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Riflessioni sull'Antroposofia. La Scienza dello Spirito

Riflessioni sull'Antroposofia

La Scienza dello Spirito

di Tiziano Bellucci   indice articoli

 

L'anima senziente veicolo della rappresentazione e del giudizio

Aprile 2016

 

Si potrebbe dire a tal punto: “se io fossi solo provvisto di un corpo senziente, il mondo mi apparirebbe come un mero accostamento di sensazioni e percezioni poste nello spazio e nel tempo; un aggregato di stimoli sconnessi, privi di forma. Affinché sorgano in me delle immagini, devo avere la possibilità di usare il Pensiero, il quale mi è dato dalle forze dell’anima. Solo tramite il pensare mi è possibile vederne la forma e così “intuire” se una cosa mi è più o meno utile, più o meno organizzata o evoluta”.

 

Il corpo senziente si può definire come un "fodero" in cui s'inserisce, un’altro arto della natura umana: l'Anima senziente,  la quale  invece pratica nell’uomo la prima vera e propria manifestazione dell’esistenza di un mondo interiore, anche se si può dire che l’avvertire della sola sensazione data dal corpo senziente, è pur sempre qualcosa che origina la sensazione di avere un senso interiore, che ci distacca dal mondo.

 

Percezione e rappresentazione

I processi fisici ed eterici che si attuano nell'uomo quando si volge verso il mondo non contengono in sé alcuna sensazione percettiva; è il corpo senziente l'arto che genera la percezione e la sensazione, che fa sorgere la percezione sensoria inviandola all'anima senziente la quale la compenetra di istinti e passioni, di simpatie e antipatie, generando la rappresentazione.

Il corpo senziente dona l'attività di sensazione relativa alla percezione; l'anima senziente conserva in sé la rappresentazione attraverso il Giudizio. E’ capace di conferire facoltà di giudizio nel suo portatore, tramite la comparsa della simpatia ed antipatia.

Si potrebbe dire che il corpo senziente dona la percezione oggettiva del mondo esterno, senza far penetrare in ciò alcunché di personale, o meglio non ha facoltà di far sorgere il giudizio in merito alla cosa osservata: non gli si contrappone, ma la presenta solo quale immagine che dal fuori vuole penetrare all'interno dell'uomo.

La facoltà di giudizio compare quando interviene l'anima senziente: questa è la vera e propria particolarità dell'essere animico: il poter scegliere fra una cosa che è piacevole rispetto un’altra che pare spiacevole.

Il corpo senziente è capace solo di dire: “la rosa è rossa, la rosa è pungente, la rosa è profumata.”; sino a qua non appare nessun giudizio, ma solo una constatazione oggettiva.

Solo quando entra in azione l’anima senziente si può parlare di giudizio; essa infatti dicendo: “la rosa è bella”, esprime una partecipazione o un opposizione ad essa.

Il giudizio è una facoltà animica presente anche nell’animale, anche se la bestia non giudica su basi morali, ma solo in termini di leggi naturali.

Nell’animale, non vi è un’Io: in lui esiste solo il corpo Senziente e l’anima senziente, la quale appartiene all’Io di gruppo animale: tramite essa, l’essere spirituale che governa la specie di appartenenza del singolo animale, infonde la sua particolare legge istintiva e passionale.

In tal caso appare lecito l’aver affermato che anche l’animale possiede come l’uomo, un’anima senziente: in tal modo la bestia può usare il Pensare per vedere apparire le forme del mondo esteriore: anche se non è possibile parlare di un Pensare similare a quello umano. Affinché un Pensare sia autocosciente di sé, individuale e autonomo, il Portatore deve possedere ancora un arto maggiormente superiore che sia capace di conferire durata e permanenza alle esperienze sperimentate. Sino a che non vi è possibilità di memoria, non vi è autocoscienza, ma solo coscienza di sé; l’animale non ha un “io”: ed è proprio tale mancanza che non lo accomuna all’uomo. Dell’Io e della memoria si parlerà più avanti.

L'anima senziente si connette con il corpo senziente, ma solo durante la veglia:  portandovi istinti e passioni; nel sonno essa esce dai corpi fisico, eterico, senziente per entrare nei mondi spirituali; l’essere che rimane sulla Terra appare così immoto e incosciente.

 

 

L’antica elaborazione subcosciente dell’io

 

Donde proviene l’anima senziente?
L’arto animico anima senziente, è il frutto di una creazione subcosciente che si è aggiunta nel tempo, agli altri veicoli: una produzione inconscia effettuata dall’Io dell’uomo stesso, tramite l’interazione reciproca di Io e corpo senziente.

Durante il passato evolutivo dai primordi dell’esistenza terrestre sinora, quando le Forze direttrici dell’evoluzione permisero l'entrata di un io individuale nel corpo, cominciò un lavoro subcosciente dell’Io tramite gli stimoli offerti dai corpi inferiori: tramite le sensazioni dategli dal corpo senziente egli ha trasmutato una parte stessa di tale corpo senziente elaborandolo in una sostanza più fine, generando un arto più spirituale: appunto l’anima senziente.

Si potrebbe dire in altri termini: tramite l’interazione dell’Io sommata con la stimolazione percettiva sensoriale officiata dal corpo Senziente, dalla stessa sostanza del corpo Senziente si è generato, nei millenni d’evoluzione sulla Terra, un arto intermedio fra la sostanza astrale e la sostanza spirituale dell’Io: l’anima Senziente, un arto più indivualizzato, pur sempre di natura animalesca. Anche l’animale lo possiede.

La stessa elaborazione subcosciente dell’Io venne prodotta anche tramite l’azione influssa degli altri corpi fisico ed eterico: si generarono anche altri due arti animici che verranno considerati e studiati più innanzi.

 

 

Il corpo astrale

 

Il corpo senziente lega alla corporeità l'anima senziente.  L'anima senziente è strettamente legata al corpo senziente o della sensazione (dato che esso le invia la conoscenza attinta dal piano sensibile), sin da formare l'una insieme all'altra, un unico elemento costitutivo dell'uomo, per ovvia logica di interdipendenza. Un'antica tradizione ha chiamato quest'unione in stato di veglia nell’umano, fra corpo senziente e anima senziente, Corpo Astrale.

Nella Bibbia, Mosè lo chiama RUAH, san Paolo, "PSICHE'".

L’anima senziente connessa con il corpo senziente, (o corpo Astrale) sono un'aggregazione di forze  animiche che rendono possibile la comparsa entro l’anima umana e animale, di sensazioni, percezioni, passioni, emozioni, appetiti, desideri, brame e aspirazioni.  Il corpo Astrale appartiene al Mondo astrale.

Il mondo astrale o mondo emozionale o animico è suddiviso in 7 piani o mondi.

 

Il corpo astrale planetario

Va considerato che, come il corpo eterico, anche il corpo astrale di un individuo non è affatto separato dagli altri corpi astrali. Il corpo astrale è infatti in intima connessione con la natura astrale dell'intero pianeta e con il corpo astrale delle altre persone e degli animali. Esso appare anch'esso presieduto da un'entità planetaria.

Il corpo astrale di ogni uomo e di ogni animale è dunque immerso nel mondo astrale planetario nel quale vivono ed operano miriadi di entità (astrali) che non percepiamo direttamente, ma che ci influenzano. Questo corpo essendo suscettibile di influenza da parte di ondate di emozioni collettive, di popolo o di zona, può causare nel singolo l'apparire inconscio di tali idee o sentimenti a lui inconosciuti, che però diventano operanti.

 

Il permanere: il ricordare

Si è detto che il corpo Astrale è ciò che conferisce "l'aver coscienza" in senso percettivo e rappresentativo; ma se tale arto fosse lasciato a sé stesso, come negli animali, si avrebbe coscienza di un oggetto solo per il tempo per cui esso rimane presente di fronte alla percezione dei sensi e scomparirebbe nello stesso momento in cui cessa la sua presenza davanti agli stessi.
 L'ente che realizza il "permanere" di un evento con valore di ricordo, donando quindi durata alla conoscenza, proviene appunto da quella parte dell'anima che viene chiamata Anima Senziente.(che sente)  Non che sia essa stessa la forza capace di conservare i ricordi, perchè ciò è sola prerogativa dell’Io umano, ma è per tramite di questa che appare la prima manifestazione spirituale dell’Io nel mondo.

 

Il vero corpo astrale

Il corpo Senziente, sommato all’anima Senziente si può definire anche con il nome di corpo astrale inferiore, o meglio esso è ciò che ordinariamente si intende con la Scienza dello Spirito quando si parla di corpo astrale e di mondo astrale come piano animico: ivi risiedono tutti i bassi istinti, le brame e le passioni animali, ossia la natura impura, passionale, emotiva e istintiva, che si lega alla corporeità; e si potrebbe definire corpo astrale superiore, l’unione di altre due componenti animiche che si legano all’Io (che verranno considerate più avanti)quale arto capace di cogliere la Purezza spirituale delle manifestazioni sensibili.

 

Il Corpo di luce astrale colorata

E’ un corpo sottile che esprime la vita di pensiero e sentimento. Non ha una forma precisa: assomiglia ad un nube ovoide, che compenetra il corpo fisico ed eterico. Esso muta di continuo movimento, forma e colori. Assume contorni e cromatismi corrispondenti allo stato d’animo del suo portatore. A seconda di ciò che interiormente viene sperimentato in termini di rabbia, gioia, compassione, egoismo il corpo astrale appare con colori e forme cangianti  evanescenti e brillanti,  che si presentano e scompaiono  in un gioco molteplice e variopinto.

Nell'anima quindi, con l'alternanza del piacere e dispiacere ci si genera interiormente un proprio mondo, conforme ai propri stimoli.

L'anima senziente gode della bellezza in "me"; il suo vero mondo è quello dell'egoismo.

Tale arto ha facoltà oltre che di memoria anche quindi di elaborazione sentimentale e pensante; ciò avviene perchè come col corpo, essa entra in condizione di reciprocità anche col pensare, cioè è in comunicazione con lo Spirito che è l'Io: innanzitutto usa il pensiero.

Come la forza vitale compenetra il corpo Fisico, così la forza pensante compenetra l'anima Senziente.

Tale forza di pensiero la illumina, ma essendovi qui una connessione più vicina con la materia, tale potenza viene utilizzata solo per scopi tipici della vita dell'anima, ossia per vantaggi propri, egoistici.

 

 

L’amare e il bramare

 

Ciò che nell'uomo medio determina l'emozione e il sentimento dell'amore, nulla ha a che fare con l'Amore con la "a" maiuscola.

L’amore comune, si determina tramite stimoli puramente legati alle sue funzioni organiche; è la legge di procreazione che realizza il manifestarsi del desiderio: l’uomo appare coinvolto da passioni che sono nascoste da un velo di poetica ipocrisia inconscia, la quale lo fa sentire sospinto da ideali puri ed elevati, ma che in realtà non sono null'altro che la "maschera" di un animale che è in lui e che lo attrae verso istinti tipici del regno animale.

L'Amare è un sentimento insito nell'uomo, ma ancora allo stato embrionale: egli avendolo in sé, lo trae come modello, ma lo realizza imperfettamente, perchè non avendo in sé un'esatta percezione e intuizione della Realtà e della Verità, viene sviato dalla marea di istinti e passioni basse che lo stordiscono, lo imbarazzano, generando in lui confusione al punto di "perdere" l'esatta definizione della parola magica "Amore", la quale ha un valore e potere Divino.

L'uomo non è capace di amare veramente, o per lo più "crede" di amare, appunto sino a quando ciò non gli diventa sconveniente; a tal punto se ne libera, come soffocato da un peso enorme.

E ciò, rappresenta dal punto di vista universale Divino, l’esatto contrario del concetto di Amore.

L’uomo scambia l’Amare con il Bramare; un filosofo antico diceva: “gli uomini aman le donne così come i lupi aman gli agnelli”.

Sul piano terreno, si può asserire che il vero Amore ancora non esiste; ciò che si realizza, sul piano dei rapporti sentimentali non è altro che un solo "comunicare", un "progredire", un "accompagnarsi lungo il cammino, affinché il viaggio sia meno pesante e più sereno".

L'esperienza, offerta in ogni cosa della vita, ivi compreso l'amore, è sempre e comunque indispensabile per migliorare l'individuo; anche se è d'obbligo che qualora vi sia un guadagno di conoscenza attraverso l'esperienza che ha condotto l'essere a migliorarsi, occorre che di conseguenza vi sia una perdita, altrimenti senza la sofferenza non vi sarebbe possibilità né di cambiarsi e né di accorgersi di ciò che si è perso e guadagnato.

La gioia e il dolore così si alternano, generando il discernimento.

Innanzi alle prove della vita nulla succede per caso, ogni evento è un impulso che spinge l'essere a salire i gradini della scala dell'evoluzione spirituale.

 

 

Il “dito” animale e il “corpo” umano

 

Nell’antichità si diceva che l’uomo è uno Spirito prigioniero entro un corpo di animale; e ciò a ragione, perchè in lui si possono indubbiamente trovare sia fisicamente che animicamente delle condizioni che lo accomunano al regno animale.

Il corpo senziente umano è della stessa natura del corpo senziente animale; in questo operano i medesimi esseri elementari, i quali sono guidati da entità superiori del mondo astrale. Nell’animale però non vi è un io individuale:  la bestia, come singolo esemplare, è solo uno dei molteplici arti che costituiscono l’intero corpo di una singola Entità spirituale. E’ l’espressione manifestante un'anima di gruppo o spirito di gruppo. L’animale è come un dito che viene immerso nel mondo fisico dall’anima di gruppo durante la veglia: l’intera mano rappresenta la totalità di tutti i singoli animali della specie che si muovono per il mondo fisico: essi riuniti nella loro totalità formano sulla Terra, l’intero corpo fisico dell’Io collettivo, che invece resta sempre nel mondo soprasensibile. L’uomo invece è come se fosse, preso singolarmente, non un dito, ma l’intero corpo del suo Io, che viene immerso nella materia durante il giorno.

Ora, avendo detto che il corpo senziente è comune nella sua sostanza, sia nell’uomo che nell’animale, è ovvio che tramite esso si esplichino in entrambi i medesimi impulsi di naturale conservazione o preservazione della specie.

Anche l'uomo accoglie in sé in parte, come gli animali, i medesimi spiriti di gruppo sopracitati: essi fanno sentire il loro influsso penetrando entro il corpo senziente e l’anima senziente umana; l’origine della presenza di passioni e istinti di conservazione animale entro l’uomo, non provengono dall’Io dell’uomo, ma dalle influenze di queste Entità spirituali animali entro il suo corpo astrale. Ma essi non riescono ad agire pienamente nell’uomo come avviene nell’animale. La legge di preservazione della specie va a cozzare contro la facoltà di individuale libera determinazione che pur promanando dall’Io, riluce debolmente entro l’anima senziente umana: questa, anziché sottostarvi e uniformarvisi, utilizza tale legge per accrescere il proprio godimento, la propria soddisfazione.

Nell'animale, vi è l'istinto, infusogli dalla sua anima di gruppo, che lo avvisa interiormente e inconsciamente dei pericoli e dei compiti che deve adempiere nella sua esistenza: è indiscutibile infatti l'esistenza di un "sesto senso" presente nel mondo animale, il quale li avverte "occultamente" circa tutte le attività che in lui appaiono preordinate, prefigurate: le migrazioni, i periodi dell'accoppiamento, gli adattamenti alle condizioni climatiche, gli avvertimenti circa gli eventi meteorologici e catastrofici, sono tutte manifestazioni dell'azione del loro proprio spirito di gruppo.
 L’animale è guidato ineluttabilmente dai suoi istinti, non è libero di scegliere suoi personali fini e i scopi: esso è limitato dalla legge Naturale che lo pervade.

Nell’uomo l’istinto non compare in modo così presente come nell’animale: ossia è presente, ma l’uomo può scegliere e addirittura andare contro ciò che la sua natura interiore vorrebbe imporgli.

Minore saggezza, maggiore libertà. Se l’uomo si attenesse a ciò che la Natura gli dice di fare, non sarebbe libero di sbagliare, quindi di imparare.

Si può cogliere qui il senso propedeutico contenuto entro la libertà dell’uomo; solo nella libertà si potrà generare un Amore vero che scaturisce dall’egoismo: un Amore libero che ha conosciuto la prigionia dell’egoismo.

L'anima senziente utilizza il pensiero per soddisfare i propri bisogni, smossi dai processi di attrazione e repulsione, di simpatia e antipatia, che sono di lei propri.

La forza di pensiero utilizzata per scoperte, invenzioni che hanno migliorato lo stato di vita dell'umano, è frutto dell'azione generata dall'anima Senziente: essa sente di dover soddisfare i suoi bisogni, di migliorarsi, anche se per ora, opera solo a vantaggio del suo modo di goderne dal  punto di vista fisico.

Serve ricordare che è innegabile, nell'uomo attuale, la sensazione che nei beni materiali non vi è che una fittizia soddisfazione dei propri bisogni; ma tale consapevolezza non si è presentata all’improvviso da sé stessa. Solo tramite l'esperienza e il discernimento offertogli appunto tramite la sua anima senziente nel susseguirsi delle passate molteplici incarnazioni, in lui si è acuita la coscienza dell’effimeratezza dei beni fisici corruttibili,  tanto da poter suscitare così nel tempo, nuovi arti animici più elevati e spirituali.

 

 

La coscienza e l’astrale

 

Abbiamo visto che il corpo eterico ha il compito di formare e di mantenere la salute del corpo fisico; il corpo astrale svolge invece un'azione opposta: esso ha un effetto distruttivo (catabolico) sul corpo fisico, infondendo in esso una costante tendenza alla malattia.

In realtà ciò è necessario che avvenga affinché si manifesti la "coscienza": essa viene acquisita sempre e solo a mezzo della "distruzione" o meglio "bruciando" sostanza fisica; ad esempio ciò si può dimostrare nel processo di "ossidazione" che avviene nel cervello e nel corpo umano. Tale fenomeno è pari ad una "combustione", ad un bruciare il glucosio tramite l'aiuto dell'ossigeno contenuto nel sangue; è curioso notare che esso avviene in tutto l'organismo, ma in modo assolutamente primario e principale all'interno del sistema nervoso, il quale è lo strumento intermedio che rende possibile il manifestarsi della coscienza.

Durante il sonno, il corpo astrale abbandonando il corpo fisico e il corpo eterico, porta con sé la coscienza, interrompendo così l'azione distruttiva per permettere ai processi rigenerativi di lavorare indisturbati.

Con ciò si può comprendere la grandissima vitalità delle piante, le quali non hanno contrasti apportati da processi astrali di coscienza.

Le cause e l’origine dell’attività di Pensiero e di Memoria non risiedono però nell’anima senziente; in essa si può ritrovare solo la scaturigine di istinti e passioni, permeati di pensieri.

 

Occorre ricercare altrove le forze del Pensare e dell’intelligenza:

 

"L'Io inferiore o  corpo Mentale, RIFLESSO DEL VERO IO UMANO" (il mondo Mentale)

 

Come prima abbiamo accennato, dal  lavoro subcosciente e stimolante del corpo senziente verso l’Io umano si è generata l’anima senziente; le percezioni fecero apparire nell’uomo e nell’animale la sensazione di dualità oggetto (percipiente) e soggetto (percepito): mondo interno e mondo esterno.

Con l’originarsi di una dualità, nacque simultaneamente anche oltre la sensazione di contrapposizione, anche il bisogno di scegliere di selezionare le cose esterne per ricavarne un uso; sorse l’apparire della simpatia e dell’antipatia nei confronti degli enti che si presentavano innanzi all’anima senziente a seconda che essi fossero a lei utili o non utili; come se essa dicesse: “quella cosa mi serve, mi dà piacere; mi piace, quindi è buona, è bene. Quella invece non mi è utile, anzi mi è d’intralcio: è cattiva, è male.” Così si originò la prima forma di Giudizio. Sino a quel punto l’uomo era quasi come l’animale.

Si generarono quindi forze del sentire-volere, anche se volte a “volere” il mondo solo per sè, in senso strettamente egoistico.

Il corpo eterico, ha facoltà di fungere da “archivio” mnemonico ove vengono depositati tutti i ricordi passati, conferendo così l’esperienza della percezione dell’elemento “tempo”; inoltre esso è anche l’arto che contiene le qualità di temperamento e di carattere esprimenti la personalità dell’individuo in una data incarnazione.

La percezione di un mondo interiore contrapposto ad un mondo esteriore, generò nell’uomo la comparsa in sé stesso di innumerevoli domande ed enigmi da risolvere.

Si produssero così forze del sentire, capaci di stimolare nell’uomo l’impulso verso la ricerca della Verità, della Giustizia, del Bene e del Male,   quindi di intellegere, di creare filosofie mistiche e di pensiero.

L’insieme di tali forze ed esperienze praticarono verso l’Io umano il sorgere di un arto superiore: l’anima razionale.

Anche attraverso l’arto del corpo fisico, l’Io suscitò un’anima più elevata: l’anima cosciente.

Con l’agire tramite il corpo, e il pensare conferito dal cervello fisico, che suscitò un pensare riflesso individuale, egli si rese capace di poter ricercare entro sé stesso e nel mondo i modi non solo per conoscere, ma per incontrare e vedere le cause che lo emanarono: può ora divenire capace di volere, di sentire e di pensare lo Spirito dell’Io universale,operante entro e fuori di lui: Dio.

 

Tiziano Bellucci

 

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