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Vecchio 25-05-2014, 20.00.10   #121
sgiombo
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da Sgiombo:


Il problema è che non esiste, non c'è, nessuna fondatezza razionale, nessuna prova sicura 100% in laboratorio, che dimostri, attesti o convalidi, le teorie sull'origine del Tutto (il tuo "minimo residuo"!).
Quindi non c'è nessuna differenza tra la mia Fede e la tua Fede, se non, come ho già detto, la teoria in cui si ripone la fiducia.
Infatti l'essere umano non perde mai la Fede se prima non ha perso la ragione, anzi, aggiungo, l'essere umano non può mai perdere la Fede, mai, ma la ragione sì.
Egli può solo avvertire, sperimentare e comprovare, che la proposta in cui appoggiava la sua convinzione è venuta meno e cambiare i suoi propositi di fiducia, cioè, indirizzare la propria Fede ad altro, addirittura ciò che prima si biasimava (è all'ordine del giorno, basta guardarsi intorno).

Poi che uno, dopo aver avute le prove certe che il suo credo era fondato su di un utopia, e vuole continuare a crederci per non ammettere la sconfitta è un'altra cosa, ma è proprio in quel caso, in quei momentim che l'anima rivela il senso del vivere.


Pace&Bene.

Il mio "minimo residuo" creduto fideisticamente non sono affatto le correnti "teorie sull' origine del tutto" bensì le credenze fideistiche nell' esistenza di altre esperienze coscienti oltre alla mia propria, nell' intersoggettività delle componenti materiali delle esperienze fenomeniche coscienti e nel divenire ordinato secondo modalità o leggi universali e costanti dei loro "contenuti (fenomenici)".

A sedici anni persi la fede cristiana che aveno acquisito acriticamente dall' educazione ricevuta, ma non certo la ragione (anzi!), come in generale acade, cntro la e tue pretese a chiunque non creda più a una religione.

Sulla soggettività e arbitrarietà nella valutazione "quantitativa" (o meglio di importanza qualitativa) della differenza fra credere fideisticamente solo il "mio" minimo indispensabile e il "tuo" tantissimo facoltativo ti ho già risposto in un precedente invio.

L' ultima tua frase mi sembra perfettamente applicabile a te stesso.

Pace, bene e prosperità.
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Vecchio 25-05-2014, 20.17.07   #122
Duc in altum!
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

** scritto da Davide M.:

Citazione:
beh Duc, mi sembra dalle tue parole che per te l'anima sia la coscienza, oppure potrei dire che la coscienza è il nome laico dell'anima, che te ne pare? Per me è sempre stata la coscienza a consigliare, proporre e suggerire, donando così la facoltà di scelta al singolo; mentre ho sempre pensato all'anima come a ciò che dà la vita, il soffio vitale



Sì è vero, ho sostituito al termine coscienza anima, ma non sono, anche per me, la stessa cosa.
La coscienza è il punto d'intersezione tra l'anima è la ragione, quindi l'anima è qualcos'altro.
[Prima della caduta, anima e ragione coincidevano in un’unica realtà: in un certo senso l’uomo ragionava con l’anima. Dopo la caduta originaria è come se il piano della ragione si fosse messo di traverso rispetto al piano dell’anima. Tuttavia, nel loro punto d’intersezione che ancora rimane, i due piani ancora interagiscono, ed anche se non abbiamo più una consapevolezza diretta dell’anima, la percepiamo come di riflesso. La norma interna della coscienza è retaggio di ciò che eravamo, memoria della nostra effige. - Stefano Biavaschi]


La coscienza è il patrimonio spirituale che ci fornisce il senso del bene e del male concernente le nostre azioni, e non semplicemente l'organo del rimorso.
L'anima è la logica di Dio in me, forse il Suo alito vitale, ma io preferisco il senso del vivere, e la custodia della mia immortalità (beatitudine o dannazione eterna).
[La coscienza ci permette di avvertire quanto manca al riallineamento dei due piani, ci fa percepire le nostre azioni come convergenti o divergenti rispetto alla nostra immagine autentica, che è quella di figli di Dio creati a somiglianza del Padre. Ecco perché conserviamo questo sesto senso che ci avverte se una cosa stona rispetto alle leggi di Dio, anche quando non le teniamo presenti o non le abbiamo nemmeno conosciute. - Stefano Biavaschi]


Pace&Bene.
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Vecchio 26-05-2014, 09.56.38   #123
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

** scritto da Sgiombo:


Citazione:
Il mio "minimo residuo" creduto fideisticamente non sono affatto le correnti "teorie sull' origine del tutto" bensì le credenze fideistiche nell' esistenza di altre esperienze coscienti oltre alla mia propria, nell' intersoggettività delle componenti materiali delle esperienze fenomeniche coscienti e nel divenire ordinato secondo modalità o leggi universali e costanti dei loro "contenuti (fenomenici)".


Qualunque esse siano ci credi per Fede, che poi non siano credenze uguali o simili alla mia non è questo il problema.
Inoltre non hai ancora rilevato la prova certa, sicura 100% (fatto comprovato scientificamente come dici tu), dell'origine del Tutto, quindi Mistero non risolto e, volente o nolente, devi obbligatoriamente avere Fede in una qualsiasi teoria personale o idea dominante per dargli una probabile (per il momento) spiegazione, e così facendo giungerai al Caso o all'Anima, al senso del vivere faidate o al destino; giri e rigiri per non ammettere che anche tu hai Fede, felice tu contenti tutti.


Pace&Bene.
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Vecchio 26-05-2014, 15.12.35   #124
Davide M.
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da Davide M.:

Sì è vero, ho sostituito al termine coscienza anima, ma non sono, anche per me, la stessa cosa.
La coscienza è il punto d'intersezione tra l'anima è la ragione, quindi l'anima è qualcos'altro.
[Prima della caduta, anima e ragione coincidevano in un’unica realtà: in un certo senso l’uomo ragionava con l’anima. Dopo la caduta originaria è come se il piano della ragione si fosse messo di traverso rispetto al piano dell’anima. Tuttavia, nel loro punto d’intersezione che ancora rimane, i due piani ancora interagiscono, ed anche se non abbiamo più una consapevolezza diretta dell’anima, la percepiamo come di riflesso. La norma interna della coscienza è retaggio di ciò che eravamo, memoria della nostra effige. - Stefano Biavaschi]

La coscienza è il patrimonio spirituale che ci fornisce il senso del bene e del male concernente le nostre azioni, e non semplicemente l'organo del rimorso.
L'anima è la logica di Dio in me, forse il Suo alito vitale, ma io preferisco il senso del vivere, e la custodia della mia immortalità (beatitudine o dannazione eterna).
[La coscienza ci permette di avvertire quanto manca al riallineamento dei due piani, ci fa percepire le nostre azioni come convergenti o divergenti rispetto alla nostra immagine autentica, che è quella di figli di Dio creati a somiglianza del Padre. Ecco perché conserviamo questo sesto senso che ci avverte se una cosa stona rispetto alle leggi di Dio, anche quando non le teniamo presenti o non le abbiamo nemmeno conosciute. - Stefano Biavaschi]
Pace&Bene.

È veramente una bellissima interpretazione della coscienza. Anche se non conosco questo Biavaschi, però mi piace molto. Molto platonica, quella "memoria della nostra effige". Ma la coincidenza iniziale tra ragione e anima mi ricorda molto la totalità dell'idealismo assoluto, dove la razionalità onnicomprensiva del reale è sostanzialmente immanente; infatti dalle citazioni che riporti del Biavaschi non si evince un'immortalità di questo punto d'intersezione.
Io penso che non si possa parlare nemmeno di una logica di Dio, perché ammettere l'immortalità dell'anima deve logicamente presupporne una nascita: può morire solo ciò che può nascere, è immortale solo ciò che non è mortale, e muore solo ciò che nasce. Allora immortale è diverso da eterno. Se noi riceviamo in custodia la nostra immortalità, questa è data, non è sempre stata. Mi sembra un pò crudele, donare non solo l'immortalità dell'anima, ma anche una possibile dannazione eterna, senza possibilità di redenzione.

Ultima modifica di Davide M. : 26-05-2014 alle ore 19.51.22.
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Vecchio 26-05-2014, 18.03.22   #125
sgiombo
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

Sgiombo:
Il mio "minimo residuo" creduto fideisticamente non sono affatto le correnti "teorie sull' origine del tutto" bensì le credenze fideistiche nell' esistenza di altre esperienze coscienti oltre alla mia propria, nell' intersoggettività delle componenti materiali delle esperienze fenomeniche coscienti e nel divenire ordinato secondo modalità o leggi universali e costanti dei loro "contenuti (fenomenici)".

Duc in Altum!:
Qualunque esse siano ci credi per Fede, che poi non siano credenze uguali o simili alla mia non è questo il problema.
Inoltre non hai ancora rilevato la prova certa, sicura 100% (fatto comprovato scientificamente come dici tu), dell'origine del Tutto, quindi Mistero non risolto e, volente o nolente, devi obbligatoriamente avere Fede in una qualsiasi teoria personale o idea dominante per dargli una probabile (per il momento) spiegazione, e così facendo giungerai al Caso o all'Anima, al senso del vivere faidate o al destino; giri e rigiri per non ammettere che anche tu hai Fede, felice tu contenti tutti.

Sgiombo:
Che al "minimo residuo" io credo per fede (con l' iniziale minuscola) l' ho sempre affermato io per primo; dunque non vedo proprio che senso abbia la tua affermazione che "giri e rigiri per non ammettere che anche tu hai Fede": non giro affatto né rigiro per niente per non ammettere ciò che (salvo la maiuscola) ho sempre orgogliosamente affermato per primo, di mia spontanea, convinta iniziativa, a chiarissime lettere!
Per me sono ben diversa cosa dalle tue di credenze fidestiche, e la cosa per me é della massima importanza (se fossero "uguali o simili alla tua fede" -pardon: Fede; religiosa- per me sarebbe un grosso problema).
Non per te? Bene, ne prendo atto (ma ti invito energicamente a fare altrettanto per quanto mi riguarda e a non continuare a pretendere che dovrei per forza avere i tuoi stessi atteggiamenti davanti alla vita e ai problemi che pone).

E non vedo proprio come e perché dalla fede nel "minimo residuo" di cui sopra, cioé testualmente <<nell' esistenza di altre esperienze coscienti oltre alla mia propria, nell' intersoggettività delle componenti materiali delle esperienze fenomeniche coscienti e nel divenire ordinato secondo modalità o leggi universali e costanti dei loro "contenuti (fenomenici-")>>, dovrei "volente o nolente, obbligatoriamente" giungere "al Caso o all'Anima, al senso del vivere faidate o al destino" ?!?!?!).

Di "prova" o "fatto comprovato" dell' "origine del tutto" non ho mai parlato (e l' ho chiarissimamente affermato prorio qui sopra, nella frase che tu del tutto a sproposito, stravolgendola nel suo contraio, pretendi di criticare) per il semplice fatto che non credo proprio che il tutto abbia avuto un' origine, bensì che é sempre esistito (e divenuto).

Devi smetterla di attribuirmi affermazioni da me mai proposte per poter pretendere (falsamente) di cogliermi in fallo (la cosa non sarebbe per me minimamente problematica: non sono un megalomane e so bene di aver fatto e di fare continuamente -anche, non solo- tantissime affermazioni errate, e sono solitamente grato a chi me lo fa comprendere). Comunque, poiché mi sembra che il potermi cogliere in fallo ti darebbe una grossa soddisfazione, ti accontento subito affermando:

"Oggi é il 32 Febbraio dell' anno 715 a. C."

Ti sarà molto facile proclamare l' erroneità di questa mia affermazione: sei contento?
(Ti consiglierei peraltro di cercarti soddisfazioni più gratificanti).

Pace, bene, felicità!

Ultima modifica di sgiombo : 27-05-2014 alle ore 10.13.07.
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Vecchio 27-05-2014, 12.23.06   #126
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

** scritto da Sgiombo:

Citazione:
Di "prova" o "fatto comprovato" dell' "origine del tutto" non ho mai parlato (e l' ho chiarissimamente affermato prorio qui sopra, nella frase che tu del tutto a sproposito, stravolgendola nel suo contraio, pretendi di criticare) per il semplice fatto che non credo proprio che il tutto abbia avuto un' origine, bensì che é sempre esistito (e divenuto).


Altra prova evidente ("credo che è sempre esistito") che hai fiducia in una teoria (poiché non c'è certezza che il Tutto sia sempre esistito, ci credi per Fede), fondata su esplorazioni scientifiche, fiducia espressa con un metodo per niente differente alla fiducia che io ripongo nella teoria del divino trascendente, fondata sulla rivelazione di Gesù Cristo o di Maometto o di Siddharta.



Citazione:
Che al "minimo residuo" io credo per fede (con l' iniziale minuscola) l' ho sempre affermato io per primo; dunque non vedo proprio che senso abbia la tua affermazione che "giri e rigiri per non ammettere che anche tu hai Fede": non giro affatto né rigiro per niente per non ammettere ciò che (salvo la maiuscola) ho sempre orgogliosamente affermato per primo, di mia spontanea, convinta iniziativa, a chiarissime lettere!


Scrivila in minuscola se vuoi, ma questo era ciò che desideravo tu comprendessi, ossia, che anche tu hai fede così come chiunque altro, qualunque sia la teoria venerata.


Citazione:
Per me sono ben diversa cosa dalle tue di credenze fidestiche, e la cosa per me é della massima importanza (se fossero "uguali o simili alla tua fede" -pardon: Fede; religiosa- per me sarebbe un grosso problema).
Non per te? Bene, ne prendo atto (ma ti invito energicamente a fare altrettanto per quanto mi riguarda e a non continuare a pretendere che dovrei per forza avere i tuoi stessi atteggiamenti davanti alla vita e ai problemi che pone).


Ma il problema ce l'hai (spero risolto) e te l'ho presentato io, perché tu pensavi d'essere esente dalla Fede, o, addirittura, che credere che l'Universo sia sempre esistito o che l'abbia creato Dio sia differente.
Dov'è la differenza? In tutti e due casi non possiamo provare e comprovare che la nostra teoria sia certa, nessuno dei due ha la prova 100% in laboratorio che Dio esista o che il Tutto esista da solo e da sempre, quindi su cosa si erige questa tua personale dichiarazione? In che maniera consiste questa differenza?

Io non pretendo niente, è la reale verità oggettiva che te lo impone: tutti, obbligatoriamente, dobbiamo scegliere, e decidiamo in senno alla nostra Fede (chiamala se vuoi teoria, illusione, ipotesi, ecc. ecc.) personale, bianca, nera o grigia che sia, cioè, tutti siamo posti per forza innanzi ai problemi che la vita pone con lo stesso criterio di valutazione, ciò che ci differenzia è la scelta, ciò che ci unisce è la Fede.



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Vecchio 27-05-2014, 12.40.10   #127
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** scritto da Davide M.:

Citazione:
Io penso che non si possa parlare nemmeno di una logica di Dio, perché ammettere l'immortalità dell'anima deve logicamente presupporne una nascita: può morire solo ciò che può nascere, è immortale solo ciò che non è mortale, e muore solo ciò che nasce. Allora immortale è diverso da eterno. Se noi riceviamo in custodia la nostra immortalità, questa è data, non è sempre stata. Mi sembra un pò crudele, donare non solo l'immortalità dell'anima, ma anche una possibile dannazione eterna, senza possibilità di redenzione.

L'Anima è eterna, ma proprio in virtù del giudizio universale, nell'esistenza che noi gli abbiamo fatto vivere in questo pianeta, che la sua morte è la dannazione eterna.
Quindi, secondo me, l'Anima è eterna e, riflettendo sulle tue affermazioni, muore quando non esprime totalmente l'amore di cui è stata donata (il senso del vivere che solo Essa concede!), terminando a dannarsi eternamente per questa decisione presa e voluta.
La redenzione è per chi si pente e poi persegue, nonostante qualsiasi difficoltà, sempre, la logica di Dio, e non quella personale o del mondo, la possibilità è per tutti, siamo noi che la rifiutiamo: "Il Signore non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono". - (Papa Francesco)


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Vecchio 28-05-2014, 08.36.38   #128
sgiombo
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

Duc in Altum:
Altra prova evidente ("credo che è sempre esistito") che hai fiducia in una teoria (poiché non c'è certezza che il Tutto sia sempre esistito, ci credi per Fede), fondata su esplorazioni scientifiche, fiducia espressa con un metodo per niente differente alla fiducia che io ripongo nella teoria del divino trascendente, fondata sulla rivelazione di Gesù Cristo o di Maometto o di Siddharta.

Scrivila in minuscola se vuoi, ma questo era ciò che desideravo tu comprendessi, ossia, che anche tu hai fede così come chiunque altro, qualunque sia la teoria venerata.

Ma il problema ce l'hai (spero risolto) e te l'ho presentato io, perché tu pensavi d'essere esente dalla Fede, o, addirittura, che credere che l'Universo sia sempre esistito o che l'abbia creato Dio sia differente.
Dov'è la differenza? In tutti e due casi non possiamo provare e comprovare che la nostra teoria sia certa, nessuno dei due ha la prova 100% in laboratorio che Dio esista o che il Tutto esista da solo e da sempre, quindi su cosa si erige questa tua personale dichiarazione? In che maniera consiste questa differenza?

Io non pretendo niente, è la reale verità oggettiva che te lo impone: tutti, obbligatoriamente, dobbiamo scegliere, e decidiamo in senno alla nostra Fede (chiamala se vuoi teoria, illusione, ipotesi, ecc. ecc.) personale, bianca, nera o grigia che sia, cioè, tutti siamo posti per forza innanzi ai problemi che la vita pone con lo stesso criterio di valutazione, ciò che ci differenzia è la scelta, ciò che ci unisce è la Fede.



Sgiombo:
A questo punto rinuncio a cercare di farti riconoscere che io per primo di mia spontanea iniziativa (e non affatto ammettendo qualcosa dietro tua sollecitazione) ho affermato di credere (ma non affatto venerare!!! Sono fra l' altro ben consapevole del carattere indimostrabile di tali credenze) alcune cose per fede (il "mimino necessario"): se non sei in grado di ammetterlo, fai pure, tanto le cose non cambiano.

E rinuncio anche a cercare ulteriormente di farti comprendere che l' "entità", o meglio l' importanza qualitativa, della differenza fra il mio credere in quelle pochissime tesi indimostrabili (la negazione delle quali rasenta la psicopatologia) e il tuo credere, oltre che in esse, nelle tantissime altre proprie delle religioni (di cui alcune della cristiana non solo indimostrabili ma anche assurde) é puramente soggettiva: tu la ritieni soggettivamente minima (e pretendi indebitamente -ma vanamente- che lo faccia anch' io) io la ritengo soggettivamente massima (e mi guardo bene dal pretendere che anche tu lo faccia).
Anche a questo proposito la realtà delle cose non cambia.

Pace, bene e felicità!

Ultima modifica di sgiombo : 28-05-2014 alle ore 12.59.20.
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Vecchio 28-05-2014, 09.44.03   #129
Garbino
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

X Anima B.

Dopo aver perorato l' opinione che la domanda se può aver un senso per il credente che ha già una risposta, non può averla per un agnostico che il problema proprio non se lo pone, vorrei comunque argomentare un altro aspetto della questione e che per molti versi può essere ritenuto come la risposta alla domanda da chi non crede all' esistenza dell' anima.

Io trovo molto vitale svegliarmi al mattino con la certezza che non ho un senso preordinato e fissato da un qualcosa esterno a me, se soprattutto ritengo che sia di origine umana e non divina.

D' altronde è questo il punto di volta di tutto. Chi non crede, è ovvio che ritiene che ogni religione si sia formata nei secoli in base ad illusioni o incomprensioni dell' uomo su ciò che è e sulla propria fenomenologia e ciò che gli accade.

Il fatto su chi abbia ragione non ha alcuna importanza. Gli uni credono in una presenza divina , i secondi la negano. E se la negano devono avere forzatamente l' opinione che tutto il credere sia di natura umana.

E' una sensazione di libertà indescrivibile, che con il tempo si attenua e diventa prassi di vita. Si sceglie una morale perché la si ritiene valida e non imposta, e la si ritiene spesso più vincolante di una imposta, anche se è sempre difficile comportarsi nel modo che si ritiene più giusto, perché tutti sbagliano. Ma per noi non c' è colpa e quindi non c' è peccato. Ma ciò non vuol dire che possiamo essere più buoni o più cattivi di altri, e mi riferisco ai credenti, che sono nella nostra stessa condizione di imperfezione.

Un giorno, prima o poi, la vita ci abbandonerà certi che non ci aspetta niente dopo la morte, che con essa muore ogni velleità o illusione che abbia attraversato la nostra vita. Ma per noi non è fonte di cruccio perché il fatto che non ci saremo più toglie ogni importanza alla valutazione del problema.
Certo ci dispiace che tutto debba finire, ma lo riteniamo un aspetto legato alla vita e determinante della vita stessa e crediamo che l' unico Paradiso sia su questa terra. In questa che è l' unica forma vitale e non che ci appartiene.

E questo a nostro avviso è l' unico senso che la vita possa avere.
Garbino Vento di Tempesta.
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Vecchio 28-05-2014, 14.50.17   #130
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Riferimento: Se non esiste l'anima che senso ha vivere ?

** scritto da Garbino:


Citazione:
D' altronde è questo il punto di volta di tutto. Chi non crede, è ovvio che ritiene che ogni religione si sia formata nei secoli in base ad illusioni o incomprensioni dell' uomo su ciò che è e sulla propria fenomenologia e ciò che gli accade.


Così come è ovvio per chi crede, che anche quella di non credere è una religione, come sosteneva la coerente Margherita Hack.


Citazione:
Il fatto su chi abbia ragione non ha alcuna importanza. Gli uni credono in una presenza divina , i secondi la negano. E se la negano devono avere forzatamente l' opinione che tutto il credere sia di natura umana.


Non avrà nessuna importanza per te, così come per un tossicodipendente non ha importanza la legalizzazione o meno degli stupefacenti, tanto continuerà a drogarsi
Invece chi crede nell'Anima sostiene che l'errore in materia religiosa genera l'immoralità, quindi il peccato e la Morte (la dannazione eterna) che esso concepisce, quindi viene tutto nuovamente rivolto alla Fede personale, ma rispetto questa tua opinione.


Citazione:
Si sceglie una morale perché la si ritiene valida e non imposta, e la si ritiene spesso più vincolante di una imposta, anche se è sempre difficile comportarsi nel modo che si ritiene più giusto, perché tutti sbagliano.


Come non imposta?!?! E' il tuo Io (o Ego per meglio intenderci) che te la impone, o pensavi d'essere più libero d'un cristiano?
E proprio perché l'Ego non accetta aiuto dall'esterno che il vincolo è maggiore, non c'è la possibilità di distribuire il peso con il trascendente: "Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". - (Mt 11, 29-30)


Citazione:
Ma per noi non c' è colpa e quindi non c' è peccato.


“Se Dio non esiste, tutto è permesso”. - (DOSTOEVSKIJ)
Il problema è che poi nelle leggi laiche esiste, puntualmente, un colpevole, mah!!




Citazione:
Un giorno, prima o poi, la vita ci abbandonerà certi che non ci aspetta niente dopo la morte, che con essa muore ogni velleità o illusione che abbia attraversato la nostra vita. Ma per noi non è fonte di cruccio perché il fatto che non ci saremo più toglie ogni importanza alla valutazione del problema.


Certi di che? Forse sai qualcosa che noi non sappiamo?
Poiché per chi crede in Dio hai ragione l'illusione termina, ma poi si devono fare i conti con la realtà nella nuova dimensione post-mortem, altro che non è fonte di cruccio.

Il poter valutare il problema ti è concesso adesso (troppo bello e comodo poterlo fare dopo, eh?!), e non per tua spiccata volontà o per le tue innate virtù.
Certo puoi dargli l'importanza che desideri, ma è sempre una tua personale opinione, presa in accordo con l'Ego, auguri.




Citazione:
E questo a nostro avviso è l' unico senso che la vita possa avere.

E qual è il senso di ciò che non ha senso? Pardon, qual è il senso di una vita senza uno scopo, un fine, un obiettivo?


Pace&Bene.
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