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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Sulle donne in Massoneria

di Daniele Mansuino e Giovanni Domma

Dicembre 2023


Come più volte abbiamo scritto, non è affatto vero che le donne non siano ammesse in Massoneria, e la leggenda secondo la quale non potrebbero farne parte è da ascrivere alla lunga lista dei pregiudizi antimassonici; questo particolarmente perfido, perché mira a suggerire l’immagine di una Massoneria rigida e chiusa alla modernità, ovvero il contrario di ciò che la nostra Istituzione è sempre stata.
Come da noi, anche in Inghilterra la Massoneria è sempre in prima fila nella lotta per i diritti civili, se è vero che, ad esempio - come avemmo modo di darvi conto nell’articolo Massoneria e gender - recentemente la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE) ha dato il via libera all’accoglimento di Fratelli transgender:

volendo dare a questo documento un’interpretazione un po’ larga, ma crediamo corretta: è stato ufficializzato il principio che una donna “diventata uomo” possa essere accolta in una Loggia maschile
in pratica, poi, l’ente che giudica su queste cose è la Loggia, ed è giusto che sia così perché l’armonia di una Loggia andrebbe in pezzi se un suo membro adottasse comportamenti morali che gli altri non condividono; quindi, a seconda delle sensibilità individuali, può accadere in Massoneria che valutazioni morali diverse possano convivere nella stessa epoca e negli stessi luoghi - abbiamo già citato più volte il caso di Oscar Wilde, che per la sua omosessualità venne “bruciato tra le colonne” nella sua Loggia azzurra, e venne invece mantenuto a piedilista nella sua Loggia del Marchio

In Inghilterra, gli Ordini femminili comparvero dall’inizio del ventesimo secolo (il primo fu l’Order of Women Freemansons, che lavora in emulation), e oggi l’UGLE si regola con loro come con la Gran Loggia del Marchio e con gli altri corpi massonici non considerati regolari dalla Union del 1813: ovvero, per quanto a livello ufficiale non esista nessun riconoscimento, in pratica i rapporti sono intensi e collaborativi.
Nel resto del mondo, se un Ordine massonico decide di essere esclusivamente maschile, lo fa per due possibili ragioni: o per conformarsi all’UGLE, della quale spera di ottenere prima o poi il riconoscimento, o perché si tratta di un piccolo Ordine (vedi l’articolo Entrare in Massoneria) di ispirazione reazionaria, che identifica la sua idea di tradizione con un comportamento antifemminista.
Riguardo al primo caso: di norma, i più sensibili Ordini chiusi alle donne si fanno affiancare da associazioni femminili ad essi legati da criteri di esclusività. Di solito queste ultime, pur non definendosi massoniche, praticano la ritualità muratoria; e certe volte in modo assai pregevole, con il ricorso a forme rituali rare ed antiche.
Riguardo invece al secondo caso, il discorso è più complesso.
Per prima cosa, un pregiudizio che va assolutamente smentito è che, nel simbolismo tradizionale, la superiorità dell’uomo sulla donna venga data per scontata: infatti la dialettica maschile-femminile può essere ricondotta al primo sdoppiamento del Principio, tra Purusha e Prakriti, e se c’è chi al principio maschile Purusha attribuisce una superiorità dovuta al fatto che è attivo, mentre Prakriti è passiva, c’è anche chi - senza discostarsi minimamente dalla tradizione - osserva che, senza Prakriti, Purusha non avrebbe niente su cui essere attivo, e che quindi la loro parità è sentenziata dalla loro indispensabilità l’uno per l’altra.
Parentesi: un altro esempio di queste interpretazioni unilaterali è venuto alla nostra attenzione qualche tempo fa. Per anni, il nostro lavoro di diffusione della Massoneria del Marchio è stato nel mirino di quei sedicenti esoteristi tradizionali che considerano demoniaco tutto ciò che viene dall’Inghilterra; ci ha fatto quindi molto piacere, qualche mese fa, trovare a pag. 90 delle Lettere a Julius Evola (Edizioni Arktos, 2005) la seguente affermazione di René Guénon:

Quando parlo della Massoneria senza ulteriori precisazioni, si tratta sempre della Massoneria propriamente detta, includente solo i tre gradi di Apprendista, Compagno e Maestro, ai quali si possono solo aggiungere i gradi inglesi di MARK (maiuscolo nostro) e Royal Arch, del tutto sconosciuti nella Massoneria “continentale”

No comment - abbiamo citato questo esempio solo per mostrare quanto spesso le interpretazioni presunte tradizionali siano invece dettate, soprattutto, dal pregiudizio.
Nel campo della Massoneria, la dualità Purusha-Prakriti si è trasferita nei simboli del Sole e della Luna, e fu da questo che ebbe origine l’interpretazione Massoneria=forma iniziatica solare, ovvero maschile, che era molto popolare nel diciottesimo secolo; ma va detto che già nel settecento ne circolavano anche interpretazioni diverse, se è vero che Cagliostro accoglieva le donne nella Massoneria Egizia (le Logge Egizie esistono ancora oggi, e molte di esse sono esclusivamente femminili), e che le Logge d’Adozione (miste) risalgono almeno al 1760.
Non c’è, del resto, da stupirsi che fosse così, perché il simbolismo Sole-Luna è anche facilmente interpretabile in termini di parità - per esempio nelle due Colonne che percorrono l’asse est-ovest del Tempio (così come, in astrologia, il medesimo asse è legato alla dialettica ascendente-discendente), o in simboli come la triade Sapienza-Bellezza-Forza, il Compasso e la Squadra, la camminata in grado di Apprendista, i melograni e così via.
Un altro argomento in favore dell’esclusione delle donne che, un tempo, mieteva consensi presso i Massoni di indirizzo esoterico, era che la Massoneria è un’iniziazione di mestiere legata ad un mestiere maschile: esistono anche forme iniziatiche legate a mestieri femminili, e sarebbe interesse delle donne l’aderire a quelle.
Parentesi: come il lettore può capire, a monte di questa idea ci sono alcuni presupposti non comunemente noti. Innanzitutto, che l’essenza dell’iniziazione consista nel trasmettere ad una persona, per mezzo di determinati riti, una corrente sottile (un’influenza psichica, o secondo altri, spirituale) non trasmissibile in altro modo, destinata a cambiarla interiormente; e se così stanno le cose, diventa molto importante che le correnti vengano elargite cum grano salis, senza porre la persona in contatto con qualcosa che non sarebbe fisiologicamente idonea a gestire.
Poi, che trasmissioni del genere nell’antichità fossero la regola - ed in effetti, in ambito sia cristiano che islamico, era corrente l’idea che la donna o l’uomo, attraverso le loro attività lavorative, imitassero l’attività creatrice di Dio, e che questo potesse costituire un peccato a meno che il loro lavoro non venisse a Lui dedicato (o, se vogliamo metterla in termini meno colpevolizzanti: che, se il tuo lavoro era consacrato a Dio, riusciva meglio e tu eri più contento).
Di qui le iniziazioni di mestiere; però questo discorso, sebbene accettabile dai Massoni che ne condividono le basi (e non sono tutti), presta il fianco a varie obiezioni.
Innanzitutto, molte donne (come molti uomini) si accostano alla Massoneria non perché siano attratte dalle dottrine esoteriche, ma piuttosto dalla sua diffusione sociale, ben maggiore e più rilevante di quella delle altre forme iniziatiche artigiane; e poi sì, la Massoneria è una iniziazione di mestiere, ma non del tutto, perché c’è in essa anche una componente guerriera portata dai Templari, e non sono mai esistite barriere contro l’accoglimento delle donne nelle vie guerriere - vedi Giovanna d’Arco, il mito delle Amazzoni, le arti marziali femminili, eccetera.
Ed infine, l’obiezione più definitiva è che, se è vero che all’inizio del settecento (quando le Costituzioni della Massoneria vennero redatte) di donne muratrici non ce n’erano, c’erano invece molto prima; come risulta dagli Statuti della Gilda dei Carpentieri di Norwich, che nel 1375 erano indirizzati ai Fratelli e alle Sorelle, come pure lo sono alcuni passi del Poema Regius.
Riguardo poi allo Statuto della Loggia di York del 1693, la vera e propria quintessenza della tradizione massonica, il capitolo sull’iniziazione comincia così: Colui O COLEI che deve esser fatto Massone pone le mani sul Libro, ed allora le istruzioni vengono date … (maiuscolo nostro).
Rimane ancora un ultimo argomento esoterico contro l’iniziazione delle donne, ripreso non molto tempo fa da un autorevole scrittore massonico come Antonio Panaino, già direttore di Hiram.
Egli fa notare come il rituale di maestranza hiramita sia fondato su un mito di morte, in contraddizione con il dono insito nella natura femminile di arrecare la vita: tutto il nostro percorso massonico, ed i riti che l’accompagnano, rappresentano un lungo viatico per prepararsi ed affrontare la Morte. Per possederla anziché esserne posseduti. Ed in questo percorso non vi è nulla, quasi nulla, che riconduca a riti di fertilità, fecondità, generazione della Vita, propri della dimensione femminile. Se una donna entrasse in massoneria, sarebbe quindi soverchiata da un esoterismo rivolto alla Morte, prettamente maschile, e rischierebbe quindi fortemente di snaturarsi, in pratica di diventare uomo.
A questo si può obiettare che la Leggenda di Hiram - alla quale Panaino fa riferimento - per quanto si riferisca nominalmente all’Architetto che innalzò il Tempio di Salomone, è in realtà una variante del Mito di Osiride - ed infatti, non a caso, esiste in Massoneria una maestranza osiridea, di gran lunga precedente all’edificazione del Tempio di Salomone.
Ora, in ambedue i miti, il Maestro viene assassinato dai traditori; ma mentre nella variante hiramita il cadavere del Maestro viene recuperato dai Fratelli, invece nel Mito di Osiride viene ricomposto da Iside, sua sorella e sposa ...
Comunque sia, la grande maggioranza degli Ordini massonici è oggi aperta sia agli uomini che alle donne, e lavora in base al criterio della parità di diritti più assoluta: ci sono molte donne che occupano la carica di Gran Maestro, ed altre posizioni importanti.
La più nota ed antica Massoneria mista, il Droit Humain, fu fondata nel 1893. Come non tutti gli Ordini massonici, è caratterizzato da un buon rapporto con la teosofia ed il suo pensiero; ed è il caso di notare come la Società Teosofica sia l’esempio più luminoso di associazione esoterica nella quale le donne rivestono un’eccezionale importanza - fu donna la sua fondatrice, la signora Helena Petrovna Blavatsky, e donne anche due tra i teosofi più brillanti tanto dal punto di vista ideologico quanto organizzativo, Annie Besant e Alice Bailey.
Il Droit Humain presenta la caratteristica di essere fondato su quell’antico algoritmo massonico che non prevede una separazione tra Ordine e Rito; un vantaggio è che l’accesso ai perfezionamenti del grado di Maestro è più facile, non essendo necessaria alcuna cooptazione.
Possiamo oggi ritrovarlo in tutti i continenti, ed in 65 Stati. Come tutti gli Ordini massonici più importanti, è un gigante nel campo della beneficenza, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza ai ragazzi di strada.
In Italia, dopo la visionaria e precoce esperienza di Cagliostro, quando il processo di unità nazionale portò ad un’ampia diffusione della Massoneria, il dibattito sull’ammissione delle donne fiorì sulla base dei temi cui abbiamo accennato.
Decisamente favorevole era il primo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuseppe Garibaldi, che patrocinò anche l’ammissione di sua figlia Teresita.
Ciò che risulta dai dibattiti di quel periodo è che i Massoni favorevoli all’ammissione delle donne nel GOI non dovevano far fronte ad avversari particolarmente agguerriti: in realtà, la maggior parte dei Fratelli era possibilista, ed un eventuale pronunciamento favorevole sarebbe stato accettato.
I problemi vennero piuttosto dal fatto che, in quel periodo di creazione da zero della vita nazionale, acceso era il dibattito su quali istanze di progresso sociale dovessero avere la precedenza; e se non c’erano dubbi che la più urgente fosse l’istruzione obbligatoria (è noto - o dovrebbe esserlo - il grande impegno della Massoneria in quella battaglia, in un’Italia la cui popolazione era ancora in gran parte analfabeta), per quanto concerne le istanze collegate all’emancipazione femminile prevaleva l’opinione che la loro popolarità andasse di pari passo con lo sviluppo dell’industria, ed il rinviarle equivalesse dunque a renderle più forti.
Fu dunque solo nel 1912 che il GOI patrocinò la nascita della Gran Loggia Femminile Italiana, che fu comunque la prima in Europa.
Sappiamo poi cosa accadde. Dapprima, l’espulsione dei Massoni dal Partito Socialista - ad opera di Mussolini - privò la Massoneria di gran parte della sua influenza sociale; poi venne la guerra, poi il fascismo, ed il GOI venne messo fuori legge.
Dopo la seconda guerra mondiale, la sua riedificazione con l’aiuto degli Americani pose il GOI in pole position per il riconoscimento da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, e questo fece sì che ogni progetto per l’ammissione delle donne fosse accantonato.
Anche per attestare che questa scelta non implicava alcuna forma di antifemminismo, invalse l’uso di consegnare ad ogni iniziato un paio di guanti di cui far dono alla propria polarità contraria (senza specificare se dovesse essere o meno la legittima consorte): un gesto gentile che, come qualcuno ha fatto notare, suona quanto meno come un riconoscimento di “complementarietà” massonica.
Invece la sola obbedienza che, al tempo, potesse concorrere con il GOI per numero di Fratelli, la Gran Loggia d’Italia, essendo libera dal peso di doversi procacciare la benevolenza degli Inglesi, aprì alle donne fin dal 1955; ed è attiva nel suo seno, a partire dal 1990, una Gran Loggia Femminile d’Italia, che vanta riconoscimenti a livello internazionale.
Non pensiamo di poter concludere senza riflettere che i cosiddetti dogmi della Massoneria non sono mai tali, bensì regole la cui origine è nel processo storico; e che cambiano di continuo, come ogni cosa immersa nello spaziotempo non può non fare.
La stessa esistenza della Massoneria speculativa ne è la prova. La sua nascita coincise con un cambiamento enorme; eppure la forza della nostra Istituzione non ne fu diminuita, ma anzi ne trasse la forza per diffondersi in tutto il mondo.
Certo, questa riflessione non vale per la parte più strettamente esoterica, come il rapporto della Massoneria con la scienza ermetica, o il senso più riposto del segreto iniziatico: quelli sono, e rimangono, immutabili.
Ma anche in casi di questo genere, non si può parlare di dogmi; in quanto non si tratta di formulazioni di tipo razionale, bensì di insegnamenti affidati al cuore e alla coscienza dei Fratelli.

Così il Grande Architetto possa illuminare tanti saccenti accecati dal loro sapere profano, perché possano amalgamare il proprio spirito con quello della Massoneria, e lavorare davvero alla sua Gloria.


  Daniele Mansuino e Giovanni Domma

 

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