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Vecchio 24-02-2006, 20.30.55   #1
Uno
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Limiti (dei gruppi Spirituali) scelti e/o imposti

Avrei potuto aprire questa discussione in psicologia tanto è sul confine, ma mi piacerebbe affrontarla come riflessione sull'essere consapevoli di cosa si sceglie o non si sceglie e come e perchè nella Spiritalità.
E' innegabile che l'uomo è un animale sociale, che cerchi di riunirsi in un animale branco o in un'umana fratellanza raramente vive solo.
Un singolo uomo ha solitamente diversi tipi di gruppo che alterna, da quelli standart famiglia, scuola/lavoro, paese, città, condominio, fede (di qualsiasi tipo anche calcistica, politica) etc etc.
Alcuni sono "imposti" o comunque ci ritrova all'interno in maniera automatica, es famiglia, altri capitano o si scelgono.
Alcuni di questi agglomerati umani ci da dei piaceri (es gruppo di amici) altri meno (scuola a chi non piace studiare) ma tutti ci danno delle incombenze.. già anche il gruppo di amici implica dover sottostare ad alcuni compromessi, il venirsi incontro.. una volta uno ci fa un piacere la volta dopo glielo facciamo noi, hanno un evento che per loro è importante e per noi no... cerchiamo di sopportare.
Quando l'insieme a cui apparteniamo diventa più impersonale spesso aumentano le rogne ma non le cose piacevoli.. es essere cittadini ultimamente da più doveri che diritti...
Fin qui ho scritto ovvietà (e probabilmente lo farò anche dopo) ma, e qui passo alla Spiritualità, quello che trovo oltre che incoerente con se stessi anche assurdo è il voler essere o illudersi di essere di una fede e/o all'interno di un organizzazione ma poi voler che questa sia come noi la pensiamo dovrebbe essere.
Cerco di spiegarmi meglio... Es Cattolicesimo... più o meno imposto di nascita quindi non va di starne fuori, però non si va a messa, non si fa la comunione e non si seguono le sue regole, giuste o sbagliate che siano, sempre per rimanere nell'esempio io pur amando il messaggio di Gesù e ciò che dice.. pur essendo battezzato da bambino e tutto il resto non voglio essere Cattolico perchè non mi stanno bene una serie di cose. Se mi capita entro in una chiesa (quando sono in giro soprattutto) ma con rispetto, se c'è una messa, un rosario o una confessione di certo non mi metto ad urlare o pretendere di dire al sacerdote che sono divorziato (è un esempio, non lo sono) e volere assoluzione, comunione etc...
Lo stesso vale per tutti gli altri cammini spirituali, per esempio sarebbe uguale pretendere di entrare in una moschea mangiando un panino con la porchetta, sarebbe irrispettoso.
Il punto focale è il voler usare delle strutture che avranno i loro difetti ma sono così, però volerle piegare al nostro comodo, se ci riteniamo tanto evoluti da poter trovare una nostra via non subordinata a nulla perchè poi abbiamo bisogno di quella che già esiste?
Perchè in realtà non siamo tanto liberi, vogliamo appartenere a quel segmento spirituale che ci attira fosse solo perchè molti vi appartengono, ho fatto due esempi solo ma vale anche per il Buddista, il Tantrico, l'Induista.. e anche il Materialista etc etc...
Ci attira perchè ne vediamo la forza, forza che ancora non abbiamo.. ma poi ci piacerebbe alla new age, prendere ciò che ci fa comodo e basta...
rimanendo con un pugno di mosche in mano....
Il discorso è ancora espandibile... ma per ora mi fermo
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Vecchio 24-02-2006, 21.09.02   #2
paperapersa
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Re: Limiti (dei gruppi Spirituali) scelti e/o imposti

Citazione:
Messaggio originale inviato da Uno
Avrei potuto aprire questa discussione in psicologia tanto è sul confine, ma mi piacerebbe affrontarla come riflessione sull'essere consapevoli di cosa si sceglie o non si sceglie e come e perchè nella Spiritalità.
E' innegabile che l'uomo è un animale sociale, che cerchi di riunirsi in un animale branco o in un'umana fratellanza raramente vive solo.
Un singolo uomo ha solitamente diversi tipi di gruppo che alterna, da quelli standart famiglia, scuola/lavoro, paese, città, condominio, fede (di qualsiasi tipo anche calcistica, politica) etc etc.
Alcuni sono "imposti" o comunque ci ritrova all'interno in maniera automatica, es famiglia, altri capitano o si scelgono.
Alcuni di questi agglomerati umani ci da dei piaceri (es gruppo di amici) altri meno (scuola a chi non piace studiare) ma tutti ci danno delle incombenze.. già anche il gruppo di amici implica dover sottostare ad alcuni compromessi, il venirsi incontro.. una volta uno ci fa un piacere la volta dopo glielo facciamo noi, hanno un evento che per loro è importante e per noi no... cerchiamo di sopportare.
Quando l'insieme a cui apparteniamo diventa più impersonale spesso aumentano le rogne ma non le cose piacevoli.. es essere cittadini ultimamente da più doveri che diritti...
Fin qui ho scritto ovvietà (e probabilmente lo farò anche dopo) ma, e qui passo alla Spiritualità, quello che trovo oltre che incoerente con se stessi anche assurdo è il voler essere o illudersi di essere di una fede e/o all'interno di un organizzazione ma poi voler che questa sia come noi la pensiamo dovrebbe essere.
Cerco di spiegarmi meglio... Es Cattolicesimo... più o meno imposto di nascita quindi non va di starne fuori, però non si va a messa, non si fa la comunione e non si seguono le sue regole, giuste o sbagliate che siano, sempre per rimanere nell'esempio io pur amando il messaggio di Gesù e ciò che dice.. pur essendo battezzato da bambino e tutto il resto non voglio essere Cattolico perchè non mi stanno bene una serie di cose. Se mi capita entro in una chiesa (quando sono in giro soprattutto) ma con rispetto, se c'è una messa, un rosario o una confessione di certo non mi metto ad urlare o pretendere di dire al sacerdote che sono divorziato (è un esempio, non lo sono) e volere assoluzione, comunione etc...
Lo stesso vale per tutti gli altri cammini spirituali, per esempio sarebbe uguale pretendere di entrare in una moschea mangiando un panino con la porchetta, sarebbe irrispettoso.
Il punto focale è il voler usare delle strutture che avranno i loro difetti ma sono così, però volerle piegare al nostro comodo, se ci riteniamo tanto evoluti da poter trovare una nostra via non subordinata a nulla perchè poi abbiamo bisogno di quella che già esiste?
Perchè in realtà non siamo tanto liberi, vogliamo appartenere a quel segmento spirituale che ci attira fosse solo perchè molti vi appartengono, ho fatto due esempi solo ma vale anche per il Buddista, il Tantrico, l'Induista.. e anche il Materialista etc etc...
Ci attira perchè ne vediamo la forza, forza che ancora non abbiamo.. ma poi ci piacerebbe alla new age, prendere ciò che ci fa comodo e basta...
rimanendo con un pugno di mosche in mano....
Il discorso è ancora espandibile... ma per ora mi fermo

esordisci bene dicendo che siamo "animali sociali"
io ci chiamerei esseri relazionali, nel senso che abbiamo bisogno di relazioni.
Sappiamo come l'uomo comincia a morire quando non si sente più in relazione con il "mondo".
La solitudine interiore ed esteriore è una delle malattie più gravi di cui può soffrire l'uomo.
Tuttavia non credo che un cammino "spirituale" voglia dire far parte di un gruppo. Il gruppo può servire all'inizio, ma il cammino è necessariamente solitario, soprattutto se ti senti uno spirito libero.
La forza non va cercata nel gruppo ma dentro di sè, anche a costo di sentirsi a volte disperatamente soli, pieni di dubbi e incertezze, attanagliati da paure ancestrali. D'altronde c'è qualcun altro che possa affrontare i nostri mostri e difenderci
dalle nostre paure se non noi stessi?
Può il gruppo sostituirsi a te?
Il gruppo serve come dinamica e come specchio....ma poi....
paperapersa is offline  
Vecchio 24-02-2006, 23.25.52   #3
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
Ma se è così semplice!!!

Pacebbene,
la verità è semplice ma oltremodo scioccante e pertanto nessuno vuole "vederla".
Cosa disse Gesù a questo proposito?
Disse:

"Nessuno viene a me se non l'attira il Padre."

Riuscite a capire cosa vuol dire questa semplice frase?
E' la stessa cosa che dice Buddha:

"E' impossibile VOLERE l'illuminazione,VOLERE il regno di Dio!!"

L'erba" voglio" non cresce nemmeno nel giardino del re,diceva mia nonna.
E cosa diceva Martin Lutero?
Diceva:"Io riconosco i Cristiani dall'espressione della faccia,non serve che mi parlino,li riconosco a distanza."
E,dicendo così ,faceva imbestialire il Papa e le sue pecore.

Shemà Yisraèl !

Kant che ti pass.
kantaishi is offline  
Vecchio 24-02-2006, 23.52.21   #4
fallible
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
un pensiero

Salve!
Tuttavia non credo che un cammino "spirituale" voglia dire far parte di un gruppo. Il gruppo può servire all'inizio, ma il cammino è necessariamente solitario, soprattutto se ti senti uno spirito libero.

mia cara amica il "cammino" non può essere solitario...può essere individuale, ogni volta che "cerchi" si cerca insieme fai parte del tutto.......
La forza non va cercata nel gruppo ma dentro di sè, anche a costo di sentirsi a volte disperatamente soli, pieni di dubbi e incertezze, attanagliati da paure ancestrali questo potrebbe andare bene per coloro che ricercano "asceticamente", la forza è nell' "Insieme"

D'altronde c'è qualcun altro che possa affrontare i nostri mostri e difenderci
dalle nostre paure se non noi stessi?
Può il gruppo sostituirsi a te?

Questa può essere una scelta "individuale" si possono con-dividere le gioie e i dolori

Un grande abbraccio claudio

ps Riguardo alla funzionalità del "gruppo" lo riprenderò domani ora è tardi ho sonno,
fallible is offline  
Vecchio 24-02-2006, 23.54.59   #5
Uno
ospite sporadico
 
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
Re: Re: Limiti (dei gruppi Spirituali) scelti e/o imposti

Citazione:
Messaggio originale inviato da paperapersa
esordisci bene dicendo che siamo "animali sociali"
io ci chiamerei esseri relazionali, nel senso che abbiamo bisogno di relazioni.
Sappiamo come l'uomo comincia a morire quando non si sente più in relazione con il "mondo".
La solitudine interiore ed esteriore è una delle malattie più gravi di cui può soffrire l'uomo.
Tuttavia non credo che un cammino "spirituale" voglia dire far parte di un gruppo. Il gruppo può servire all'inizio, ma il cammino è necessariamente solitario, soprattutto se ti senti uno spirito libero.
La forza non va cercata nel gruppo ma dentro di sè, anche a costo di sentirsi a volte disperatamente soli, pieni di dubbi e incertezze, attanagliati da paure ancestrali. D'altronde c'è qualcun altro che possa affrontare i nostri mostri e difenderci
dalle nostre paure se non noi stessi?
Può il gruppo sostituirsi a te?
Il gruppo serve come dinamica e come specchio....ma poi....

A dire il vero non stavo discutendo sul fatto se sia necessario unirsi ad altri o meno, ma sul fatto di farlo non accettando poi le "conseguenze".... se uno sta per conto suo non ha certo di questi problemi...
Comunque...
E' il contrario... puoi iniziare da sola... ma poi...
nessun gruppo potrà fare quello che devi fare tu.. e quella parte che tu sia già in gruppo o no comunque dovrai fartela da sola... però arrivi ad un punto, dopo che hai fatto quel lavoro che hai bisogno di altri... provare per credere...
-------------------------------------------------------------------------------------------

Kanta
Stavolta non voglio dire a priori che hai scritto una cosa che non c'entra niente anche se è così, per cui se per piacere mi spieghi il nesso con il discorso...
ma dubito che tu possa farlo....
Uno is offline  
Vecchio 25-02-2006, 01.52.03   #6
krjisoul
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Re: Limiti (dei gruppi Spirituali) scelti e/o imposti

Citazione:
Messaggio originale inviato da Uno
[..........
Il punto focale è il voler usare delle strutture che avranno i loro difetti ma sono così, però volerle piegare al nostro comodo, se ci riteniamo tanto evoluti da poter trovare una nostra via non subordinata a nulla perchè poi abbiamo bisogno di quella che già esiste?
Perchè in realtà non siamo tanto liberi, vogliamo appartenere a quel segmento spirituale che ci attira fosse solo perchè molti vi appartengono, ho fatto due esempi solo ma vale anche per il Buddista, il Tantrico, l'Induista.. e anche il Materialista etc etc...
Ci attira perchè ne vediamo la forza, forza che ancora non abbiamo.. ma poi ci piacerebbe alla new age, prendere ciò che ci fa comodo e basta...
rimanendo con un pugno di mosche in mano....
Il discorso è ancora espandibile... ma per ora mi fermo [/b]


Sono assolutamente d'accordo che non si può far parte di un gruppo ma poi tentare di fare di testa propria, se un gruppo è già
costituito i nuovi entrati o si adeguano o escono, non ci piove.
E' per questo motivo che, almeno fino ad ora, ho seguito il cammino per conto mio. Per uno spirito libero, se vi fosse l'esigenza di far parte di un gruppo spirituale, l'ideale è crearselo, e benchè non vi facciano parte dei "Maestri di Saggezza", si può comunque imparare anche dai propri simili, una sorta di fai da te spirituale, con tutti i pro e contro che ciò può comportare; certo per chi sente di aver bisogno di un leader carismatico, questa soluzione non è quella giusta. Comunque, l'avevo già detto da qualche altra parte, mi pare che all'illuminazione si giunga soli, non in compagnia....
Tuttavia appartenere a un gruppo serio, in cui vi siano persone serie e motivate che abbiano già fatto un certo percorso, può certamente accelerare il cammino teso verso la Conoscenza:
ma esistono gruppi di questo tipo?
Una precisazione, per Conoscenza non intendo Illuminazione, quella non potrà fornirla nessuno nè con formule magiche, nè tantomeno col danaro.





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Vecchio 25-02-2006, 02.05.47   #7
psicher
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Tutto dipende da come si arriva a far parte di questo gruppo.

Può darsi che ci si trovi in mezzo ma non si è effettuata davvero una scelta.


Può darsi che si possa avere un atteggiamento che dal gruppo viene percepito come "belligerante" e invece si sta solo cercando di testare quel gruppo per valutare e vedere se davvero valga la pena di farne parte e se davvero ci corrisponde e se davvero in quel gruppo ci può essere un posto anche per noi.

Quando l'individuo viene etichettato come "contro le regole" da un gruppo di persone che si scatenano contro di lui pèrchè diverso dagli altri, spesso questo non è altro che un meccanismo tipico di tutti i gruppi che si può definire col termine di "capro espiatorio".

Ossia quell'individuo diventa il parafulimne di tutti i mali del gruppo che vengono proiettati su di lui.

Con il suo allontanamento si ottiene un senso di purificazione per tutti i componenti della società omologata.

Io da parte mia starò sempre dalla parte dei capri espiatori, dei quali c'è un grande rappresentante che stimo molto: Gesù Cristo!!


Psicher
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Vecchio 25-02-2006, 08.30.05   #8
paperapersa
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Messaggio originale inviato da psicher
Tutto dipende da come si arriva a far parte di questo gruppo.

Può darsi che ci si trovi in mezzo ma non si è effettuata davvero una scelta.


Può darsi che si possa avere un atteggiamento che dal gruppo viene percepito come "belligerante" e invece si sta solo cercando di testare quel gruppo per valutare e vedere se davvero valga la pena di farne parte e se davvero ci corrisponde e se davvero in quel gruppo ci può essere un posto anche per noi.

Quando l'individuo viene etichettato come "contro le regole" da un gruppo di persone che si scatenano contro di lui pèrchè diverso dagli altri, spesso questo non è altro che un meccanismo tipico di tutti i gruppi che si può definire col termine di "capro espiatorio".

Ossia quell'individuo diventa il parafulimne di tutti i mali del gruppo che vengono proiettati su di lui.

Con il suo allontanamento si ottiene un senso di purificazione per tutti i componenti della società omologata.

Io da parte mia starò sempre dalla parte dei capri espiatori, dei quali c'è un grande rappresentante che stimo molto: Gesù Cristo!!


Psicher


Mi associo .
Tuttavia porto la mia esperienza di studiosa di Psicosintesi,
Ovviamente stiamo lavorando in gruppo, ma il grupppo è uno specchio dei nostri limiti, delle nostre subpersonalità che si affacciano e tentano di emergere......
Come autoformazione ci vediamo in gruppo ogni 15 giorni ma il lavoro è assolutamente individuale, secondo la formula Assagioliana, "conosci, possiedi,trasformi".
A breve inizieremo l'autoformazione sul Transpersonale
dopo un lavoro serio di tre anni e più, ma anche lì ci si vedrà in gruppo per gli incontri e i seminari, ma il resto è personalissimo.
Se UNO intende i gruppi di preghiera e di meditazione, oggi ce ne sono una marea, ad ognuno il suo.
(non nego la validità della forza di un pensiero di gruppo monodirezionato anzi! )
Anch'io ho fatto parte di un gruppo di meditazione e preghiera Ananda (tecniche di Yogananda) ma da quando faccio Psicosintesi
sono molto solitaria e in comunione con il mio Io.
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Vecchio 25-02-2006, 11.25.26   #9
fallible
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I gruppi

Buon giorno! sono perplessonel senso che avevo capito che il 3d trattasse della "capacità" di svilupparsi che può essere presente nei mega gruppi Cristianesimo Islam vale anche per il Buddista, il Tantrico, l'Induista.. e anche il Materialista etc etc...
e delle conseguenze che ne derivano da ciò,(credo che sia estremamente difficile definire gruppo una "religione") ora si sta invece discutendo sulla "validità" di appartenere a gruppi ,e qui mi ripeto ,perchè non ci può sentire ora parte di un "gruppo" che è {b] il momento vivendis [/b], é appartenenza ad un Tutt'Uno, che fa sciogliere l'animo Leopardiano che è in noi (la sofferenza) e fa distendere il viso nel sorriso com-passionevole del Buddha?

x per papera.., scusa come puoi in una ricerca verso l'Unità (non il giornale ) agire ma il resto è personalissimo.
(riporto le tue parole perchè esplicative ....credo).
fallible is offline  
Vecchio 25-02-2006, 12.46.35   #10
paperapersa
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Re: I gruppi

Citazione:
Messaggio originale inviato da fallible
[B il x per papera.., scusa come puoi in una ricerca verso l'Unità (non il giornale ) agire ma il resto è personalissimo.
(riporto le tue parole perchè esplicative ....credo). [/b]

l'esperienza del senso di Unità, il "misticismo", l'ascesi, non possono che essere "individuali".
ricambio
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