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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

I Polari

- Seconda parte
di Daniele Mansuino

Maggio 2023


Eravamo rimasti, il mese scorso, al manifestarsi - nel ramo della tradizione polare più legato alle ideologie di destra - della fede nell'esistenza di un Centro spirituale chiamato Thule.
Questa idea era destinata a segnare una svolta anche perché, dopo il sorgere del Nazismo dalla Società Thule, la diffusione dell’idea razzista nel mondo profano conobbe un’accelerazione che avrebbe reso superflua (e anzi dannosa) la presenza di un retroterra esoterico ad essa troppo strettamente associato.
È lecito dunque parlare, da questo punto in poi, di un processo di graduale profanizzazione del razzismo, come avrebbe sperimentato a sue spese Julius Evola, e con lui tutti i pensatori che cercavano di mantenere vivo il discorso della patria artica.
Secondo Evola, la concezione delle origini iperboree èalla base dell’idea che il territorio artico, vale a dire la regione polare prima della sua glaciazione, abbia costituito il centro ed il punto di partenza di certe forze arie. Da constatare che sotto il simbolo del Polo si verifica un incontro altamente significativo tra simbolo e realtà, tra metafisica e geografia. Nel ciclo preistorico della razza nordica primordiale, il Polo nordico coincide con il Polo spirituale (da Julius Evola nei documenti segreti dell’Ahnenerbe, Quaderni di Testi Evoliani n.30, citato da J. Godwyn ne Il mito polare - Ed. Mediterranee, Roma).
Dall’opera di Evola in poi, possiamo dire che si sia ulteriormente accresciuto il distacco tra l’ambiente che associa il razzismo a presunte giustificazioni metafisiche (nell’ambito delle quali, continua a rivestire un’importanza primaria il mito polare) ed il razzismo di massa, facente leva su argomenti più semplici.
Aggiungo che, a mio parere, sembra piuttosto improbabile che queste due visioni possano rinsaldarsi in futuro, perché - con il trascorrere del tempo - il punto di vista degli esoterici tende a frammentarsi sempre di più. Bisogna privilegiare il significato interiore dei simboli (come nel caso dell’individuo assoluto di Evola) o quello sociale? E, nell’ambito di un programma sociale, puntare ad una forma di potere teocratica o imperiale? Papa Francesco o Emanuele Filiberto? E, nel caso del potere imperiale: esistono ancora oggi sulla Terra dinastie che lo incarnano, o ce ne dobbiamo fare una noi (parecchi leader di estrema destra sarebbero a favore della seconda opzione)? E comunque, è lecito operare per restaurare il potere imperiale oggi, oppure l’attuale fase del ciclo non lo consente? E così via.
Per chiudere il discorso dei rapporti fra la tradizione polare e il pensiero di destra, non va taciuto il suo legame con il simbolo della svastica, riguardo al quale già molto è stato scritto.
È ormai universalmente noto che la svastica fu un simbolo prima mitraista, poi indù e poi buddista, che venne adottato dai Nazisti in seguito alla loro simpatia nei confronti di queste culture: vuoi perché il Tibet e l’India avevano ospitato la presunta migrazione degli Ariani, vuoi per l’astratta elevatezza delle loro concezioni spirituali, vuoi per il sistema indiano delle caste, nel quale ravvisavano una componente razzista che gli piaceva.
Secondo Joscelyn Godwin, tutte le swastike, le croci iscritte in cerchi, gli omphaloi, le pietre e le città sacre sono simboli del Centro, su qualunque piano dell’essere, dovunque la Volontà del Cielo è sentita come Motore Immobile. Similmente, tutte le torri, i coni, le lance, gli obelischi e gli altri simboli dell’asse del Mondo non rappresentano semplicemente lo spazio tra il Polo Nord e la Stella Polare, per quanto lontani anni-luce: essi simboleggiano la totale evoluzione dell’Universo, procedente in cicli che sfidano l’immaginazione ad attingere il punto culminante della perfezione e del riassorbimento del tutto nell’Uno.
Disperanti sono i dibattiti, avviati perlopiù dagli antinazisti, riguardo agli opposti significati della svastica destrogira e levogira, laddove la prima sarebbe un simbolo benefico e la seconda malefico, ed i Nazisti avrebbero scelto la seconda perché erano cattivi.
Però è una tesi che presta il fianco a varie obiezioni, come il fatto che la svastica originaria raffigura la rotazione levogira delle due Orse intorno al Polo Nord celeste, e scegliere la svastica levogira era dunque la scelta storicamente ed astronomicamente più corretta; e c’è anche la possibilità che la svastica dei nazisti non volesse rappresentare una rotazione, come afferma Miguel Serrano (1917-2009), secondo il quale i suoi quattro bracci raffigurano le quattro direzioni della migrazione degli Ariani dalla patria nordica.
Serrano, diplomatico cileno, già amico personale di Carl Gustav Jung e di Hermann Hesse, era invero un esoterista di grande cultura e qualità. Nelle sue opere, le mitologie nordiche vengono raccolte intorno all’idea che Adolf Hitler fosse il Decimo Avatar della tradizione indù, incarnatosi per avviare la lotta contro le forze che mantengono schiavo il genere umano.
Ancora, secondo la sua opinione, la concezione tradizionale dell’Inversione dei Poli (già presa in considerazione da Guénon, quale simbolo dell’avvio di un nuovo ciclo cosmico) andrebbe presa alla lettera, ed implicherebbe l’identificazione della nuova patria ariana con il Cile.
Al di là di queste stranezze, e della sua deplorevole adesione al razzismo, il tratto di interesse dell’opera di Serrano risiede soprattutto nella competenza da lui dimostrata riguardo alle pratiche di trasmutazione interiore: alle quali, pur senza affrontarne un’esposizione sistematica, dissemina allusioni molto esplicite - e teoricamente assai ben centrate - un po’ dappertutto.
Seguendo la prassi più in voga presso gli esoteristi, egli tende a dare l’impressione che la sua reticenza riguardo alla trasmutazione sia da addebitare alla volontà di proteggerne il segreto; ma - dopo avere analizzato quanto da lui scritto con molta attenzione, in tutta coscienza non sono affatto sicuro che sia così: la mia opinione è che abbia cercato di stornare l’attenzione dal fatto che il connubio tra leggende nordiche e pratiche trasmutatorie da lui proposto è basato su fonti semite (come la scuola napoletana, lo yoga caucasico, eccetera).
È comunque di grande interesse (ed a mio parere destinato ad un glorioso futuro nel mondo esoterico, se è vero che a destra, oltre a quella di Serrano, ne sono già sorte altre versioni) il connubio tra la concezione gnostica di un malvagio demiurgo che avrebbe alterato le regole della manifestazione ai danni dell’uomo, ed il mito polare inteso come memoria dell’età dell’oro precedente, in seno al quale si celerebbe la possibilità di recuperarla.
Non c’è bisogno di essere neonazisti per afferrare le potenzialità di questa idea, né per chiedersi quali ragioni - vuoi filosofiche, vuoi politiche, vuoi esoteriche - debbano imporre di lasciarla in mano alla destra; o perlomeno, io non ne vedo.
Volendo essere più precisi: è vero che la concezione polare di centro spirituale potrebbe entrare in conflitto con l’irrisolta contrapposizione spiritualità-materialismo, la cui assurdità mi è capitato spesso di denunciare (nata in funzione reazionaria, e mantenuta in vita fino ai nostri giorni  in virtù dell’appeal mediatico ascrivibile alle contrapposizioni semplici e prive di significato); ma non dovrebbe essere tanto difficile, per chi volesse farlo, il rifondarla in termini che la spogliassero dall’ideologia e dal misticismo, e farla vibrare in sintonia con la realtà.
Il primo tentativo di costituire una Confraternita dei Polari non di destra, bensì direttamente collegato al tronco originario della tradizione, venne operato nel 1929 a Parigi da due esoteristi italiani: Mario Fille e Cesare Accomani.
Secondo la leggenda, la missione di dare vita alla Confraternita sarebbe loro pervenuta attraverso l’Oracolo della Forza Astrale, un singolare strumento di divinazione donato a Mario Fille da un eremita nel paese di Bagnaia, presso Viterbo.
Nel corso degli esperimenti effettuati da Fille con l’Oracolo, era emerso che i Polari del passato sarebbero stati dispersi nel quindicesimo secolo per odio della Vera Luce, e che il luogo del loro ritorno avrebbe dovuto essere, appunto, Parigi.
L’Oracolo sarebbe poi diventato lo strumento di cui i Polari si servivano per ottenere indicazioni sulle scelte da compiere lungo il cammino iniziatico, ed anche previsioni sull’andamento della politica internazionale.
La veridicità delle risposte da esso fornite era notevole; ma le complesse procedure richieste per ottenerle portavano via, in certi casi, fino a due giorni.
Non tutti sono al corrente che Julius Evola, messo a giorno da Guénon circa l’esistenza dell’Oracolo della Forza Astrale, lo avesse studiato con grande cura; come è riportato in quello che era il testo ufficiale dei Polari, Asia Mysteriosa, scritto da Accomani con interventi di Fille e di altri membri.
Il grande esoterista siciliano aveva incentrato la propria attenzione sul fatto che la procedura suggerita dall’Oracolo fornisce risposte già insite nelle domande stesse un qualcosa di irriducibile al pensiero cosciente, attraverso leggi sconosciute (suggerisce) una risposta sensata (sulla base di) leggi profonde e occulte del linguaggio, e (di) quelle che legano elementi sottili a molti aspetti dell’espressione.
Dichiarò tuttavia che, a suo giudizio, si sarebbe dovuto guardare ai responsi dell’Oracolo con sospetto e diffidenza; perché, dietro le quinte della coscienza di veglia, elementi invisibili guidano i fili del pensiero cosciente senza che nulla si possa sospettareil nostro caso ci mostra che il breve momento di concentrazione nel quale formuliamo una domanda, in effetti è una specie di soluzione di continuità della coscienza, e basta a che un gruppo di elementi infracoscienti affiori, e secondo leggi ben precise prenda corpo sulla espressione concettuale e verbale.
Questi elementi potevano, secondo lui, provenire tanto dall’inconscio del richiedente quanto da stati collettivi: definizione quest’ultima che Gianfranco De Turris, nella sua Presentazione ad Asia Mysteriosa, interpreta come opinioni, sentimenti e credenze dell’epoca.
Non mi stupirei di essere stato il primo al mondo a trasformare la complicatissima successione di operazioni dell’Oracolo della Forza Astrale in un programma da far girare sul pc.
In questo modo, non occorrono per ottenere una risposta due giorni, ma una frazione di secondo; e la possibilità di rivolgere domande all’Oracolo a ciclo continuo determina un effetto ipnotico molto forte, e difficilmente descrivibile.
Accadde, però, che la possibilità di studiare l’Oracolo nei dettagli mi svelò il suo segreto: ovvero, che gran parte delle operazioni prescritte al consultante hanno come unico scopo di distrarre la sua attenzione dal meccanismo dell’Oracolo stesso.
Quest’ultimo è, in realtà, molto diverso da quanto Mario Fille scrisse in proposito: spogliato da ogni orpello, si rivela un metodo divinatorio fondato sul caso, come l’I King o i Tarocchi, che funziona probabilmente (perché, ripeto: funziona) col fare leva sui meccanismi inconsci dell’operatore.
Quello che segue è il meccanismo (senza dubbio divulgato per la prima volta) dell’Oracolo della Forza Astrale. Il suo nucleo fondamentale consiste di sei Quadrati ciascuno contenente diciotto frammenti di frase, ed i responsi sono il risultato della combinazione di sei frammenti presi a caso, uno da ciascun quadrato.
Per esempio, 3 - 1 - 7 - 13 - 5 - 11 si legge: Uno spirito superiore contribuirà al tuo obiettivo, e tu devi fare un’operazione magica dopo esserti purificato.
Nota: ho esposto quello che i Polari definivano il responso doppio, che è leggermente diverso da quello le cui modalità sono descritte in Asia Mysteriosa ma più completo, e per questo veniva praticato abitualmente nell’Ordine.
L’Oracolo prevedeva anche alcuni semplici meccanismi per evitare che si formassero frasi incongrue, sui quali non mi soffermo per brevità.

Quadrato 1: 1 - il destino ineluttabile; 2 - il momento; 3 - uno spirito superiore; 4 - una configurazione astrale; 5 - un pianeta neutro; 6 - la volontà superiore; 7 - un’entità astrale; 8 - il tuo oroscopo; 9 - una forza celeste; 10 - la forza bianca; 11 - un cerchio magico; 12 - il tempo immutabile; 13 - un’influenza potente; 14 - la tua volontà; 15 - un aspetto astrologico; 16 - la tua irradiazione; 17 - il tempo onnipotente; 18 - il tuo karma.
Quadrato 2: 1 - contribuirà a; 2 - non è; 3 - può distruggere; 4 - sembra; 5 - fallirà; 6 - è dubbio; 7 - vuole assecondare; 8 - è certamente; 9 - vuole realizzare; 10 - sarà presto; 11 - non può rovesciare; 12 - non può essere; 13 - consente ad aiutare; 14 - deve essere; 15 - sarà necessario per; 16 - non è più; 17 - è indispensabile per realizzare; 18 - non è mai stato.
Quadrato 3: 1 - il tuo grande desiderio; 2 - favorevole a; 3 - le tue speranze; 4 - contro il; 5 - la tua domanda; 6 - conforme a; 7 - il tuo obbiettivo; 8 - in opposizione a; 9 - la tua speranza; 10 - necessario per; 11 - malefico per; 12 - le tue aspirazioni umane; 13 - le tue speranze; 14 - maestro di; 15 - il tuo desiderio; 16 sfavorevole a; 17 - la tua domanda; 18 - un ostacolo a.
Quadrato 4: 1 - che deve assecondare; 2 - la realizzazione di; 3 - che bisogna far sostenere da; 4 - la realizzazione di; 5 - da aiutare per mezzo di; 6 - la riuscita di; 7 - che non può riuscire senza; 8 - lo spirito di; 9 - ma bisogna; 10 - un’operazione magica per; 11 - assecondare potentemente mediante; 12 - uno sforzo per; 13 - e tu devi fare; 14 - l’esito di; 15 - e tu farai; 16 - un successo di; 17 - l’avrai quasi fatto; 18 - un lavoro magico per.
Quadrato 5: 1 - in agguato; 2 - la tua domanda; 3 - la preghiera; 4 - i tuoi desideri; 5 - un’operazione magica; 6 - l’odio; 7 - un sacrificio; 8 - quello che vuoi; 9 - un appello a Dio; 10 - il tuo obbiettivo; 11 - una nuova domanda; 12 - le tue speranze; 13 - uno sforzo spirituale; 14 - la tua idea; 15 - un’altra domanda; 16 - questo desiderio; 17 - la rottura del cerchio che ti circonda; 18 - quello che tu desideri.
Quadrato 6: 1 - abbi fede in tutto; 2 - ricomincia più tardi; 3 - sotto il segno del sole; 4 - chiedi l’aiuto dei disincarnati; 5 - all’ora di Giove; 6 - aspetta un nuovo responso; 7 - appellandoti alla tua fede; 8 - molto difficile; 9 in Luna crescente; 10 - opera sotto il segno di Marte; 11 - dopo esserti purificato; 12 - attendi un aspetto lunare favorevole; 13 - sotto l’influenza di Marte; 14 - aiutati con un talismano; 15 - e la catena magica; 16 - prega molto; 17 - quando ti sentirai pronto per farlo; 18 - fai l’invocazione dei quattro.

Quando mostrai il frutto delle mie ricerche ad un bravo esoterista che studia a fondo le tecniche di divinazione, egli mi segnalò la somiglianza con il meccanismo dell’Oracle aussi veridique que celui d’Apollon: un altro testo divinatorio, pubblicato per la prima volta ad Amsterdam nel 1759 - anche questo riscoperto da un italiano, del cui nome si è persa la memoria.
Non ci sono elementi per affermare che fosse Mario Fille; ma va detto che quest’ultimo può essere considerato uno specialista nella riscoperta di oracoli presunti antichi, se è vero che fu suo anche il ritrovamento dell’Oracolo di Casanova.
Si può leggere in Asia Mysteriosa che i Polari sono e resterannoun ramo diretto dei Rosa-Croce; però, se si fa astrazione dal legame dell’asse polare con la rosa+croce (analogo, se vogliamo, a quello con la svastica), per il resto le analogie simboliche non sembrano molto evidenti.
Suppongo che si possa ipotizzare l’esistenza di una loro cerchia interna più vicina agli insegnamenti rosacrociani, e all’Ermetismo in generale (Mario Fille e Cesare Accomani si erano conosciuti in Egitto), a meno che il richiamo alla Rosacroce non valesse semplicemente a definire lo schema di un’associazione esoterica aperta verso l’esterno ed interfacciantesi col sociale: ovvero il nuovo modello di esoterismo che le associazioni rosacrociane del Rinascimento avevano inaugurato.
Sul piano del riallaccio alla dottrina di Saint-Yves d’Alveydre (vedi in proposito l’articolo del mese scorso), le opere del grande antenato furono oggetto in seno alla Confraternita di studi attenti e costanti - ho avuto anch’io il privilegio di poter brevemente esaminare la ricca documentazione di rari testi sinarchici da essa posseduti.
Nella prefazione ad Asia Mysteriosa, l’orientalista Jean Marqués-Riviére (che fu Polare prima di diventare nazista e collaborazionista) scriveva:

Ora, il centro del potere sovrumano ha un riflesso sulla Terra; è una tradizione costante in Asia, e questo Centro (terrestre? Non so fino a che punto) è chiamato Agarttha in Asia Centrale. Ha molte altre differenti denominazioni che ora non serve ricordare. Questo Centro ha una sua missione, o piuttosto una sua ragione di essere, la direzione delle attività spirituali della Terra.
Qualcuno, poi deve aver chiesto chiarimenti sul legame tra l’idea di un Centro in Asia e quella di un Centro polare, perché il Bulletin des Polaires del 9 giugno 1930 recitava:

I Polari assumono tale nome perché, in ogni epoca, la Montagna Sacra, cioè la localizzazione simbolica dei Centri Iniziatici, è sempre stata definita da diverse tradizioni come “polare”. E può darsi benissimo che tale Montagna fosse stata un tempo davvero polare, nel senso geografico del termine, perché viene dichiarato in ogni dove che la Tradizione Boreale (o Tradizione Primordiale, scaturigine di tutte le tradizioni) aveva la sua sede originaria nelle regioni iperboree.
Allora come oggi, la Confraternita dei Polari non professava nessun particolare indirizzo politico, come si trova espresso nell’Articolo 2 della sua Regola: La Confraternita dei Polari si pone al di sopra di ogni passione religiosa, politica e sociale. Invece l’Articolo 11 espone come i Polari debbano porsi nei confronti della dicotomia patriottismo-internazionalismo, considerando sé stessi non soltanto dei cittadini del mondo, ma anche i figli rispettosi del paese in cui sono nati.
Su queste basi, per quanto nelle sue tornate fosse costantemente presente il dibattito politico (che, almeno nel corso dei primi anni, ruotava intorno ai responsi dell’Oracolo, e veniva condotto sulla base di regole assai severe, incentrate sulla civiltà ed il rispetto reciproco), la Confraternita accoglieva nelle proprie file membri di tutte le opinioni, e preferiva dedicarsi al sostegno di ideali politicamente trasversali, come ad esempio l’emancipazione della donna (nelle sue file le donne erano numerose, e godevano degli stessi diritti degli uomini).
Nell’ultimo periodo della loro attività, i Polari rivendicarono il merito di aver salvato la pace, per una loro opera di mediazione che si sarebbe svolta dietro le quinte dell’accordo di Monaco del 1938; il che apre, ovviamente, alla possibilità di un loro rapporto con Mussolini, da inserire nel quadro delle molte leggende che circolarono sui loro rapporti con politici dell’epoca.
Particolarmente interessante risulta l’appartenenza alla Confraternita di Victor Blanchard (1878-1953), che ne avrebbe rivestito la dignità di Gran Maestro a partire dal 1933: fu martinista, occultista, collaboratore di Papus e per breve tempo anche di Guénon (da cui lo allontanò lo scandalo dell’Ordine del Tempio rinnovato, cui ho accennato in René Guénon e l’organizzazione) nonché ermetista di rilievo, con una rimarchevole conoscenza della civiltà egizia.
Nell’ultimo periodo della sua vita, Blanchard avrebbe concentrato il proprio lavoro sulle opere di Saint-Yves, diventando un convinto sostenitore della possibilità di realizzare la sinarchia attraverso l’unità europea: un progetto al quale avrebbe attivamente collaborato, in virtù della sua posizione di alto funzionario statale.
Non fu, d’altra parte, il solo sinarchico di rilievo nelle file dei Polari: c’erano anche Jeanne Canudo e Albert (Vivian) Postel du Mas, i due fondatori del gruppo proto-europeista dei Veilleurs.
Tra gli altri nomi conosciuti nel mondo dell’esoterismo, spicca quello di Guénon, che probabilmente collaborò anche alla redazione di Asia Mysteriosa, ma se ne sarebbe andato ben presto, sbattendo la porta; ed è una curiosità poco nota che l’articolo - ferocemente critico - con cui l’esoterista francese motivò il proprio dissenso … sarebbe stato incorporato dai Polari nel loro rituale di iniziazione: perché fa parte del nostro spirito che il neofita venga pienamente messo a giorno anche delle opinioni di quanti non condividono le nostre scelte.
C’erano poi Ferdinand Divoire, Jean Dorsenne, il vescovo gnostico Henri Meslin du Champigny, un vescovo cattolico (Mons. Lesetre), il principe Iukhantor (che abbiamo visto, in René Guénon e l’organizzazione, accusare Guénon di spionaggio) e lo scrittore Maurice Magre.
Quest’ultimo era un sostenitore della teoria che identifica nel castello di Montségur la sede del Graal, e coinvolse la Confraternita in vari progetti di archeologia occulta - costituenti, ai nostri occhi, forse l’indizio più consistente di un effettivo legame tra Polari e Rosacrociani d’alto bordo: in quanto il primo esoterista a pescare dalle leggende della Francia meridionale l’idea di un Graal pirenaico era stato Joséphin Peladan, fondatore dell’Ordine Cabalistico della Rosa-Croce con Stanislas de Guaita.
Un importante effetto delle ricerche di Magre fu l’attirare sui Polari l’attenzione dei Nazisti. È accertato che Otto Rahn intrattenne contatti con loro attraverso una sua amica, la contessa Pujol-Murat, probabilmente per scambiare idee e materiali riguardo ad un tema che stava a cuore ad entrambe le parti: l’inconciliabilità delle tradizioni polare e giudeo-cristiana, tema sul quale i Polari ne sapevano più di ogni altro, proprio in seguito alle loro ricerche sul Graal e sul catarismo.
Parentesi: per quanto ne so, nessuno storico dell’esoterismo ha mai rovistato come si deve nel tema, molto divisivo all’interno del movimento nazista, dell’atteggiamento da tenere nei confronti del protestantesimo - per alcuni da rigettare in favore di un generico neopaganesimo, o anche per il suo presunto anti-tradizionalismo; per altri (come Rosenberg) da abbracciare e fare proprio, in quanto rivolta ariana contro il semitismo originario della chiesa cattolica.
Derivata dall’amicizia tra Rahn e Pujol-Murat è anche l’inverificabile tesi dell’appartenenza polare di Rudolf Hess, che nel 1920 era stato ospitato a Parigi dal suo amico Postel du Mas.
Un’altra leggenda importante, di segno opposto, è quella dell’appartenenza del generale De Gaulle: anch’essa inverificabile, ma resa non impossibile dalla presenza nella Confraternita di alcuni personaggi che, durante e dopo la guerra, sarebbero diventati suoi collaboratori.
L’ipotesi di un legame tra i gruppi collegabili alla tradizione polare e le radici del nazionalismo francese di segno antifascista è presa in considerazione anche da Loris Bagnara, che nel saggio L’altra Europa (da lui firmato insieme a Paolo Rumor e Giorgio Galli) indagò sull’esistenza di un misterioso sottocentro dell’Organizzazione esoterica che domina il mondo, al servizio del quale illustri politici di centrodestra, come lo stesso De Gaulle e Robert Schuman, avrebbero operato. La stessa Confraternita dei Polari sarebbe stata concepita come una struttura di supporto al suo programma, nazionalista solo in apparenza in quanto rivolto a porre le basi per trascendere il concetto di nazione nell’unità europea.
Riguardo poi alla crisi che condusse i Polari all’assonnamento, è stato detto che sarebbe nata dal contrapporsi al loro interno di una componente filohitleriana alla componente nazionalista francese.
Questo può essere vero; ma c’è anche da chiedersi se, prima di me, qualcun altro non avesse indagato sul meccanismo dell’Oracolo, e non si fosse risentito per la parte inutile della procedura.
Dopo l’assonnamento del 1939, l’immensa mole di documenti prodotti in seno alla Confraternita venne affidata in custodia alla sede parigina della Società Teosofica.
Poi, durante l’occupazione, venne requisita dai Nazisti; secondo Christian Bernadac, forse ad opera del cosiddetto Commando Rosenberg. Alfred Rosenberg infatti, per fornire basi più solide alle proprie teorie, aveva creato una task force che raccoglieva tutta la documentazione sulla tradizione polare che fosse possibile reperire nei paesi occupati.
Quello che i Nazisti non riuscirono a trovare era la patente necessaria al risveglio dell’associazione, nascosta in casa del teosofo che i Polari avevano designato in qualità di Conservatore.
Prima di morire, egli trasmise la dignità di Conservatore alla figlia, e quest’ultima a sua volta ad un autorevole esoterista italiano.


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