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Sul Sentiero

Anonimo - novembre 2007
capitolo 22 -
L’Amore “maieutico”
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L’Amore “maieutico”

 

L’Innocuità è il presupposto e il fondamento dell’Amore di cui spesso e dovunque, e a diversi livelli, si parla. Certamente, la qualità dell’amare si presenta tra le più difficili da acquisire e da praticare, come la nostra esperienza quotidiana ci conferma. E’ molto più facile parlarne: basta osservare il diluvio di espressioni e immagini “d’amore” da cui siamo circondati (pubblicità, telenovelas, conversazioni informali, talk show, messaggi provenienti da ogni confessione religiosa, ambiti psicologici, ecc.); ciò indica, a livelli rudimentali, a volte caricaturali, quanto quest’esigenza appartenga alla nostra dimensione e al nostro destino di esseri umani.
A livelli più superficiali, dell’umanità comune, l’Amore viene spesso confuso con il sentimentalismo, con la languidezza, con la generica affettuosità, con il superficiale desiderio di contatto, con la gelosia, con l’egocentrica ossessività, con il controllo, con la dipendenza, con la necessità di “essere amati”, di “sentirsi buoni”, con il bisogno di affidarsi, con la richiesta di sicurezza… In tal modo esso viene ridotto da forza a sensazione precaria, legata alla “simpatia” e alla variabilità dell’umore.
A livelli mentali più elevati, nel mondo della cultura e della scienza, spesso il suo valore di fuoco evolutivo non viene percepito, o non sottolineato con la dovuta forza, forse perché la valutazione di tale qualità essenziale viene  sopraffatta da considerazioni di carattere intellettualistico-filosofico o scientifico.
L’Amore gratuito, liberamente scelto, e perseguito con persistenza di visione, cozza frontalmente con le abitudini inveterate dell’ego, legato alla meccanicità e all’automatismo (cui fa spesso riferimento l’opera di Gurdijeff (1)) e portato alla re-azione narcisistica anziché all’Azione creativa e disinteressata.
L’umanità opera e opererà concretizzazioni sempre più avanzate dell’aspetto “amore” che, come ogni altro aspetto, si raffina con l’evoluzione. Esso va inteso in modo sacro, per quanto è possibile al nostro livello evolutivo; va certamente purificato dalle interferenze più grossolane del desiderio emozionale. Il dare per amore sarà considerato dalle nuove comunità umane un comportamento ovvio, il naturale respiro dell’anima, così come oggi è “ovvio” per la personalità separativa la tensione all’avere.
Il grande iniziato Dante Alighieri sapeva bene che l’ “aspetto intellettuale” della Luce (“Luce intellettual piena d’amore”, terzo raggio, secondo la terminologia di Alice A. Bailey) è inscindibile dagli altri due: Volontà e Amore.

 

In tale prospettiva muterà anche il senso della relazione tra un uomo e una donna che si sono scelti e intendono percorrere insieme il loro cammino terreno. Gli esseri umani sono anime in corpi maschili o femminili; hanno scelto “quel” corpo perché più idoneo al proprio percorso esperenziale sulla Terra ma è, naturalmente, quella di anime la loro vera identità. Essi cercano, attraverso l’unione di coppia, anche sessuale, l’unità tra il “maschile” e il “femminile”, rimanendo spesso delusi, poiché tale unità si può raggiungere - ad un livello più elevato - solo nell’unione mistica dei due poli all’interno di sé.
Le esperienze terrene, anche quella del rapporto di coppia, sono vissute su diversi piani di coscienza. Perciò:

  • individui polarizzati sul piano fisico la cui anima è “più giovane”, si sentiranno appagati in una relazione di coppia basata sull’attrazione sessuale e su di un generico “stare bene insieme” senza grandi pretese;

  • individui polarizzati sul piano emotivo (costituiscono, oggi, la maggioranza dell’umanità) cercheranno un sentire comune basato sull’emozionalità, sulla richiesta affettiva, sul bisogno di “sentirsi amati” e di “non sentirsi soli”, sul senso di possesso: “sei mio/mia”;

  • individui polarizzati sul piano mentale (l’umanità si sta avviando a tale polarizzazione) ricercheranno, oltre l’affettività, una dimensione mentale comune. Essi sanno che la coppia, e poi la famiglia, è un minuscolo gruppo di autoformazione permanente che persegue, nello  scambio d’amore, comuni obiettivi di progresso spirituale. Più che “guardarsi negli occhi”, i componenti la coppia “guarderanno nella stessa direzione” e sostituiranno all’infatuazione narcisistica dell’amore esclusivo un gioioso Progetto di vita, teso all’evoluzione di entrambi eperseguito nel rispetto e nella solidarietà.

L’Amore non è pertanto “ciò che lega” emozionalmente ma “ciò che illumina” sul Sentiero, indicando il successivo passo da compiere per sostenere l’evoluzione di individui e gruppi. Se intensamente vissuto, e praticato nei riguardi di tutti gli elementi della Manifestazione, “fa fiorire” potenzialità umane, nuove consapevolezze, progetti di cura e tutela, propositi di Pace; dà accesso a una lettura sempre più ampia del Piano divino e sostiene al tempo stesso gli sforzi per la sua concretizzazione nella materia.
L’Amore è l’Energia che promuove l’evoluzione, è “Fare” nel senso di Prassi operativa al servizio della Luce.
E’ collegato alla Visione e all’Azione, poiché quanto più si assiste alla sofferenza evidente, si ascolta il grido d’aiuto dell’umanità e si osserva lo svolgimento degli eventi dal punto di vista delle Cause, cresce l’aspirazione ad amare, e quindi a servire.
E’ collegato anche alla Comprensione, nel senso che quanto più si comprende che “l’Amore salva” tanto più profondamente ci si assumerà il compito di irradiare amore nei contesti quotidiani di vita.
E, tanto più Visione e Comprensione si amplieranno, tanto più si evidenzierà la necessità di migliorare se stessi, di “essere di più” per meglio servire, poiché ci rendiamo conto che, al di là delle nostre buone intenzioni, possiamo dare in proporzione di quanto siamo.
L’Amore richiesto sul Sentiero è perciò alto e nobile, carico di reale forza operativa, rafforzato dall’energia della Volontà, e sa coniugare armoniosamente Mente e Cuore. I Maestri si riferiscono spesso ad un Amore intelligente, quello che, cioè, promuove “il maggior bene per il maggior numero” e di Intelligenza amorevole ad indicare che Amore (secondo raggio) e Intelletto (terzo raggio) sono qualità indissolubili che, sorrette dalla Volontà (primo raggio) “si colorano a vicenda”.

Sul Sentiero appare sempre più chiaramente che amare è il senso più alto che un essere umano possa dare alle sue opere; qualunque azione compiuta senza amore è “lettera morta”: Ama e fa’ ciò che vuoi!” (Agostino).

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NOTE
1) cfr. Ounspensky, La quarta via


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