazione dello Spirito, raffigurata da quella che Giacobbe mise in atto quando lottò contro lo Spirito.

Queste tre cose ci sono state raffigurate dal profondo pensiero di Salomone, dalla grande saggezza di Hiram, suo grande architetto, e dalla operazione per la costruzione del Tempio.

Ancora, sulla colonna di Settentrione era raffigurato il numero 3, su quella di Mezzogiorno il 5 e su quella d’Oriente il 7. Il numero 3 rappresenta le tre diverse materie che il Creatore utilizzò per costruire il primo Tempio universale; il numero 5 ci rappresenta la sua rovina, il numero 7 la sua riconciliazione.

Se i Templi spirituali e temporali sono cinque, quelli materiali sono sette: il primo venne edificato ad Oriente per opera di Adamo, il secondo da Caino a Mezzogiorno, il terzo da Enoc verso il Nord, il quarto da Noè sulle acque, il quinto da Abramo tra l’Est e l’Ovest, il sesto da Mosè nella Terra Promessa, il settimo da Salomone a Gerusalemme.

Nota: secondo un’altra versione, che viene preferita dai R+ più prossimi al cristianesimo, gli edificatori sarebbero rispettivamente: Adamo, Enoc, Melchisedec, Mosè, Salomone, Zorobabele e il Cristo, il cui Tempio esiste tuttora.

Ciascuno dei sette Templi era fondato su sette colonne, rappresentanti i sette principali capi che tracciavano, nelle loro rispettive classi, i differenti piani agli operai impiegati a costruire il Tempio dell’Eterno.

Questi piani sono le diverse scienze che ciascuno di essi possedeva ed insegnava a quanti erano degni di apprenderle, pervenute ai moderni R+ con la costruzione stessa del Tempio di Salomone, che venne costruito in sette anni e ne fu fatta la consacrazione nel settimo anno.

Nel Tempio, le scienze erano simboleggiate da sette stelle poste in sette diversi luoghi. Queste conoscenze, che racchiudevano tutte le scienze prima sparse nell’Universo, ci furono trasmesse grazie alla cura che ebbero i capi di farle trasmettere ad allievi degni di conoscerle, proibendo rigorosamente di comunicarle ai profani perversi; e fu così che giunsero a noi.

Il Tempio di Salomone richiese sette anni per essere costruito, e la sua consacrazione venne fatta nel settimo anno. Il Creatore volle così affinché gli operai che lavoravano a quella costruzione comprendessero che esisteva una grande differenza tra il suo lavoro e quello degli uomini e che non voleva, come aveva fatto capire con la sua legge, che nessun uomo impiegasse il settimo giorno lavorando.

Per costruirlo, furono necessarie dieci sostanze: 1 -  pietre di qualità, misure e proporzioni diverse; 2 - le varie materie trovate nella terra sulla quale fu costruito il Tempio; 3 - il luogo ed il vero nome della montagna dove venne costruito; 4 - i nomi delle diverse nazioni impiegate in quella costruzione e la loro quantità; 5 - la spesa e la quantità degli alimenti destinati agli operai; 6 - le case costruite nella cinta del Tempio; 7 - le porte del Tempio; 8 - i vasi, i recipienti e le vasche di bronzo; 9 - i ministri sacri; 10 - la santità del servizio nel Santo dei Santi.

Il monte Moriah, sul quale venne costruito il Tempio di Gerusalemme, era vuoto. I costruttori se ne accorsero quando Salomone diede ordine di gettare le fondamenta; allora gli operai che vi lavoravano - non potendo più proseguire oltre con gli scavi - avvertirono i sorveglianti, i quali dopo aver verificato il fatto andarono a renderne conto a Salomone.

Allora Salomone ordinò di non scavare più in quel luogo, riservandolo ad essere il Santo interiore del Tempio; fece retrocedere le fondamenta di 100 cubiti, e gli operai impiegati ai nuovi scavi trovarono Sette Archetti posti tutt’intorno al luogo destinato ad essere il Santo interiore.

Lo stesso Salomone si recò personalmente ad aprire gli Archetti: per primo quello d’Occidente, poi quello a Settentrione, poi quello ad Oriente, poi quello che stava al centro della volta, poi altri due la cui localizzazione non è specificata, e per ultimo quello a Mezzogiorno.

Nell’Archetto posto a Occidente trovò ricchezze e pietre preziose, e il Creatore l’istruì sull’uso che doveva farne per la decorazione interna del Tempio; in quello del Settentrione ferro, ghisa, stagno, corallo, oro e argento; in quello verso Oriente numerosi caratteri geroglifici, per mezzo dei quali seppe che non stava costruendo il Tempio su terra comune, poiché essa non aveva origine dalla terra normale, ma era una terra vergine, calata o trasportata per la costruzione del Tempio.

Nell’Archetto di centro non trovò nulla di materiale, ma conobbe la forza e la potenza che la sua saggezza gli aveva procurato, sia sulle nazioni, sia su tutte le cose create, così come ad accrescere tutte le conoscenze che il Creatore gli aveva comunicato, cioè animali, spirituali, divine, terrestri e materiali.

L’apertura del quinto Archetto fu causa per Salomone di un grave incidente. Il Creatore gli aveva proibito di aprirlo prima del tempo stabilito, pena di far diventare errabonda la sua posterità fra le nazioni, perché l’apertura di quell’Archetto era destinata solo a colui che doveva manifestare la sua gloria al centro dell’Universo. Ma il grande Re non seppe resistere alla curiosità e lo aprì ugualmente, ed al suo interno trovò un grandissimo numero di geroglifici, che non poté leggere né numerare. Da ciò apprese che aveva perso la sua potenza e le scienze universali che il Creatore gli aveva fatto avere nel suo stato di saggezza. Allora non fu più che un semplice mortale, più colpevole del resto dei mortali.

Dopo di ciò Salomone rinunciò all’apertura del sesto e del settimo Archetto, avendo compreso che questi due Archetti, essendo la figura e la somiglianza del Creatore, solo da questi potevano essere aperti.

Dato che è lui che ha dato un principio a tutte le cose, solo a lui spetta dar loro una fine.

I Sette Archetti sono il simbolo dei sette giorni che il Creatore impiegò per costruire la sua Loggia ed il suo Tempio universale; dei sette pianeti ciascuno dei quali ha una particolare virtù e dei sette candelieri a sette bracci, come pure dei Sette Sigilli di cui si parla nel Talmud o nell’Apocalisse, che è il seguito delle Scritture.

La volta che sovrastava gli Archetti, come pure la terra sulla quale il Tempio fu costruito, rappresentano il luogo da cui uscì il corpo del primo uomo. La terra vergine ci rappresenta la separazione del materiale dallo spirituale, così come il Creatore disse a Adamo quando l’ebbe posto sulla terra: Osserva questa montagna, è posta oltre ogni senso, ha tre nomi e questi nomi si moltiplicheranno all'infinito.

Questi tre nomi sono Mor, Ya e In, che ci rivelano l’origine del corpo del primo uomo, così come i precetti, la legge e le profezie. Ecco perché il Creatore disse: Questa montagna fu santa e da me benedetta prima della creazione, poiché su di essa sei stato creato. Perciò rispettala come fosse tua madre, dato che è santa. Ogni volta che alzerai gli occhi al cielo, come quando li abbasserai su questa terra o li fisserai sulle piante che produce, loderai e santificherai il Dio vivente che ti ha creato. Poi gli fece conoscere i vari strumenti di cui si era servito per la costruzione del suo Tempio universale. Glieli fece conoscere con le diverse attitudini che fece tenere al suo corpo, e gli fece vedere quindi che il suo corpo era l’emblema dei vari numeri di cui si era servito per la costruzione dell’intero Universo.

Questi numeri sono 3, 5, 6 e 7, e la prima suddivisione per 3 simboleggia l’ora della creazione di Adamo, che avvenne nella terza ora della sera; la seconda per 5 simboleggia l’ora della creazione di Eva e l’istante della prevaricazione di Adamo, la terza per 6 l’allontanamento del primo uomo dalla presenza del Creatore per avere rivelato i misteri che gli erano stati affidati, la quarta per 7 la riconciliazione del primo uomo, dopo che ebbe sofferto 7 volte 7 le pene prescritte dal Grande Architetto; il quale, alla fine, gli permise di salire la famosa scala, non più diritta come una volta, ma fatta a forma di vite.

Tutte queste cose avvennero sulla terra santa del monte Mor, In, e sono state fedelmente trasmesse ai R+ dei nostri giorni dai loro primi maestri.

Si possono trovare simboleggiate nel Tempio dell’Eterno costruito da Chiram agli ordini di Salomone, nel quale il primo numero 3 fu posto a Settentrione e ci fu raffigurato nella sua divisione da una circonferenza semplice, un triangolo ed una perpendicolare che sono i simboli della immensa conoscenza che possedeva il primo uomo prima della sua prevaricazione; il numero 5 venne posto a Mezzogiorno, simboleggiato da due circonferenze nelle quali si trovavano un triangolo ed un compasso, simboli della prevaricazione del primo uomo quando volle costruire templi senza l’ordine del Creatore e servirsi invano del suo santo nome. Ciò ci era stato simboleggiato anche dalla divisione che avvenne e durò sei settimane tra gli operai del Tempio nel quinto anno della sua costruzione.

Il numero 6 venne posto invece tra il Mezzogiorno ed il Settentrione, simboleggiato da sei semicirconferenze che alludono alle sei stazioni che il primo uomo fu costretto a fare verso l’Ovest per ottenere la perfetta riconciliazione con il Creatore. Ci era stata rappresentata, al tempo della costruzione, anche dai sorveglianti e dai maestri conduttori; i quali, allorché si rendevano conto di aver sistemato male gli operai ed eseguito malamente gli ordini o i piani tracciati dal Maestro, salivano le sei semicirconferenze tenendo la destra a squadra sul cuore per dimostrare con ciò la loro colpa ed il loro pentimento.

Il numero 7 fu posto a Oriente, rappresentato da sette circonferenze, nelle quali si trovavano un quadruplice triangolo, sette stelle ed una colonna; era il simbolo della totale riconciliazione di tutti gli uomini con il Creatore, il che ci è stato ancora simboleggiato - al tempo della costruzione - dalla riconciliazione degli operai, e dal compiacimento di aver ritrovato il loro capo.

Infine, la camera di mezzo del Tempio venne divisa in cinque parti orizzontali, rappresentate da un ricettacolo e dal suo centro. Questa divisione ci rappresenta la precarietà delle opere fatte dalla mano dell’uomo, e il centro rappresenta la riconciliazione generale delle quattro nazioni con il Creatore, la qual cosa ci è stata rappresentata dalla morte del nostro rispettabile maestro che gli apocrifi chiamano Chiram

Parlando della sua contemplazione per l’uomo, Dio parlava nello stesso tempo della sua contemplazione per l’intero Universo, del quale l’uomo col proprio corpo è immagine e figura; il che ci è stato simboleggiato anche dal tempio di Salomone, con la costruzione, con gli utensili che servirono ad ornarlo sia internamente che esternamente, e con i 7 anni che occorsero per perfezionarlo.

Si capisce chiaramente che questo tempio è l’immagine simbolica dell’Universo, poichéla forma di questo tempio aveva un evidente rapporto con la forma e le sembianze del corpo dell’uomo. Non vi fu usato alcun utensile di metallo perché il corpo dell’uomo fu creato senza operazione materiale. Le pietre, con le loro varie forme, qualità e specie corporee, ci additano le varie forme e specie corporee create nell’Universo.

Vedremo infine, con la compiuta costruzione del tempio di Salomone, che ci sono rappresentate tre cose: la prima, la fusione totale del corpo dell’uomo; la seconda, l’unione dell’anima con il corpo dell’uomo; la terza, la corrispondenza dell’uomo con dio, che fu realmente conosciuta in quel tempio per mezzo della nube che discese perpendicolarmente nel centro del santuario, tra i figli di Dio.

La forma della nube designa quella del corpo dell’uomo, e lo spirito divino che conteneva in quell’involucro di materia rarefatta indica la fusione dell’anima spirituale divina con le tre essenze animali che sono contenute nel corpo umano.

Non possiamo vedere Dio con i nostri sensi materiali senza morire. Perciò consideriamolo, vediamolo ed ascoltiamolo in quelle cose che ci vengono da lui. Abbiamo stabilito a sufficienza la verità della corrispondenza dell’uomo con Dio, giacché con la sua potente parola riceve ed attrae lo spirito santo che lo istruisce sulla volontà del Creatore, secondo ciò che desidera sapere e conoscere per la sua condotta temporale e spirituale.

Dopo la sua distruzione, il Tempio di Salomone non poté più essere ricostruito perché degenerò in Tempio materiale e non ne restò più pietra su pietra; il che avverrà ai Templi particolare, generale e universale quando cesseranno d’essere conservati nella purezza e santità. Di fatto era la rappresentazione simbolica, emblematica ed allegorica del Tempio universale, generale e particolare, e fu distrutto come Tempio materiale, il che avverrà a (tutti) i Templi temporali.

Malgrado questo, Zorobabele, Dario e Imstapa ne vollero tentare la ricostruzione; ma, allorché scavarono la terra per estrarne le pietre adatte a questa costruzione, ad ogni colpo di piccone o di vanga degli operai contro la terra, ne uscivano infinite fiamme di fuoco che divoravano e marcavano pericolosamente tutti coloro che scavavano.

La costruzione del Tempio di Salomone e la sua distruzione rappresentano un tipo o un simbolo molto importante e straordinario per l’istruzione dei membri del nostro Ordine e per i comuni uomini della terra è una figura che servì agli uomini di quel tempo, e serve ancora a quelli di oggi, per conoscere la manifestazione della gloria e della divina giustizia, l’origine corporea e spirituale nonché la facoltà spirituale che l’uomo possiede per comunicare con l’Eterno e con tutto ciò che da lui dipende.

La storia del culto R+ continua poi indissolubilmente, spingendosi fino ai nostri giorni; ma fu nell’arco di questo suo primo periodo - quello che parte da Adamo e giunge a Noè - che tutte le diverse operazioni tuttora praticate vennero rivelate e poste in atto; poiché soltanto i patriarchi furono titolari del dono di costruire edifici spirituali per la gloria del culto del Creatore.

Un punto fondamentale - e fortemente caratterizzante - dell’insegnamento R+, è che questo dono venne loro concesso da Cristo: fu egli stesso a disporli per servire quale strumento alla manifestazione della gloria divina.

Il Messiaaveva disposto, con la sua operazione doppiamente potente e fatta immediatamente di sua iniziativa, i patriarchi che dovevano essere, durante la loro vita temporale, un tipo reale del suo avvento e della sua onnipotenza per la manifestazione della giustizia divina, la quale da lui doveva essere operata su tutti gli esseri emanati.

Questi patriarchi avevano ricevuto dal Cristo, a tale scopo, il carattere doppiamente forte della sua operazione, con il quale essi erano prevenuti di tutto ciò che il Cristo poteva e doveva fare in avvenire a loro favore ed in favore degli esseri umani, i quali erano in una posizione divina più considerevole della loro … Egli diede loro inoltre la potenza di rendere questo carattere reversibile sui minori in privazione (ovvero sull’uomo dopo la caduta), e ciò con la propria operazione spirituale divina, in favore dei quali dovevano operare per la maggior gloria del Creatore e per la più grande vergogna dei demoni.

Da questo si può vedere fino a che punto la figura del Cristo rivesta nella tradizione R+ un ruolo importante, che avremo occasione di esaminare in dettaglio se questa nostra breve carrellata è destinata a proseguire.

Per adesso, è il caso di notare che sono parti della dottrina R+: la sua concezione virginale (l’inserimento di questo maggiore spirituale, o verbo del Creatore, nel corpo di una giovane verginericorda chiaramente la discesa del primo essere umano negli abissi della terra, per rivestirsi di un corpo materiale), le sue tentazioni (lo stesso Cristo ci ha dato prova della debolezza dell’uomo poiché il principe dei demoni lo tentò naturalmente in forma umana apparente, ed operò chiaramente contro di lui sul Tabor la sua demoniaca volontà) e il suo sacrificio (non è evidente  che l’effusione del sangue del Cristo è la conferma di tutti questi tipi che precedettero, poiché l’effusione del sangue, facendo tremare la terra, fece risentire a tutta la natura la riconciliazione e l’alleanza che il Creatore faceva con essa e con i suoi abitanti?).

Ancora, notevole è l’esegesi R+ dei tre giorni in cui il Cristo è stato ignorato dalla terra e dai suoi abitanti, ovvero quelli compresi tra il sacrificio e la Resurrezione. In quei tre giorni, egli compì tre operazioni R+ diverse:

 

Nel primo giorno discese nei luoghi della maggiore privazione divina, detti comunemente inferi, per liberare dalla schiavitù terribile gli esseri umani segnati dal sigillo della riconciliazione. É veramente la prima operazione, poiché era venuto tra gli uomini solo per operare naturalmente la giustizia divina direttamente contro i nemici del Creatore.

La seconda operazione del Cristo fu fatta a favore dei giusti detti Santi Patriarchi, i quali pagano ancora il tributo alla giustizia del Creatore non per aver condotto vita peccaminosa, né per essersi condotti male spiritualmente, ma solo per purificarsi dalle impurità contratte durante il loro soggiorno in una forma materiale avuta e nella quale sono discesi a causa della prevaricazione di Adamo, mentre dovevano dimorare in un corpo glorioso incorruttibile, come ce lo ha dimostrato fisicamente il Cristo con la sua gloriosa risurrezione.

La terza fu fatta su due specie di esseri umani che erano, più o meno, segregati nella privazione divina. Così questa terza operazione fu divisa in due sostanze, di cui una visibile ai comuni mortali e l’altra invisibile a quegli stessi mortali.

L’operazione invisibile consistette nell’abbreviare il corso e le operazioni degli esseri umani in questi tre cerchi (sensibile, visuale e razionale) … affinché potessero poi riposarsi all’ombra della loro riconciliazione; invece la seconda sostanza visibile agli uomini corporei consiste nel piano che egli stesso ha tracciato loro, sia con la risurrezione, sia con l’istruzione lasciata ai suoi fedeli eletti con la sua parola spirituale divina.

Lo spirito doppiamente forte incarnato nel Cristo venne a realizzare nella storia tre grandi operazioni, due già effettuate e la terza ancora da venire. Queste tre operazioni sono: la prima che è stata fatta per la riconciliazione di Adamo, la seconda per la riconciliazione del genere umano, nell’anno 4000 del mondo, cioè l’avvento del Cristo; infine la terza che deve apparire alla fine dei tempi e che ripete la prima riconciliazione di Adamo, riconciliando tutta la sua posterità con il Creatore, per la più grande mortificazione e per l’umiliazione del principe dei demoni e dei suoi seguaci.

Possiamo rilevare qui una delle molte differenze tra l’insegnamento R+ e la dottrina cristiana, in quanto per i R+ l’avvento del Cristo ha rappresentato soltanto una parte del processo di riconciliazione. C’è infatti una parte dell’umanità - i figli di Caino - che ne è, secondo loro, ancora esclusa:

 

Il Cristo ha (già) riconciliato con Dio Padre solo coloro che l’operazione spirituale dei giusti aveva segnato con il sigillo. Questo sigillo fu inviatoaffinché COLORO CHE DOVEVANO RICEVERLO si disponessero a fortificarsi nella fiducia nella misericordia del Creatore, ed allo scopo di poter sostenere con fermezza invincibile tutta la potente manifestazione della divina giustizia che poteva operarsi a loro da parte del Cristo, FRA TUTTI GLI ABITANTI DELLA TERRA CHE VIVEVANO IN PRIVAZIONE DIVINA.

Va pure detto che alla fine dei tempi, ovvero dopo il Secondo Avvento, l’Essere di doppia potenza divina (si parla sempre del Cristo) non sarà riammesso al primitivo stato di stabilità nell’immensità divina come prima della creazione; questo essere sarà occupato eternamente ad operare la propria duplice potenza verso le classi di spiriti che saranno distinte eternamente, cioè: gli spiriti giusti santificati per primi e gli spiriti che saranno santificati e riconciliati solo per ultimi

Intendi perciò, Israele, da quanto ti ho or ora detto, che la legge dell’essere di duplice potenza non consiste nell’essere riammesso nel primitivo suo stato fisso d’immobilità di azione divina; poiché questo essere sarà occupato ad operare eternamente le sue potenti facoltà nelle diverse classi in cui saranno ammessi i primi e gli ultimi santificati e riconciliati.


Arturus R+


 

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