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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

11 Settembre 2001: ipnosi di massa?

Settembre 2011
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11 Settembre 2001: ipnosi di massa?Quando il 2 maggio venne data la notizia dell’uccisione di Bin Laden, un giornalista RAI fece un commento rivelatore. Riferendosi al fatto che lo avevano trovato in una villa in Pakistan, disse : del resto da alcuni anni gli Americani avevano smesso di cercarlo in Afghanistan, dove ora si limitano a combattere i ribelli antigovernativi, anche se per comodità continuiamo a chiamarli talebani.
Alla faccia della comodità, pensai. C’è un Afgano che scende in armi contro il suo governo – può essere un patriota come un bandito, può avere ragione o può aver torto, non lo sappiamo. La sola cosa di cui possiamo essere sicuri è che i giornalisti ci diranno che è un talebano: ovvero un signore che, a quanto siamo stati addestrati a pensare, ammazza i cristiani, passa il suo tempo a organizzare stragi ai danni dei civili, vieta alle donne di andare a scuola, le seppellisce sotto quintali di coperte anche quando fa caldo e le prende a sassate se osano mettere fuori il naso. E’ questo un bel caso di obbiettività dell’informazione.
A dir la verità, qualcosa del genere veniva fatto anche dalla sinistra, quando tanti anni fa definiva fascista chiunque osasse esprimere una posizione anche moderatamente anticomunista. Solo che a quei tempi non ci cascava nessuno - non credo che nessuno in Italia, neanche noi che lo gridavamo, abbia pensato per un attimo che Fanfani fosse davvero un fascista. Non solo : quando ci capitava di gridarlo, saltava sempre fuori una miriade di paladini della democrazia a ravvisare nel nostro comportamento una prova della teoria degli opposti estremismi (oggi si direbbe dell’uguaglianza dei totalitarismi).
Invece adesso sembra proprio che ci caschino tutti, o perlomeno che non glie ne freghi niente a nessuno. Forse perché sono dubbi che portano a domande insolubili : se quando lo faceva la sinistra era una prova che la sinistra era antidemocratica, quando lo fanno i democratici che cosa prova?
Come i lettori di questa rubrica sanno bene, io non sono un complottista. A quanti pretendono di spiegare gli eventi che si verificano sul piano della realtà oggettiva ricorrendo a teorie cospiratorie, il mio consiglio più ricorrente è di leggere Marx, per rendersi conto di come l’analisi dei fatti economici sia di gran lunga sufficiente a comprendere come vanno le cose del mondo.
Questo non toglie che esista al mondo anche l’Ipnosi di massa, il cui primo livello – quello più direttamente percepibile – viene attuato soprattutto con l’ausilio dei mezzi di informazione.
Ai suoi livelli più raffinati, il fine non è tanto quello di indurre nelle persone determinate opinioni nel senso razionale del termine : questo si faceva un tempo, poi la gente si è fatta più smaliziata e prima di credere a quello che gli raccontano ci pensa due volte.
E’ più astuto generare potentissime correnti emozionali universalmente condivisibili ; la gente infatti crede ancora nelle proprie emozioni e non si sofferma spesso a sofisticare sulla loro origine, soprattutto se chi le genera fa leva su sentimenti naturali come la diffidenza o la paura - e non per vincerli o modificarli, bensì per accrescerli e guidarli.
Quanto funzioni questa tattica risulta chiaramente da un rapido esame degli eventi che si abbatterono sul mondo la mattina dell’11 Settembre 2001. Chiunque fossero le persone che li misero in atto, potevano contare su un’organizzazione faraonica, cinica e spietata, e posero la massima cura nel programmare tempi e azioni in modo da conseguire il massimo effetto mediatico.
Meno cura, in proporzione, riservarono a fare in modo che la versione ufficiale dell’accaduto risultasse inattaccabile ; anzi, probabilmente, avevano messo in conto fin dal principio che non avrebbe retto a lungo. Difatti le sue innumerevoli incongruenze attirarono l’attenzione fin da subito, e un gran numero di persone si dedicò a un lavoro di controinformazione senza precedenti nella storia, i cui risultati venivano pubblicati in rete.
Come avvenne nel mondo dell’esoterismo con la nascita dell’esoterismo tradizionale (cui ho accennato nell’articolo omonimo), ma in tempi più brevi e con il concorso di un maggior numero di persone, i fatti e le scoperte si aggregarono spontaneamente uno con l’altro, e prese forma poco per volta una bella teoria ; questo articolo è dedicato a riportarla nella sua forma più estesa, sia pure citando solo una minima parte degli indizi che hanno contribuito a formarla.
Il fatto più imprevedibile, su cui a mio giudizio sarebbe bene riflettere, è che la conoscenza del fatto che la versione ufficiale dell’11 Settembre è una bufala non ha prodotto, almeno finora, alcun risultato di rilievo. In America i democratici hanno vinto le elezioni guardandosi bene anche solo dallo sfiorare l’argomento : perché lo choc dell’annuncio ufficiale al popolo americano di essere stata massacrato e tradito dai suoi governanti, quello sì sarebbe un trauma davvero insostenibile, che metterebbe a rischio la stessa sopravvivenza della nazione.
Invece, finché le persone ne parlano a livello individuale, non succede nulla : dopo averne parlato, ce ne dimentichiamo e passiamo ad altro, e nessuna pericolosa corrente emozionale sovversiva si viene a creare.
Mentre invece, è rimasta indelebilmente impressa in ciascuno di noi, la corrente indicibile che ci scosse quel giorno davanti alla televisione : indignazione, commozione, pietà, paura, il brivido che viene dalla consapevolezza di star vivendo la storia. La spinta dei nostri forti sentimenti ci ha fatti sentire tutti più vivi, e forse questo ha addirittura generato nel nostro inconscio un sentimento di oscura gratitudine nei confronti di chi quelle ore ce le ha fatte vivere.
Un’emozione di quella portata non può essere cancellata da nessun argomento razionale, e ha generato in noi per molti anni reazioni comportamentali che nessuna opinione può cambiare. La paura e la diffidenza nei confronti del diverso sono cresciute, come la sensazione di vivere sotto la minaccia di non si sa cosa ; e quando dopo molto tempo siamo venuti a conoscenza delle versioni alternative della storia, l’intuizione della perversa intelligenza, del cinismo e della crudeltà di chi ha saputo mettere in piedi una tale contraffazione ha solo rafforzato in noi la convinzione – più o meno apertamente formulata - che a un tale immenso e spaventoso potere NON CONVIENE OPPORSI.
Del tutto opposte le reazioni che si sono create nel mondo islamico – io ho ancora in mente le immagini, diffuse subito dopo l’attentato, dei Palestinesi che festeggiavano, e quando le vidi confesso che caddi anch’io nella trappola e provai un moto di indignazione verso di loro, senza pensare che la mancanza di buon gusto di qualche centinaio di persone non poteva essere imputata come colpa a un intero popolo, per giunta così duramente provato ; ma le emozioni, come è noto, non pensano.
Comunque è un fatto che quell’attentato finto giovò alla causa degli integralisti molto più di tutti gli attentati veri messi insieme, generando un vero e proprio autocensimento di tutti gli antiamericani che ci sono nei Paesi arabi e imprimendo un forte impulso al loro processo di unificazione ; migliaia di giovani esaltati senza né arte né parte fecero la fila per arruolarsi in Al Qaeda, e un buon numero di loro si mise veramente a fare attentati, centrando esattamente il risultato che gli autori delle stragi si erano proposti.

 

Partiamo dalla  versione ufficiale. Si è detto che l’11 Settembre 2001 diciannove terroristi arabi dirottarono quattro aerei di linea americani e portarono due di questi a schiantarsi contro le Torri Gemelle ; un terzo fu lanciato contro il Pentagono, un quarto era probabilmente destinato alla Casa Bianca, ma i passeggeri ingaggiarono una furibonda lotta con i terroristi, nel corso della quale l’aereo si schiantò al suolo.
Un caposaldo della versione alternativa è rappresentato dall’affermazione che nessuno degli aerei dirottati colpì mai né le Torri né il Pentagono. Centrare uno specifico edificio volando a vista con un Boeing è molto difficile : non sarebbe stato ragionevole programmare un’operazione tanto complessa col dubbio di non riuscire a centrare i bersagli.
La cosa diventa molto più facile usando un piccolo aereo telecomandato (i drones impiegati dagli Americani in Iraq e altrove fanno anche di meglio). Tutti i testimoni dello schianto sulla prima Torre erano in un primo tempo concordi nell’affermare di aver visto un aereo di piccole dimensioni.
C’è un video girato casualmente da due francesi, troppo da distante per stabilire esattamente la natura del velivolo ; si vede però chiaramente un lampo accecante che si sprigiona un attimo prima dell’urto. E dopo lo schianto, si sprigiona lateralmente una nube chiara : non certo il fumo di un rogo da idrocarburi. La larghezza dello squarcio provocato sulla parete dell’edificio da questa esplosione – lo ripeto : precedente all’urto – risulta essere, all’esame ingrandito dei fotogrammi, circa il 40% della larghezza di un Boeing 767.
Si direbbe quindi che per colpire il primo grattacielo gli ignoti cospiratori decisero di usare un piccolo aereo perché più facile da telecomandare (difatti la sua mira fu molto più precisa del secondo, che per poco non mancò il bersaglio) : se lo potevano permettere perché sapevano che  pochi testimoni lo avrebbero visto, e le loro voci si sarebbero perse nel boato della versione ufficiale. Ma poiché lo squarcio doveva sembrare grosso, per aumentarne le dimensioni aggiunsero un piccolo missile da rilasciare poco prima dell’impatto, che riuscì solo in parte ad ampliarlo.
Si pensa che fosse telecomandato anche il Boeing che tutti vedemmo, quello che si schiantò sulla seconda Torre. Era del tutto necessario utilizzare un vero Boeing in questo caso, perché questa doveva essere una delle scene madri dello psicodramma, quando mezzo mondo – attirato dalla notizia del primo schianto – sarebbe stato davanti alla televisione ; centrare il grattacielo si rivelò come previsto un’impresa assai difficile, ma con una fortunata (se così si può dire) correzione di rotta all’ultimo istante, il grosso aereo riuscì per un pelo a colpire il bersaglio.
I primi testimoni, subito messi a tacere o indotti a cambiare versione, dichiararono a caldo che non poteva trattarsi di un aereo civile perché non aveva finestrini. E anche in questo caso c’era un missile fissato sotto la fusoliera : sono note a tutti le riprese ingrandite dell’aereo un attimo prima di schiantarsi, in cui lo si vede chiaramente, e le riprese filmate mostrano un lampo precedente di qualche attimo all’esplosione. Vedremo più oltre a cosa serviva questo secondo missile.
Nel caso dell’oggetto che colpì il Pentagono, la versione ufficiale sostiene che il presunto Boeing sarebbe sceso sull’obbiettivo con una picchiata a spirale, a una velocità di circa 800 chilometri all’ora (velocità che giustificherebbe il mancato ritrovamento di pezzi dell’aereo) : si tratta di una manovra  tecnicamente del tutto impossibile, della quale peraltro non esiste nessun documento.
Tra l’altro, quando un Boeing si avvicina al livello del suolo il carrello fuoriesce automaticamente, e non c’è modo di farlo rientrare a mano. Un Boeing 757 col carrello fuori è alto circa 13 metri ; ma il punto della collisione contro il muro si trova a un’altezza molto inferiore, dal che è necessario arguire che il pilota avrebbe effettuato la spirale volando capovolto.
Viceversa, un gran numero di testimoni intervistati a caldo dichiararono di aver visto un grosso missile – forse un Cruise - o di averne udito il rumore.
Sul prato dinnanzi al Pentagono non c’era nessun detrito che potesse far pensare all’urto di un aereo, e neppure ne vennero trovati all’interno, salvo una turbina troppo piccola per essere di un Boeing, che venne fotografata e spacciata come residuo dell’aereo ; ma secondo alcuni dipendenti del Pentagono, era lì già da prima.
La mancanza di altri residui venne giustificata con il prodigioso calore sviluppato dall’incendio ; ma nelle foto delle stanze del Pentagono devastate si vedono mobilio e suppellettili intatte – addirittura c’è un libro aperto posato su un tavolino, le cui pagine non svelano nessuna traccia di bruciatura.
Del resto, fonti ufficiali divulgarono in seguito la notizia che alcuni pezzetti di corpi delle vittime erano stati recuperati - davvero singolare un incendio che dissolve nel nulla un aereo, ma lascia intatti brandelli di corpi umani - e in un laboratorio militare li avevano identificati mediante l’esame del DNA ; però nessuno li ha mai visti.
Il buco praticato nel muro esterno del Pentagono era largo 6 metri – un Boeing 757 è largo 38 metri.
I pompieri intervenuti spensero l’incendio usando acqua. Per spegnere le fiamme originate da un incendio di kerosene si usa la schiuma.
Naturalmente, l’obiezione di quanti non credono all’ipotesi delle sostituzioni è che rimpiazzare un aereo in volo con un altro, senza che a terra nessuno se ne accorga, è una cosa irrealizzabile. Ma non è vero : chi si intende di queste cose e ha i mezzi per farle la può mettere in atto con una certa facilità, e tutti i servizi segreti del mondo l’hanno fatto almeno una volta.
Inoltre, questa ipotesi ci aiuta a comprendere meglio alcuni eventi che altrimenti rimarrebbero del tutto inspiegabili. Primo : nessuna delle procedure di sicurezza standard venne attivata da terra alla notizia dei dirottamenti. Secondo : nessuno dei quattro piloti dirottati digitò sui comandi il codice di quattro cifre che è la procedura standard per segnalare un dirottamento, senza che il dirottatore presente in cabina - anche se conosce i comandi dell’aereo - se ne possa accorgere. Terzo : tutti e quattro spensero il meccanismo detto trasponder, quello che consente ai controllori di attribuire alla piccola macchia che vedono sui radar il codice del volo.
La sola spiegazione possibile è che tutti quanti, sia a terra che sugli aerei, fossero in quel momento persuasi  di star partecipando a un’esercitazione. Difatti proprio quella mattina stava svolgendosi nei cieli di tutta l’America una colossale esercitazione battezzata Vigilant Guardian, simulante l’eventualità che dei voli venissero dirottati.
Probabilmente, qualcuno che si qualificò come un funzionario di Vigilant Guardian chiamò i piloti sulle frequenze loro riservate e ordinò loro di spegnere il trasponder, cosa che fecero senza sospetti. Da allora in poi, se altri oggetti volanti (aerei o missili) si fossero sovrapposti volando a quota più elevata e i quattro aerei avessero poi cambiato rotta, i controllori di volo avrebbero identificato i nuovi oggetti con gli aerei stessi.
L’ordine del cambio di rotta arrivò probabilmente pochi attimi dopo, e cosa sia poi accaduto agli aerei dirottati si vedrà più avanti.

 

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