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Vecchio 17-11-2007, 15.32.14   #1
kore
Ospite abituale
 
Data registrazione: 31-07-2007
Messaggi: 343
Processo Bolzaneto

Come procede il processo ai responsabili delle violenze alla caserma Bolzaneto? Riporto le inquietanti notizie trovate su:
http://www.processig8.org/Bolzaneto.html

«Li hanno picchiati, da quando sono usciti dai cellulari a dentro le stanze della caserma di Bolzaneto».Queste le dichiarazioni di due agenti di polizia penitenziaria, che ammettono nel gennaio del 2004 le violenze contro i manifestanti arrestati durante il G8 : una svolta decisiva, grazie a cui si riapre l'inchiesta dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati sulle torture all'interno della caserma di Bolzaneto, adibita in occasione del Vertice a centro di detenzione temporaneo. Nei 43 avvisi di chiusura indagini si ipotizzavano infatti solo reati come abuso d'autorità sui detenuti, abuso d'ufficio e falso ideologico : in particolare erano state accertate "angherie nei confronti dei manifestanti arrestati, ma non vere e proprie violenze fisiche". Le rivelazioni dei due agenti "pentiti" hanno anche portato all'invio di avvisi di comparizione all’ex colonnello (ora Generale) del disciolto corpo degli agenti di custodia Oronzo D'Oria.

L'11 maggio 2004 i sostituti procuratori firmano 47 richieste di rinvio a giudizio; le accuse sono diventate più pesanti, i reati contestati a vario titolo sono: abuso d'ufficio, abuso d'autorità su arrestati, violenza privata, lesioni personali, percosse, ingiurie, minacce e falso ideologico - relativamente ai verbali in cui si affermava che gli arrestati erano stati informati dei loro diritti, e che rinunciavano ad avvisare parenti e consolati .Sono stati denunciati anche insulti di stampo fascista e imposizioni umilianti come gridare "viva il duce", tuttavia nessuno degli imputati è stato accusato di apologia del fascismo.
Secondo la memoria depositata a marzo del 2005 dai PM, a Bolzaneto fu violato l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani, che vieta la tortura e i trattamenti inumani e degradanti. Applicando i criteri della Corte di Strasburgo si rientra precisamente in quest'ultima definizione.

Il 12 ottobre 2005 si è aperto il dibattimento : tra i 45 imputati, quattordici sono appartenenti alla Polizia Penitenziaria; dodici sono Carabinieri, tra cui i tenenti Giammarco Braini e Barucco Piermatteo; quattordici sono agenti e funzionari della Polizia di Stato, a cominciare dal vicequestore Alessandro Perugini, all'epoca vicecapo della Digos di Genova ( nel frattempo sotto processo anche per l'aggressione a un manifestante minorenne ) e l'ispettore Anna Poggi, vicequestore a Torino; cinque sono medici e paramedici dell'amministrazione penitenziaria, compreso il responsabile sanitario del carcere provvisorio del G8, Giacomo Toccafondi : a lui i PM contestano tra l'altro violazioni dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in particolare per "aver effettuato (..) ed aver comunque consentito che altri medici effettuassero i controlli e il cosiddetto "triage" e le visite mediche al primo ingresso con modalità non conformi ad umanità e tali da non rispettare la dignità della persona visitata, così sottoponendo le persone ad un trattamento penitenziario, anche sotto il profilo sanitario, inumano e degradante".

L’esame delle parti offese si è svolto per tutto il 2006 : racconti dell'orrore, di violenze, insulti, botte e umiliazioni. Durante le udienze sono stati effettuati anche importanti riconoscimenti fotografici: Antonio Gugliotta, "capo" della Penitenziaria presente a Genova; il medico Giacomo Toccafondi, che esercitava la professione in tuta mimetica e collezionista di "trofei" presi ai manifestanti che passarono per le sue mani; ed alcuni agenti della Polizia Penitenziaria e Polizia di Stato tra cui Cerasuolo Daniela; Salomone Massimo e Mancini Diana. Dalle testimonianze sono emersi sempre più chiaramente alcuni dettagli: il
"benvenuto" che veniva riservato ai fermati, le due ali di agenti schierati ai lati del corridoio, che prendevano a calci, schiaffi e pugni le persone costrette a passarvi in mezzo, facendo sgambetti per potersi accanire su
chi cadeva a terra.
I fermati e gli arrestati in cella, compresi i feriti, erano costretti a tenere le braccia alzate appoggiate al muro, il volto rivolto alla parete e le gambe divaricate: dopo molte ore tale posizione creava forti dolori e crampi, ma chi tentava di spostarsi veniva picchiato dagli agenti a guardia delle celle. Drammatica, in questo senso, la testimonianza (all’udienza del 6 Novembre 2007) di un arrestato disabile, confermata poi dai numerosi compagni di cella italiani e stranieri : M.T., 52 anni, poliomielitico, claudicante, con una protesi alla gamba, ha rievocato il violento pestaggio subito da agenti della penitenziaria all’interno della cella quando, dopo esser stato in piedi, al muro, per tutta la notte, crollò a terra; il gruppo si accanì con calci, pugni e manganellate su tutto il corpo dell’arrestato, forzandolo a riprendere la posizione obbligata.
In infermeria le persone dovevano spogliarsi completamente e fare flessioni davanti a numerosi agenti. Venivano prestate ai feriti cure insufficienti, alcuni hanno subito qui ulteriori violenze da parte degli agenti addetti alle perquisizioni.
Nelle celle è stato spruzzato più volte gas urticante, spesso direttamente negli occhi degli arrestati : sul punto, Il direttore generale dell'ufficio che si occupa dell'equipaggiamento della polizia penitenziaria,Gen. Enrico Ragosa, e il Gen. Nicola Agnano dello stesso ufficio, sentiti il 5 febbraio 2007 come testimoni, hanno riferito che non erano state autorizzate, né erano in dotazione, bombolette spray al peperoncino. Lo stesso avevano riferito il 9 Gennaio 2007 i Generali Ricci e Mattiello, rispettivamente a capo del servizio traduzioni e dei reparti GOM della Penitenziaria in occasione del G8 : Ricci non ha escluso, però, che gli agenti – probabilmente più giovani – abbiano comunque portato delle bombolette di spray urticante acquistate di tasca propria per l’occasione.
Anche chi chiedeva l’accompagnamento ai bagni ha subito umiliazioni di ogni tipo : spesso fatti attendere molte ore, alcuni non hanno potuto trattenere le deiezioni – e non gli è poi stato consentito di lavarsi; dovevano espletare i propri bisogni con la porta aperta, sottoposti allo scherno dei presenti;
soprattutto le donne hanno subito minacce di violenza sessuale, e altre umiliazioni, come il rifiuto degli assorbenti igienici a chi aveva le mestruazioni.
Viene tratteggiata una situazione di grande confusione, in cui la compresenza di appartenenti a diverse forze dell’ordine, spesso in collisione, rendeva difficile attuare scelte rispetto agli arrestati perché “era qualcun altro a doversene occupare” : Inoltre, non vennero per due giorni distribuiti generi alimentari, acqua o presidi sanitari (come, appunto, gli assorbenti igienici).
kore is offline  
Vecchio 17-11-2007, 15.36.19   #2
kore
Ospite abituale
 
Data registrazione: 31-07-2007
Messaggi: 343
Processo Bolzaneto

L’atteggiamento dei colleghi degli imputati, chiamati a testimoniare dai PM e dagli avvocati della difesa da inizio 2007, è stato invece in generale ‘ermetico’ e poco collaborativo : buona parte degli appartenenti all’arma dei Carabinieri, alla Polizia Penitenziaria e alla Polizia di Stato sentiti hanno dichiarato di non esser mai entrati nella Palazzina delle celle, o in caso contrario, di aver passato poco tempo al suo interno, non accorgendosi delle violenze e ingiurie; molti, già interrogati dai PM durante le indagini preliminari, hanno “dimenticato” in aula le dichiarazioni fatte, riguardanti i maltrattamenti a cui hanno assistito. Altri invece hanno minimizzato apertamente i fatti, descrivendo sicuramente una situazione di tensione, soprattutto tra gli agenti più giovani, ma affermando di non ricordare alcun avvenimento rilevante o al di fuori della routine.
Il caso più eclatante è quello dell’infermiera F. M., ora indagata per falsa testimonianza proprio per le dichiarazioni rilasciate in aula il 07 Maggio 2007.

Un particolare importante, chiarito solo durante il dibattimento, è la presenza costante nei tre giorni all’interno della Caserma del corpo speciale della Polizia Penitenziaria dei GOM : nato nel 1997 “per fare fronte alle esigenze derivanti dalla gestione dei detenuti appartenenti alla criminalità organizzata”, “concorrere alla sicurezza delle traduzioni di detenuti ad elevato indice di pericolosità” e adottare “misure idonee a prevenire e impedire fatti o situazioni pregiudizievoli per l’ordine e la disciplina degli istituti penitenziari”. Le squadre presenti a Bolzaneto, guidate dall’Isp. Reale, dovevano restare solo sul piazzale esterno in attesa di scortare le traduzioni dei detenuti alle carceri di destinazione, ma non fu così : infrangendo gli ordini dello stesso Gen. Mattiello, a capo del servizio, sentito in aula il 09 Gennaio 2007 i GOM entrarono spesso nella caserma per transitare con i colleghi nel famigerato “corridoio” tra le celle : racconti delle parti offese rivelano il loro coinvolgimento in gran parte delle violenze perpetrate.
A causa degli scarsi elementi di prova nessuno degli appartenenti alle squadre GOM è tra gli imputati.

La lista dei testimoni dell’accusa è ormai terminata; il 2 Marzo 2007 è stato inoltre effettuato un sopralluogo alla caserma, da parte dei giudici, PM e avvocati, per accertare lo stato dei luoghi : buona parte dell’edificio, però, è stato modificato, con la costruzione di una palestra e di una piccola cappella per gli agenti di Polizia di Stato. Sono inoltre stati sentiti quasi tutti i testimoni chiamati dai difensori degli imputati, per un totale di oltre 300 persone esaminate.
Sono stati chiamati anche alcuni consulenti, medici e psichiatri, tra cui il Dott. Monaco (il 12 Marzo 2007) che ha spiegato come i soggetti che hanno subito tali violenze all’interno della caserma debbano far fronte a un "disturbo post-traumatico da stress", simile a quello provocato da situazioni non prevedibili quali le calamità naturali : ma la violenza umana, concludeva il medico, provoca danno maggiore, in quanto il trauma deriva dalla non aspettativa della violenza da parte dei propri simili.

Il 17 settembre 2007 riprende il dibattimento : verranno sentiti 23 dei 45 imputati, coloro cioè che hanno deciso di sottoporsi all’esame. Tra questi anche il Dott. Toccafondi, già impegnato in altro procedimento per aver omesso le cure mediche necessarie ad una detenuta ligure in fin di vita; non ci sarà invece l’agente Pigozzi, imputato per aver ‘strappato’ la mano ad uno dei ragazzi ristretti a Bolzaneto e al momento agli arresti domiciliari per aver stuprato alcune ragazze nella Questura di Genova nel 2005.
Il processo procede speditamente, ma non è affatto scontato che possa arrivare ad una sentenza: nel 2008 infatti la maggior parte dei reati contestati cadranno in prescrizione. Se non si dovesse giungere ad un accertamento delle responsabilità, si renderebbe molto più complicata la causa civile per il risarcimento delle parti offese.

Per Alfonso Sabella, allora ispettore del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria (DAP) e coordinatore di tutte le attività nella caserma di Bolzaneto, era stato creato un autonomo fascicolo processuale : indagato per abuso d’ufficio e abuso di autorità contro arrestati e detenuti, la sua posizione è stata in seguito archiviata dal GUP.Nel corso del suo interrogatorio al processo per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto, il 26 febbraio 2007, il magistrato ha spiegato ai giudici di aver saputo solo in seguito, dalla lettura dei giornali, dei soprusi ai manifestanti e del clima di tensione e di paura che si respirava nella struttura.
kore is offline  

 



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