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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Controcultura, esoterismo e droghe

Maggio 2010
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Tra le molte eredità lasciate dalla controcultura al mondo di oggi, una realtà poco nota – ma molto  interessante dal punto di vista esoterico – è l’esistenza di una galassia informale di ricercatori indipendenti dediti allo studio, alla classificazione e alla sperimentazione su sé stessi delle sostanze psicotrope presenti nelle piante : dalla canapa (tanto indiana quanto italiana) alla ayahuasca, dal peyote alla salvia divinorum.
Negli ultimi quindici anni, la diffusione di internet è stata loro di grande aiuto, permettendogli di conoscersi anche da un continente all’altro e di scambiarsi esperienze e informazioni ; ne sono nate varie organizzazioni più o meno segrete - alcune legate ai movimenti anarchici, altre apolitiche.
Sebbene le motivazioni e le mappe culturali che li guidano siano diverse, il bagaglio di esperienze da loro raccolte e condivise riguardo alle possibilità di spostamento del punto d’unione è colossale : è un vero peccato che soltanto pochi di loro facciano riferimento alla terminologia castanediana, e anzi la maggior parte di loro guardi ancora all’esoterismo in base alle categorie approssimative del tempo della controcultura (manca del tutto a sinistra una cultura dell’esoterismo, figuriamoci su un tema delicato come il rapporto tra esoterismo e droghe : da questo punto di vista, non ci siamo evoluti gran che dai romantici giorni in cui ragazzi della FGCI davano la caccia ai capelloni chiamandoli froci, e spiegavano che la diffusione delle droghe tra i giovani era opera della CIA).
In assenza di pregiudizi, sarebbe in teoria già possibile l’impiego di droghe naturali e innocue alla salute per un lavoro trasmutatorio di gruppo : al fine di costituire gruppi sciamanici abbastanza potenti da esercitare un’influenza concreta sul piano politico (come ho tratteggiato in Esoterismo e comunismo e Charlie Manson e l’ATWA).
Per favorire lo sviluppo di una prospettiva più corretta, vorrei concludere sottolineando che l’uso di droghe non è un’aberrazione sorta chissà come – alla stregua di un ramo collaterale - dalla pratica della magia e di altre discipline proibite, ma sta all’origine dell’idea stessa di spiritualità.
Per questo lascio la parola a un grande della controcultura americana, Tom Robbins :

 

John M. Allegro è un filologo. Vale a dire un tipo che studia e mette in relazione i linguaggi scritti.
Specializzato in lingue antiche, teneva lezioni sul Vecchio Testamento all’Università di Manchester. È stato il primo britannico selezionato per far parte del team internazionale di studiosi incaricati di analizzare i rotoli del Mar Morto. Educato per diventare un pastore metodista dedito ai sermoni contro i fumatori di roba, Allegro non è un tipo che si possa sospettare di simpatie ateistiche o psichedeliche.
Ciò nonostante (…),ha dato uno scossone alla teologia e alla filologia con l’annuncio che l’origine della religione giudaico-cristiana era da ricercarsi nei culti misterici orgiastici eseguiti da seguaci in preda alle droghe. Questi culti veneravano un certo fungo sacro, e Allegro è arrivato ad affermare che Gesù Cristo non era un uomo, ma il nome in codice di questo fungo.

 

Meglio di così non si potrebbe spiegare. The Sacred Mushroom and the Crossdi John M. Allegro è  il libro in grado di dare la spallata definitiva a quella tragica barzelletta che è il Cristianesimo : non a caso, in Italia non se ne sa niente.
Dopo averlo scritto, la carriera di colui che era stato considerato uno dei più brillanti filologi del ventesimo secolo fu stroncata senza pietà. Venne affermato che le sue ipotesi erano traballanti, che le conclusioni da lui tratte erano arbitrarie, ma non è così : il rigore e la perspicacia delle sue analisi sono tanto evidenti che la teoria di Allegro sovrasta ogni altro tentativo effettuato dalla scienza per spiegare le origini della cosiddetta spiritualità.
La stessa parola cristiano (dal greco kristionos) risultò dai suoi studi essere derivata da un termine sumero (che vuol dire macchiata dal seme) originariamente riferito all’amanita muscaria.
In realtà, sebbene la cosa possa risultare per molti agghiacciante, praticamente tutte le parole-chiave del Cristianesimo, della mitologia greco-romana e perfino dei Veda possono essere ricollegate a radici originariamente riscontrabili nel culto siberiano dell’amanita muscaria , quando esso venne trapiantato nella fertile mezzaluna e diventò la prima religione conosciuta dall’uomo.
Lascio ancora la parola a Robbins:

 

Nell’antichità, l’umanità era virtualmente nelle mani della natura. La sua dipendenza dalle forze esterne era particolarmente pesante nelle regioni della Terra soggette a scarse precipitazioni, come ad esempio il Medio Oriente : niente pioggia, niente cibo.
Le popolazioni primitive videro il problema in termini di fertilità, o sessualità ; bisogna tener presente che allora il sesso era completamente libero da ogni contaminazione morale. Una tribù non poteva avere futuro se non aveva progenie, così come non ci sarebbe stata caccia se gli animali non continuavano a procreare. La fertilità era per quella gente un fattore primario e la maggior parte dei loro riti e della loro magia era indirizzata a provocare lussuria per promuovere la fecondità negli uomini, nelle bestie e nelle piante. Influenzare i vegetali era la parte più dura. Voglio dire, come si può fare per far arrapare un fagiolo?
Bene, i primi uomini videro le piante come i bambini della Terra. La Terra era una specie di grembo, a volte dava frutti, altre volte era completamente sterile. Lo zampillare della pioggia faceva generare la Terra, così come lo schizzo del seme faceva generare uomini e animali.
Dio si sporgeva dal cielo, dove la punta del suo pene era chiaramente visibile – noi moderni lo chiamiamo Sole. Quando Dio si univa alla Terra, irrorava i colli e i campi col suo vitale seme-pioggia.
Così, attraverso l’arte, la danza, il canto ed elaborate scopate all’aperto, cercavano di sedurre Dio e la Madre Terra affinché ci dessero dentro.
Sforzandosi di guadagnare maggior influenza sulle passioni divine, gli antichi provarono a trovare tracce di Dio sulla Terra. Essi considerarono sacri i luoghi dove c’era acqua, non solo per il loro ruolo vitale ma perché in essi vedevano i segni dell’eiaculazione celeste. Ora, tra tutti i bambini di Dio, nessuno come i funghi rispondeva al suo orgasmo così prontamente e drammaticamente.
Saltavano fuori dal terreno nel giro di poche ore dall’irrorazione. E, a differenza delle altre piante, comparivano direttamente – mistero dei misteri – senza l’ausilio di semi.
Inoltre, il fungo era carico di allusioni sessuali. Si allungava dal terreno come un fallo eccitato. Più tardi, la sua cappella, appiattendosi, assomigliava a una vagina nell’atto di accogliere un pene eretto. Il fungo era insieme cazzo e figa.
Spesso era ricoperto da un muco appiccicoso. Diamine ! Aveva anche un odore sexy ! (…) C’era un fungo con una brillante cappella rossa, che in particolar modo rassomigliava al sole-cazzo. E quando qualcuno mangiava quel fungo: wow ! Forza ! Estasi ! Colori e suoni assumevano dimensioni extra, gli oggetti parevano allungarsi e restringersi davanti ai suoi occhi.

(…)

Quel fungo riempiva l’essere con lo spirito divino. Senza seme – questo è straordinario, di nascita vergine – misterioso, santo e potente, l’Amanita muscaria era il figlio di Dio.
Allegro sostiene che i riti collegati al culto del fungo fossero strettamente tenuti segreti a causa del carattere elitario dei sacerdoti guaritori che li amministravano, poi per l’avversione nutrita nei suoi confronti dai nemici. A seguito di un’aspra repressione dei culti misterici da parte dei Romani dopo la rivolta degli Ebrei del 66 d.C. (le autorità non potevano tollerare la presenza tra di loro di un mucchio di attivisti mistici fatti di droga) i segreti, per evitare di essere dimenticati per sempre, dovevano essere trasformati attraverso la scrittura, e qualora fossero stati scoperti non dovevano essere comprensibili.
I seguaci seguirono semplicemente l’esempio del Vecchio Testamento, che secondo quanto riferisce Allegro non è altro che una raccolta di leggende popolari che trasmettono, attraverso fiabe e parabole, informazioni mediche, politiche e occulte, un sacco delle quali hanno a che fare con i funghi.
Imitando quel metodo, gli autori del Nuovo Testamento cercarono di preservare la conoscenza della fede nel fungo, camuffandola nella storia di un rabbino straordinario chiamato Yeshua ben Miriam (alias Gesù). Che milioni di cristiani non macchiati dal seme se la siano bevuta è una delle supreme ironie della storia.
Allegro afferma che l’intera Bibbia non è altro che un documento in codice del misticismo legato alla muscaria. La storia della Resurrezione, ad esempio, è un’allegoria per la rinascita spirituale che segue i rigori di un viaggio strippacervello provocato dal fungo.
I dieci comandamenti sono giochi di parole sui due nomi principali del fungo in sumero (Mosh, come Cristo, era una delle sue personificazioni). Pietro, la pietra su cui Gesù solennemente promise di edificare la sua Chiesa, deriva dal sumero pitra che significa fungo.
La croce? Tagliate a metà una muscaria, cappella e gambo, ed esaminatene la forma. La muscaria nasce da una vulva velata, un cesto coperto : ecco la mangiatoia.
Quell’albero della conoscenza del bene e del male era un fungo, come è dimostrato in un affresco nella cappella dell’Abbazia di Plaincourault, in Francia, che rappresenta vividamente la muscaria come la famigerata mela del giardino dell’Eden. E così via...

 

Daniele Mansuino

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