Riflessioni dal web Indice
Vivere senza TV
di Wolf
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Ed è esattamente quello che e' successo: prima la TV portava in casa mia decine, se non centinaia di reati ogni settimana. Poiché la televisione e' il quotidiano, tali reati erano divenuti parte del mio quotidiano. E poiché il reato E' pericolo, e dunque ansia, il risultato era che la mia percezione della realtà veniva completamente stravolta, e io mi comportavo come se vivessi in un mondo nel quale fosse realmente probabile l'omicidio, o il furto, intesi come REALTA' DI TUTTI I GIORNI.
Il fatto che la TV raccolga notizie di cronaca italiana da 60 milioni di persone significa che ognuno di noi vede ogni singolo crimine aumentato in probabilità di ben 60 milioni di volte. La percezione della mia sicurezza che avevo "prima" era plausibilmente MILIONI di volte peggiore della REALTA'.
In pratica, credevo di vivere nel mezzo di un conflitto armato, pur non vedendo scontri. La convinzione di un pericolo, e perdipiù invisibile (visto che nella realtà non sono mai stato aggredito), produceva una continua ansia da attenzione. L'animale "sente" il pericolo, ma non lo vede, e diviene nervoso.
C'e' da dire che le notizie sul crimine mi arrivano comunque. Ma mentre nel caso di internet mi arrivano secondo tempi miei, e solo se desidero leggerle al punto da cliccarle, nel caso della TV ti vengono sparate in casa, e perdipiù con un meccanismo ansiogeno: l'annunciatrice ti parla di un pericolo. Parla in fretta. Parla col tono di chi ti avvisa di un pericolo reale ed imminente. Devi ascoltare, perché non lo ripeterà.
Ansia.
Il crollo di questa sensazione di pericolo ha pericolosamente variato la mia "trusted zone" , inserendo la stragrande maggioranza delle persone nella categoria "trusted". Mentre prima ogni sconosciuto era pericoloso, "perché con quello che si sente in TV", oggi non lo e' piu'. Può sembrare strano notare una differenza simile, fino a quando non ci chiediamo perché mai ci rifiutiamo di dare le spalle alla gente al ristorante, e da cosa derivi quel senso di ansia mentre lo facciamo. Prima mi dicevo che fosse istintivo.
Oggi ho capito che e' indotto. Dalla TV.
Nessuna delle persone intorno a me intende davvero farmi del male. Non lo hanno mai pensato, ne' lo penseranno in futuro. Con ogni probabilità nessuno di loro farà mai niente di peggio che violare la dieta.
La gran parte di noi e' composta da brave persone, bisogna farsene una ragione. Gli stessi terribili immigrati, alla fine dei conti hanno ripreso ad essere quel che sono: dei tizi che camminano per la strada.
Ed e' interessante notare come ho smesso anche di NOTARE gli immigrati stessi: sempre meno nei due anni di tempo ho descritto la provenienza geografica delle persone. Me ne sono occupato sempre meno, punto.
Evidentemente, adesso si trovano nella "trusted zone".
Lo stesso 11 settembre, che ha sconvolto il mondo, non mi ha toccato più di tanto. Quei due grattacieli sarebbero stati abbattuti ugualmente entro 30 anni, e rappresentano una frazione insignificante del PIL americano. I duemila e rotti morti, a NY sono la statistica di un anno di crimine organizzato.
Non sono riuscito a percepire l'urgenza di combattere Bin Laden più dell'urgenza di combattere il crimine locale: Bin Laden ha impiegato anni per organizzare un attentato, mentre se avesse spacciato eroina negli usa a parità di anni avrebbe fatto più morti ,guadagnato più soldi, e non mi sembra vi sia la stessa urgenza di combattere una guerra contro lo spaccio di droghe pesanti.
Il secondo cambiamento, già più evidente, e' avvenuto nel mondo dei canoni estetici.
Come tutti, quando guardo una persona mi faccio un giudizio estetico, del tipo "bello", "brutto", "troppo magro", "troppo grasso". Il corpo viene visto come un attributo della persona, che può intervenire per cambiarlo. Si dice che quella donna "ha un bel corpo", o che un uomo "ha un bel viso", indicando il corpo come qualcosa che si possiede e non parte dell' identità.
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