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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 06-03-2005, 20.42.01   #11
Kim
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Si hai ragione... ma certe persone le sento così imperiose e sicure nell'affermare o nell'affermarsi, che io pur avendo "certezze" radicate e vissute in ogni caso sofferte mi inducono quasi sempre ha pensare che sbaglio o che sono in errore o al minimo mi insinuano il dubbio......si chiama insicurezza....ma purtroppo non c'è cura......o meglio la cura c'è, io lo trovata sta nell'allontanarsi....dal mondo.....
In fondo mi dico...non vi è nessuna battaglia che valga veramente la pena vincere o perdere per cui rimane...

un sorriso...



Ultima modifica di Kim : 06-03-2005 alle ore 21.01.43.
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Vecchio 06-03-2005, 21.17.30   #12
Fragola
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Re: Quanto conta il giudizio degli altri?

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Messaggio originale inviato da Cinziaaa
Quanto conta il giudizio degli altri per voi e quanto influisce sul vostro comportamento?
Cinzia

Dipende da quali altri! Molti hanno detto "il giudizio degli altri non mi tocca". Io sinceramente faccio fatica a crederci davvero. Mi importa tantissimo il giudizio (l'opinione) delle persone di cui ho veramente stima. Mi interessa quello che pensano di me e molto spesso il loro giudizio è stato per me uno stimolo ad affrontare lati di me che mi sarebbe altrimenti stato faticoso affrontare.
Diciamo che mi importa poco di "quello che pensa la gente" ma che mi importa tantissimo di quello che pensano le persone che stimo. Fermo restando che anche le persone che stimo possono sbagliare e in ultima analisi le mie scelte non sono fatte per compiacerle. Ma la loro opinione mi è utile per mettermi in discussione. Che, secondo me, è uno dei modi per conoscere se stessi.
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Vecchio 06-03-2005, 22.02.51   #13
VanLag
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Messaggio originale inviato da Cinziaaa
Quanto conta il giudizio degli altri per voi e quanto influisce sul vostro comportamento?
Cinzia
“Giudizio”! è una parola che non mi piace, comunque il giudizio su ciò che facciamo o diciamo, se ben motivato può avere senso, anche se più che giudizio dovrebbe essere una “osservazione critica”.

Il giudizio su ciò che siamo fa paura perché è un’etichetta che viene appiccicata spesso anche con scarsa conoscenza dell’altro. Qualcuno dall’esterno coglie delle “sfumature” del nostro essere, le riempie coi suoi significati, le compara coi suoi valori ed emette un giudizio.Un giudizio di questo tipo, offende solo il silenzio. Più che contare direi che fa male.

Per rispondere per me conta tantissimo, infatti ci rimango malissimo quando mi accorgo che ho giudicato, (dentro me), una persona, perché so che ho chiuso l’illimitabile nell’angusto antro dei miei schemi mentali. Influisce sul mio comportamento nella misura in cui cerco di non farlo più.
Quello degli altri mi fa piangere….. Anche tu, (tu generico), che mi giudichi, ti sei sentito tanto più in alto di me, da potermi giudicare……..

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Vecchio 06-03-2005, 22.08.59   #14
Knacker
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Ogni volta che dici qualcosa, o che lo scrivi, insomma ogni volta che comunichi qualcosa a qualcuno vuoi che quella persona lo sappia. E' chiaro, quindi, che sei interessato a ciò che pensa quella persona, altrimenti non sentiresti il bisogno di comunicare.
Ogni argomentazione è volta a "convincere" gli altri, molto di più: è valida solo se convince gli altri.
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Vecchio 06-03-2005, 22.17.58   #15
Kim
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Ogni argomentazione è volta a "convincere" gli altri, molto di più: è valida solo se convince gli altri.


Ma a volte serve ed è volta solo per affermare se stessi....e credo molto di piu' di quanto noi stessi siamo onesti nel riconoscerlo...

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Vecchio 06-03-2005, 22.32.22   #16
Fragola
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Messaggio originale inviato da Knacker
Ogni volta che dici qualcosa, o che lo scrivi, insomma ogni volta che comunichi qualcosa a qualcuno vuoi che quella persona lo sappia. E' chiaro, quindi, che sei interessato a ciò che pensa quella persona, altrimenti non sentiresti il bisogno di comunicare.
Ogni argomentazione è volta a "convincere" gli altri, molto di più: è valida solo se convince gli altri.

Pensiero e giudizio non sono la stessa cosa. Opinione e giudizio non sono la stessa cosa. Qui ci sarebbe da capire che significato voleva dare alla parola giudizio chi ha posto la domanda.
Non è una scemenza la distinzione che fa Van tra giudizio su un comportamento e giudizio su ciò che l'altro è. Eppure, tutti giudichiamo e tutti siamo giudicati. Anche il mio dire "mi interessa il giudizio delle persone che stimo" presume un mio giudizio. Stimo Tizio e non stimo Caio. E' il mio giudizio sull'altro che autorizza l'altro a giudicarmi. Non giudicare mai è un po' al di là dell'essere umani. Non essere mai giudicati è impossibile. Quindi con il giudizio dobbiamo fare i conti ogni giorno.
Quando cerchiamo conferma negli altri, cerchiamo un giudizio. Positivo, ma pur sempre un giudizio.

Credo però che la domanda volesse essere del tipo: quanto le vostre scelte sono fatte per compiacere gli altri?

Un domanda: dici che ciò che diciamo è valido solo se convince gli altri, ma non ci sarà mai nessuna argomentazione che possa convincere tutti. Mi domando, cosa intendi per valida?
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Vecchio 06-03-2005, 23.46.59   #17
VanLag
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Messaggio originale inviato da Fragola
Anche il mio dire "mi interessa il giudizio delle persone che stimo" presume un mio giudizio. Stimo Tizio e non stimo Caio.
Caio non lo stimi o, più semplicemente, non sei in sintonia con lui?
E’ solo una mia idea ma non può essere che parli con Caio, e lo “stimi” perché Caio, (invento), parla di psicanalisi, ama Rilke, gli piace il mare ed ha molte altre peculiarità che te lo rendono simpatico, mentre Tizio, parla di calcio, ama Ken Follet, preferisce la collina ed ha una sacco di altre caratteristiche non incontrano le tue?
Così è un dubbio che ho perché penso che possa succedere di confondere la stima con la sintonia e viceversa ma in caso di sintonia o dissintonia non ci sarebbe nessun giudizio di merito ma un semplice "sentire".

P.S. Per oggi passo e chiudo Buona notte e
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Vecchio 07-03-2005, 00.18.09   #18
Fragola
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Non è che hai inventato tanto, ma ci sono delle persone che parlano di psicanalisi e amano Rilke e che non stimo affatto.
Altre che parlano anche di calcio, che non leggono poesia, che detestano il mare, eppure le stimo.
E' qualcos'altro e non la comunanza di interessi o di opinioni a farmi stimare o meno una persona.
Se poi, per tua tranquillità, non vuoi mettere la stima e il giudizio sullo stesso piano, va bene. Ma a me non sembrano così distanti.
Poi, certamente anche le persone che non stimo hanno cose bellissime che magari non percepisco. Quello che ti posso dire di me è che sono abbastanza disponibile a tornare sui miei passi dalla non stima.
Certamente esiste un amore universale per cui si amano tutti gi esseri umani, Hitler compreso, per il semplice fatto che sono. Non posso certo dire di essere capace di questo amore. Ma anche se lo fossi, questo è un amore impersonale. Quello personale è fatto anche di scelte. E scegliere Tizio e non Caio è in fondo un giudizio. Forse non sarà bello, non sarà nobile, ma succede a tutti. Possiamo anche far finta che non succeda se vogliamo, ma perchè?

E pensandoci forse lo so anche quel'è quella caratteristica necessaria e probabilmente anche sufficiente che fa si che io stimi oppure no una persona. E' una cosa che tutti potrebbero sviluppare, ma non tutti la sviluppano. E la differenza è tutta qui. La differenza per me è quella tra una persona onesta con se stessa e una che se la racconta. Che a tratti ce la raccontiamo tutti, certo, ma un conto è raccontarsela cercando di essere onesti, un conto è raccontarsela e basta.
Tu dirai, e chi sono io per stabilire che Tizio non se la racconta e Caio sì? Non sono nessuno. Non avrei il diritto di pensarlo. Eppure lo penso. E adesso, per penitenza, vado a darmi un po' di scudisciate sulle gengive

Van, anche io sono una teorica del non giudizio. Eppure, nonostante questo, certe volte giudico. Quindi accetto di essere giudicata, fermo restando che del giudizio che ricevo posso anche scegliere di farmene un baffo.
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Vecchio 07-03-2005, 00.25.39   #19
r.rubin
può anche essere...
 
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Messaggio originale inviato da Knacker
Il giudizio degli altri è (lo si voglia o no) alla base della filosofia e come tale è alla base, necessariamente, di tutto il nostro comportamento reciproco.

necessariamente alla base di tutto il nostro comportamento reciproco. è così.
scorgendo un essere giudico: "quello è un uomo".
noto, veste con giacca e cravatta, e non appena mi vede sfoggia un ampio sorriso, giudico: "quello è un venditore".
e conseguentemente ai miei giudizi mi relaziono, estrendo la mia calibro 45 magnum.

se non giudicassi, sarei incapace di distinguere una cravatta da un venditore. un uomo da un cavolfiore.
sarei impossibilitato a dire, chi sono (io sono x, è un giudizio), chi sono gli altri, crollerebbero i presupposti della relazionalità.
r.rubin is offline  
Vecchio 07-03-2005, 00.54.26   #20
edali
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Giudizi. Mi domando se non è reciproco. Parlo più di simpatie o di antipatie. Gelosie velate e competizioni varie, allora siamo attenti e più che attenti. Altrimenti, se non si tratta di una persona a cui vogliamo bene ed a cui “perdoniamo” qualsiasi errore (mi riferisco a piccoli errori che possono essere accettati), siamo indifferenti.
Comunque a me il giudizio degli altri da fastidio così come l’elogio mi imbarazza.

E chi lo dice che abbiamo il giusto metro per poter giudicare gli altri?
edali is offline  

 



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