Riflessioni dal web Indice
Vivere senza TV
di Wolf
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Quando acquistai casa qui sul monte, e mi dissero che la tv "non prendeva", tutto mi aspettavo tranne che di partecipare ad un esperimento antropologico condotto su me stesso.
Io stesso , se non avessi tenuto un preciso diario (nel mio caso si tratta del cosiddetto BOS) avrei faticato a notare la sistematicità degli effetti di tale privazione.
Allora, vediamo di riassumere cosa mi stia succedendo.
Circa due anni fa ho iniziato a vivere in un luogo dove la TV "non prende". Si tratta di un cono d'ombra generato dal versante nord della valle dove vivo. Questo fa sì che io di fatto non abbia la possibilità di guardare la TV, in particolare i notiziari. La stessa radio "prende" male, sempre per via del cono d'ombra (immagino vi si sovrapponga anche il problema della propagazione nel particolare tipo di terreno). I cellulari faticano, e molti non riescono a funzionare.
L'unico contatto che ho da casa e' Internet. Cambia tuttavia la modalità di utilizzo: internet presume che il collegamento sia un atto volontario, e complesso. Inoltre, non e' possibile fruirne mentre si mangia, o mentre si fa altro. L'uso di internet e' molto differente rispetto alla TV: esso prende solo i residui di tempo (prima faccio le cose importanti, poi SE RESTA TEMPO mi collego). Esso inoltre segue i ritmi naturali: un articolo lo leggo alla MIA velocità di lettura, mentre la TV parla con la velocità di un'annunciatrice.
Che non si ripete, mentre su internet posso riconsultare l'articolo qualora dubitassi di non aver capito.
Di fatto, quindi, non sono escluso dalle notizie. Non sono quindi le notizie in sé e per sé a produrre i cambiamenti, ma la dinamica del mezzo. Innanzitutto l'ansia: a tutti voi sarà capitato di gridare "shhhh" mentre la gente parlava durante un notiziario. questo e' dovuto al timore di "perdere" la notizia, che non verrà ripetuta.
Implicitamente, la TV dice "stai bene attento, perché non lo ripeto".
Questo fa sì che essa venga ascoltata in un forte stato di ansia.
Poiché l'ansia ritorna nel passaggio successivo, ritengo che segnalarla adesso sia importante.
Ho iniziato a notare PESANTI effetti della mia "disconnessione dal sistema televisivo" solo quest'anno, quando hanno iniziato a farsi pesanti. La mia e' quindi un'indagine retroattiva, condotta mediante il mio diario personale, allo scopo di spiegare le modifiche pesanti nel mio comportamento.
Una delle prime cose che ho notato , negli ultimi tempi, e' una variazione del concetto di "trusted society". Per "trusted society" intendo il numero medio di persone dalle quali NON temo possa provenire un pericolo.
Facciamo un passo indietro. Non ho mai assistito ad un omicidio. Nel paesello in cui sono cresciuto, non c'e' mai stato un omicidio da quando sono nato. Dove vivo oggi , idem. Non conosco nessuno che abbia vissuto in prima persona un omicidio, non ovviamente come vittima ma come "coinvolto nella vicenda".
La verità è che l'omicidio, in sé, non appartiene alla mia sfera delle esperienze reali.
Esso può essere una "notizia", ma NON E' REALTA'.
Dal mio punto di vista, perlomeno.
E la stessa cosa vale , di fatto, per il problema generale della criminalità. Se io esamino la realtà materiale della mia vita, posso dire con assoluta certezza che la criminalità NON sia un vero problema. Ho subito circa un paio di furti in 33 anni, entrambi per mia sbadataggine. Ho reso facile la vita ai ladri, insomma.
Con una media simile, posso dichiarare allegramente che la criminalità NON e' un mio problema. Con questo non intendo che essa non esista, o che non sia un problema. Intendo dire che mi riguarda davvero poco, come possibile VITTIMA.
Mi riguarda come cittadino, mi riguarda sul piano politico, mi riguarda sul piano intellettuale, ma non su quello personale. Non su quello quotidiano.
Posso quindi esserne interessato, desiderare che diminuisca per senso civico, ma essere in ansia come se "potesse accadermi da un momento all'altro" non ha senso.
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