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Esperienze di vita

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Sul sentiero - Parte quarta

Anonimo - novembre 2010
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Iniziazione e discepolato secondo l’insegnamento del maestro tibetano

 

I requisiti per l’Iniziazione

 

In questa epoca sta per entrare in manifestazione il settimo raggio, che governa la magia cerimoniale; esso si occupa di costruire forme intelligenti che manifestino il pensiero del Logos e di coordinare e portare unità nei regni di natura. Si basa sulla  forza del “rituale”, intendendo con questo termine non tanto le cerimonie sacre religiose ma ogni forma di organizzazione umana avanzata, come il commercio e  il turismo intesi come possibilità di scambio e di conoscenza, il mondo degli affari e delle  finanze, che rimandano alla Legge di Economia vigente nel cosmo, i governi e le leggi, che seguono rituali e ritmi che rimandano a quelli della Legge e dell’Ordine dispiegati nell’universo.

In precedenza conseguivano l’iniziazione soprattutto orientali appartenenti al sesto raggio, quello della devozione, attraverso i rituali e la meditazione; oggi si presenta l’occasione per i popoli occidentali, influenzati dal settimo raggio attualmente in manifestazione; essi  possiedono mente attiva ben organizzata e buone capacità di coordinamento. La loro via di evoluzione, spesso seguita inconsciamente, è quella della concentrazione su contenuti concreti, economici o organizzativi; la riflessione continuata e concentrata su contenuti pratici  prepara la disposizione della mente  e le capacità necessarie per  la vera meditazione, una volta che si sarà intravista la Via e purificato il movente.
Si scopre il “filo d’oro” intessuto nell’esistenza nelle circostanze della vita quotidiana, che si carica ora, con l’accresciuta consapevolezza, di segni e simboli prima invisibili:

 

All’uomo che sia pronto questa occasione si presenterà dove si trova, nelle consuete circostanze della sua vita quotidiana.

La compierà svolgendo il suo dovere, superando le prove e le difficoltà, ed aderendo alla voce del Dio interiore, ciò che distingue il vero aspirante all’iniziazione.

…la meta successiva da raggiungere e il prossimo lavoro da compiere vengono indicati dal Maestro (sia esso il Dio interiore o un Maestro, se l’uomo ne è consapevole) che ne spiega il motivo. Poi l’Istruttore si ritrae in disparte e osserva l’aspirante che attua il suo compito. Osservando, egli ne vede i momenti di crisi in cui le prove cui è sottoposto da un lato focalizzano e disperdono qualche male (se si può usare questo termine) non ancora eliminato, e dall’altro dimostrano al discepolo tanto la sua debolezza quanto la sua forza. Nelle grandi iniziazioni viene seguito il medesimo procedimento e la capacità di superare prove e stadi più impegnativi dipenderà da quella dimostrata nel superare le prove minori di ogni giorno. “Chi è fedele nelle piccole cose lo è anche nelle grandi”; è un’affermazione occulta cha dovrebbe caratterizzare l’attività quotidiana del vero aspirante. Le “grandi cose” vengono superate perché considerate semplicemente un’intensificazione  di quelle consuete, e nessun iniziato ha mai superato la grande prova dell’iniziazione senza prima essersi abituato a superare quelle minori della vita di ogni giorno; le prove diventano allora un fatto normale, e quando si presentano vengono considerate come fatti correnti della vita. Tale atteggiamento mentale, una volta raggiunto, non permette più sorprese o sconfitte. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare,  cap. XVII,  183,184)

 

Una volta scelta la “via breve” dell’iniziazione volontaria, che non segue la via di sviluppo ordinario, il candidato sceglie anche di sottomettersi ad una disciplina rigorosa.

Si riportano qui le 14  istruzioni, risalenti ad antichi testi della Saggezza antica, rivolte a  coloro che aspirano all’iniziazione:

1. Il discepolo cerchi nel profondo del cuore. Se il fuoco vi divampa riscaldando il fratello e non lui stesso, è giunta l’ora di presentarsi alla Porta
Quando il discepolo sente di avere a cuore la salvezza dei suoi fratelli più della propria; dimostra, con la sua vita e le sue opere, che il suo più grande desiderio è servire l’umanità; sacrifica ogni cosa appartenente al sé inferiore all’Anima, allora il fuoco del suo amore riscalderà il mondo ed egli è pronto ad iniziare il cammino dimenticando il piccolo sé per il Sé più grande intravisto:

 

Questo è necessario prima che il Maestro proponga la sua candidatura. Se non si cura delle sofferenze e del dolore del sé inferiore, se gli è indifferente la felicità, se il solo scopo della sua vita è servire e salvare il mondo, e se le necessità dei suoi fratelli sono più importanti delle proprie, allora il fuoco dell’amore irradia il suo essere e il mondo può riscaldarsi ai suoi piedi. Tale amore deve essere messo in pratica e dimostrato, e non restare una teoria, un semplice ideale e un piacevole sentimento. Deve essersi sviluppato attraverso le prove e le esperienze della vita, in modo che il principale impulso vitale tenda al sacrificio di sé e ad immolare la natura inferiore. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare,  cap. XIX, 193)

 

2.  Fatta la richiesta in triplice forma, il discepolo la ritiri e la dimentichi.
Il discepolo fa la sua richiesta mosso dal desiderio profondo di essere più utile e di poter servire in modo più ampio e illuminato; la sua mira non è il suo avanzamento ma le necessità dell’umanità, nei confronti della quale si sente responsabile; non gli interessa giungere all’iniziazione per orgoglio spirituale o per la curiosità di conoscere  l’occulto.
Chi intende varcare la Porta sa che sono valutati la purezza del movente e l’ardore dell’aspirazione altruistica:

 

Chi si cura dell’iniziazione, non riceverà “l’abbraccio occulto” e chi per egoismo o curiosità è ansioso di partecipare ai misteri, non varcherà la Porta, ma resterà fuori a bussare. Coloro che desiderano ardentemente servire, che si piegano alla consapevolezza delle necessità del mondo risvegliando così il senso di responsabilità personale, coloro che hanno adempiuto la legge, busseranno e verrà loro aperto, e la loro richiesta sarà accolta. Sono coloro che lanciano un appello per ottenere maggior potere di aiutare, ed esso giunge all’orecchio di Coloro che attendono in silenzio. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare,  cap. XIX,  193,194)

 

3. Triplice dev’essere l’appello e molto tempo è necessario per farlo risuonare. Il discepolo lanci l’appello attraverso il deserto, al di sopra di tutti i mari e attraverso i fuochi che lo separano dalla porta velata e nascosta.

Al discepolo viene richiesto di dominare la vita fisica, sottomettendola a quella dell’Anima; di placare le emozioni, così che il corpo emotivo diventi un limpido specchio su cui possano riflettersi ed essere chiaramente percepite le vibrazioni superiori; di trasferire l’energia della mente dal piano analitico a quello astratto, ove possano manifestarsi le intuizioni superiori.

Solo quando i tre aspetti inferiori saranno purificati e le vibrazioni innalzate, il candidato potrà varcare la Porta:

 

Quando la vita inferiore del piano fisico è feconda, la vita delle emozioni stabile, la vita mentale trasmutata, nulla può impedire che la sbarra di quella porta venga alzata per lasciar passare il discepolo. Solo una vibrazione sincronizzata con quella esistente oltre la Porta ne produce l’apertura, e quando la vita del discepolo sia intonata con quella della Gerarchia, ad una ad una le porte si apriranno e nulla potrà tenerle chiuse. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 195)

 

4. Il discepolo attenda all’evoluzione del fuoco; alimenti le vite minori mantenendo in moto la ruota.

Il candidato si sente responsabile del ben-essere  delle vite dei regni di natura, delle quali favorirà l’evoluzione. Egli sa che il microcosmo rispecchia il macrocosmo e che pertanto, servendo le vite minori, coopera  al Piano divino, per quanto gli è consentito dal suo livello evolutivo:

 

Queste parole ingiungono al discepolo di tener presente la propria responsabilità verso le molteplici vite minori che, nel loro complesso, compongono il triplice corpo di manifestazione. In tal modo l’evoluzione è possibile ed ogni vita nei diversi regni della natura, coscientemente o incoscientemente, adempie la propria funzione di vivificare ciò che sta ad essa come il pianeta al sole. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 195)

 

5. Il candidato faccia sì che l’angelo solare offuschi la luce degli angeli lunari, rimanendo l’unico luminare del cielo microcosmico.

E’ necessario che il candidato all’iniziazione comprenda la natura dell’ego e studi le funzioni degli elementi che compongono i suoi tre corpi; raffinando in tal modo la sua natura, egli farà risplendere la sua luce, rendendosi degno di accedere ai misteri; sottomettendo, con continuo sforzo,  l’inferiore al superiore, egli ordina il suo microcosmo in considerazione della responsabilità verso la più grande Vita di cui sa di far parte:

 

Per mezzo dei tre corpi inferiori (i candidati) devono affermare la loro divinità innata sul piano fisico e dimostrare sempre maggiormente il loro valore essenziale. In secondo luogo devono studiare la costituzione dell’uomo, comprendere il funzionamento della natura inferiore, rendersi conto che tutte le cose viventi sono interdipendenti e correlate, assoggettando così le vite minori che compongono i tre corpi. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 195, 196)

 

6. I fuochi purificatori ardono smorzati e deboli quando il terzo è sacrificato al quarto. Il discepolo si astenga perciò dal togliere la vita e nutra ciò che è inferiore col prodotto del secondo.

La regola si riferisce al fatto che il processo di raffinamento è ostacolato “quando il terzo è sacrificato al quarto”, ovvero quando il quarto regno (l’uomo) si ciba del terzo regno (animale). Una dieta che includa la  carne ostacola il progresso; al candidato all’iniziazione si indica pertanto  di attenersi ad una  nutrizione basata su vegetali e frutta che permetterà la strutturazione di un corpo che possa restare saldo quando l’energia dell’iniziazione pervaderà i suoi centri.

Altri cibi, come il pesce e  gli alcolici potranno risultare di ostacolo al candidato; il processo di astensione dalla carne e di mutamento della dieta, tuttavia,  potrà avvenire anche per gradi, iniziando da quando l’uomo è ancora solo un aspirante, poiché ogni eccesso o fanatismo,  in questo campo come in altri,  certamente non favorirà il progresso.
Il discepolo imparerà ad usare saggezza e buonsenso e ad “affrettarsi lentamente”:

 

A tale riguardo occorre sottolineare due cose. In primo luogo i candidati devono far uso del buon senso, che molto spesso difetta; gli studenti ricordino che i fanatici, gli squilibrati non sono desiderati dalla Gerarchia. Equilibrio, giusto senso delle proporzioni, debito conto delle condizioni circostanti e sano buon senso, sono segni caratteristici del vero occultista; inoltre un genuino senso di humour eviterà molti pericoli. In secondo luogo, occorre tener conto del tempo ed effettuare i cambiamenti di dieta e di abitudini con la dovuta lentezza. Tutto nella natura procede lentamente e i candidati devono imparare la verità occulta delle parole “affrettati lentamente”. Il processo di eliminazione progressiva è generalmente la via della saggezza; in condizioni ideali che raramente esistono, tale periodo di eliminazione comprende lo stadio dell’aspirante, e quando l’uomo diventa un candidato all’iniziazione, la necessaria purificazione preparatoria del regime alimentare è compiuta. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 197, 198)

 

7. Il discepolo badi ad enunciare i suoni che echeggiano dove vive il Maestro. Non faccia risuonare le note minori che suscitano vibrazioni nel mondo di maya.

E’ necessario che il candidato conosca il valore occulto della parola e del silenzio prima che possa varcare la Porta; egli sa che nei piani più elevati ogni parola o suono sorretti da una volontà potentemente strutturata e da pensiero e motivazione purissimi  producono energia che ha effetti immediati nella materia:

 

Fino a quando l’uomo non comprende il significato della parola e non utilizza il silenzio delle alte sfere per produrre gli effetti voluti su un piano o sull’altro, non può avere accesso ai regni dove ogni suono ed ogni parola pronunciata causano risultati potenti nella sostanza, perché vivificati da due elementi predominanti: potente volontà scientificamente applicata e retto movente purificato nei fuochi.

Un Adepto crea con sostanza mentale e origina impulsi sul piano mentale, producendo risultati nella manifestazione astrale e fisica. Essi sono potenti ed effettivi e perciò è necessario che chi li produce sia puro nei pensieri, esatto nella parola ed abile nell’azione. Quando i candidati avranno compreso queste idee, importanti cambiamenti nella loro vita quotidiana ne saranno la conseguenza immediata. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 198, 199)

 

Il discepolo  vigila perciò attentamente su:

  • l’elevatezza del pensiero, che sarà  magnanimo e inclusivo quanto  possibile per il suo livello di evoluzione;

  • la purezza del movente; ciò stimolerà il candidato a sorvegliare le tendenze cui più spesso è asservita la sua natura inferiore e gli impulsi che originano i suoi atti, anche quelli più nascosti e “inconfessabili”;

  • l’accuratezza nell’uso della  parola, che prevede:
    a) la sua chiarezza e precisione;

  • b) l’osservazione dei suoi effetti sui  fratelli e sulla materia fisica;

  • c) la graduale eliminazione delle parole vane o superflue;

  • d) il silenzio, che sarà coltivato in ogni caso, e attentamente mantenuto  soprattutto riguardo al lavoro occulto e alle conoscenze riservate agli iniziati. Si parlerà sempre, tuttavia, in quei casi in cui il tacere sarebbe nocivo a qualche individuo o al gruppo;

  • e) lo studio della Parola sacra, che porterà ad un’utilizzazione del suono e della parola con effetti voluti sulla Vita, a fini evolutivi;

  • l’accuratezza dell’azione, che, sorretta da saldo proposito e illuminato movente, sarà opportuna, efficace ed efficiente.

8. Quando il discepolo si avvicina alla Porta, i sette maggiori devono risvegliarsi e suscitare la risposta dei sette minori sul doppio circolo.

Il candidato svilupperà i sette centri della testa: questi produrranno lo sviluppo dei centri eterici  che, a sua volta, provocherà l’aumento della vibrazione dei sette centri fisici (testa, cuore, gola, plesso solare, base della colonna, milza, organi sessuali).

Questo risultato non si ottiene mediante pratiche yoga o di respirazione che tendono ad affrettare lo sviluppo dei centri concentrando lo sforzo su di essi, ma attraverso una costante pratica di autodominio e purificazione dei moventi, dei pensieri e delle azioni. Avverrà così che egli sarà in grado di elevare le energie dai centri inferiori a quelli superiori posti sopra il diaframma; ad esempio, riuscirà a trasferire le energie del centro sessuale, atto alla generazione sul piano fisico,  alla gola, centro di creatività mentale.

L’aspirante all’iniziazione servirà, mediterà e studierà la scienza delle energie, aprendosi in tal modo alle vibrazioni superiori e favorendo il fluire del fuoco dello spirito nei suoi corpi:

 

Ciò non è ottenuto con pratiche di Hatha Yoga o concentrando l’attenzione sugli organi fisici, ma sviluppando il dominio esercitato dal Dio interiore, il quale opera usando il centro della testa da cui controlla tutti gli altri.

Il candidato dedichi quindi tutte le proprie energie allo sviluppo della vita spirituale, che è il risultato del retto pensare, della meditazione e del servizio. Con lo studio profondo di tutto ciò che è possibile in relazione all’energia ed ai suoi punti focali, egli coordinerà la propria esistenza affinché la vita dello spirito possa fluire. Attualmente tale studio può essere intrapreso senza pericolo solo in gruppo e con la guida di un istruttore. Gli allievi si impegneranno a non compiere esperimenti su se stessi e a non scherzare con i fuochi del corpo, limitandosi a comprenderli teoricamente e a vivere una vita di servizio.

In tal modo i centri si svilupperanno in modo normale, mentre il candidato si dedicherà ad amare perfettamente il proprio fratello in verità e in pratica, a servire generosamente, a pensare con intelligenza ed a vigilare attentamente su se stesso. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 201)

 

9. Il discepolo si fondi  nel circolo degli altri sé. Un solo colore li unisca e la loro unità si manifesti. Solo quando il gruppo è percepito e conosciuto, l’energia può essere emanata con saggezza.

Il discepolo riconoscerà il gruppo al quale appartiene; ad esso lo uniscono  antichi legami  karmici, il comune proposito, l’affinità di vibrazione. Con essi percorrerà la Via, svolgendo il suo servizio, disciplinandosi, amando e purificandosi.

Può accadere che i componenti del gruppo siano uniti sul piano dell’anima, ma che le personalità non siano ben integrate; in tal caso, il gruppo intero lavorerà per coordinare armoniosamente le diverse individualità, al fine di sviluppare capacità operative efficaci, in coerente allineamento con il Proposito:

 

Superficialmente questa può sembrare una delle regole più semplici, ma in pratica non lo è. E’ facile cadere in errore e il problema di lavorare armoniosamente in allineamento di gruppo non è così semplice come può sembrare. Possono esistere vibrazione e relazione tra gli Ego, ma le personalità esteriori non armonizzare. In tal caso spetta al candidato rafforzare la presa dell’Ego sulla propria personalità, affinché il rapporto esoterico di gruppo possa attuarsi sul piano fisico. Egli lo farà disciplinando la propria personalità e non correggendo i suoi fratelli. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 203)

 

10 . L’Armata della Voce, i deva nelle loro file serrate, opera senza sosta. Il discepolo ne consideri i metodi; impari le regole con le quali essa opera entri i veli di maya.

Il candidato all’iniziazione studierà il significato occulto del suono e della parola; osserverà il lavoro dei deva costruttori e comprenderà i procedimenti che essi usano per riprodurre nella materia le idee superori; comparerà le leggi ed i metodi di creazione del microcosmo con quelli del macrocosmo:

 

Questo implica perciò da parte dei candidati lo studio metodico dei fattori seguenti:

 

1. Lo scopo del suono.

2. Il significato esoterico delle parole, della grammatica e della sintassi.

3. Le leggi della vibrazione e dell’elettricità, e molti altri studi sussidiari riguardanti la manifestazione della divinità e della coscienza tramite la sostanza devica e l’attività dei deva che la dirigono. Verranno indagate le leggi del macrocosmo e riconosciute le corrispondenze esistenti tra le attività del microcosmo e la manifestazione attiva del macrocosmo. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 203)

 

11. Il discepolo trasferisca il fuoco dal triangolo inferiore a quello superiore e conservi ciò che viene creato col fuoco nel punto di mezzo.

L’aspirante all’iniziazione trasferirà le energie da triangolo inferiore, costituito dai centri del plesso solare, della base della colonna vertebrale e degli organi sessuali, al triangolo superiore, formato dai centri della testa, della gola e del cuore. Egli imparerà a dominare gli impulsi sessuali e a spostare le energie dal centro sessuale, che permette la generazione sul piano fisico, a quello della gola, idoneo alla creazione sul piano mentale. Le creazioni si origineranno da un fermo proposito, formulato da una potente Volontà, e saranno sostenute dall’Amore intelligente.

La regola non è da intendersi nel senso che il candidato debba necessariamente mantenersi celibe, poiché egli riconosce che anche le manifestazioni fisiche possono essere sacralizzate.

L’aspirante all’iniziazione controlla gli istinti e domina il suo corpo, subordinandolo alle Leggi superiori, operando  nel servizio senza permettere il prevalere della natura inferiore ma  con l’intento di usare i suoi centri per il fine dell’evoluzione dell’umanità:

 

Un iniziato coltiva una particolare disposizione mentale per cui riconosce che tutte le forme di manifestazione sono divine, e che il piano fisico è un’espressione divina come qualsiasi altra dei piani superiori.

…Che a un certo stadio possa essere consigliabile perfezionare il proprio dominio in un determinato settore con la temporanea astensione, non va negato, ma questo è solo un mezzo per conseguire un fine, dopo di che seguiranno altri stadi in cui, conquistato il dominio, l’uomo dimostrerà in modo perfetto gli attributi divini per mezzo del corpo fisico, usando in modo saggio e normale ognuno dei centri, e favorendo così i fini dell’umanità.

In molti casi iniziati e Maestri si uniscono in matrimonio e adempiono normalmente i loro doveri di mariti, mogli e capi di famiglia, ma tutto è regolato da un proposito e dall’intenzione e nulla è lasciato in balia della passione o del desiderio. L’uomo perfetto che vive sul piano fisico domina completamente tutti i propri centri, e la loro energia viene usata in modo del tutto legittimo; la volontà spirituale del Dio interiore è il fattore principale e vi sarà perciò unità di intento su tutti i piani e per mezzo di tutti i centri per il massimo bene del maggior numero.

..Il vero iniziato potrà essere riconosciuto dalla santa e santificata normalità e dalla costante conformità a ciò che è meglio per il gruppo, secondo le leggi sociali del suo paese; dal dominio e dall’astensione da eccessi di qualsiasi tipo, e infine dall’esempio di vita spirituale, di rettitudine morale e di disciplina che offre a quanti lo avvicinano. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 205, 206)

 

12. Il discepolo impari a usare le mani nel servizio; cerchi il segno del messaggero nel proprio piede ed impari a vedere con l’occhio che guarda tra i due.

Il candidato imparerà a usare i chakra delle palme delle mani sui tre piani, fisico, emotivo e mentale: curerà il corpo fisico; purificherà il corpo emotivo; dirigerà le forze mentali.

 

In senso occulto “l’uso delle mani” è l’utilizzazione dei chakra (o centri) delle palme delle mani per:

- curare le malattie fisiche,
- benedire e così curare le malattie prodotte dalle emozioni,
- elevarle in preghiera, ossia utilizzare i centri delle mani nella meditazione per manipolare sostanza e correnti mentali.

Queste tre attività meritano attenta considerazione e gli studenti occidentali potranno imparare molto studiando la vita del Cristo e riflettendo sui Suoi metodi di usare le mani. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 206)

 

Il “segno del messaggero” nel piede si riferisce all’attività dei Messaggeri degli dei mentre “l’occhio che guarda tra i due” si riferisce ad un certo tipo di sviluppo occulto:

 

Il “segno del messaggero” nel piede è un riferimento al ben noto simbolo delle ali ai calcagni di Mercurio.

…“L’occhio che guarda tra i due” sembra indicare il terzo occhio utilizzato dai chiaroveggenti,   ma il significato è molto più profondo e si cela nei seguenti fatti:

- Tutti gli esseri autocoscienti, da un Logos all’uomo, stanno sviluppando la visione interiore.

- L’Ego o Sé superiore è letteralmente per la Monade ciò che il terzo occhio è per l’uomo, e per questo si dice che guarda tra la Monade e il Sé spirituale da un lato e il sé personale dall’altro. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 206, 207)

 

13. Quattro cose deve comprendere ed imparare il discepolo prima che gli si possa mostrare il mistero più intimo: la legge di ciò che irradia, i cinque significati della magnetizzazione, la trasmutazione, o il segreto perduto dell’alchimia, la prima lettera della parola impartita, o l’occulto nome egoico.

L’argomento è molto ampio, e di natura occulta e troppo avanzata per l’evoluzione attuale dell’umanità; si è scelto, pertanto, di non commentare questa istruzione.

 

14. Ascolta, tocca, guarda, applica, conosci.

 

Tali parole si riferiscono a ciò che il cristiano potrebbe giustamente chiamare la consacrazione dei tre sensi principali e il loro uso nell’evoluzione della vita spirituale interiore; all’applicazione di ciò che è stato imparato e accertato, seguita dal frutto della conoscenza acquisita. (Alice A. Bailey, Iniziazione umana e solare, cap. XIX, 208)

 

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