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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 25-02-2006, 20.37.21   #1
ellea
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 05-08-2005
Messaggi: 77
Bravi con gli altri

Cosa s'intende quando si dice "avere problemi di relazione con gli altri?"

Cerco di spiegarmi.
Vedo che ho mietuto parecchi cadaveri, figuratamente, ovvio.
Vedo che molte relazioni che avevo intessuto si sono rotte, oppure, si sono naturalmente perdute.
Vedo che se un'incrinatura dipende dalla manipolazione, o dalla mancanza di rispetto, non torno indietro e la rottura è definitiva. Non sono ancora sufficientemente brava da conquistarmi sul campo l'autorevolezza necessaria per sentirsi da rispettare e vedersi rispettati:a volte i rapporti si fanno intimi, vicini, la confidenza prende il sopravvento e con lei un certo allentamento del controllo su quel che si dice e quel che si fa e va a finire che ci si concedono comportamenti verso gli altri che vanno oltre certi paletti, certi limiti. In questi casi ho bisogno di rimettere una distanza, un intervallo che ricomponga e ridefinisca i limiti. Ma non sempre la mia intenzione viene compresa, non sempre viene vista, forse è flebile, accennata, e allora ecco lo strappo e la rottura.

Certo che non sempre, e per fortuna, è così. Ci sono casi in cui questo non capita, ci sono periodi in cui si è più forti, meno sensibili e si tira dritto senza notare troppo queste cose. Allora mi chiedo se non si tratti anch si "perdonarsi" questi strappi, di non sentirsi un mostro se qualche relazione giace cadavere dietro di noi, di superare quel disagio prima di tutti con noi stessi per non essere così bravi, così docili, così buoni con gli altri.

Ho avuto a lungo il mito che bravo con gli altri fosse chi non litiga, chi non taglia i ponti, chi non tiene musi.Non so se fosse giusto o sbagliato.

Ho portato la mia difficoltà di relazione in psicoterapia e il mio psicologo mi ha sempre esortato a ricucire, a comprendere e tollerare, a mettere in discussione me stessa innanzitutto. Certo. Ma avere capacità di relazione con gli altri non coincide solo con questo: dovrebbe coincidere anche con la capacità di sentirsi e farsi sentire con dei tratti precisi, con delle posizioni precise, con degli artigli affilati che si possono tirar fuori se necessario.
Il mio psicologo se l'è data a gambe di nascosto.L'interruzione di quel percorso, per il modo in cui si è concluso, è un altro cadavere sul mio cammino.
L'ho incontrato pochi giorni fa, sono passata accanto a lui: io entravo e lui usciva di stazione.Io mi sono voltata dall'altra parte, lui mi ha vista e lasciato voltare.Nulla ,una non-relazione, una negazione coi fatti di tutte le parle dette.

Allora, quando si è bravi davero con gli altri? Quando si accetta tutto questo ma si evita di fissarsi su tutto questo per cercare di scorgere anche altro, qualcosa di buono, se c'è
ellea is offline  
Vecchio 26-02-2006, 12.14.32   #2
sarpina
luna e terra
 
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Messaggi: 148
Credo che una persona "brava" con gli altri sia una persona capace di amare e farsi amare, nel senso più lato possibile, ma per far questo deve essere una persona che,come dici tu, deve avere ben definiti i suoi contorni, non che asseconda qualsiasi cosa degli altri ,di modo che quando serve tira fuori senza problemi le proprie convinzioni ,quando serve ascolta, quando serve parla, quando serve ride, quando serve piange...deve riuscire a essere "consonante" con la persona che si trova davanti, ma senza cambiare mai né sè né l'altro...
sarpina is offline  
Vecchio 26-02-2006, 14.36.01   #3
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
Re: Bravi con gli altri

Citazione:
Messaggio originale inviato da ellea
Cosa s'intende quando si dice "avere problemi di relazione con gli altri?"

Cerco di spiegarmi.
Vedo che ho mietuto parecchi cadaveri, figuratamente, ovvio.
Vedo che molte relazioni che avevo intessuto si sono rotte, oppure, si sono naturalmente perdute.
Vedo che se un'incrinatura dipende dalla manipolazione, o dalla mancanza di rispetto, non torno indietro e la rottura è definitiva. Non sono ancora sufficientemente brava da conquistarmi sul campo l'autorevolezza necessaria per sentirsi da rispettare e vedersi rispettati:a volte i rapporti si fanno intimi, vicini, la confidenza prende il sopravvento e con lei un certo allentamento del controllo su quel che si dice e quel che si fa e va a finire che ci si concedono comportamenti verso gli altri che vanno oltre certi paletti, certi limiti. In questi casi ho bisogno di rimettere una distanza, un intervallo che ricomponga e ridefinisca i limiti. Ma non sempre la mia intenzione viene compresa, non sempre viene vista, forse è flebile, accennata, e allora ecco lo strappo e la rottura.

Certo che non sempre, e per fortuna, è così. Ci sono casi in cui questo non capita, ci sono periodi in cui si è più forti, meno sensibili e si tira dritto senza notare troppo queste cose. Allora mi chiedo se non si tratti anch si "perdonarsi" questi strappi, di non sentirsi un mostro se qualche relazione giace cadavere dietro di noi, di superare quel disagio prima di tutti con noi stessi per non essere così bravi, così docili, così buoni con gli altri.

Ho avuto a lungo il mito che bravo con gli altri fosse chi non litiga, chi non taglia i ponti, chi non tiene musi.Non so se fosse giusto o sbagliato.

Ho portato la mia difficoltà di relazione in psicoterapia e il mio psicologo mi ha sempre esortato a ricucire, a comprendere e tollerare, a mettere in discussione me stessa innanzitutto. Certo. Ma avere capacità di relazione con gli altri non coincide solo con questo: dovrebbe coincidere anche con la capacità di sentirsi e farsi sentire con dei tratti precisi, con delle posizioni precise, con degli artigli affilati che si possono tirar fuori se necessario.
Il mio psicologo se l'è data a gambe di nascosto.L'interruzione di quel percorso, per il modo in cui si è concluso, è un altro cadavere sul mio cammino.
L'ho incontrato pochi giorni fa, sono passata accanto a lui: io entravo e lui usciva di stazione.Io mi sono voltata dall'altra parte, lui mi ha vista e lasciato voltare.Nulla ,una non-relazione, una negazione coi fatti di tutte le parle dette.

Allora, quando si è bravi davero con gli altri? Quando si accetta tutto questo ma si evita di fissarsi su tutto questo per cercare di scorgere anche altro, qualcosa di buono, se c'è


Io credo che tutto parta da un insicurezza interiore, da un senso di inadeguatezza rispetto ai canoni comuni di "dover andare bene", essere persona sociale nella norma a tutti costi, a volte crea piu' dubbi ed insicurezze che accettare di "essere" e basta...

Non si è mai davvero bravi con gli altri, ci si adegua agli altri! ed allora se poco mi importa mi impongo un comportamento sociale adeguato, ma di mio non do nulla!…se viceversa mi interessano le persone non mi importa nulla dei cadaveri che lascio alle mie spalle….vuole solo dire che forse “ non era cosa! “ e la ricerca continua….

Se poi pensi che abbiamo una vita relativamente lunga e solo in tarda età ti accorgi di quanti condizionamenti sei stata costretta, credo che sia necessario non essere bravi per gli altri, ma essere giusti per se stessi! tanto stai pur certa, che difficilmente troverai una persona a cui tu veramente vai bene come sei, tutti cercheranno di spiegarti dove sbagli e perché….partendo dai loro presupposti! e non certo dal desiderio del tuo bene….

Un saluto
Kim is offline  
Vecchio 26-02-2006, 15.13.55   #4
ellea
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Messaggi: 77
Belle risposte davvero, tutte e due...

grazie
ellea is offline  
Vecchio 26-02-2006, 15.14.16   #5
hava
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
Anzitutto ti sei spiegata molto bene. Ho l'impressione che tu sia nello stadio in cui si studia se stessi in relazione agli altri, e probabilmente sei molto giovane.
La tua tendenza ad incolparti mi sembra esagerata, anche perche' in ogni rapporto dovrebbe esserci reciprocita' e responsabilita' comune. Il tuo psicologo ti ha incitata a ricucire e tirare avanti, e questo non e' giusto. E poi se l'e' data a gambe e questo non e' professionale, e probabilmente ti ha danneggiata.
Una persona che non reagisce perde il rispetto per se stessa---si deve reagire anche a costo di una rottura.
Se l'amicizia e' vera si puo' alle volte essere spontanei ed aperti. Forse tu giudichi troppo severamente quelli che ritieni essere i limiti, e non ammetti la troppa confidenza da parte tua?
hava is offline  
Vecchio 26-02-2006, 17.40.24   #6
ellea
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Messaggi: 77
Citazione:
Messaggio originale inviato da hava
Anzitutto ti sei spiegata molto bene. Ho l'impressione che tu sia nello stadio in cui si studia se stessi in relazione agli altri, e probabilmente sei molto giovane.
La tua tendenza ad incolparti mi sembra esagerata, anche perche' in ogni rapporto dovrebbe esserci reciprocita' e responsabilita' comune. Il tuo psicologo ti ha incitata a ricucire e tirare avanti, e questo non e' giusto. E poi se l'e' data a gambe e questo non e' professionale, e probabilmente ti ha danneggiata.
Una persona che non reagisce perde il rispetto per se stessa---si deve reagire anche a costo di una rottura.
Se l'amicizia e' vera si puo' alle volte essere spontanei ed aperti. Forse tu giudichi troppo severamente quelli che ritieni essere i limiti, e non ammetti la troppa confidenza da parte tua?

non sono molto giovane,ahimè, ...probabilmente sono molto immatura e con quell'"insicurezza interiore e quel senso di inadeguatezza rispetto ai canoni comuni del 'dover andare bene'" di cui parlava Kim.

Tu cogli nel segno rispetto alla severità verso me stessa e alla tendenza ad incolparmi, ed è stata proprio questa tendenza che mi ha forse portato a fraintendere anche le parole del mio expsi, in taluni casi, che interpretavo come critiche, o come sottolineature delle mie insufficienze relazionali. Certo poi, nelle terapie si vengono a fissare delle direzioni interpretative che possono bloccare il paziente e sottrarre spazio a tante cose che restano fuori.
Una fra queste è proprio il diritto a reagire che non deve essere avvertito come conflittuale rispetto alle abilità sociali .

La severità verso i limiti.....non saprei, certo qui c'è qualche nodo che si annida:quello che ho notato è che una certa fragilità personale mi rende vulnerabile all'eccessiva confidenza che a volte la consuetudine della frequentazione (pensa ai colleghi di lavoro)autorizza persone non proprio amiche a "sbracarsi".So bene che se questo capita è perchè io faccio qualcosa che lo consente,e che inoltre mi sento coinvolta nella "sbracatura" altrui...e che entra in gioco un giudizio su di me che l'altro riflette.Sono dinamiche dalle quali non riesco ad uscire se non con l'evitamento.



insomma un pasticcio e non vorrei tediare buttandola troppo sul personale.



ellea is offline  
Vecchio 26-02-2006, 18.31.46   #7
feng qi
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priorità essenziale

[quote]Messaggio originale inviato da ellea
[b]Cosa s'intende quando si dice "avere problemi di relazione con gli altri?"
..Allora, quando si è bravi davero con gli altri?
----------------------

Mah..direi che forse si hanno problemi di relazione con gli altri soprattutto quando già si hanno problemi di relazione con se stessi.
Ovvero se si é "bravi" con se stessi il problema di esserlo con gli altri diviene un non problema. Se stai bene con te stesso e sai cosa fai nel momento in cui lo fai e perché lo stai facendo, gli altri passano in secondo luogo e tutt'al più fungono da verificatori ma mai da giudizio auto punitivo. A quel punto non esiste più il dubbio se si è bravi con gli altri in quanto la priorità essenziale sei tu.
Gli altri ti seguono a ruota, non sono il tuo cardine, perché tu sei cardine di te stessa.

Non so se sono chiara..perché dai questa importanza agli altri quando é chiarissimo che ne dai di meno a te stessa?

Perché il problema deve essere la tua incapacità e non quella degli altri?

Hai mai ipotizzato che magari tu sia paradossalmente l'unica persona in gamba in mezzo ad una massa sempre crescente di persone insipide e incapaci, loro, di avere veri rapporti, per esempio con te, e con tante altre persone?

Va bene un po' di umiltà e sensi di colpa..ma esagerare, no!
chi sta al centro della tua vita? Tu o la tua incapacità a relazionarti?

Magari sarò noisa e ripetitiva ma se tu sei centro per te stessa, e conosci bene questo centro e la sua rotazione, gli altri ti ruoteranno intorno oppure no. Non c'é altra possibilità.
Se invece tu vuoi essere centro, ma non ti senti tale, gli altri, non c'é niente da fare!, se ne accorgono..e via ai guai.

Non si può mentire: se il calice é vuoto non può essere dato.
Però può essere riempito Come?

Mah..valutando le priorità essenziali della tua vita in maniera assolutamente sincera e impietosa. Senza però sminuire le tue virtù,eh? Quelle ci sono, sai? Io le ho intraviste.

un saluto
feng qi
feng qi is offline  
Vecchio 26-02-2006, 20.17.35   #8
hava
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Re: priorità essenziale

[quote]Messaggio originale inviato da feng qi
[b]
Citazione:
Messaggio originale inviato da ellea
Cosa s'intende quando si dice "avere problemi di relazione con gli altri?"
..Allora, quando si è bravi davero con gli altri?
----------------------

Mah..direi che forse si hanno problemi di relazione con gli altri soprattutto quando già si hanno problemi di relazione con se stessi.
Ovvero se si é "bravi" con se stessi il problema di esserlo con gli altri diviene un non problema. Se stai bene con te stesso e sai cosa fai nel momento in cui lo fai e perché lo stai facendo, gli altri passano in secondo luogo e tutt'al più fungono da verificatori ma mai da giudizio auto punitivo. A quel punto non esiste più il dubbio se si è bravi con gli altri in quanto la priorità essenziale sei tu.
Gli altri ti seguono a ruota, non sono il tuo cardine, perché tu sei cardine di te stessa.

Non so se sono chiara..perché dai questa importanza agli altri quando é chiarissimo che ne dai di meno a te stessa?

Perché il problema deve essere la tua incapacità e non quella degli altri?

Hai mai ipotizzato che magari tu sia paradossalmente l'unica persona in gamba in mezzo ad una massa sempre crescente di persone insipide e incapaci, loro, di avere veri rapporti, per esempio con te, e con tante altre persone?

Va bene un po' di umiltà e sensi di colpa..ma esagerare, no!
chi sta al centro della tua vita? Tu o la tua incapacità a relazionarti?

Magari sarò noisa e ripetitiva ma se tu sei centro per te stessa, e conosci bene questo centro e la sua rotazione, gli altri ti ruoteranno intorno oppure no. Non c'é altra possibilità.
Se invece tu vuoi essere centro, ma non ti senti tale, gli altri, non c'é niente da fare!, se ne accorgono..e via ai guai.

Non si può mentire: se il calice é vuoto non può essere dato.
Però può essere riempito Come?

Mah..valutando le priorità essenziali della tua vita in maniera assolutamente sincera e impietosa. Senza però sminuire le tue virtù,eh? Quelle ci sono, sai? Io le ho intraviste.

un saluto
feng qi


Bravi con se stessi? Non conosco molti che lo sono e generalmente noi tutti tendiamo a rispecchiarci negli altri cercandone l'approvazione. Per essere il centro di noi stessi ed azionare i circostanti ci vuole molta forza e maturita'.
Ed a Ellea vorrei dire che i tuoi problemi sono pure i nostri in diverse misure e diversi periodi della nostra vita, ed il parlarne puo' essere salutare a tutti.
hava is offline  
Vecchio 27-02-2006, 15.10.34   #9
Sirtaki
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è un argomento a me vicino.
la mia risposta è essere autentici e mostrare all'altro la propria sincerità, umanità......se stessi con pregi e difetti.
Sirtaki is offline  
Vecchio 28-02-2006, 13.47.47   #10
feng qi
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é questo il problema!

[quote]Messaggio originale inviato da hava
[b]Bravi con se stessi? Non conosco molti che lo sono..

--------------------

Il fatto che MOLTI non riescono ad essere bravi con se stessi é di poca importanza. Ciò che conta é: TU sei brava con te stessa? IO sono brava con me stessa?

Se la risposta fosse affermativa allora saremmo sinceri con noi stessi, e di conseguenza sinceri con chi ci circonda, senza maschere, sereni e aperti, spontanei quanto basta.

Invece non siamo bravi con noi stessi e sembra che nemmeno vogliamo provarci!Ma siamo bravi a mentire a noi stessi, a indossare cento maschere per nasconderci..

questo é male, molto male..per cui non lamentiamoci poi che GLI ALTRI NON SONO BRAVI CON NOI, che ci evitino e ci voltino le spalle.. perché vedono di noi il peggio possibile tra tutte le nostre mascherine.

feng qi
feng qi is offline  

 



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