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Riflessioni in forma di conversazioni

Riflessioni in forma di conversazioni

di Doriano Fasoli

Interviste a personaggi della cultura italiana e straniera - Indice


Elémire Zolla, pensatore mistico e maestro di spiritualità

Conversazione con Grazia Marchianò Zolla
di Doriano Fasoli per Riflessioni.it

- giugno 2005
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Montepulciano. Incontro per la mia rubrica “Riflessioni in forma di conversazioni”, Grazia Marchianò Zolla, orientalista e estetologa, già professore ordinario di estetica all'Università di Siena-Arezzo, dottore honoris causa alla Open University, Edimburgo.
È di suo marito,
Elémire Zolla – a distanza di pochi anni dalla scomparsa - che intendo parlare con lei. Per saperne un po’ di più, su quelli che sono i primi contributi postumi dedicati all’opera complessiva zolliana.
Voglio ricordare che Zolla fu americanista, comparatista, filologo e teorico di rilievo mondiale delle
religioni, degli studi di mistica, esoterismo, alchimia e simbologia. Insegnò letteratura anglo-americana e filologia germanica nelle università di Genova e Roma “La Sapienza”. Sostenitore del sincretismo e propugnatore di una rigenerazione del pensiero occidentale nell’incontro con le filosofie dell’Asia e le civiltà indigene.

Qual è attualmente l’oggetto dei suoi studi, Signora Marchianò?
A partire dal 2002, l'anno in cui Elémire Zolla si è, per così dire, ritirato dai suoi scritti, lasciandoli sparsi in bell'ordine sui tavoli in casa, domandarmi qual è l'oggetto dei miei studi, suona ai miei orecchi pleonastico. Moltissimo di ciò che era stato al centro della mia vita di ricerca intellettuale, accademica e di scrittura accanto e tuttavia distintamente da lui - come accade a ogni coppia affiatata di intellettuali, ha preso inevitabilmente a ruotare sull'asse di Zolla, ai fini di tutelare la sua vastissima opera edita e inedita e reinterpretare nel modo possibilmente più rigoroso il suo pensiero strato per strato. Di questo compito non facile, pienamente dovuto alla sua memoria e a beneficio di una nuova generazione di lettori in questo paese, mi occupo personalmente con tutte le energie di cui dispongo. Al momento, solo affluenti secondari del piccolo fiume di energia personale va nelle direzioni che erano state centrali nella stagione precedente della mia vita, studi e scritti di
estetica, filosofia buddhista e orientalismo in italiano e inglese, sinergie con comparatisti e pensatori transculturalisti in molti paesi europei e extra-europei in vista di proiettare una visione conciliante e unitiva delle vie di conoscenza di Oriente, Occidente e delle tradizioni indigene.
Conoscendo dall'interno l'opera di Zolla mi sono resa conto - da quando ho dovuto riprendere a camminare da sola - che il suo pensiero e quello nel quale avevo navigato a mia volta, compongono un unico fiume nel quale mi toccava navigare e aiutare a navigare tutti coloro che seriamente lo desiderano.
Cronologicamente, il primo contributo a una visione postuma complessiva di Zolla attraverso l'opera e la sua ricezione critica in Italia e fuori, l'ho dato redigendo la voce
Zolla Elémire per la seconda edizione riveduta della Encyclopedia of Religions, Macmillan, New York 2004, vol. 14, pp. 9984-9987. Si tratta di uno dei più autorevoli Dizionari enciclopedici per le scienze umanistiche e religiose istituito a suo tempo da Mircea Eliade all'Università di Chicago, e accanto a tanti pionieri e maestri di spiritualità del Novecento, spesso misconosciuti in patria, Zolla si trova felicemente in ottima compagnia.
Per l'editore Rizzoli sto completando una vasta biografia intellettuale di Zolla che conterrà una ingente selezione di scritti editi e inediti. Quest'opera uscirà nel 2006 assieme a un'altra che descrivo nella risposta all'ultima domanda. Inoltre, sempre nel 2006, curerò un fascicolo monografico speciale della rivista "Viator" di Rovereto interamente dedicato al pensiero e all'opera di Zolla con contributi critici di studiosi che lo hanno conosciuto in varie stagioni della sua attività accademica e di ricerca tra l'Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti.

L’Italia è un paese in cui si coltiva – per volontà o per ignoranza – una inestirpabile tendenza a dimenticare rapidamente tutto e tutti, anche (o soprattutto) coloro che ne hanno nobilitato, in un modo o nell’altro, l’aspetto culturale. Perciò, le chiedo: l’interesse nei confronti della figura di Zolla, è ancora molto elevato?
Non mi è difficile immaginare come Zolla, se mai l'avesse potuto, avrebbe risposto al quesito: "L'interesse nei suoi confronti, è ancora (corsivo mio) molto elevato?".
Una domanda semplice e innocua se si presume che si possa rispondere mettendo sui piatti di una bilancia l'interesse e il disinteresse, l'attenzione e la disattenzione verso un'opera poliedrica, complessa e controversa qual è la sua, e verso una personalità umana del pari poliedrica, complessa e non facile da sondare.
La questione in realtà è molto più complessa e richiederebbe una lunga spiegazione. L'interesse in vita e in morte per un autore non si accende come un interruttore domestico.


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