Aletheia
di Emanuela Trotta - indice articoli
La precarietà del vivere
Gennaio 2021
In un mondo che cambia continuamente, senza identità, senza orientamenti, l'uomo diventa fragile, costretto a modificare i propri schemi mentali, senza neanche il tempo di assimilarli, destabilizzato da regole in continua evoluzione.
I rapporti umani e i legami sociali sono mutevoli, e le identità labili.
In questo contesto, la famiglia non viene percepita come un rifugio sicuro, non è più considerata come un punto di partenza, ma un punto di arrivo, perdendo la dimensione progettuale. Le relazioni affettive vengono rinegoziate, e spesso considerate scelte funzionali all'autorealizzazione personale, dove la solidità dei rapporti è considerata come un'insidia che limita la propria libertà personale.
Anche il lavoro contribuisce ad intensificare la vulnerabilità, ponendo in una condizione in cui l'autonomia e la capacità di autodeterminazione dei soggetti è permanentemente minacciata da un inserimento instabile, dentro i principali sistemi di integrazione sociale. Un uomo che appare sempre più avvilito da occupazioni incerte, che non danno garanzie di continuità nel tempo, dove il provvedere al proprio mantenimento rasenta la pura sussistenza.
In questo clima di precarietà, il mondo del lavoro, che in passato era luogo di solidarietà e sostegno reciproci, oggi è luogo di competizione e diffidenza, dove è presente solo un'indignazione senza progetti, con la sola consapevolezza di ciò che non si vuole; dove precarietà e vulnerabilità finiscono per dividere, non unire, senza nessuna condivisione della comune condizione di disuguaglianza.
Ci si trova di fronte al paradosso di una moltitudine di individui, isolati tra loro, che non riescono più a concepire una reale solidarietà.
La cultura costituisce l'unico strumento di liberazione, che ci consente di prendere coscienza di queste dinamiche, di sviluppare un pensiero critico, capace di affrontare le relazioni sociali, gestire le proprie emozioni, e smascherare le contraddizioni di una società che ha perso la propria identità.
La responsabilità non è pura accettazione, ma rivendicazione delle implicazioni della nostra libertà, la libertà di avere ancora la possibilità di scegliere, di poter ancora invertire la rotta e cambiare direzione.
Emanuela Trotta
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