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Esperienze di vita

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Sul Sentiero

Anonimo - novembre 2007
capitolo 4 -
L’opportunità
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L’opportunità

 

Lo stadio attuale della coscienza umana non è certamente, quello finale: altri più elevati raggiungimenti evolutivi attendono l’uomo che proseguirà il suo perfezionamento, e di sicuro non solo in forme fisiche. Man mano che diventeremo (in tanti!) “puri e potenti”, le nostre vibrazioni energetiche potranno con sempre maggior forza influenzare “il campo”.
Al contrario, risentiamo del “campo”, subendone passivamente le influenze, quanto più siamo dipendenti da sistemi ideologici, conformismi, settarismi di vario genere.
Lo sviluppo della Mente e del Cuore ci porta gradualmente ad uno stadio di sempre più ampia Intelligenza amorevole. Ci distacchiamo allora dal “campo ordinario di coscienza”, inquinato da materialismo, convenzionalismo e indifferenza; aspiriamo a diventare “emissari di Luce” e lavoriamo per materializzare idee di Amore. L’Amore, infatti, va concretizzato nella Prassi, cioè nella volontà di ben operare, e verificato nella Coerenza, cioè nella corrispondenza tra vita e ideale.
Comincia così il Sentiero, il percorso del Ritorno, che intraprendiamo quando decidiamo, liberamente e per amore, di “servire il mondo”.
Riscopriamo allora il senso del sacri-ficio e della sacralità (da sacer, separato, nel senso di “separato dalla profanità”).
Se è vero, pertanto, che il campo morfico  terrestre è intriso di vibrazioni disarmoniche, e che possiamo esserne condizionati negativamente, è anche vero che questa influenza si riduce con lo svincolarsi progressivo dall’ordinarietà dell’inconsapevolezza e del disamore.
In questo senso, Maestri illuminati d’oriente e d’occidente hanno indicato la Via con il loro Amore, Volontà, Potere e Conoscenza.

L’aspirante-ricercatore che ha meditato su tale processo guarderà alla realtà della propria piccola vita come ad una “grande opportunità” per sostenere il processo evolutivo: sceglierà di percorrere il Sentiero spirituale, che lo porterà a sempre nuove espansioni di coscienza, dette “iniziazioni”.
Comprende, col crescere delle sue conoscenze, che gli spetta il compito di contribuire sempre più all’evoluzione del Creato utilizzando e sviluppando la sua operosità e il suo ingegno.
Comprende di essere destinato a diventare creatore di nuove realtà; per lo stesso principio, gli appare chiaro che il mondo in cui vive è l’effetto dei pensieri e delle conseguenti azioni degli uomini che lo hanno preceduto.
Comprende che il  suo compito è, pertanto, quello di informare l’intero creato con la sua intelligenza e il suo amore e di trasformare se stesso in qualcosa che non appartiene al creato fisico (quinto regno, o “sopramentale”, secondo la terminologia di Aurobindo e Mère) (1).
Comprende presto che il Sentiero è unico, al di là delle diverse denominazioni e particolarità inessenziali, e che va percorso con dedizione amorevole e “gioiosa serietà”.
Ha abbandonato le chiese e i gregarismi, poiché ne ha riscontrato gli aspetti profani “di potere”; sa che l’Insegnamento genuino non è mai offerto in cambio di denaro né promette la conquista di straordinari “poteri”.
Si guarda bene, pertanto, dal seguire improvvisati “maestri” e si riferisce solo ai Grandi Maestri dell’umanità (Cristo, Buddha…) e alla voce dell’anima.

Invoca: “Conducimi dall’irreale al Reale, dalle tenebre alla Luce”.

 

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NOTE
1) cfr. C. Jinaradajadasa  Il Mistero della vita e della forma; C. W.Leadbeater Il lato nascosto delle cose; Satprem  Sri Aurobindo, l’avventura della coscienza.


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