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Vecchio 06-04-2015, 18.29.03   #1
jolly666
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l'uno comune..

Tutto comincia da uno, conseguenza di se stesso, come fa una conseguenza cioè qualcosa di successo diventare la stessa conseguenza di un qualcosa che segue anticipatamente l'evento precedente del presente, tranne che la conseguenza non sia di per sé il presente stesso, da poter dire che non esista nessuna conseguenza, nessun prima di che e dopo di cosa, e che tutto sia frutto della nostra percezione, il tempo o il suo concetto gioca un ruolo fondamentale, la percezione di esso concepito come un qualcosa che ha una direzione e che ha un inizio e una fine, fa nascere in noi il prima e il dopo di un evento unico nel presente stesso, di questo uno noi ne percepiamo una piccola parte e la percepiamo focalizzandola in piccoli punti nello spazio in un determinato tempo o momento,il nostro focalizzare punti nello spazio non riuscendo a farlo nel tutto ma in piccoli punti, crea il movimento mentre ffocalizziamo un punto vediamo gli altri muoversi, questa focalizzazione che è ciò che noi chiamiamo realizzazione, (realizzare che c'è un qualcosa), vuol dire creare il tempo stesso e anche l'evento stesso, l'evento si chiama vita, la vita è l'evento, l'evento è la focalizzazione del punto nello spazio, che crea il tempo, il tempo di focalizzare un punto per passare ad un altro scandisce il tempo, prima e dopo, prima di percepire quel punto nello spazio e dopo aver percepito un altro punto nello spazio, dire che noi siamo il tempo è corretto dire che il tempo esista all di fuori di noi è sbagliato, una volta capito che noi siamo soltanto tempo cioè un momento di focalizzazione da un punto ad un altro nello spazio, il fatto che due paticelle siamo in entanglement , non vuol dire, che c'è qualcosa che comunica all'istante ma che tutto è un istante e in quest'istante noi ccreiamo il tempo frammentando l'istante stesso, la frammentazione è la focalizzazione di punti ben precisi nello spazio in un determinato momento all'interno del momento stesso, come un film che scorre velocissimo e noi per capirlo e comprenderlo lo rallentiamo lo focalizziamo in singoli punti o momenti, l'universo è il film all'istante e noi per comprenderlo lo stiamo frammentando e dividendo in punti e momenti nello spazio, la nostra coscienza attua la frammentazione la focalizzazione di punti o momenti, creando il tempo, la ragione ci permette di darne anche un senso logico, crei i punti e ci potrai trovare di tutto tra di essi anche la matematica..in questo unico evento una volta scomposto e frammentato creiamo eventi che dall'unione di essi ne nasce il prima è il dopo, avere il quadro completo significa identificarci come tempo ènon come esseri nel tempo, il tempo ssiamo noi, gli eventi esistono ma dobbiamo viverli, focalizzarli in punti e creare il prima e il dopo creare la vita stessa, la coscienza di avere il mezzo con cui poterlo fare, il mezzo per la comprensione, eppure noi l'istante lo vediamo grazie al non istante, il buio è l'istante il film l'universo, il non istante ho la frammentazione del l'istante è la luce cioè ciò che vediamo e da essa ne interpretiamo il mondo l'universo, noi siamo la luce la luce ha una velocità finita che si propaga nell'istante, e si propaga in frazioni precise di velocità e quindi per noi di tempo, quindi nella nostra percezione abbiamo dei limiti di tempo di velocità, dalla velocità della luce al salto quantico di Plank, questo è l'orizzonte della nostra percezione in focalizzazione di punti nello spazio o nell'istante..vuol dire che in quanto siamo noi tempo possiamo accelerare nell'istante fino a 300.000km/s e rallentare percettivamente fino al salto quantico di Plank... questi sono i limiti della nostra coscienza corporea nella frammentazione del l'istante per renderlo vivo.
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Vecchio 07-04-2015, 16.01.21   #2
April 24th
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vuol dire che in quanto siamo noi tempo possiamo accelerare nell'istante fino a 300.000 km/s e rallentare percettivamente fino al salto quantico di Planck... questi sono i limiti della nostra coscienza corporea nella frammentazione del l'istante per renderlo vivo.

Ma se ti poni fuori dalla percezione del tempo, cosa vuol dire "osservare un evento?" persino la parola "evento" non ha più significato. In più parole come accelerare e rallentare perdono il loro significato.
Se tu consideri lo scorrere del tempo come una nostra percezione del susseguirsi di istanti fermi, di cui noi stessi facciamo parte, allora dovresti dire che possiamo trovarci in un istante, costituito da un insieme di elementi finiti (le cui caratteristiche sono irrilevanti), in cui la percezione (che è un evento) non esiste.
In un momento del genere nulla ha significato, ma esiste e basta.
Esistono solo contenuti e non processi; nessuna operazione matematica, solo numeri; numeri e nomi diventano l'unica cosa disponibile per descrivere questo insieme.

A questo punto, credo che quello che tu chiami limite della nostra coscienza corporea, sia invece una qualità in più che mantiene vivo l'universo.
L'universo ha bisogno del tempo e il tempo ha bisogno dell'universo. Chi permette questo, è la nostra percezione; andiamone fieri.
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Vecchio 07-04-2015, 18.02.01   #3
SlipDown
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Re: l'uno comune..

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Tutto comincia da uno, conseguenza di se stesso, come fa una conseguenza cioè qualcosa di successo diventare la stessa conseguenza di un qualcosa che segue anticipatamente l'evento precedente del presente, tranne che la conseguenza non sia di per sé il presente stesso, da poter dire che non esista nessuna conseguenza, nessun prima di che e dopo di cosa, e che tutto sia frutto della nostra percezione, il tempo o il suo concetto gioca un ruolo fondamentale, la percezione di esso concepito come un qualcosa che ha una direzione e che ha un inizio e una fine, fa nascere in noi il prima e il dopo di un evento unico nel presente stesso, di questo uno noi ne percepiamo una piccola parte e la percepiamo focalizzandola in piccoli punti nello spazio in un determinato tempo o momento,il nostro focalizzare punti nello spazio non riuscendo a farlo nel tutto ma in piccoli punti, crea il movimento mentre ffocalizziamo un punto vediamo gli altri muoversi, questa focalizzazione che è ciò che noi chiamiamo realizzazione, (realizzare che c'è un qualcosa), vuol dire creare il tempo stesso e anche l'evento stesso, l'evento si chiama vita, la vita è l'evento, l'evento è la focalizzazione del punto nello spazio, che crea il tempo, il tempo di focalizzare un punto per passare ad un altro scandisce il tempo, prima e dopo, prima di percepire quel punto nello spazio e dopo aver percepito un altro punto nello spazio, dire che noi siamo il tempo è corretto dire che il tempo esista all di fuori di noi è sbagliato, una volta capito che noi siamo soltanto tempo cioè un momento di focalizzazione da un punto ad un altro nello spazio, il fatto che due paticelle siamo in entanglement , non vuol dire, che c'è qualcosa che comunica all'istante ma che tutto è un istante e in quest'istante noi ccreiamo il tempo frammentando l'istante stesso, la frammentazione è la focalizzazione di punti ben precisi nello spazio in un determinato momento all'interno del momento stesso, come un film che scorre velocissimo e noi per capirlo e comprenderlo lo rallentiamo lo focalizziamo in singoli punti o momenti, l'universo è il film all'istante e noi per comprenderlo lo stiamo frammentando e dividendo in punti e momenti nello spazio, la nostra coscienza attua la frammentazione la focalizzazione di punti o momenti, creando il tempo, la ragione ci permette di darne anche un senso logico, crei i punti e ci potrai trovare di tutto tra di essi anche la matematica..in questo unico evento una volta scomposto e frammentato creiamo eventi che dall'unione di essi ne nasce il prima è il dopo, avere il quadro completo significa identificarci come tempo ènon come esseri nel tempo, il tempo ssiamo noi, gli eventi esistono ma dobbiamo viverli, focalizzarli in punti e creare il prima e il dopo creare la vita stessa, la coscienza di avere il mezzo con cui poterlo fare, il mezzo per la comprensione, eppure noi l'istante lo vediamo grazie al non istante, il buio è l'istante il film l'universo, il non istante ho la frammentazione del l'istante è la luce cioè ciò che vediamo e da essa ne interpretiamo il mondo l'universo, noi siamo la luce la luce ha una velocità finita che si propaga nell'istante, e si propaga in frazioni precise di velocità e quindi per noi di tempo, quindi nella nostra percezione abbiamo dei limiti di tempo di velocità, dalla velocità della luce al salto quantico di Plank, questo è l'orizzonte della nostra percezione in focalizzazione di punti nello spazio o nell'istante..vuol dire che in quanto siamo noi tempo possiamo accelerare nell'istante fino a 300.000km/s e rallentare percettivamente fino al salto quantico di Plank... questi sono i limiti della nostra coscienza corporea nella frammentazione del l'istante per renderlo vivo.

Interessante, ma ho dei dubbi che spero che mi vengano chiariti: se siamo tempo e lo creiamo noi, allora perchè non possiamo viaggiare nel tempo andando avanti e indietro nel tempo? E se siamo tempo e lo creiamo noi il tempo perchè chi volesse non può fermare il tempo per non invecchiare e vivere all'infinito?
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Vecchio 07-04-2015, 21.48.28   #4
sgiombo
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Tutto comincia da uno, conseguenza di se stesso, come fa una conseguenza cioè qualcosa di successo diventare la stessa conseguenza di un qualcosa che segue anticipatamente l'evento precedente del presente, tranne che la conseguenza non sia di per sé il presente stesso, da poter dire che non esista nessuna conseguenza, nessun prima di che e dopo di cosa, e che tutto sia frutto della nostra percezione, il tempo o il suo concetto gioca un ruolo fondamentale, la percezione di esso concepito come un qualcosa che ha una direzione e che ha un inizio e una fine, fa nascere in noi il prima e il dopo di un evento unico nel presente stesso, di questo uno noi ne percepiamo una piccola parte e la percepiamo focalizzandola in piccoli punti nello spazio in un determinato tempo o momento,il nostro focalizzare punti nello spazio non riuscendo a farlo nel tutto ma in piccoli punti, crea il movimento mentre ffocalizziamo un punto vediamo gli altri muoversi, questa focalizzazione che è ciò che noi chiamiamo realizzazione, (realizzare che c'è un qualcosa), vuol dire creare il tempo stesso e anche l'evento stesso, l'evento si chiama vita, la vita è l'evento, l'evento è la focalizzazione del punto nello spazio, che crea il tempo, il tempo di focalizzare un punto per passare ad un altro scandisce il tempo, prima e dopo, prima di percepire quel punto nello spazio e dopo aver percepito un altro punto nello spazio, dire che noi siamo il tempo è corretto dire che il tempo esista all di fuori di noi è sbagliato, una volta capito che noi siamo soltanto tempo cioè un momento di focalizzazione da un punto ad un altro nello spazio, il fatto che due paticelle siamo in entanglement , non vuol dire, che c'è qualcosa che comunica all'istante ma che tutto è un istante e in quest'istante noi ccreiamo il tempo frammentando l'istante stesso, la frammentazione è la focalizzazione di punti ben precisi nello spazio in un determinato momento all'interno del momento stesso, come un film che scorre velocissimo e noi per capirlo e comprenderlo lo rallentiamo lo focalizziamo in singoli punti o momenti, l'universo è il film all'istante e noi per comprenderlo lo stiamo frammentando e dividendo in punti e momenti nello spazio, la nostra coscienza attua la frammentazione la focalizzazione di punti o momenti, creando il tempo, la ragione ci permette di darne anche un senso logico, crei i punti e ci potrai trovare di tutto tra di essi anche la matematica..in questo unico evento una volta scomposto e frammentato creiamo eventi che dall'unione di essi ne nasce il prima è il dopo, avere il quadro completo significa identificarci come tempo ènon come esseri nel tempo, il tempo ssiamo noi, gli eventi esistono ma dobbiamo viverli, focalizzarli in punti e creare il prima e il dopo creare la vita stessa, la coscienza di avere il mezzo con cui poterlo fare, il mezzo per la comprensione, eppure noi l'istante lo vediamo grazie al non istante, il buio è l'istante il film l'universo, il non istante ho la frammentazione del l'istante è la luce cioè ciò che vediamo e da essa ne interpretiamo il mondo l'universo, noi siamo la luce la luce ha una velocità finita che si propaga nell'istante, e si propaga in frazioni precise di velocità e quindi per noi di tempo, quindi nella nostra percezione abbiamo dei limiti di tempo di velocità, dalla velocità della luce al salto quantico di Plank, questo è l'orizzonte della nostra percezione in focalizzazione di punti nello spazio o nell'istante..vuol dire che in quanto siamo noi tempo possiamo accelerare nell'istante fino a 300.000km/s e rallentare percettivamente fino al salto quantico di Plank... questi sono i limiti della nostra coscienza corporea nella frammentazione del l'istante per renderlo vivo.

Cerco di esporre ciò che non condivido e/o non ho capito (quasi tutto; o per lo meno, mi pare, gli elementi più importanti e originali) dei tuoi ragionamenti.

Se ho ben capito, tu affermi che noi (usi la prima persona plurale) siamo tempo (dunque mutamento. O no?), mentre la realtà é fissa (parmenidea?).
Tutto é fermo tranne noi che scorriamo (a una certa velocità variabile, la massima essendo -relativisticamente- quella della radiazione elettromagnetica nel vuoto) da un punto all' altro di quell' insieme spazialmente vario (dunque in realtà non proprio "parmenideo") ma comunque "parmenidamente" fisso, immutabile, senza tempo (dunque senza mutamento?) che é la realtà.

Qui si pongono secondo me due questioni.

La prima é che noi -soggetti di conoscenza; o solo di sensazione?- caratterizzati dal tempo (mutamento?) siamo comunque parte del tutto reale (siamo altrettanto reali del resto della realtà) senza tempo (senza mutamento?).
Ma allora la realtà in toto, comprendendo anche noi soggetti di sensazione e/o conoscenza del resto (che ne é oggetto), inevitabilmente comprende il tempo (mutamento?).
Di parmenideo, oltre all' unicità, non rimane nemmeno la fissità del reale.

La seconda sta nell' uso della prima persona plurale.
Se affermassi il solipsismo rimarrebbe a mio avviso soltanto la prima incongruenza di cui sopra.
Ma poiché il tuo uso del "noi" sembra negarlo, allora non solo noi in quanto soggetti di sensazione e/o conoscenza, essendo parte del tutto reale, "conferiamo" il tempo (mutamento?) al tutto reale stesso, ma anche gli altri soggetti di sensazione (conoscenza?), che però per ciascuno di noi sono oggetti, presentano il tempo (mutamento?).

Cioé il tempo (mutamento?) non é solo del o dei soggetto -i di sensazione e/o conoscenza (e comunque anche solo in quanto tale é proprio della realtà in toto della quale i soggetti di sensazione e/o conoscenza fanno parte a pieno titolo), ma é pure di oggetti di sensazione e/o conoscenza (i soggetti percepiti e/o conosciuti da altri da essi stessi diversi, o per lo meno distinti, soggetti, relativamente ai quali essi sono oggetti).
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Vecchio 08-04-2015, 15.12.20   #5
jolly666
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Chiedo scusa per la poca chiarezza del mio concetto cercherò di rispondere alle vostre domande, cercando di essere più chiaro possibile, così ne abbiamo la possibilità se il caso di approfondire...Ma non è facile..

Prima di proseguire devo fare un esempio banale per capire il punto chiave e avere un idea di cosa parlo...parliamo di frammentazione o parti del presente nel*presente (istante)

Immaginiamo un dipinto è tutto intero nel presente, in ogni singolo istante esiste per intero, ora facciamo un puntino piccolo nel dipinto questo puntino siamo noi, il dipinto abbiamo detto che si trova nel presente(istante), noi essendo un puntino, guardiamo il dipinto non nella sua interezza ma in parti piccole, in pratica scomponiamo il vero presente (istante), in parti piccole di presente, creando così il tempo nel presente stesso..e questo tempo siamo noi..il tempo di realizzare il presente, di realizzarmi in un punto del presente . .se in un unico presente tu hai solo la possibilità di realizzarne pochi punti alla volta , sei tu il tempo o no???.chiedo scusa se anche questa volta non sono riuscito a spiegare il concetto..fatemi sapere..

Slipdown mi domandava pperché essendo tempo non possiamo viaggiare nel tempo?
Perché come detto siamo noi il tempo, quindi non puoi viaggiare NEL tempo, lo metti di nuovo come qualcosa di esterno a noi..ti pongo una domanda, tu nasci in una navicella spaziale e viaggi tutta la tua vita all'interno di essa viaggiando sempre quasi alla velocità della luce, un giorno morirai, poi rinascita sulla terra anche qui un giorno morirai..percettivamente tralasciando le relazioni, nelle due vite, tu pensi che in una percepiresti dentro te di aver vissuto di ppiù, mentre sulla terra percepiresti di aver vissuto di meno??Senza le relazioni la tua sensazione è di aver percepito lo stesso tempo sia se sei nella navicella sia se sei nella terra..parlo sempre di tempo percettivo, escludendo le relazioni..noi viviamo un tempo fatto di relazioni e il tempo stesso in sé, la nostra coscienza di esserci, essere presenti in un determinato punto èin un determinato momento..Tutto nasce da noi, il tempo la spazio, i pianeti, le galassie, pperchéfanno parte del nostro punto di focalizzazione , la focalizzazione nello spazio crea parti di presente nel presente, se il presente e uno e io percepisco solo una piccola parte di esso, e piano piano potendosi muovere lo posso vedere tutto per intero, sto creando sia il movimento che il tempo che ci impiego a vederlo per intero, quindi ho creato con la mia coscienza movimento e tempo..mi fermo qui ditemi se fin ora sono riuscito a spiegare il mio concetto..non se lo ritenete esatto ma solo se avete capito cosa intendo..poi spiegheròcciò che consegue nella nostra realtà..cosa succede nella focalizzazione e distorsioni temporali che ne conseguono sempre alla nostra percezione dentro noi..*

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Vecchio 08-04-2015, 16.38.31   #6
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Re: Riferimento: l'uno comune..

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Slipdown mi domandava pperché essendo tempo non possiamo viaggiare nel tempo?
Perché come detto siamo noi il tempo, quindi non puoi viaggiare NEL tempo, lo metti di nuovo come qualcosa di esterno a noi..ti pongo una domanda, tu nasci in una navicella spaziale e viaggi tutta la tua vita all'interno di essa viaggiando sempre quasi alla velocità della luce, un giorno morirai, poi rinascita sulla terra anche qui un giorno morirai..percettivamente tralasciando le relazioni, nelle due vite, tu pensi che in una percepiresti dentro te di aver vissuto di ppiù, mentre sulla terra percepiresti di aver vissuto di meno??Senza le relazioni la tua sensazione è di aver percepito lo stesso tempo sia se sei nella navicella sia se sei nella terra..parlo sempre di tempo percettivo, escludendo le relazioni..noi viviamo un tempo fatto di relazioni e il tempo stesso in sé, la nostra coscienza di esserci, essere presenti in un determinato punto èin un determinato momento..Tutto nasce da noi, il tempo la spazio, i pianeti, le galassie, pperchéfanno parte del nostro punto di focalizzazione , la focalizzazione nello spazio crea parti di presente nel presente, se il presente e uno e io percepisco solo una piccola parte di esso, e piano piano potendosi muovere lo posso vedere tutto per intero, sto creando sia il movimento che il tempo che ci impiego a vederlo per intero, quindi ho creato con la mia coscienza movimento e tempo..mi fermo qui ditemi se fin ora sono riuscito a spiegare il mio concetto..non se lo ritenete esatto ma solo se avete capito cosa intendo..poi spiegheròcciò che consegue nella nostra realtà..cosa succede nella focalizzazione e distorsioni temporali che ne conseguono sempre alla nostra percezione dentro noi..*

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A me non è molto chiaro perchè se siamo effettivamente tempo anche se non possiamo viaggiare IN esso, lo dobbiamo poter fermare ed è possibile ciò? Se sì come? Se io volessi smettere di invecchiare come dovrei fare essendo TEMPO? E gli animali cosa sono? Ad esempio un cane, una gatto, un cinghiale ecc... loro cosa sono? se sono tempo anch'essi, allora che hanno di diverso da noi? se sono fuori dal tempo significa che non possono morire e quindi sarebbero immortali e quindi sarebbero dei, nel qual caso noi esseri umani siamo davvero superiori agli animali?
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Vecchio 08-04-2015, 18.47.33   #7
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Passiamo al l'entanglement, *due particelle in realtà non sono lontani nello spazio, nessuna particella è lontana nello spazio, immagginiamo il dipinto in questo quadro ci sono due puntini lontani separati da un ipotetico spazio, quando noi creiamo il tempo all'interno di un unico spazio e come se prendiamo i due puntini distanti e li focalizzare mo vicinissimi, perché il presente è unico e noi creando tempo uniamo i due puntini vedendola in un unico momento ma in tempi diversi, noi possiamo focalizzare solo un punto percettivo alla volta nello spazio, un momento poi un altro momento, poi ancora un altro momento,di un unico momento, il film esiste per intero nel cd, noi lo scomponiamo in tempo correlato a momenti, non riuscendolo a percepire per intero il film in un unico momento lo scomponiamo in diversi momenti, creando prima e dopo..ma questo prima e dopo è un mio problema percettivo, perché riesco a focalizzare solo piccole frazioni di momenti nello spazio intero..


I punti fondamentali da capire sono..

Siamo tempo. .

Il tempo si focalizza o si crea in un momento nello spazio..

Questo momento è una frazione dell'intero momento..

Quindi guardiamo una parte del momento intero..

Questa focalizzazione in un momento è la coscienza, la coscienza di esserci in un momento nello spazio..

La coscienza è il nostro tempo, il nostro punto di focalizzazione..

Il corpo fisico è il mezzo per guardare cosa c'è all'interno, *di questo spazio focalizzato in momenti ben precisi che si differenziano da altri..

Tutto ciò che percepiamo corporeamente con vista udito ecc è il film dell'universo visto in piccole parti in piccoli momenti..

Noi siamo giovani e vecchi nello stesso momento è la realizzazione di noi stessi focalizzata in momenti che ci fa vedere prima giovani e poi vecchi..la coscienza non invecchia il tempo non invecchia. .noi in un certo qual senso non invecchiamo. .L'essere presente non ha età, e non c'è dopo e prima, c'è solo essere presenti, il corpo fisico non vive nel momento vive nello spazio, la coscienza vive nel momento, *se la coscienza è tempo e il corpo è spazio, per interagire la coscienza da il tempo al corpo e il corpo da lo spazio al tempo..di per se il tempo da solo non poteva manifestarsi se non in un determinato spazio..
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Vecchio 09-04-2015, 11.46.54   #8
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Noi siamo giovani e vecchi nello stesso momento è la realizzazione di noi stessi focalizzata in momenti che ci fa vedere prima giovani e poi vecchi..la coscienza non invecchia il tempo non invecchia. .noi in un certo qual senso non invecchiamo. .L'essere presente non ha età, e non c'è dopo e prima, c'è solo essere presenti, il corpo fisico non vive nel momento vive nello spazio, la coscienza vive nel momento, *se la coscienza è tempo e il corpo è spazio, per interagire la coscienza da il tempo al corpo e il corpo da lo spazio al tempo..di per se il tempo da solo non poteva manifestarsi se non in un determinato spazio..

Ciao, io avevo capito anche prima quello che stai dicendo. Una volta capito che tutti gli stati dell'universo sono compresenti ed esistenti, (quindi, quello che tu chiami ''istante'' non esiste), ma noi possiamo vederne uno soltanto alla volta (creando un ''istante''), mi rimane un dubbio: dove vuoi arrivare?
Il tuo scopo è dimostrare l'utìilità della coscienza? l'inutilità del concetto di tempo? Dire che non capiremo mai l'universo perchè possiamo guardare solo una sua parte e non il tutto?

Rivedo anche il mio concetto di istante come insieme di elementi. Non so se sia possibile vederlo così, perché dato che ogni stato è presente non esiste il principio di non contraddizione (un elemento ''A'' è contemporaneamente ''non A'').
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Vecchio 09-04-2015, 16.11.40   #9
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Re: l'uno comune..

Per jolly666
Affermando quello che affermi tu, allora stai dicendo che non esiste il movimento perchè il movimento per esistere ha bisogno di un prima e di un dopo, ma poichè affermi che non esiste nessun prima e nessun dopo ma solo ora allora dobbiamo affermare anche che il movimento non esiste e il che può essere plausibile portando alla luce anche il paradosso di Achille e la tartaruga di Zenone e altri suoi paradossi che non sto a spiegare perchè penso che tutti abbiate in mente a quali mi riferisco. Ma se esiste solo ora, perchè invecchiamo? E più seriamente, dove vanno a finire tutti gli ora che ci sono stati? Se fossimo in un eterno presente allora saremmo immortali e eterni e dunque non siamo mai nati ma esistiamo da sempre, non invecchiamo mai e non muoriamo mai ma ciò, come sappiamo benissimo tutti quanti, non è possibile a noi esseri umani.
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Vecchio 10-04-2015, 09.42.31   #10
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Affermando quello che affermi tu, allora stai dicendo che non esiste il movimento perchè il movimento per esistere ha bisogno di un prima e di un dopo, ma poichè affermi che non esiste nessun prima e nessun dopo ma solo ora allora dobbiamo affermare anche che il movimento non esiste e il che può essere plausibile portando alla luce anche il paradosso di Achille e la tartaruga di Zenone e altri suoi paradossi che non sto a spiegare perchè penso che tutti abbiate in mente a quali mi riferisco. Ma se esiste solo ora, perchè invecchiamo? E più seriamente, dove vanno a finire tutti gli ora che ci sono stati? Se fossimo in un eterno presente allora saremmo immortali e eterni e dunque non siamo mai nati ma esistiamo da sempre, non invecchiamo mai e non muoriamo mai ma ciò, come sappiamo benissimo tutti quanti, non è possibile a noi esseri umani.


Rispondo partendo da un paio di esempi:
1) prendiamo una senplice illusione ottica, ad esempio il disegno della papera-coniglio; il tuo sistema percettivo puó vedere o una papera o un coniglio, ma mai tutti e due insieme

2) consideriamo il dualismo onda/particella della luce o di un elettrone. Essi sono contemporaneamente onde e particelle, ma noi vediamo solo uno stato alla volta, che é quello che vogliamo osservare

Ora, consideriamo l'universo come un insieme di infiniti stati compresenti, e la nostra coscienza come l'organo percettivo di questi stati.
La coscienza osserva solo un numero limitato di stati e li mette in relazione tra loro creando un'illusione di causalitá, che é il nostro senso del prima/dopo.
Il fatto che suddividiamo queste successioni in infiniti stati, crea un senso di continuitá che chiamiamo tempo.
Quindi tu sei non nato, nato, giovane, adulto, vecchio e morto allo stesso momento, ma riesci ad esperire un solo stadio alla volta.
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