Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino
Le Massonerie
Agosto 2015
di Giovanni Domma
Con l'espressione Le Massonerie non voglio riferirmi alla gran quantità di Ordini e corpi rituali, né alla suddivisione - praticata in base al simbolismo ermetico - tra Massoneria Nera, Bianca e Rossa : voglio dire che c'è una Massoneria buona e una cattiva, quella di cui molti profani hanno un'immagine tanto orripilante.
E non voglio parlarne in termini di controinformazione, o meglio per contrastare la falsa controinformazione che ci dipinge come delinquenti : questo compito l’ha già affrontato il Fratello Mansuino in tanti begli articoli, e per fortuna non lui solo.
Vorrei invece partire dall’ammissione che purtroppo una Massoneria nera in senso cattivo esiste, come purtroppo dimostrano vari scandali in cui Fratelli sono implicati ; anche se non ha niente a che vedere con l’immagine che se ne fanno i profani.
Infatti, non è collegabile a nessuna fantomatica piovra internazionale : si tratta perlopiù di singoli episodi di malcostume, che nella maggioranza dei casi si svolgono al di fuori dalle principali organizzazioni massoniche.
E però, i Massoni neri ci sono ; e, se in un articolo come questo - aperto ai profani - non bisognasse andarci piano con le parole per non dare adito a equivoci, sarei tentato di sovrapporre alla bipolarità Massoneria buona - Massoneria cattiva un’altra a noi ben nota : Massoneria operativa - Massoneria speculativa.
Gli equivoci, naturalmente, sono in agguato ; quindi è bene chiarire che l’espressione Massoneria speculativa definisce in realtà tutta la Massoneria, senza valutazioni di merito.
La Massoneria speculativa è nata nel 1717, quando dei muratori londinesi decisero di riporre definitivamente gli attrezzi del loro lavoro per avere più tempo da dedicare allo studio dei suoi aspetti simbolici.
Fu quel gruppo la radice della Massoneria che si sparse prima in Europa e poi in tutto il mondo ; quindi tutti i Massoni, da questo punto di vista, sono speculativi (anche su questo tema, il Fratello Mansuino ha scritto un bell’articolo).
Però, nel gergo delle Logge, l’antinomia operativo - speculativo assume spesso un senso diverso. Operativo è il Massone che lavora in modo fruttuoso ; speculativo è il Fratello passivo e inerte, quello che si fa trasportare dalla corrente.
Tra l’altro, in italiano, la parola speculazione non si riferisce soltanto alla contemplazione filosofica, ma anche ai traffici più o meno leciti di denaro. Bene, non sarebbe forse giusto dire che i Fratelli troppo speculativi favoriscano necessariamente la speculazione dei Fratelli disonesti, però un legame c’è, e anche un profano lo può capire.
In tutte le associazioni, infatti, si trovano individui che stanno lì non per partecipare in modo attivo e consapevole, ma - si direbbe - perché non sanno come passare il tempo ; in Massoneria, forse, anche perché la fama di essere Massoni li ammanta di un’aura di mistero da cui possono trarre vantaggi, o semplicemente pavoneggiarsi con gli amici.
Bene, questo genere di speculativi per la Massoneria nera sono una vigna ! Fanno numero, pagano le quote associative senza fiatare, quando sono nel Tempio non aprono mai bocca, salvo per schierarsi con quelli che gli sembra siano i più forti - e se hai in Loggia un avversario da eliminare, una parolina nell’orecchio e staranno dalla tua parte : gli voteranno contro, e propagheranno ai quattro venti qualunque infamità che tu abbia deciso di utilizzare contro di lui.
Ecco come è nata, nella mia mente, l’equivalenza Massoneria speculativa = Massoneria nera ; e sono sicuro che anche i Fratelli più attenti all’uso corretto dei termini massonici mi daranno un po’ di ragione.
Sappiamo di corporazioni di muratori fin dai tempi degli Egizi, e mai nella storia è noto che abbiano praticato cospirazioni, sovversioni o nessun genere di azioni cattive.
Viceversa, passavano il tempo a costruire edifici bellissimi : pensiamo solo al Tempio di Gerusalemme o alle cattedrali gotiche, riguardo alle quali Guénon si è spinto a parlare legittimamente di esoterismo cristiano.
Insomma, dovevamo proprio essere noi speculativi i primi nella storia a crearsi la fama di Massoni neri ?
In effetti, ci sarebbe da chiedersi (e molti se lo sono chiesti) se il fatto di non dover più scaricare le energie in esubero nell’attività fisica non determini l’afflusso al cervello di tossine che inquinano i pensieri dei Massoni, disturbando quell’attività di assimilazione e incorporazione del nostro simbolismo che dovrebbe costituire il nostro obbiettivo centrale.
Di qui, reazioni - anche molto violente, e spesso sostenute da forti argomenti culturali ed esoterici - contro la Massoneria colta e letterata, che scrive libri, o contro la Massoneria che si occupa di politica… insomma contro vari aspetti dell’azione della Massoneria nel sociale ; la quale ultima rappresenta, per molti Fratelli, la fonte primaria di ogni forma di Massoneria nera.
Identifichiamoci - per assurdo, ma non troppo - con i più forti argomenti contro la massoneria speculativa, e in favore dell’operatività. Come ben sappiamo, la Massoneria non può essere né conformista né unilaterale : al contrario è una comunione, un Tempio vivente nel sacro perimetro del quale Cattolici, Protestanti, Ebrei, Musulmani, Buddhisti, Deisti, e altri ancora, fraternamente si illuminano nella ricerca della verità - e quindi anche, e soprattutto, nella ricerca del vero Dio : una ricerca che necessita di un continuo addestramento morale, volto ad elevarsi e a contribuire al miglioramento del genere umano.
Cosa può esserci di più operativo di questa ricerca ? Eppure, nella nostra storia, più volte è stata messa da parte : nel mirino degli operativisti italiani di oggi c’è soprattutto la politicizzazione della Massoneria risorgimentale, volta all’azione sociale, che viene da essi reinterpretata alla stregua di un vero e proprio complotto contro l’umanità.
Certo, è facile biasimare i Fratelli che fanno dell’azione sociale il fulcro del loro lavoro : immergersi nella profanità comporta anche l’impegolarsi nella faziosità, nella maldicenza, nei mille difetti figliati dal basso gioco di interessi particolari al quale è necessario adattarsi per poter svolgere un’attività efficace.
Certo, non c’è dubbio, gli operativi erano più puri ; ma se fosse stato solo per loro, sarebbe oggi la Massoneria il veicolo di iniziazione onnipresente e aperto a tutti che è oggi ? O non si sarebbe evoluta piuttosto (non diversamente dalle altre forme iniziatiche di mestiere, riassunte sotto il nome di Compagnonaggio) in un ambiente ristretto, destinato ad estinguersi con l’avanzare della modernità ?
Insomma, è sempre meglio guardarsi dalle reazioni estreme. Anche volendola considerare dal solo punto di vista del cammino iniziatico, non c’è dubbio che la Massoneria sia un cammino iniziatico collettivo (qualcuno ha definito la nostra Istituzione come un luogo dove degli esseri imperfetti operano per il reciproco perfezionamento) ; e se l’interazione tra i Fratelli ha un ruolo tanto fondamentale, in base a che cosa si può affermare che l’interazione tra la Massoneria e la società dovrebbe essere bandita ? Sarebbe un pugno nell’occhio alla legge di analogia ; e sarebbe anche affermare una separazione totalitaria tra il recinto sacro del Tempio e lo spazio profano, separazione che - con ogni evidenza - non esiste nella realtà.
E’ poi da osservare che l’immunità degli antichi operativi dalla Massoneria nera non era certo legata al fatto che fossero incolti, o che non dibattessero dei propri ideali tra di loro o con i profani : infatti oltre all’edilizia conoscevano anche le arti tradizionali (Alchimia, Astrologia, Geometria, Matematica). Possiamo affermare con solido sostegno di eventi storici che la via iniziatica degli operativi - definita Opus sia dai Massoni che dagli Alchimisti - era volta a innalzare lo spirito, anche tramite apporti presi dal meglio che la cultura antica potesse offrire.
E’ chiaro insomma che il discrimine tra la Massoneria buona e quella cattiva non è legato al fatto di doversi rapportare con il mondo della cultura, o della politica, o con gli altri Fratelli o con il mondo, ma a come si fanno queste cose : se in modo operativo-attivo o in modo speculativo-passivo.
Il nostro Fratello Rudyard Kipling, con la sua celebre poesia Il Tempio, ci ricorda come il compito di ogni Massone sia di offrire all’edificazione del Tempio il proprio contributo originale.
Quando scriveva, erano ancora ben vive le memorie della muratoria operativa : riferibili non solo a quelli che dovevano essere i segreti dell ’arte muratoria, ma probabilmente anche a una sapienza e a una ritualità di tipo superiore.
Quest ’ultima vive ancora oggi nel corpo massonico che, a mio giudizio, più di ogni altro porta avanti il discorso dell’operatività : la Massoneria del Marchio, il cui simbolismo è tutto volto a incoraggiare con successo l’azione del singolo Fratello, finché possa imprimere il suo Marchio sulla sua Pietra.
E’ assurdo e ironico, testimonianza della deviazione e del fuorviamento del giorno d’oggi, il fatto che i perfezionamenti del grado di Maestro legati al Marchio (ovvero la più autentica forma oggi esistente di massoneria operativa) siano conosciuti in Italia soltanto da pochissimi Fratelli ; e ancora di più, che siano noti come side degrees (ovvero gradi laterali), perché davvero il sottoscritto - e chiunque altro ne sia a conoscenza - non può immaginare, per nessuna altra parte dell’esperienza massonica, una maggiore centralità !
Così, Logge del Marchio, dell’Ark Mariner, dei Monitor Segreti, stanno ormai diventando poco a poco una realtà importante ed esclusiva nell’ambito della Massoneria italiana, col beneplacito dei più importanti Ordini nazionali (GOI, GLRI).
Questo progetto, lasciatemelo dire, è davvero massoneria operativa : quella che porterà a riabilitare e restituire la dignità e l’onore a tutti i Fratelli Massoni che tutti i giorni operano per il bene dell’umanità, riqualificando la massoneria operativa e schiacciando la massoneria nera come la testa di un serpente.
E’ un progetto al quale sono chiamati tutti i Fratelli italiani, che più di altri nel mondo - non certo per loro indole, ma per malaugurate vicende storiche - hanno potuto sperimentare i pericoli dell’orgoglio, dell’invidia, dei complotti, della maldicenza che sono i perversi frutti del predominio della massoneria nera. E’ giusto che il mondo profano la additi e la denunci come il grande male della società ; è giusto che siamo noi a porvi rimedio, sulla base della nostra rettitudine e del nostro vero essere Massoni.
Io umilmente ci sto lavorando ; Fratelli, venite con me ! Torniamo a fare della Massoneria la luce di tutti i popoli, torniamo a farne la più efficace e coraggiosa forza per il miglioramento dell’umanità.
Diamo la giusta ricompensa a tutti i Massoni che veramente si battono per la valorizzazione dei principi Massonici, che sedicenti Fratelli malvagi e interessati hanno calpestato per tutti questi anni, fino ai giorni attuali.
Vogliamo davvero tornare alla massoneria operativa ? Allora ecco, la via, l’unica via, è questa - perché porta il Fratello alla comprensione di quanto il ruolo della sua individualità sia prezioso e unico ; perché lo porta a comprendere quale sia il ruolo per cui Dio ci ha creati ; perché gli insegna a valorizzare sé stesso senza entrare in contraddizione con l’umile riconoscimento dell’essere parte di una totalità (e come aggiungerebbe, se indovino bene, il Fratello Mansuino : il riconoscimento anche della necessità di trascenderla).
Valorizzare l’individualità significa anche valorizzare il merito : scegliere i nostri dirigenti sulla base della loro apertura mentale, dei loro meriti culturali e non delle loro raccomandazioni. La massoneria operativa del terzo millennio, per non essere nera, deve essere mille miglia lontana dalle miserie che trasformano il Massone speculativo in un tristo complottatore di bassa lega, impaniato negli equilibri/squilibri della sua Officina e in squallidi giochetti di potere dai quali esce regolarmente sconfitto.
Menzogna, Intrigo, Delazione sono tre parole che andrebbero combinate insieme per formare un ternario rovesciato da opporre a Sapienza, Forza e Bellezza ; fin dai giorni del suo apprendistato il Fratello andrebbe messo in guardia costantemente contro di esse, perché tutta la sua vita massonica sia all’insegna del cacciarle vigorosamente e furiosamente lontano da noi.
Quando portai questi argomenti in Loggia, un carissimo Fratello fiorentino mi definì affettuosamente un nuovo Don Chisciotte : tanto lontani ed estranei essi sembrano dalla prassi quotidiana con cui, purtroppo, abbiamo a che fare.
Mi diedero anche del temerario, come di solito viene definito chi non ha peli sulla lingua nel mettere in piazza gli scheletri nell’armadio dei poteri forti.
Ma è proprio così marziana l’idea di auspicare che la massoneria operativa possa riprendere il suo ruolo - quello di schiacciare la massoneria nera, e riportare i Fratelli veri e puri sul sentiero che conduce alla nostra fonte ? A quella fonte dove il confronto fraterno è il mezzo naturale per condurre ciascuno di noi al suo equilibrio interiore, dove è gioioso e spontaneo osservare quei principi, quei valori e quella finalità per cui la Massoneria è nata ? Siamo davvero dei nuovi Don Chisciotte o siamo i Massoni del terzo millennio, che hanno viva la lezione dei Desaguliers, dei Dunckerley, dei Martinez de Pasqually, dei Kipling e così via ?
E’ la loro, e non la nostra, la massoneria operativa che stiamo cercando di riportare alla ribalta, e che le centinaia di Fratelli che ci hanno fatto l’onore di venire con noi nel Marchio conoscono bene.
Per quanto la massoneria nera abbia messo in atto contro di noi grandi ostacoli, il nostro numero cresce ogni giorno ; prefigurando già un domani in cui il nome di Massone non sarà più associato dai profani a intrighi e complotti, ma a quanti operano rettamente e generosamente per il bene dell’umanità.
Giovanni Domma
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