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Arte - Commenti, recensioni, raccolte di...
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Vecchio 01-02-2004, 14.58.42   #11
David45
Ospite
 
Data registrazione: 26-01-2004
Messaggi: 27
Cara amica virtuale, ti rispondo con questo mio post scritto in un altro forum dove abbiamo parlato in modo abbastanza esaustivo dello stesso argomento.



“L’ARTE E’ MORTA!”

L'Arte ha sempre accompagnato l'uomo sin dagli albori della sua esistenza ed ha sempre rispecchiato, dell'uomo, la sua sacralità.

Quindi, in una società consumistica come la nostra, l'Arte non poteva che congedarsi da essa, per lasciare il posto alla più selvaggia speculazione, che usando come criterio l'opinabilità di giudizio, secondo il quale "tutto può essere arte", ha decretato la sua stessa fine in favore della comoda mercificazione del banale, rendendola funzionale alla legge del profitto.

Ecco allora che una voce stonata diventa espressione "artistica di moda", un' attrice goffa e senza talento una grande attrice, perchè è bella; che dei versi di una canzonetta come "Una lacrima sul viso", dopo abili contorsioni dialettiche di un critico di fama, assurgono all'Olimpo della "Alta Poesia" e, ancora, un imbrattatele per caso, viene proclamato, previa partecipazione a gala di vip e astruse illazioni di sedicenti esperti prezzolati, come il "genio artistico del momento"(vedi Warhol, per esempio!).



L'Arte è morta, l'abbiamo uccisa noi, come abbiamo ucciso lo stesso Dio a cui si riferiva Nietzsche.

Ciao,David.
David45 is offline  
Vecchio 01-02-2004, 17.25.19   #12
rdlea
Ospite
 
Data registrazione: 23-06-2003
Messaggi: 13
Sperimentiamo

Credo che la risposta al quesito non possa essere che sperimentale. E' vero che quando voglio immergermi nel grande narrare vado a rileggere Il Ritratto dell'Artista da Giovane di Joyce o il finale de Lo Straiero di Camus, ma avete letto De Lillo? e, più giovane: Chuck Kinder, o David Foster Wallace? Credo anzi che le modificazioni del nostro quotidiano siano affascinanti come l'immergersi in sensazioni primi novecento o anni cinquanta. I grandi contemporanei sono capaci di questo. Non so cosa sia l'arte, ma so riconoscerla.

Ultima modifica di rdlea : 01-02-2004 alle ore 17.27.47.
rdlea is offline  
Vecchio 01-02-2004, 18.08.21   #13
Dunadan
Ospite abituale
 
L'avatar di Dunadan
 
Data registrazione: 19-11-2003
Messaggi: 978
L'ARTE NON è MAI ESISTITA

ve lo dice uno che ha fatto il liceo artistico !!!!!!!!!!!

Una volta un mio compagno di classe chiese alla professoressa di storia dell'arte:
"Ma oggi, con tutte queste sculture strane, astratte, dove si può intravedere il confine tra ciò che è arte e ciò che non lo è?"
La professoressa rispose:
"E' importante prima di tutto che un'opera sia realistica, poi ci sono altri fattori, un artista da un non-artista si differenzia soprattutto per il fatto che se disegna un volto di una persona, questo volto viene rassomigliante, realistico alla persona reale."

Questa risposta mi è apparsa stupida, artistico sarebbe ciò che è imitato? E meglio è imitato, più è artisticamente valido? Allora una fotografia è il massimo dell'arte?
Senza parlare di Platone, che va contro a un'arte imitativa della realtà, finzione della realtà.

Se prendo un foglio e lo scarabocchio IO, non vale nulla. Se si ritrova un foglio di Modigliani scarabocchiato si dice che è arte...

L'arte non esiste.

Esiste l'armonia delle cose !!! Esiste il piacere delle cose, la bellezza che ci attrae. Questi sono i fattori che ci fanno dire se una cosa è artistica o meno...nel senso comune. Ma se uno si addentra nel mondo artistico, diventa un esperto, prima o poi capisce che il confine tra arte e non arte è molto...incerto.
Ci si comincia a chiedere: "ma se disegno questa cosa in modo disarmonico viene più bella rispetto al modo armonico", allora l'arte è armonia???
poi ci si chiede: "ma se questa cosa che disegno, la disegno con tutto il cuore, mettendoci la mia passione, la passione nel segno, la forza nel segno, per fare trapassare le mie sensazioni... per me questa cosa è Arte, è vera arte, ma per l'80% delle persone questa cosa è schifezza, le persone non conoscono tutte la mia storia, le mie emozioni.

L'arte, non esiste... esiste un senso comune che pilotato da "esperti sul campo" dice che quella cosa ha valore artistico.
Esiste un senso nella persona che gli fa dire "questo, è bello, è allietante agli occhi", e se questo giudizio vale per altre 50 milioni di persone, si può dire che per l'italia quel quadro è patrimonio artistico.

Ho sentito anche dire che se faccio una bicicletta in cartone con l'obiettivo di fare arte, quella sarà arte, mentre se faccio una bicicletta con l'obiettivo di usarla in campagna, quella non è arte. Ma anche questa teoria non è molto accettabile... se faccio bronzare i miei calzini con l'intendo di fare arte, ho fatto arte?

Perchè oggi si sta ponendo ancor di più il problema? Semplicemente perchè la ricerca di cose armoniose/non armoniose, belle/brutte, ha già avuto infinite proposte negli anni, e quindi le idee libere che rimangono oggi sono poche.

Per non passare da copiatore di altri artisti del passato bisognerebbe usare come modelli artistici per le nostre sculture degli oggetti del nostro tempo, oggetti nuovi come il PC e il telefonino.

ciao ciao,
PS: l'arte, non esiste. esiste un"idea pilotata di arte" definita "arte".

Ultima modifica di Dunadan : 01-02-2004 alle ore 18.11.21.
Dunadan is offline  
Vecchio 01-02-2004, 18.22.13   #14
David45
Ospite
 
Data registrazione: 26-01-2004
Messaggi: 27
Credo che non esista cultura scolastica per recepire l'arte.
Anzi per coglierla nella sua fragranza bisogna accostarvisi in punta di piedi e "spegnere" la ragione.
Se per millenni l'uomo si è cimentato nell'atto creativo, evidentemente ubbidiva ad una pulsione interiore insopprimibile.
Cosa ha spinto l'uomo delle caverne a raffigurare , traducendo in materia pittorica il pensiero astratto ?
Che funzione poteva avere in un mondo fatto di ostile e crudele materialità la rappresentazione artistica?
Indubbiamente l'arte possedeva una funzione sacra, e rappresentava una porta aperta verso una coscienza superiore inintelligibile per il ragionamento ordinario, e nei secoli, fino alla grande cesura dell'epoca tecnologica dell' 800, ha sempre attinto a quel livello di consapevolezza superiore che senza interruzione , ma con innovazione e quindi evoluzione, le consentiva di accedere al metafisico.

Ciao,David.
David45 is offline  
Vecchio 01-02-2004, 18.30.38   #15
David45
Ospite
 
Data registrazione: 26-01-2004
Messaggi: 27
"La morte dell'Arte"
Nefer:


"... per infrangere le regole con cognizione di causa bisogna averne una conoscenza precisa ed approfondita".

Risp.

Sono d'accordo con questa tua affermazione, e il tuo concetto delinea un'altra caratteristica dell'Arte in generale: la GENIALITA'.

Questa può essere definita come una forma superiore di intelligenza capace di scorgere quel limite conoscitivo a cui la creatività del passato è giunto, di rielaborarlo in modo INNOVATIVO e senza distruggerne quell'istanza ispiratrice che ne ha sempre determinato la chiarezza di lettura.

In pratica, e come giustamente tu affermi, non si può innovare senza conoscere le regole grammaticali, e che cos'è il Genio se non colui che sa riordinare in modo nuovo e costruttivo il passato, spostando quel "limite" conoscitivo che la vera Arte sempre concede di violare a pochi eletti?

La caratteristica dell'arte moderna NON è INNOVAZIONE ED EVOLUZIONE COSTRUTTIVA di quel limite, ma TRASGRESSIONE e rottura completa col mondo della responsività interiore: una presuntuosa rottura col mondo dell'Essere a favore dell'Ego che si sostituisce al "sentire", a cogliere quella ISPIRAZIONE di cui ho parlato in precedenza.

Ma come si può DISTRUGGERE ciò che è il comune denominatore, il canovaccio grammaticale dalla cui sublimazione l'Artista sapeva ricavare Arte?

Semplice: scardinando e riducendo a "moda" l'Arte stessa e definendo come obsoleta la "grammatica" che ne sottende la matrice, uccidendola, come il Dio di Nietzsche.

Ma il risultato di questa operazione chirurgica della eliminazione delle regole, a partire dalle quali nei millenni si sono dipanate le più grandi espressioni artistiche, che cosa ha comportato?

Il caos! Alle grandi stagioni della UNITARIA coscienza artistica di Giotto, Dante, Petrarca, Mantegna, Piero, Leonardo, Caravaggio, fino ad arrivare alla epopea della grande decorazione scenografica architettonico-sincretica di G.B.Tiepolo; l'Arte, che sapeva muoversi dalla convenzione di un linguaggio comune chiaramente interpretabile e fruibile, è diventata OPINIONE.

E' l'artista, anzi il suo Ego a stabilire le regole di COSA deve essere l'arte, con tutte le conseguenze che ho già ampiamente esposto.

Ci tengo a sottolineare una cosa, che questo atteggiamento di frammentazione della univocità della intelligibilità dell'arte, questa "filosofia dell'opinabilita", non è assolutamente di poco conto per i risvolti che comporta ai fini della vita sociale e sullo sviluppo della coscienza dell'uomo.

Il rischio di questa nuova filosofia di vita (poichè di questo si tratta), è gravissimo, e il riassetto socio-politico planetario, dopo che l'uomo tecnologico "ha ucciso Dio" licenziando con Esso quell'orizzonte comune condivisibile di valori, e arrogandosi arbitrariamene la facoltà di decidere COSA SIANO I VALORI STESSI e la cognizione che di essi bisogna avere ( come sull'Arte, l'amore, la democrazia,la libertà, il lecito e l'illecito; alla fine, il BENE e il MALE), questo suo sostituirsi ai "valori dati", all'"obsoleto" modo di intendere la realtà del defunto dio dell'Essere, sta sempre più dimostrando tutta la sua idiota nefandezza.

La prova di questo fallimentare modo egotista di pensare, e l'evidenza della sua stupida verità sopraffattiva, è nella sua ripercussione sulla realtà consumistica odierna mass-mediale, dove regna sempre di più non la CONDIVISIONE, ma l'egoismo personale.

"Non basta uccidere il Padre per poterne continuare il regno".

David. (Ist. Statale D'arte, dove anni fa tutto trovai al di fuori dell'arte).
David45 is offline  
Vecchio 11-02-2004, 10.44.02   #16
roland
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-02-2004
Messaggi: 3
Wink l'arte ?

E' emozione
ricerca
sfida
confronto
amore
VITA
roland is offline  
Vecchio 11-02-2004, 12.12.20   #17
rdlea
Ospite
 
Data registrazione: 23-06-2003
Messaggi: 13
Differenza

Io credo si debba ripartire dal fondo, e provare a rispondere a una semplice domanda, almeno per quanto riguarda il romanzo, che è ciò che mi interessa. Siamo capaci di isolare con chiarezza quale sia la differenza tra Stephen King e Don DeLillo, cioè tra letteratura di intrattenimento e letteratura con la L maiuscola? Ripeto: con chiarezza...
rdlea is offline  
Vecchio 11-02-2004, 22.57.08   #18
David45
Ospite
 
Data registrazione: 26-01-2004
Messaggi: 27
Innovazione e trasgressione.

Allego una risposta inerente l'innovazione dell'Arte e la trasgressione della non Arte.




Dal mio punto di vista la poesia,come la letteratura, è musicalità.
Sul fatto di dover a tutti i costi cercare la "modernità" di espressione non sono d'accordo e accetto ben volentieri lo spirito romantico che mi attribuisci.
Troppo spesso nella nostra epoca fatta di consumismo l'arte in generale è diventata una sterile "moda", il che non può e non deve essere, a mio parere.
Sono dell'avviso che la cultura della "novità a tutti i costi" ha interrotto quella grande stagione poetica della "sapienza del sentimento" che gli antichi Maestri concedevano ai posteri i quali la INNOVAVANO perpetuandola, e non la distruggevano con la tanto futile e facile TRASGRESSIONE.
Questo stato di cose è ancora più vistoso nel campo delle arti visive, di cui condivido con Leonardo che "La pittura è la maestra delle arti".

David.
David45 is offline  
Vecchio 12-02-2004, 11.44.07   #19
Uno
ospite sporadico
 
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
Ciao a Tutti,
Premetto che non ho una cultura artistica per cui è possibile che se nominate tal dei tali non sappia neanche chi sia, pero apprezzo l'arte in maniera definirei totale....esempio se ascolto una musica non la sento solo con le orecchie ma la ascolto con tutto il corpo il quale vibra all'unisono con il ritmo e la melodia musicale, se guardo un quadro non metto a fuoco un particolare (almeno non solo) ma percepisco l'intero e cerco di Comprendere cosa l'artista volesse trasmettermi, nella scultura possibilmente mi piace anche toccare.
Allora mi chiedo è possibile che un impoverimento dell'arte (non totale) sia dovuto a l'uso di produzione fredda e tecnologica dei mezzi per produrla (l'arte)?
Per esempio il musicista che crea al computer amesso che non usi copia/incolla (come in certa "musica" moderna ) può con un sintetizzatore rendere le stesse emozioni di un violino costruito a mano da un'altro artista?
Oppure il pittore che una volta si preparava perfino le tele, andava in cerca di modi per creare colori con pigmenti, terre, e altro per rendere esattamente ciò che voleva, è possibile che potesse trasmettere un'emozione superiore all' "artista" che fa 4 scarabocchi con i colori comprati al negozio e sicuro della critica magari comperata?
Cioè in sintesi credo che importante sia l'intento che l'artista ha, il modo, la cura che "mette" nel "creare".
Questa è solo una mia opinione da incompetente.
Ciao a tutti
Uno is offline  
Vecchio 12-02-2004, 14.22.57   #20
David45
Ospite
 
Data registrazione: 26-01-2004
Messaggi: 27
Per Girasole.


Invio un vecchio post che contiene, almeno in parte, i quesiti a cui ti riferisci.
Ciao, David.

Alchi:
"Non sono molto d'accordo, David.
Warhol (per riferirmi all'esempio che hai fatto tu, ma che può essere paradigma di tutta una categoria) non è "grande" per una operazione commerciale e pubblicitaria. Altrimenti si dovrebbe e potrebbe dire lo stesso per qualunque artista del passato che, con alle spalle un committente, doveva ai suoi gusti piegarsi.
La grandezza di un artista è data dalla capacità di fungere da cassa di risonanza, da specchio della realtà (talora inconsapevolmente), e di formulare domande che abbiano la capacità di proiettarsi oltre la risposta immediata legata al momento storico."

Risp.

E' vero che i mecenati dell'antichità prediligevano alcuni artisti e non altri; ma è pur vero che nel'500 per esempio,grandi artisti come Lotto e Moroni erano trascurati dalla committenza, ma solo perchè la loro grandezza era oscurata dall'ombra di chi era praticamente irrangiungibile per genialità: come Leonardo, Raffaello, Michelangelo ecc.
Ciò nonostante,la validità oggettiva dei dipinti di Lotto Moroni Perugino e tanti altri si è autoconsacrata indipendentemente ad Arte a prescindere dagli estimatori di allora, pur mantenendosi a debita distanza dalle alte vette dei colossi del loro contesto storico.
Quindi, possiamo affermare che nel campo delle attività umane, esistono delle cose che non hanno alcun bisogno di essere vidimate dal giudizio critico, essendo esse 'autovalidantesi'.

A questo punto mi sovviene un passo faceto ma veritiero del film "Così parlò Bellavista", dove in un dialogo di De Crescenzo con un altro protagonista si immagina uno scenario apocalittico post bellico di distruzione totale del mondo.
Ci si chiedeva cose ne avrebbero fatto gli ipotetici posteri dell'"Orinatoio" di Douchamp tirato fuori dalle rovine archeologiche di una civiltà distrutta da 2000 anni. Semplice: lo avrebbero buttato via come cesso! così come avrebbero fatto con le immagini seriali di Warhol e le imbrattaure di Pollock.
Vi è invece un altro paradigma di confronto per quella che io considero Arte.
Nella loro sanguinosa epopea di ascesa al potere, i nazisti si preoccuparono di salvare una grandissima mole di capolavori dai territori da loro conquistati.
Immaginiamo di osservare Adolf Hitler (che tra l'altro era un bravo acquarellista) mentre soddisfatto della sua ferocia distruttiva, e impassibile alle epurazioni crematorie di milioni di persone, si trova davanti ad un Caravaggio che fa capolino dalle macerie di una chiesa distrutta dalla furia del suo esercito.
Inaspettatamente nel suo sguardo glaciale scorgeremmo uno scintillio di commozione, come sicuramente è avvenuto per le tante opere 'traslate' a Berlino.
PERCHE'?

Se si vuole argomentare seriamente sul valore intrinseco dell'opera d'arte e del suo valore commerciale, dobbiamo guardare unicamente all'opera, non all'autore.
La definizione di "che cos'è l'arte" è difficile, ma almeno ci si può avvicinare induttivamente con l'escludere tutto ciò che "non è arte".
Iniziamo dalla percezione che abbiamo noi fruitori dell'opera d'arte.
E' inevitabile che la soggettività del 'sentire', quella 'empatia', verso un oggetto, è determinato dall'interiorità individuale...

David.
David45 is offline  

 



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