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Meditazione come osservazione della mente

Discorsi di Dharma

di Geshe Gedun Tharchin

Indice articoli

 

Insegnamenti del Venerabile Lama Geshe Gedun Tharchin, Lharampa. Incontri, lezioni e scritti su Dharma, Meditazione e Buddhisimo.

 

Le Quattro Nobili Verità:

7) Terza e Quarta Nobile Verità

- Luglio 2020

 

Terza Nobile Verità


La terza nobile verità: “la cessazione della sofferenza” presenta quattro caratteristiche:

  1. Gopa o fine della sofferenza;

  2. Shiva che significa pace, stato di pacificazione;

  3. stato di piena soddisfazione;

  4. stato di completo abbandono della sofferenza, abbandono del Dukkha.

Queste quattro caratteristiche della terza nobile verità permettono la realizzazione del Nirvana, ciò a cui tutti aneliamo.
Una temporanea cessazione di sofferenza, un temporaneo stato di pace, un temporaneo stato di soddisfazione e un temporaneo stato di abbandono della sofferenza non possono essere considerati la verità della cessazione della sofferenza, della terza nobile verità. Soltanto quando vi è una completa e totale cessazione, una completa e totale pacificazione, una completa e totale soddisfazione o beatitudine, e un completo e totale abbandono della sofferenza, solo allora si potrà dire che questa è la verità della cessazione della sofferenza, la realizzazione della terza nobile verità che può avvenire solo con la liberazione dal Samsara, con l’esserne usciti, al di fuori dei dodici anelli dell’origine interdipendente, il vero stato a cui tutti aspiriamo.



Quarta Nobile Verità


Lo stato di cessazione della sofferenza deve essere realizzato, non può esserci dato da altri, non lo possiamo avere come premio di gare e competizioni, né comperarlo al supermercato, l’unico modo per ottenerlo è realizzarlo in noi stessi, ma come? Seguendo il sentiero indicato nella quarta nobile verità, la via che conduce alla liberazione dal Samsara.
La via che porta alla cessazione della sofferenza può essere seguita con modalità differenti: un primo modo è rappresentato dall’ottuplice sentiero, un secondo è l’esercizio dei tre addestramenti superiori, un altro consiste nei tre principi del sentiero, un altro ancora è relativo alle sei Paramita, e, infine, quello dei cinque sentieri. Esaminiamoli uno alla volta.

Il Nobile Ottuplice Sentiero, importantissimo e fondamentale, comprende:

  1. Retta Visione

  2. Retta Percezione

  3. Retta Parola

  4. Retta Azione

  5. Retto modo di Sussistenza

  6. Retto Sforzo

  7. Retta Consapevolezza

  8. Retta Concentrazione

I primi due punti: “retta visione” e “retta percezione” sono parte della Saggezza; le altre tre: “retta parola”, “retta azione” e “retta sussistenza”, aderiscono all’ Etica o Moralità; le ultime tre, “retto sforzo”, “retta consapevolezza” e “retta concentrazione” appartengono alla Concentrazione.
Questi tre aspetti: SAGGEZZA, ETICA - MORALITA’ e CONCENTRAZIONE sono i Tre Addestramenti Superiori.

I Tre Principi del Sentiero sono: RINUNCIA, COMPASSIONE o BODHICITTA, e SAGGEZZA o REALIZZAZIONE DELLA VACUITA’.
Le Sei Paramita sono:

  1. Generosità

  2. Etica - Moralità

  3. Pazienza

  4. Perseveranza

  5. Concentrazione

  6. Saggezza

Cinque Sentieri sono:

  1. Il Sentiero dell’Accumulazione

  2. Il Sentiero della Preparazione

  3. Il Sentiero della Visione o Verità

  4. Il Sentiero della Meditazione o Familiarità

  5. Il Sentiero del Non più apprendimento.

Dei cinque Sentieri si tratta nel Sutra del Cuore e il mantra così recita:

«Om Gaté Gaté Paragaté Parasamgaté Bodhi Soha
»

Il primo Gaté si riferisce al primo sentiero, dell’accumulazione; il secondo Gaté al sentiero della preparazione; Paragaté al sentiero della visione; Parasamgaté al sentiero della meditazione; Bodhi Soha al sentiero del non più apprendimento.
Penso che questo mantra sia particolarmente importante, il migliore, e ne consiglio sempre la pratica. È il mantra del cammino di colui che è andato oltre e ha raggiunto l’illuminazione.

Questi sono i possibili percorsi proposti dal Buddhismo e ciascuno può scegliere quello che gli è più consono, da dove partire. Ogni sentiero è valido e conduce all’obiettivo finale. Così, come in Italia si dice che tutte le strade portano a Roma, tutte queste vie portano all’illuminazione, alla Buddhità.
Non è necessario dividere, incasellare in modo rigido le varie possibilità di percorso. È invece importante ricordare almeno il nome e il numero dei differenti sentieri che portano all’illuminazione, trasferendoli in ogni momento della vita, è necessario praticarli sempre. L’ottuplice sentiero e le sei paramita sono basilari, non sono una bella teoria da studiare, su cui filosofeggiare, ma devono essere vissuti in ogni atto, parola e pensiero, in ogni istante, a casa, in ufficio, al supermercato, ovunque e in qualsiasi circostanza. Praticando in questo modo si raggiunge la terza nobile verità, la cessazione della sofferenza.


   Geshe Gedun Tharchin


6) Seconda Nobile Verità - 8) Vacuità, Nirvana e Illuminazione

 

Indice dei Discorsi di Dharma


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