Riflessioni sull'Antroposofia
La Scienza dello Spirito
di Tiziano Bellucci indice articoli
Da Gesù a Cristo. Riflessioni antroposofiche sul Vangelo di Giovanni.
Vangelo 6,51 “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo”
Commento e interpretazione antroposofica a cura di Tiziano Bellucci - Gennaio 2017
Il Cristo è la forza che costituisce il Sole, è il Dio del sole, Aura Mazda: l’energia che rende possibile la vita sia sulla terra, sia dentro l’uomo.
Il Cristo è al contempo un elemento costitutivo dell’uomo: la forza del suo corpo eterico, vitale. Si tratta di un corpo che rende possibile la vita nel corpo fisico. E’ il catalizzatore del nutrimento del corpo, il vero “pane” vivente.
Il “pane che scende dal cielo” è la vita che scorre entro il corpo eterico: il “prana” indiano, l’alimento solare per eccellenza. Che è della stessa natura del Cristo, Essere solare.
Dicendo “io sono il pane vivente che scende dal cielo” significa: “io sono il Sole: prima vivevo entro il sole, ora viva entro l’uomo, nel suo corpo eterico, quale raggio di “sole” umanizzato.
Al contempo il corpo eterico è anche l’elemento che rende possibile la comparsa nella coscienza umana del pensiero. Il corpo vitale è quindi “portatore” della vita del corpo e del pensiero.
Il “pane” simbolizza l’energia cosmica in grado di nutrire, di dare possibilità di vita. Il Cristo afferma qui di essere il stesso Principio che sta alla base dell’universo: la vita, il prana, l’etere vitale. Annuncia di essere la Forza cosmica attraverso cui ogni essere può nutrirsi. Le Forze zodiacali che convergono nel Sole tramite il calore e la luce suscitano vita, mantengono in vita il sistema solare, terra in primo luogo. Tali forze si mostrano nelle Gerarchie angeliche, che fungendo da mediatori, immettono sostanza di Luce-Vita sulla terra. Queste gerarchie sono le stesse che donano all’uomo,quando si incarna, un corpo eterico individuale, tratto dall’etere cosmico sovra individuale. Ciò che viene detto “Logos” è tale potenza zodiacale, che scende dall’alto (cosmo) per scendere sulla Terra. Si tratta quindi di un “pane vivente”.
Questo “pane di vita” nell’uomo oltre che a presentarsi come sua propria sostanzialità eterica, come corpo vitale individuale, si può identificare anche con ciò che è detto “pensare vivo”. Come viene detto anche nel Prologo: “in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”- Il Cristo appare come datore di vita e luce che illumina sia il mondo fisico esterno, sia l’interno dell’uomo, tramite il pensiero.
Quando l’uomo si dedica ad una vita esoterica, riesce ad arrivare a praticare un pensare rafforzato, più energico, il quale “penetra” il velo della materia e “vede” il vero contenuto del mondo. Prima nascosto.
Il “pane Cristo” simbolizza quindi il pensare che ha superato la forma dialettica.
53 Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Poiché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui.”
Chi non si nutrirà solo di impulsi dei sensi, fisici e non di percezioni spirituali morirà per il mondo spirituale. Alla propria morte egli non conoscerà di essere ancora vivo, non ne avrà le forze per vivere consapevolmente l’aldilà.
Il pane “celeste” (Manna) che veniva dato da Javhè era la rivelazione della Torah, dell’antica religione del Padre. Era un pane che “nutriva” lo spirito umano in modo ispirato.
Il pane “vivente” dato dal Cristo, è invece un nutrimento che scaturisce dall’interno dell’uomo. Si origina dal suo corpo eterico umano, dal suo pensare cosciente. Un pensare che si è attivato, è capace di scorgere l’essenza reale del mondo. Scorge il divino operante ovunque: non lo pensa o lo suppone soltanto, lo “vede” come percezione chiaroveggente. Viene usato il corpo eterico (pensiero attivato) come organo di percezione dello spirito umano, che vede lo spirito oggettivo del mondo.
Come fare per nutrirsi, ricevere il pane vivente di cui parla il Cristo?
Compenetrarsi profondamente dei contenuti riferiti al mistero del Golghota (morte e azione salvifica del sangue di Cristo) uniti ad una reale e seria disciplina esoterica di trasmutazione. Questo è nutrirsi del pane (corpo eterico trasformato dall’io Cristo) e del vino (sangue purificato dal principio dell’io Cristo).
Tiziano Bellucci
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