Esperienze di vita Indice
Ciao Adriano
di Stefano Sottile
Me l’hanno detto, al pub, che io non sapevo nulla, e ho visto anche i manifesti, ma sono quegli shock a cui ognuno risponde in modo diverso, e stavolta non c’è verso, non c’è verso di crederci, per me. Forse domani, anche se farò come te, guardando tutto da fuori, sul muretto, rispettoso ma autentico, quasi a ridicolizzare certe cose di quel tutto.
Eravamo accanto, che ancora ti conoscevo poco, sebbene mi piaceva il tuo modo divertito di stare al mondo e anche un po’ attaccabrighe a causa di quelle che per te erano ingiustizie; mi ritrovai accanto a te mentre si svolgevano gli ultimi atti per Francesco (1), il grande poeta di La Rotta (2), che non sapevo conoscessi anche tu così che non sapevo conoscessi anche tu così, a parte certe voci che vi dicevano coinvolti.
Eri stato in disparte e zitto, come già detto che ti vidi fare da Sergio, perché anche lui era tuo amico, ed era un mio nonno acquistato, ma li non ci vedevo ancora il tuo modo di saper dare rispetto a tutti, in tutte le circostanze.
Ma questa cosa la dicesti proprio quando eri li accanto a me perché io lo sentissi, quasi lo avessi fatto apposta: “Che cervello..”. Mi toccarono quelle parole, perché erano la sintesi di quello che eri, e mi accorsi di cos’erano, parole che univano amicizie.
C’era tutto il tuo essere un “essere” vero, spontaneamente crudo e gioviale allo stesso tempo, come in un periodo della vita ho mancato di essere io per degli errori di percorso.
Per questo ti stimavo sotto sotto e per certe cose mi facevi da specchio, e ti comprendevo.
Me l’hai fatta grossa però Adri, non dovevi lasciarmi solo stavolta, a un altro ultimo atto, a dire le stesse parole, e su di te poi, come fosse una coincidenza, che è ricorsa, che marca ancora di più le cose, le sottolinea di realtà e concretezza: “Che cervello..”.
Si perché ora ho visto in pieno chi sono certi cervelli, ma Francesco lo hai battuto di 10 anni prima, cristo, non si fa così! 44 a 54… ah, potessi ancora illudermi a sapervi in risata, a sentirmi ora …
Mi fai quasi commuovere tanto sei stato sempre scaltro a parlare il giusto e passare Da Qui a volte tra gli amici, a volte contro quelli che amici non si rivelavano, ma sempre senza far pesare nulla di quello che avevi.
Ultimamente era nata una forte intesa tra me e te, siamo andati a giro insieme, a ballare, io guidavo per te che dicevi che non ci vedevi, era buffo, e come al solito, come quasi sempre le persone originali scoprono, vengo a scoprire che un personaggio interessante e ‘bello’, perché eri bello nel tuo essere uomo con le donne e tutte lo sapevano, che invidiavo per questo, è uno profondo come me, che ha passato e visto un sacco di cose, che stava scrivendo anche lui delle cose, insomma che stimava proprio me e mi vedeva come singolare.
Dicesti, “Non mollare, non mollarli, te, che non so come ma non sembri poter cadere, quando ti vedevo fare capannello con tutti i ragazzi ho visto che potevi aiutarli a non cadere in quelle cose, dove è facile, anche quando non ti ci spingi dentro proprio da solo”.
Mi avevi dato un soprannome, di quelli che qui in paese si danno dalla nascita, ma fu una seconda nascita per me, mentre mi vedevi allenare al WingTsun (3), questa arte marziale che ti affascinava, gli allievi in piazza.
Mi dicesti a mani giunte, in uno di quei gesti caratteristici di un paese:
“Bàh, Giùnsài, ma che fai!, ti voglio chiamà Giunsai!”.
“Morire e dare Nomi, non si fa altro di sincero, probabilmente, per tutto il tempo che si campa” (Baricco). Èh, ma te sei stato insuperabile in questo, hai inquadrato in quel nome la sintesi della tua e mia affabilità, e però, sei stato troppo, troppo onesto a morire così, senza far notare che stavi male. Ma io dovevo accorgermi; tutta la tua sofferenza celata o che la spinta di vita riusciva a celare era in un altro tuo tono, quando mi parlasti di un tuo amico che avevi visto andare giù e sparire da una settimana a un'altra: “Lui.., emòre..” (Lui.., muore)
I “duri” non esistono, è la gente “dura di cervello”, che non ha il cervello originale come diciamo noi, ma solo duro, che da del duro.
Il bello era che eri sorpreso dal fatto che andare a giro con me ti calmava un certo tuo modo impetuoso, ma io non ti ho mai detto che lo stesso effetto, lo facevi te su di me, e sta sicuro, solo con te ho imparato cosa vuol dire avere un Amico più Grande, quello che può trasmettere.
Con me sembravi aprirti e confessare cose che sembravano sepolte sotto piramidi di terra, fu perciò che eri uno dei pochi a cui raccontai tutto il passato che tenevo in me:
Gli ufo, gli sciamani, le piramidi (e te c’eri anche stato, in Egitto! La sapevi lunga), il modo in cui ero perché avevo conosciuto U.G. (Uppaluri Gopala Krishnamurti). (4)
Già, adesso mi viene da usare le sue parole e dirti questo: “Queste cose passano, prendila con calma, siamo tutti con te”.
Eravamo come due esplosioni miti che finalmente si liberavano incontrandosi, fuori da frastuoni indiscreti e “duri”. Ma che cervello sei, Adri, per la seconda volta, come per Francesco, mi ridai quel segnale definitivo, quel senso di Esteso e Libero, come forse non avevo compreso finché non lo avevo letto in U.G: “Solo una Morte Reale può liberarvi, e la Liberazione arriva sempre un attimo prima di morire, e tutti muoiono”.
Mi è saltato da dentro, da dire questo allora: “E la morte dice alla vita: Vivi!, finché sei in tempo!”
Perché proprio ora che rileggo queste novità di Pierluigi, (5) mi son venuti altri paragoni.
Ti ricordi ti dissi che U.G. fa sentire cosa vuol dire Essere a Casa, ècco, ora subito mi è venuta l’immagine della Casa sul Fiume in cui può entrare solo la luce buona delle stelle, la Casa di Tom Bombadil (6). U.G. è un omino naturale di quel genere, se sapete a cosa mi riferisco.
Così che ci ho sempre riflettuto su questo: che ora non sentiamo la Terra, come la Sentiremo dopo, e non solo perché ci saremo Dentro.
Io te lo volevo dire, che quello che leggevi in me, quella sorta di assenza di preoccupazione per certe cose, era un dono di quelle cose li, ma per quello che mi riportavi, ho visto che anche te eri in linea con questo, e questo tacito accordo, anche, è uno dei poteri più grandi dell’amicizia.
Ecco che ora quello che abbiamo chiamato Adriano Sta Vivendo la Casa più Grande come noi non possiamo, e grazie all’intuito di Pierluigi mi si rivela rinnovata quella parola di 4 lettere (7) indefinibile e intraducibile.
Davvero, è come un’intensità enorme, estesa senza confini, che tra gli Amici normalmente non riusciamo a sentire quando siamo “vivi” insieme a sparare cazzate, ma ti arriva, DOPO, come una cannonata che esplode da dentro e da fuori, da cui c’è scampo, solo per le lacrime.
Ciao Adri, Fai Ammodo
per te (per sempre)
il tuo amico Giùnsài
NOTE
1) Francesco Paciscopi (1942 – 2003) poeta di La Rotta, in provincia di Pisa. Trilaureato, insegnante. Autore di articoli di critica (letteratura-teatro-cinema) apparsi su La Nazione (anni '70), è stato vicepresidente e poi membro del direttivo dell'A.I.C.C. (Associazione Italiana di Cultura Classica) di Pontedera fino al 1992. È stato redattore della rivista Schermo Bianco negli anni '70 e della rivista letteraria Ghibli fino al 1994; fino al 1998 redattore-capo della rivista di Lettere ed Arti Ponte di mezzo; collaboratore alle riviste Poesia, Semicerchio, Il Grandevetro, Erba d'Arno, La Nuova Tribuna Letteraria, Alla Bottega, Ghibli, Ponte di mezzo, La ballata, Pianeta uomo, Images-Art & Life, L'apostrofo, Fiori di Luna, OggiFuturo. È stato presidente del Premio Letterario "Il litorale" di Marina di Massa. Presente in molte antologie. Sue liriche sono state tradotte in inglese. www.sagarana.net/rivista/numero6/ventonuovo9.html
2) La Rotta frazione del comune di Pontedera provincia di Pisa.
3) Il “Wing Tsun Kung Fu” è un nuovo e formidabile metodo di combattimento di lotta Cinese, sviluppata circa 250 anni fa da una monaca Buddista del tempio Shaolin, unitamente ad una sua allieva Yim Wing Tsun, (dalla quale lo stile prende il nome). Odiernamente ottimizzato come ginnastica salutare-formativa per una rinaturalizzazione delle energie, simile alla tipologia del Tai-Chi
4) Vedi anche altri scritti di Stefano su U.G.
www.riflessioni.it/esperienze/natura_spiritualita.htm
www.riflessioni.it/esperienze/sound_silence.htm
5) Pierluigi Piazza Il curatore di questa rubrica.
6) Tom Bombadil – un personaggio di Tolkien John R. R. definito come un essere antico come i giorni e "neutro", ovvero e al di la del bene e del male, tanto che può giocare con l'Unico Anello senza subirne la brama di possesso.
7) La parola a cui si fa riferimento l’autore è il sostantivo inglese indicante l’amore, infatti U.G. a chi gli chiede qualche cosa sull’amore suole rispondere, “love” è giusto una parola di 4 lettere.
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