FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità
La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.
Capitolo 5 - Febbraio 2015
Realtà e Informazione: Cosa sono per noi?
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5.1 Il mondo dei sogni
Dal punto di vista delle funzioni fisiologiche, per i sogni esiste una spiegazione del tutto razionale. Noi, quali animali a sangue caldo, siamo dipendenti da una temperatura intrinseca di 37 °C. Questo calore sorge dai processi metabolici attraverso la combustione del cibo, come p.es. dei grassi, come pure dall’attività muscolare. Nel sonno però una grande attività muscolare è assente. Nel sonno profondo essa viene addirittura impedita attivamente e durante questa fase noi non prendiamo nulla per nutrirci. La conseguenza è che la temperatura del corpo si abbassa. Tanto più a lungo dormiamo e tanto più elevato è l’abbassamento della temperatura corporale. Il limite critico si situa circa sui 36 °C. Valori inferiori impediscono che dai globuli rossi si diffonda ossigeno a sufficienza, al punto di condurci in uno stato di pericolo di vita. Evidentemente la saggezza del corpo sembra essere consapevole di questo pericolo perché sogni che di notte vengono attivati regolarmente come fasi REM (Rapid Eye Movement), e che verso il mattino diventano sempre più lunghi, impediscono un calo di temperatura oltre misura. Ciò avviene perché i sogni, come gli eventi da svegli, producono esperienze che attivano ormoni quali p.es. adrenalina e noradrenalina. Ambedue questi ormoni avviano la combustione dei grassi e il corpo si riscalda.
In ogni modo quello che sogniamo ci appare talmente reale da renderci conto solo al risveglio che si trattava di un sogno. Durante il sonno normalmente noi non siamo consapevoli di trovarci nel mondo dei sogni. Ci sono poi dei sogni durante i quali noi sappiamo di sognare e possiamo addirittura dirigere il sogno con la nostra volontà. Questo viene chiamato sogno lucido e, cosa molto interessante, può essere allenato. Dopo un sogno lucido noi ci ricordiamo anche del suo contenuto, cosa che ci riesce raramente con il sogno normale dove nella più gran parte dei casi echeggiano solo eccitazione o altre emozioni che producono bagni di sudore e batticuore.
Nel sogno, anche la consueta struttura del tempo è annullata. Pochi secondi reali all’orologio si dilatano offrendo spazio per lunghe storie. Il semplice sbattere di una imposta all’inizio o alla fine del sogno può essere percepito come l’inizio o la finale di un avvenimento di lunga durata.
La capacità di agire, fortemente ridotta nel sogno, può rivelarsi molto spiacevole. Probabilmente tutti noi abbiamo sognato una volta di essere confrontati con una situazione minacciosa da cui volevamo allontanarci e di annaspare, di essere nell’impossibilità di correre, scappare. Anche qui agisce un saggio soccorso. Se nel sogno mettessi in atto la reazione come nello stato di veglia consapevole, potrei p.es. correre e sbattere contro una parete, cascare e ferirmi.
La domanda se i sogni sono più che una fase di necessario surriscaldamento è senz’altro avvincente. Si specula dicendo che essi servono all’esercizio della fantasia, che consolidano sotto forma di ricordo le strutture dei neuroni, che offrono soluzioni per accadimenti fino a quel momento non rielaborati e che diano spazio a desideri non soddisfatti. Tutto può essere vero ma chissà, essi potrebbero anche avere un significato ben più grande.
Partiamo dal principio che i meccanismi della consapevolezza nello stato di veglia siano identici a quelli dello stato di sogno. Gli argomenti presentati più avanti tendono ad affermare che la percezione consapevole è creativa e genera realtà indipendente dai limiti di spazio e tempo. Anche i sogni sottostanno a questi meccanismi.
Sotto l’aspetto fisiologico quello che sogniamo si distingue dallo stato di veglia per il fatto che gli stimoli provenienti dalla periferia del corpo, che distesi e ad occhi chiusi sono senz’altro meno forti, non vengono presi in considerazione dal cervello. Sono inibiti anche ARAS (ascending reticular activating system) e RAS (reticular activating system), che trasferiscono il cervello nello stato di veglia. Di giorno la consapevolezza è occupata ad azionare la realtà attraverso le sensazioni temporali. Solo quando i sensi non hanno un ruolo predominante può la consapevolezza (del subcosciente) tuffarsi nell’Oceano delle infinite possibilità e realizzare altri avvenimenti.
Dobbiamo considerare che il cervello di tanto in tanto è occupato con se stesso e le reti dei neuroni prelevano immagini ed esperienze più o meno a caso. Un indicatore di ciò lo troviamo nel raduno caotico e illogico di singoli eventi nel sonno o anche nei pensieri confusi da svegli.
Dobbiamo però tener conto che un cervello non distratto dai fatti del giorno, è il ricettore di eventi reali che avvengono in qualche parte di questo mondo, che sono una volta avvenuti o che avverranno. Per cui già adesso ci poniamo il quesito: “I nostri sogni sono esperienze vissute da altre persone? Nel sogno facciamo esperienza di qualcosa che altri esseri viventi hanno già memorizzato? Si tratta forse di sogni precogniti? Noi, attraverso i sogni, veniamo trasferiti in una situazione che allarga la nostra percezione su altre realtà?
Tutto è nei limiti del possibile.
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