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Riflessioni sull'Antroposofia. La Scienza dello Spirito

Riflessioni sull'Antroposofia

La Scienza dello Spirito

di Tiziano Bellucci   indice articoli

 

La meditazione della Rosacroce: una possibile via per la purificazione sessuale

Febbraio 2014

 

Sino a che non si è raggiunta la purificazione del pensare, non ha senso imporsi limiti sul sesso o sull’esercizio di altre passioni: non esiste un “modo” per distinguere il bene dal male con le ordinarie umane facoltà. Così come l’uomo nasce, così come è predisposto è predestinato a distinguere il bene dal male, e quindi è soggetto all’errore. Nessuna scelta può essere quindi premeditata, giudicata e applicata nella vita sessuale prima di una purificazione avvenuta. Ci si deve “contentare” di fare sesso in maniera “umana”, sino a quando spontaneamente sorgerà nell’anima la giusta disposizione e la giusta maniera di intendere, di rapportarsi con ciò che ordinariamente è intenso come “passione o istinto”.

Esiste una meditazione completa, data da R. Steiner nella Scienza occulta, che trovo particolarmente indicata per la purificazione del corpo astrale umano: che è da ritenersi l’ente nel quale è contenuta la “potenza di interferenza” luciferica. Ente in cui si insidiò l’antico influsso, veivolo tramite cui si realizza l’alterazione della vivente forza eterica di pensiero in pensiero logico e razionale. Lo “scadere” del vivo pensare nel morto pensare crea l’equivoco eterno che fa apparire il bene e il male come due realtà separate. Mentre una è la Forza, una è la Potenza.

Questa meditazione è la Rosacroce. Essa tende a realizzare una purificazione del corpo astrale in Sé spirituale. Che è la mèta della liberazione dal giogo degli ostacoli: ne è l‘alchemizzazione.

Fondamentale è identificare la potenza di ciò che è ora in noi istinto e passione come alterazione di qualcosa che in sé sarebbe purissimo: forza di propagazione della vita cosmica, che ci appare “sporca “ solo in funzione di una “distorsione” astrale, che la utilizza non come tale, ma per altri scopi egoici.

Le passioni e gli istinti che vivono e sperimentiamo in noi sono quindi il prodotto di una “falsificazione” delle purissime forze di vita che risiedono nel nostro corpo eterico. E che hanno altri scopi. Primo fra questi è la ricerca del mondo spirituale di crearsi un identità come spirito individuale. Si può dire che in virtù dell’influsso luciferico, tutto ciò che in noi sarebbe “brama dello spirito che cerca se stesso”, che diviene naturalissima forza di riproduzione, di alimentazione, di riparo, ecc  viene metamorfosato in desiderio. Ciò che dovrebbe essere uno scopo cosmico, una necessità naturale si altera in smania egoistica. Si vogliono rendere individuali i bisogni, soggiogandoli e fruendoli secondo le proprie tendenze.

Che significa anche utilizzare i bisogni del corpo in edonistiche occasioni di piacere.

Ci si dimentica della funzione cosmica di un bisogno, per usufruirne come piacere personale in funzione di una voce interiore che dice: “fai ciò che ti piace; utilizza tutto ciò che ti procura piacere”.

Sino a quando vi è pulsione sessuale incontrollata, e compare il desiderio e  l’eccitazione sessuale, non è possibile parlare della comparsa, dello sviluppo iniziatico della facoltà immaginativa, della chiaroveggenza sana, in senso “regolare”. Essendo le tue cose, incompatibili. La presenza di una attività sessuale inconsapevole, smodata e impura, annulla la possibilità della veggenza.

Sino a che l’istinto non viene dominato, o meglio compreso, si è determinati dalla natura.

 

Nel sesso, è incantato il mistero del regno vegetale: il mondo della vita eterico, è l’espressione della cerchio eterno della vita, che gira su se stesso senza fine: il serpente che mangia la sua coda. Mistero che vive come vita del corpo, vita dell’anima, vita del pensiero.

Così come il sesso crea una nuova forma fisica vivente, il pensare crea forme, immagini di pensiero. Il pensare è figlio della forza sessuale riproduttiva: venne ad esistere in virtù di essa, nell’era lemurica.

Il sesso è la madre del pensiero umano. Il grande peccato non è fare sesso, così come pensare non è peccato. Peccato è inserire il pensiero facendo sesso. Usare il potere di fantasia contenuto nel pensiero per disegnare immagini erotiche, è dissacrare il pensiero e il sesso. Unire l’immaginazione impura con la brama del sesso è sporcare la divinità dell’atto sessuale. Il sesso non è mai sporco. Lo diventa quando lo si macchia di pensiero impuro.

Usare il pensiero per godere del sesso o alimentarlo con fantasie è corrompere la natura del figlio e della madre. E’ compiere l’incesto: unire impropriamente il figlio con la madre.

Attraverso un attività descritta nei libri Iniziazione e Scienza occulta, si dovrebbe causare prima il risveglio del centro frontale della mente, la sua discesa nella laringe e nel centro cardiaco. Attuando la cosidetta “translazione della coscienza dal capo al cuore”. La sede del pensare e della consapevolezza deve spostarsi nel cuore. Con ciò si indica anche il “pensare del cuore”. Questo evoca anche l’immagine della Pentecoste. La discesa dello spirito santo come lingua di fuoco dalla testa entro l’uomo, dall’alto verso il basso.

A tal punto si avrà nella regione del cuore, un incontro fra le forze spirituali coscienti, umanizzate che vengono dall’alto, con quelle incoscienti e istintive promananti dal basso.

Nel caso di un discepolo dell’occultismo, la pratica della concentrazione, della meditazione e della contemplazione genererà una purificazione nell’iniziando. La pulsione sessuale giungerà ad essere sovraintesa in modo cosciente. L’interesse per il godimento sessuale verrà determinato e scelto dall’uomo stesso, tramite la sua consapevolezza e non infusogli dalla natura corporea. Senza alcun intervento limitativo, coercitivo, sia mentale che emozionale il discepolo gestirà la sua sessualità in modo sano e responsabile. Si deve sapere attendere il tempo in cui, il dominio di sé arrivi a maturazione. Non esiste quindi una “tecnica” erotica oggigiorno. Né la privazione ascetica, né la pratica orientale possono portare avanti l’uomo moderno.

 

Tiziano Bellucci

 

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