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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 08-03-2005, 17.36.32   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Il.complotto Contro L’ Economia Italiana

Negli anni ’60 l’ economia italiana inizio’ un fiorente sviluppo, era fra le più competitive in Europa. Tanto da allarmare le maggiori economie industriali del continente.

Gli imprenditori dei Paesi a Nord della Alpi, ben organizzati e attenti alle strategie di sviluppo, misero sotto osservazione lo Stivale. Valutando le caratteristiche dell’ economia italiana, capirono che essa aveva alcune marce in più: la creatività, l’ iniziativa, tipiche degli imprenditori italici. Per limitare la concorrenza italiana, gli imprenditori tedeschi, francesi, nordici, sembra anche belgi, iniziarono una riflessione strategica. Conclusero che le capacità di assorbimento del mercato europeo erano limitate, che le capacità creative degli Italiani avrebbero, nei decenni successivi, tarpato le ali allo sviluppo delle economie europee. Decisero quindi di agire, con una buona strategia, all’ attacco dell’ economia italiana. Fu decisa la missione “Tagliare la gambe”, iniziata in gran segreto.

Il Complotto

Furono create squadre di sobillatori ed un programma serio e lungimirante, finanziato dagli imprenditori. L’ obiettivo era chiaro: diminuire la competitività italiana. Fu strutturata un ‘organizzazione adeguata per lavorare nell’ ombra. Furono arruolati guastatori capaci di rompere, creare una quinta colonna, sovvertire il tessuto sociale. Finanziamenti furono stanziati per una lunga missione, mirata alle fondamenta dell’ economia italiana. Furono stabiliti contatti adeguati in Italia.

La missione ando’ avanti pressapoco cosi. Furono contattati quadri italiani di basso e medio livello, nei contesti chiave dell’ economia (sindacati, imprenditori, ministeri economici). Con argomentazioni fasulle e metodi convincenti, si stabili’ la diffusione continuata per un paio di decenni delle seguenti idee chiave:

la responsabilità dei funzionari pubblici, dei politici, degli operatori dell’ economia e del sociale é un concetto superato, che crea ansie e conflitti;
il merito, fino ad allora usato per la selezione del personale, rischia di rovinare il lavoro di gruppo;
il ritmo di lavoro intenso e continuo, la determinazione, sono ostacoli al miglioramento della razza;
la puntualità, il rigore, la precisione, sono qualità da ragionieri o da topi di laboratorio, e sono in contrasto colla mentalità commerciale;
l’ organizzazione é uno strumento in mano ai capi per fiaccare la pazienza dei lavoratori e spadroneggiarli. Inoltre essa uccide la fantasia.
la dedizione e lo spirito di sacrificio sono contrari alla mentalità corporativa, la quale rischia di essere schiacciata.

Tutte queste idee furono ben cucinate e diffuse fra quei quadri dell’ economia che brillavano per superficialità, poco interesse per il lavoro serio e coerente. La facilità a farsi corrompere con adeguati compensi aiuto’ a formare una quinta colonna di guastatori italiani. Come previsto, la flessibiltà sempre presente, la superficialità frequente e il diffuso disinteresse per il bene del Paese, facilitarono il lavoro. L’ opera di disfattismo inizio’ a diffondersi, con l’ aiuto della demagogia diffusa da loschi figuri ben pagati, interessati ai propri affari ,e non ai meccanismi dello stato, sentito come lontano e pretenzioso.

I guastatori stranieri erano ben nascosti in piccoli uffici qualunque, lontani dai grandi palazzi dell’ economia. I guastatori italiani da loro assoldati assoldati lavoravano abbastanza bene, ma andavano molto sorvegliati e organizzati a causa della loro inaffidabilità.

I risultati del complotto, andato avanti per parecchi lustri, sono sotto gli occhi di tutti. Il tessuto sociale italiano é ormai notevolmente deviato, lontano dalle società europee avanzate. Oggi ci sono in Europa due tipi di comportamenti. I comportamenti europei sono diffusi in quasi tutta la U.E., ma non in Italia, ove sono spariti. Essi sono riassunti in Allegato 1.

I comportamenti che la società italiana ha attivato in gran parte del territorio, sono fondati sulle seguenti nuove sensibilità:
- le regole non contano, i padrini si;
- il posto di lavoro deve essere garantito e non soggetto allo stress o ad alee come il merito;
- la confusione e il caos sono valori di tutto rispetto, in quanto permettono ad ognuno di fare le correzioni necessarie ai propri interessi.

Queste nuove sensibilità, diffuse senza molte difficoltà dalla missione “Tagliare le gambe”, hanno portato a fine secolo il tessuto sociale italiano allo scenario seguente:

riusciamo a fare male (o diciamo di voler fare, ma poi ...), noi i più creativi europei, cose che gli altri Paesi della U.E. sanno fare bene;
ci muoviamo, in alcune città e regioni o settori, in un pantano di imprevisti o scenari grigi;
qualche imprenditore considera l’interesse di trasferire la propria attività al di fuori delle nostre frontiere;
a fronte di numerosi problemi sociali, ben conosciuti da tempo, non si propongono soluzioni. Anzi, meglio non parlare dei vecchi problemi, tanto siamo rassegnati !
la conquista dei palazzi del potere da parte di politicanti, avvezzi a negoziare, impadronirsi, negoziare, scambiare, condizionare;
la diffusione di abitudini paternalistiche, una volta confinate nel mezzogiorno, nei palazzi del potere;
- col tempo si diffonde nel milieu politico, poi in quello pubblico, l’idea che la carica pubblica o l’elezione non comporta necessariamente un impegno né grandi obblighi inerenti al proprio ruolo.

Fra i Paesi della U.E., l’Italia si distingueoggi per alcuni fattori particolari del suo quadro sociale, che hanno un impatto negativo sulla competitività. Eccoli:

- l’assenza di volontà e capacità organizzative, la diffusione dell’improvvisazione
(causa ed effetto della confusione in aumento), in un mercato sempre più complesso,
creano difficoltà agli imprenditori.
- la difficoltà frequente di realizzare i programmi pubblici che sono stati decisi rende incerto il quadro economico e quello pubblico. Si vive nel nuovo secolo sempre di più alla giornata, i programmi pubblici divengono solo indicativi. Le promesse non si possono mantenere. Gli obbiettivi dichiarati si dimenticano.
- diviene troppo raro il valore “responsabilità del proprio operato”. Si diffonde a macchia d’olio il vecchio (ma una volta nascosto) uso di selezionare la classe dirigente per allacci personali. Il merito e l’esperienza, formalmente in auge, divengono in pratica valori dimenticati. L’unica cosa che conta ormai a inizio secolo: conoscere un VIP potente.

La confusione politica non é la causa dei problemi nazionali. Ma la più chiara espressione di una deriva di società. Qualcosa di simile fu scritto da TIME alla scoperta di tangentopoli.

I Risultati

Dopo alcuni decenni di diffusione dei nuovi metodi di gestione del potere, si puo’ osservare frequentemente (é la specificità italiana nella U.E.):

servizi e opere pubbliche sono troppo spesso gestiti senza impegno né motivazione, visto che la carriera dipende sempre più dagli allacci personali;
la crescente distanza fra gli obiettivi politici dichiarati prima delle elezioni e i progressi realmente realizzati;
la sempre meno chiara esistenza delle responsabilità legate al proprio ruolo.

Nei servizi resi al cittadino la qualità si degrada. Poco male, l’Italiano é flessibile, si abitua a tutto, anche al peggio. La sempre più larga diffusione di metodi approssimativi e fumosi fa apparire (alle persone attente, ma esse non sono molte) nel grigiore sociale incoerenze, promesse dimenticate, obiettivi mancati.

Decenni di espansione di inefficienze e fallimenti, accettati, hanno fatto si che nessuno se ne lamenta più. Rassegnazione balcanica. La diffusione della incertezza e inaffidabilità nel tessuto sociale degrada molti settori e appesantisce molte attività economiche. Le quali talvolta divengono meno competitive, senza che ci sia una gran colpa degli imprenditori.

Le diminuite qualità, affidabilità di merci e servizi sono state in molti settori accompagante da un altro tipo di degrado: l’insufficienza di organizzazione, sicurezza, rigore, serietà poteva talvolta essere accettata senza contraccolpi dalla società quando esistevano frontiere e dogane (prima degli anni ’90). Coll’istituzione del mercato europeo la competitività, che é divenuta un must, perde colpi in alcuni settori della nostra economia, per via delle inefficienze e insufficienze. Maggiori le difficoltà di alcuni imprenditori di affrontare il mercato globale, essendo ormai troppo intralciati da un sistema sociale fuori dei tempi. Ove invece i loro competitori al di là delle frontiere basano la loro competitività anche su serietà, rigore e capacità organizzative di alto livello.

L’inchiesta effettuata

Sulla missione”Tagliare le gambe” ho potuto indagare, nonostante la riservatezza delle materia. Durante i miei continui viaggi in Europa per la mia attività (legata alla gestione di satelliti) ho dialogato con molti europei. Avendo intuito che c’ era qualcosa di losco, ho cercato informazione sui guastatori in parecchi Paesi. Con determinazione e pazienza, ne ho incontrato parecchi. C’era lo scoglio della segretezza della loro missione. Che si superava spesso con delle buone bevute. Per me buoni vini, per loro hard drinks. I popoli nordici sono generalmente abbottonati. Ma whisky, rum e gin sciolgono molte lingue legate.

Il mio impegno in una materia delicata mi ha portato spesso a lavorare la notte per l’ inchiesta. A interrompere il riposo notturno. Tanto che passavo spesso dal dormiveglia alla mia attività e viceversa. Ho avuto talvolta dubbi sui confini fra i fatti accertati e i sogni del riposo. Ma i dubbi sono stati poi fugati dall’ evidenza del disastro sociale odierno.


Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per presentare la cause ab ovo del degrado italiano)
antonio greco is offline  
Vecchio 12-03-2005, 14.15.27   #2
Giuliano
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non ho letto tutto il suo post,Sig Greco,comunque voglio dire che non mi preoccuperei troppo per l'economia italiana,almeno di quegli imprenditori veri protagonisti del boom economico,vale a dire quella che lo storico Ginzborg chiama la "terza Italia",formata per lo piu' da ex mezzadri vitali e fantasiosi del centro o del nordest soprattutto,quelli della famosa piccola e media impresa,perche' dopo aver saputo sfruttare e convivere con la passata partitocrazia , aver evaso il fisco per migliaia di miliardi ,aver e' vero portato anche occupazione e ricchezza,spinti dal piano Marshall,aver anche incrementato la volgarita' nazionale,l'abuso edilizio
ora questi,sempre grazie alle loro sette vite , stanno spostando la produzione in Romania e Ucraina,quindi,loro,se la caveranno comunque,come al solito

Saltui
Giuliano is offline  
Vecchio 12-03-2005, 20.31.53   #3
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
QUALE SOCIETA'

Caro Giuliano,

il tuo commento, molto valido, vale per quella tranche di imprese piccole e medie che tu menzioni.

Non hai tenuto conto:
- che l' attuale società é cosi poco funzionante, incerta, traballante, che io che ho fatto confronti coll' Europa, prevedo la chiusura nei prossimi anni di parecchi settori.
- la povertà rischia di arrivare in maniera diffusa; chi vorrà lavoro prossimamente, dovrà emigrare;

- l' assurdo continerà e forse aumenterà: gli Italiani emigrati sono spesso i più brillanti in Europa. pero' avevano fatto un buco nell' acqua in Italia.
- gli emigrati imparano altrove a lavorare efficienti, organizzati, previdenti e capaci. Pochi di loro torneranno in Italia all' epoca pensione, io credo, perché si spaventano della misera offerta da parte della società di servizi e diritti appliacti realmente.

Se tutto cio' succederà, sarà perché gli Italiani non avranno voluto diventare seri e efficienti, non avranno voluto divenire più europei..


Antoni Greco
antonio greco is offline  
Vecchio 13-03-2005, 08.44.33   #4
Giuliano
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Salve,
il mio era un commento comunque bonariamente provocatorio,la mia intenzione era di sottolineare quello che e' la mia opinione sostanzialmente,vale a dire che non servono purtroppo complotti,anche se non ha elementi per dubitarlo,per danneggiare la nostra economia , bastiamo noi italiani

e mi pare che lei non sia troppo distante da questa mia opinione

pero',senza cadere nella solita italica abitudine all'autoflagellarsi,al tempo stesso mi pare pero' che lei dia un po' troppo valore a certe qualita' del nostro popolo,certamente esistenti ma non sufficenti nello scenario economico odierno e futuro,vale a dire la nostra famosa creativita' e brillantezza

di latra natura era la rispsota che le ho dato su un'ìaltro argomento da lei proposto sempre comunque attinente a questo,ma che riguardava appunto la grande impresa del nostra paese

che non so se lei ha ancora letto,cosi0 la metto anche qua :


"mah,caro Antonio Greco,visto che chiaramente lei e' detentore di una conoscenza ben al di sopra dell'ordinario,a dir poco, sulle ragioni della poca nostra competivita' economica,sinceramente mi meraviglio che lei non parli di un aspetto che io credevo fondamentale , anche perche' ho assistito da spettatore televisivo a forum in cui sia da destra che da sinistra(sic!) su questo ci si trovava d'accordo (e guarda caso una trasmissione sulla questione, su rai sat, trattava soprattutto della fiat),vale a dire il fatto che grandi responsabilita' vanno attribuite al management italiano a cui appartengono i prestigiosi personaggi a cui ha scritto,e che , non mi meraviglia,fondamentalmente le hanno risposto gentilmente picche.

beh,pare proprio a detta di esperti per quanto possibile super partes,che personaggi come Romiti,Tronchetti Provera,Moratti abbiamo pensato bene di stabilire soprattutto condizioni di monopolio nei loro rispettivi settori, di non preparare l'azienda, negli anni,all'inevitabile scontro competitivo internazionale ,da seguire logiche di eredita' familiari ,di sangue,negli incarichi di vertice,piuttosto che meritocratiche,di aver accollato molto deli costi delle inefficenze aziendali alla collettivita'

lei che ne pensa?

Saluti"


si' perche' mica e' facile diventare ,come dice lei, piu' seri ed efficenti ,se per cinquant'anni e' stato piu' remunerativo essere abili nello schierarsi,salire sull "carro giusto" , vale a dire la corrente giusta della DC ,o anche del PCI se si era in Toscdana o in Emilia, per trovarsi un bel posticino al sola dello Stato

o come imprenditori essere bravi a trovarsi un buon padrino che ci proteggesse dalla vera competizione del mercato, (e il nostro attuale Presidente del Consiglio ne e' un esempio evidente)

comunque saremo anche buoni profeti ,come recita il motto,e credo che in molti casi sia vero,all'estero
pero'all'estero abbiamo anche esportato un'organizzazione chiamata Cosa Nostra,non dimentichiamocelo

Saluti
Giuliano is offline  
Vecchio 13-03-2005, 09.20.47   #5
antonio greco
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IL PROBLEMA: NOI ITALIANI

Caro Giuliano,

tutto vero quanto dici. Ora cerco di aggiungere io qualcosa.
Hai detto: " d'accordo (e guarda caso una trasmissione sulla questione, su rai sat, trattava soprattutto della fiat),vale a dire il fatto che grandi responsabilita' vanno attribuite al management italiano a cui appartengono .....".

Ma come potrebbe essere altrimenti ? Come potrebbero i managers non essere miopi, non essere superficiali, non essere approssimativi, se tale é IL POPOLO ITALIANO, come si é ridotto negli ultimi 20 anni ? Noi abbiamo i managers che meritiamo, abbiamo i politici che meritiamo, abbiamo i funzionari che meritiamo... (dopo introdurro' un altro contrib. in merito).

Io non credo che molti VIPs al potere abbaino fatto di tutto per creare le condizioni di casino in cui essi vivono meglio. Io credo piuttosto che i N.C.I. (Nuovi Comportam Italiani) sono tali da introdurre casino e problemi dove non ce ne erano. E quindi ancora peggio. Leggerete fra poco il post "Colli di bottiglia".

Sono d' accordo con te che bastiamo noi Italiani a rovinare tutto (come potrebbe essere altrimenti, nel Paese senza regole ?). NOn servono fantasiosi complotti (erano un 'immagine mia).

IL PROBLEMA CHIAVE E': LA MENTALITA ITALIANA DI OGGI E' DA TERZO MONDO. Se non la analizziamo e la correggiamo, il terzo mondo é scontato.......

Leggete "Italia Desnuda" sul mio sito , per farvene un' idea..


http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “società”)

Il problema che avete é elefantiaco... percio' vorrei trovare un VIP o Associazione e movimento che ascolti una mia presentazione...

LA MANCANZA DI PEDAGOGIA E DI REGOLE HA DISTRUTTO UN PAESE
Antonio Greco
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Vecchio 13-03-2005, 09.23.43   #6
antonio greco
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Wink L’ ITALIA E I COLLI DI BOTTIGLIA

LA DIVARICAZIONE CON LA U.E.

Il presidente Ciampi alla fine del ‘99 ha autorevolmente indicato agli Italiani la necessità di liberare il Paese dai “colli di bottiglia” esistenti, al fine di permettere all’economia di riprendersi (“colli di bottiglia”, dall’inglese, sta per strozzature)

Poiché concordo col presidente Ciampi, ritengo utile riassumere in maniera concisa come, dall’estero, si intravede l’effetto dei “colli di bottiglia” sulla vita civile del Paese. Il fenomeno, indicato nell’allegato in maniera molto concisa, non riguarda tutti gli Italiani, ma una percentuale comunque troppo larga di cittadini. Esso, visibile in maniera macroscopica agli Italiani che vivono in Paesi avanzati, é un segno evidente della divaricazione Italia-Unione Europea.

Allegato
I principali colli di bottiglia

Inadeguata chiarezza
“ riflessione
“ progettualità seria
“ trasparenza
“ rigore e precisione
“ organizzazione
“ promozione del merito e esperienza nelle attività pubbliche
(talvolta nel privato)

Conseguenze

a) sia le attività economiche che i servizi resi al cittadino (includendo in essi anche la definizione di leggi e regolamenti) sono spesso accompagnante da:

confusione
improvvisazione
classe dirigente selezionata non per esperienza, ma per allacci
personali (l’eccezione della U.E.)

a differenza degli altri Paesi della U.E., le seguenti difficoltà sono ormai estese nella vita sociale del nostro Paese, con riferimento al settore pubblico, ma anche al privato:

per raggiungere i proprii obiettivi si aggirano le leggi, spesso arretrate o confuse, e i regolamenti, con metodi improprii
bassa qualità dei servizi resi
basso rendimento delle attività economiche
incertezza sul possibile raggiungimento di obiettivi economici
incertezza sulle possibilità di supporto adeguato per le imprese
diffusione di omertà e connivenze, con l’aggiramento della legge
incertezza frequente sulla capacità e volontà dello stato di far rispettare i diritti del cittadino
intrusione della criminalità e della corruzione negli organi dello stato
- molte autorità nazionali o locali e alcuni imprenditori ricercano nicchie sicure per una vita di rendita, cioé senza sfide né rischi
il livello di guardia per i comportamenti accettabili é paurosamente basso e sembra calare sempre di più.

Risultati finali

Degradazione in gran parte del Paese di:

- certezza del diritto
- qualità della vita
competitività in ambito U.E.
potenzialità degli attori dell’economia
potenzialità dell’occupazione
emigrazione dei migliori cervelli iniziata da un pezzo (credo che cominciano a emigrare anche i Q.I. non elevati, cioe l’uomo comune). Sarebbe interessante chiedere al ministro competente l’andamento dell’emigrazione negli ultimi anni, forse accelera ? Essa non riguarda, come agli inizi del secolo scorso i manovali, ma la manodopera qualificata.

Conclusione

In poche parole: un cittadino che vive all’estero ha l’impressione che la vita sociale é bloccata. Quella economica sta cominciando a bloccarsi. Sarà il momento di aprire gli occhi ?

L' Emigrato
ANGREMA@wanadoo.fr
antonio greco is offline  

 



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