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Vecchio 04-02-2004, 11.35.17   #1
bluemax
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Data registrazione: 04-09-2003
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Red face Dolce Morire

Fra tutte le incertezze che caratterizzano il nostro mondo terreno, vi è una sola certezza: la Morte. Prima o poi, dopo una vita lunga o breve, dopo una vita fatta di stupidi azzuffamenti ed inutile corsa verso il nulla, la fase materiale della nostra esistenza viene a termine.

Leggendo il libro cult anni 70 "LA VITA LTRE LA VITA", i racconti sono sempre uguali: "Si vede una grande luce dentro un tunnel. Si sente una grande pace. Si incontrano i propri cari morti, gli si parla.

In realtà sembrano essere solo particolari reazioni chimiche, che generano suggestioni e scherzi quando il cervello e' sotto stress? Materia di discussione, anche da bar. Ma adesso arriva la scienza. (e molti hanno paura della scienza... una scienza che nonostante ti dica come stanno le cose, viene combattuta da coloro che hanno bisogno delle loro povere certezze).

In tutto sono state analizzate 344 "vittime" e cosa ne è uscito?

Dopo l' arresto cardiaco prolungato, il sangue non circola più e il cervello si "spegne". Cioè non si riesce a misurare più alcuna attività elettrica. i ricordi, che non sono altro che proteine che di volta in volta vengono create dal cervello e richiamate quando ne ha bisogno per "ricordare", cominciano immediatamente a deteriorasi.

Nei momenti di stress estremo (ossia quando il cervello è al corrente che sta terminando) il cervello produce grandi quantità di endorfine, che servono a ridurre il dolore. E questo bagno di endorfine favorisce uno stato tipo "sogno euforico" (sensazione di benessere).

"Immaginate di avere migliaia di cellule attive al centro e man mano che vi allontanate all’esterno sempre meno attive. A cosa assomiglierà una situazione di questo tipo? A una grande luce centrale che diventa più flebile verso la periferia. Da qui la visione del famoso tunnel. Man mano che l’ossigeno cala, la luce diventa più intensa e così la sensazione di avvicinarsi a essa.

Ogni timore svanisce, il cervello non svolge più la sua funzione di "allertare", la luce si affievolisce sempre piu, il corpo sembra non esistere più perchè i segnali che provengono dalle sue estremità non trovano più un cervello a tradurle.

Forse l' "ultimo" pensiero non avrà neppure una logica "umana" ben precisa
in quanto le informazioni saranno incomplete ed irrilevanti...
a questo punto... la fine delle nostre inutili stronzate.

Quindi quando sarete lì, saprete che siete giunti al traguardo... tranquilli non abbiate paura... e ricordatevi cosa accade... e' tutto naturale
il momento finale deve essere estremamente interessante...

sai cosa sta accadendo, non puoi farci nulla, sai che non c'e ritorno... starai analizzando microsecondo dopo microsecondo in attesa di capire, comprendere, assaggiare, assaporare, anusare tutto quello che avviene...
deve essere una esperienza "unica"
chissà dove saranno tutte le nostre stronzate in quel momento...
Pensa solo se in quel momento squilla il cellulare con digicamera incorporato che comunica con marte in trial band e TV + DVD incorporato...
quante stronzate per nulla in quel momento, quel preciso momento. Il momento in bilico tra il tutto ed il nulla.
Chi ci sarà accanto a noi ? chi avremmo voluto ? fatto tutto prima di partire ? non e' che hai lasciato la bolletta da pagare ?
deve essere un momento estremamente e rigorosamente interessante quell'istante...

... ai barometri
bluemax is offline  
Vecchio 04-02-2004, 12.29.13   #2
ariella
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Data registrazione: 15-01-2004
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Caro bluemax, mi hai fatto ricordare un episodio di molti anni fa, di cui ho parlato raramente, per timore di essere presa per pazza-visionaria …per il pudore di esporre un fatto che ho sempre avvertito come fondamentale e significativo nella mia vita ma che io per prima, ad essere sincera, non ho mai voluto approfondire veramente. Ai tempi ero un’ adolescente inquieta e tormentata, che cercava risposte ovunque, persino nell’estremizzazione delle percezioni sensoriali, che andavo a stimolare, in certe occasioni, con alcolici o stupefacenti (leggeri).
Quella sera, avevo 17 anni, esagerai, mescolando una gran quantità di superalcolici ad una gran quantità di vari tipi di “fumo”. Stavo bene, quando all’improvviso prima sentii un rombo alle orecchie e poi mi risvegliai, trovandomi sdraiata sul pavimento, con un mio amico di fianco che faceva il volontario per la croce rossa e che mi aveva riportato indietro grazie ad un intervento tempestivo di massaggio cardiaco. Cosa è successo? Gli chiesi. Te ne stavi andando mi rispose, e scoppiò in lacrime per la tensione. Questo il prima e il poi, nel mezzo l’esperienza, anch’io, del tunnel, della luce bianca, l’esperienza più bella, più attraente della mia “vita”. I collegamenti sensoriali con l’esterno erano completamente interrotti, c’ero solo io, in cammino lungo quel tunnel di pace, inondato da una luce bianca che proveniva dal fondo, una luce che chiamava, che reclamava la mia presenza e suscitava in me il desiderio intenso di raggiungerla e di perdermi in essa. Pace, serenità, gioia intensa. Ma da qualche parte in me c’era anche la consapevolezza che quella luce rappresentava la morte. E ricordo bene lo sforzo immane di volontà che feci per resistere al fascino di quella luce, di quel richiamo potente “Torna indietro – ricordo che mi dicevo – torna indietro, è la morte, è la morte” Ricordo che avevo la precisa consapevolezza di avere solo 17 anni, ricordo che sentivo il “dovere”, a solo 17 anni, di resistere a quell’incanto, perché quell’incanto rappresentava la morte. Sentii il dovere di vivere e mi “vidi” raccogliere tutte le mie forze ed energie e “fisicamente” voltare le spalle alla luce e tornare indietro lungo il tunnel. Aprii gli occhi, te ne stavi andando, mi disse il mio amico. Questa è la mia esperienza. Non ho mai letto il libro di cui parlavi e solo dopo ho saputo che è un’esperienza abbastanza comune. Mi fermo qui, sono molto imbarazzata per quello che ho scritto, mi imbarazza sempre ripensare a quell’episodio …non so bene perché.
Ciao a tutti
ariella is offline  
Vecchio 04-02-2004, 13.09.50   #3
basil
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E' stato pubblicato di tutto sull'argomento delle NDE in questi anni, ricerche, studi, ma tra medici e studiosi del fenomeno c'è ancora disparità di vedute. Mi sembra evidente che molti siano condizionati dal proprio background psicologico e culturale nell'analisi del fenomeno, comunque alcuni esperimenti che stanno tentando attualmente dovrebbero dare risultati molto interessanti. Visto che molte persone (a parte gli eventi 'soggettivi', impossibili a verificarsi) hanno riferito particolari dell'ambiente circostante e degli eventi accaduti attorno a loro mentre erano in stato di totale incoscienza (per non parlare di eventi che si svolgevano anche più lontano, dei quali non potevano essere assolutamente al corrente), si è pensato di disporre oggetti in posizioni 'strategiche' (visibili cioè solo dall'alto) nei locali di rianimazione, in modo da poter avere riscontri oggettivi dai pazienti che si vengono a trovare sulla fatidica 'soglia'. Vedremo i risultati.



P.S. Ariella, grazie della tua testimonianza, non c'è nulla di cui essere imbarazzata.
Ti abbraccio.
basil is offline  
Vecchio 04-02-2004, 13.59.03   #4
bluemax
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cara Ariella, non vedo il motivo per cui debba sentirti inbarazzata. Anzi a dirtela tutta ti "invidio" (invidio tra virgolette perchè brutta parola).

Volevo soffermarmi in quell'istante che separa il tutto dal nulla. Quell'istante che divide il senso dal non sento.

Chissà se in quel momento vi sarà panico...
panico dovuto al fatto che SEI CONSAPEVOLE, che non puoi rimediare a nulla.
O peggio vi sarà GIOIA di liberarsi dal peso della vita.
O Tristezza perchè ti stai separando per sempre dalle persone che ami e che hai amato intensamente o (peggio) che potevi amare con più intensità.

Quel momento... Quell'istante fatto di ricordi, rammarichi, Quel fischietto di fine partita che ti manda negli spogliatoi senza supplementari. Solo in quell'istante... ne un secondo prima, ne un secondo dopo si concentra il significato di tutto.

Solo nell'istante in cui il giocatore sente il fischietto di fine partita, ne un secondo prima ne un secondo dopo, si racchiude tutto il senso dell'allenamento, delle speranze, delle gioe e dolori della partita.

Durante (E SOLO DURANTE) quel "fischio", 2 solo le cose.

Se ha vinto la partita, per qualche istante e solo per qualche istante, e' ricompensato dalla GIOIA e va negli spogliatoi contento.

Se ha perso la partita, per qualche istante e solo per qualche istante, e' "bastonato" dal PANICO dovuto dal fatto che non ha un secondo in piu' per fare goal .

io lo trovo affascinante... veramente affascinante...

quasi quasi mi avveleno
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Vecchio 04-02-2004, 14.05.52   #5
basil
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quasi quasi mi avveleno

mah, le testimonianze degli aspiranti suicidi "resuscitati" sono molto meno piacevoli delle altre... poi, fa' un po' tu...
basil is offline  
Vecchio 04-02-2004, 14.57.59   #6
bluemax
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ok mi faccio avvelenare
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Vecchio 04-02-2004, 15.31.55   #7
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Guarda che non vale...
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Vecchio 05-02-2004, 12.20.01   #8
Fragola
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Re: Dolce Morire

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Messaggio originale inviato da bluemax
Ma adesso arriva la scienza. (e molti hanno paura della scienza... una scienza che nonostante ti dica come stanno le cose, viene combattuta da coloro che hanno bisogno delle loro povere certezze).

Ecco, è qui l'equivoco della scienza, preso per buono da tutti tranne che, per fortuna, dagli scienziati veri!
La scienza non ti dice come stanno le cose, non può dirti come stanno le cose! Di dice come quel'è, al momento, la spiegazione più attendibile, valida fino a che nuove richerce e nuove teorie non la smenitranno o non la metteranno in discussione.

Su cosa sia e come funzioni la memoria attualmente non esistono nemmeno teorie scientifiche ritenute davvero attendibili.
Tanto è vero che non esistino cure (solo farmaci che rallentano i processi, ma che non curano) per le malattine degenerative che portano alla perdita della memoria.

ciao
Fragola is offline  
Vecchio 05-02-2004, 15.06.25   #9
Naima
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E il fatto di vedere oggetti posti in posizioni invisibili dal mio letto di pre-morte e di sentire le conversazioni dei medici e di chi mi circonda (o addirittura di persone fuori dalla sala rianimazione) come lo considerate? Da un punto di vista strettamente scientifico, ma parlando in termini molto grezzi, il mio cervello è in tilt e non dovrebbe più comandare alle orecchie di sentire o agli occhi di vedere, in più facendo un giretto sopra armadi e finestre....
Naima is offline  
Vecchio 06-02-2004, 10.42.39   #10
bluemax
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secondo me e' molta suggestione.
La paura che ha il cervello di TERMINARE (concetto a lui del tutto sconosciuto), gli permette di inventarsi le religioni, al di la ed al di qua...

difficile pensare che stai per finire ?
bluemax is offline  

 



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