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Meditazione come osservazione della mente

Discorsi di Dharma

di Geshe Gedun Tharchin

Indice articoli

 

Insegnamenti del Venerabile Lama Geshe Gedun Tharchin, Lharampa. Incontri, lezioni e scritti su Dharma, Meditazione e Buddhisimo.

 

Tecniche di meditazione:

1) Il Luogo di Meditazione

- Marzo 2019

 

Generalmente quando ci impegniamo in qualsiasi pratica di meditazione ci sono quattro elementi da comprendere.

Il primo elemento è il luogo in cui si decide di fare meditazione. Nelle scritture vi sono delle spiegazioni dettagliate riguardo le caratteristiche che dovrebbe avere questo luogo. Non credo sia necessario entrare troppo nei dettagli, la cosa più importante è che sia pulito e confortevole. L’altra cosa che si richiede ai praticanti buddisti è che nel luogo in cui si medita venga installato un altare sul quale siano presenti rappresentazioni del Buddha, del Dharma e del Sangha, alle quali si offrono candele accese, incenso e anche cibo, magari della frutta. L’altare, le immagini e le offerte non sono l’espressione di un atteggiamento devozionale ma sono piuttosto l’espressione esterna di una purificazione dello spazio interiore dei praticanti. E proprio per questa ragione possiamo affermare che pulire la sala di meditazione è come pulire la propria casa perché quest’azione riflette la propria interiorità e aiuta a purificarla.

È importante anche la motivazione con la quale puliamo la nostra sala di meditazione: l’atto di togliere la polvere dal pavimento purifica in un certo senso la nostra mente e porta dei benefici e dei vantaggi.

Allo stesso modo l’installazione dell’altare è l’espressione della pratica della generosità: fare offerte non è fare piacere solo al Buddha, al Dharma e al Sangha ma anche a noi stessi e a tutte le miriadi di esseri invisibili che ci circondano. Si sente molto parlare dell’energia che ci circonda ma se ne parla sempre in una maniera molto pratica: il tenere pulita la stanza non influenza soltanto le persone che ci vivono ma anche tutti gli esseri invisibili che ci circondano. È una questione di convivenza al fine di creare una buona energia e una buona coesistenza fra noi e le miriadi di esseri che vivono intorno a noi. E questo crea una buona energia ed influenza positivamente anche noi stessi.

Una sala di meditazione non deve essere necessariamente collocata all’interno di un tempio o in un gompa, basta anche una semplice stanza o un luogo all’aperto, ad esempio sotto un albero, un posto dove sentiamo che comunque c’è una buona energia.

Per creare le basi di una meditazione efficace occorre preparare un ambiente che sia appropriato e questo si può fare, come abbiamo detto, anche pulendo la stanza o il luogo della meditazione, mettendo delle decorazioni piacevoli, sempre con un’attitudine non egoistica, con un atteggiamento altruistico. Anche la pulizia della nostra stanza è un’ottima pratica perché, sebbene sembri molto semplice, genera una grande energia.

Questo è il segreto del Dharma: portare la pratica in qualsiasi cosa noi facciamo. In apparenza sembra molto semplice ma, per ottenere i frutti della meditazione, è necessario cominciare da queste piccole e semplici pratiche.

Tale frutto può nascere nella vostra stanza, nel luogo dove si vive: è un ottimo metodo per cominciare una pratica completa. Un simile atteggiamento può portare a dei cambiamenti perché, ad un certo punto, comprenderete che un anno fa facevate la stessa pratica del pulire la stanza con un’attitudine mentale del tutto diversa e, quindi, potete comprendere che c’è stato veramente un cambiamento nella vostra quotidianità.

Ci sono anche i mantra per pulire la stanza. È una pratica che ha insegnato il Buddha storico, il Buddha Shakyamuni.

Esiste un aneddoto al riguardo. C’era un discepolo del Buddha, un discepolo piuttosto ottuso, con una mente piuttosto pigra, che non riusciva a studiare, a comprendere gli insegnamenti. Allora il Buddha gli propose di pulire la sala di meditazione. E, nell’affidargli questo compito, gli fornì anche un mantra: due frasi da pronunciare mentre con la scopa toglieva la polvere dal pavimento: “Tolgo la polvere, tolgo i miei ostacoli e i miei difetti mentali”. Questa azione ebbe un effetto positivo sulla sua mente.

C’è anche un mantra più elevato - quello precedente era il mantra di base - il cui significato è: “Questa polvere che tolgo non è semplicemente sporcizia, ma rappresenta effettivamente gli ostacoli della mia mente”. Il monaco ebbe delle realizzazioni applicando tale semplice pratica. All’inizio il Buddha gli aveva chiesto di pulire le scarpe degli altri monaci ma per lui era troppo difficile e, allora, gli propose di spazzare la sala di meditazione. Questo monaco era uno dei cugini del Buddha e quindi il Buddha lo poteva “bastonare” per bene. Seguendo l’esempio di Buddha ancora oggi, in alcuni monasteri, ci sono dei Maestri che sono piuttosto duri con i loro discepoli, anche se questi non sono i loro cugini. Il Buddha invece usava mezzi abili, aveva la capacità di comprendere il carattere di ogni individuo e dava delle indicazioni e suggeriva degli accorgimenti a seconda del carattere di ciascuno, senza mai generalizzare.

Oggi vedo che ci sono molti Maestri che prendono un metodo adottato dal Buddha e lo applicano indiscriminatamente a tutti dicendo: “Il Buddha ha insegnato questo, quindi fate tutti così”. È sbagliato, perché il Buddha era estremamente accorto e intelligente e aveva la capacità di dare indicazioni giuste ed efficaci per ciascuno, a seconda delle capacità e attitudini individuali. Questa era la sua peculiarità.

Penso che difficilmente ci si possa paragonare al Buddha, anche se ci sono molte persone che lo fanno. Noi dovremmo cercare di acquisire la capacità di porci con l’atteggiamento del Buddha nel nostro mondo moderno del XXI secolo.

Medesimo discorso riguardo la meditazione: dovremmo essere capaci di coglierne l’essenza e trasporla nella nostra società attuale, senza perdere il senso dell’appartenenza.

Vi sono degli individui che dicono di praticare la meditazione ma lo fanno solo per distinguersi dagli altri, per mettersi a un livello superiore e questo non è un atteggiamento da buddhista, non è vero Dharma.

Nell’insegnamento del Buddha la pratica è qualcosa di segreto e di prezioso, non è un mero strumento da usare per metterci in mostra o per dimostrare agli altri la nostra superiorità.

Se lo si comprende, si può applicare l’essenza del Dharma a qualsiasi attività pratica e quindi anche il semplice gesto di pulire una stanza può diventare una pratica vera a tutti gli effetti, che può portare all’Illuminazione.

È difficile anche per me, che ho fatto molti studi e ancora studio molto e incontro molti praticanti, cogliere l’essenza del Dharma ma so che, una volta colta, la si può applicare a qualsiasi cosa noi vogliamo fare: qualsiasi cosa può divenire l’espressione del Dharma. E questa è la Liberazione, la completa libertà, diventare completamente liberi e, qualsiasi cosa faremo, non commetteremo alcun errore.

La mia ricerca personale a livello spirituale è proprio quella di cogliere questa essenza, di cogliere i mezzi abili, e questa penso che sia la cosa più urgente e più necessaria nel mondo in cui viviamo. Quindi, dobbiamo imparare a realizzare l’essenza della pratica anche mentre ci impegniamo a pulire la stanza, a installare l’altare e a fare delle offerte. Creare un buon ambiente, un ambiente confortevole, una buona atmosfera dipenderà dalla nostra mente e non dagli oggetti utilizzati. Tutto questo sarà una buona base per la nostra meditazione. E questo può essere fatto in qualsiasi ambiente in cui decidiamo di fare la nostra meditazione perché dipende più dalla nostra mente e dal nostro atteggiamento che dall’ambiente fisico. Se vediamo le cose da questo punto di vista la nostra stessa stanza è l’ambiente più adatto e più comodo per la meditazione e, il solo atto di sistemarla, pulirla e mettervi delle decorazioni la renderà il luogo più adatto allo scopo.

 

   Geshe Gedun Tharchin

 

2) La Postura del corpo

 

Indice dei Discorsi di Dharma


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