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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 22-02-2004, 03.56.52   #11
bomber
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Messaggio originale inviato da dana
La difesa del territorio mi richiama alla mente l'uomo delle caverne,
se , e sottolineo se, ci consideriamo più civili rispetto all'uomo primitivo, dovremmo anche essere in grado di trovare altri strumenti per una pacifica convivenza.

Personalmente non amo il concetto di patria: siamo tutti fratelli e cittadini del mondo.

....opinione personale.....

ciao



nn vedo l analogia fra difesa del territorio e uomo delle caverne in questo momento mi sfugge.....
penso xo che ci sia anche un ipocrisia di fondo o meglio si accetta l'immigrazione fino a che questa non invada il nostro campo sociale , o meglio benvenuti a tutti gli extracomunitari almeno finche questi non intereferiscono sul nostro modo di vivere....
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Vecchio 22-02-2004, 04.01.32   #12
bomber
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Re: Re: Il buonismo il male del europa

Citazione:
Messaggio originale inviato da nemamiah
Il buonismo,è un termine di scherno che si usa nei confronti di quei politici ipocritamente buoni,atteggiati a preti.

Poi esistono una marea di termini senza senso,che non significano assolutamente niente.Del tipo "pluricultura" "multiculturale" "integrazione"...
Dico,non significano niente,perchè da quando è comparso l'uomo sulla terra che vi è una continua migrazione,che ha creato fiorenti civiltà
Poi in tempi di piena globalizzazione,è assurdo parlare di multiculture. La cultura è unica ed universale,le tradizioni possono essere diverse,come le religioni.
Chi è maggiormente preoccupato è la chiesa,che vede minacciare la sua secolare influenza e potere in europa.
Chi attraversa un momento di grave crisi è solo la Chiesa.


Chi ha il potere militare ed economico nel mondo,sono gli Usa,un popolo formatosi 400 anni fa,da gruppi migratori di tutta europa,oriente,indigeni ed africani esportati di forza. Gli Usa possono non essere simpatici,ma nessuno può affermare che sotto l'aspetto economico,tecnologico,medico ecc..... e anche militare,siano in fase decadente,sotto altri aspetti si può discutere.




mah noto che alla fine chi fa di più per gli extracomunitari mi pare che sia proprio la caritas ed associazioni di orignine cattolica....
per cui in un certo senso temono questa ionvasione ma allo stesso tempo penso che siano i primi ad aiutarla ...
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Vecchio 22-02-2004, 14.38.49   #13
nemamiah
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Re: Re: Re: Il buonismo il male del europa

Citazione:
Messaggio originale inviato da bomber
mah noto che alla fine chi fa di più per gli extracomunitari mi pare che sia proprio la caritas ed associazioni di orignine cattolica....
per cui in un certo senso temono questa ionvasione ma allo stesso tempo penso che siano i primi ad aiutarla ...


Che aiuto? Un piatto di minestra? Qualche straccio raccattato?
Se non facessero ciò se li sognerebbero i contributi economici da parte di enti pubblici ed istituzioni.

Questa è una perfetta (ipocrita) forma di "buonismo".


In quanto "all'invasione",se fosse fatta con la croce in mano,ti assicuro che campioni come Maggiolini,se ne starebbero buoni.
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Vecchio 22-02-2004, 23.45.22   #14
bomber
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Re: Re: Re: Re: Il buonismo il male del europa

Citazione:
Messaggio originale inviato da nemamiah
Che aiuto? Un piatto di minestra? Qualche straccio raccattato?
Se non facessero ciò se li sognerebbero i contributi economici da parte di enti pubblici ed istituzioni.

Questa è una perfetta (ipocrita) forma di "buonismo".


In quanto "all'invasione",se fosse fatta con la croce in mano,ti assicuro che campioni come Maggiolini,se ne starebbero buoni.




beh io dico quello che vedo, alla fine chi gli aiuta sono solo caritas e soci belli che lo facciano per i loro interessi questo lo sanno solo loro ....
non vedo molti imprenditori o cittadini che si occupano di carita verso quella categoria sociale...
che sia buonismo da 4 soldi questo e un altro discorso mah che lo facciano questo e fuori di dubbio .....
che nn serva a nulla e pure quello un altro discorso , come diceva qualcuno alla fine e meglio poco che nulla ...
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Vecchio 23-02-2004, 03.53.49   #15
nemamiah
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Re: Re: Re: Re: Re: Il buonismo il male del europa

Citazione:
Messaggio originale inviato da bomber
beh io dico quello che vedo, alla fine chi gli aiuta sono solo caritas e soci belli che lo facciano per i loro interessi questo lo sanno solo loro ....
non vedo molti imprenditori o cittadini che si occupano di carita verso quella categoria sociale...
che sia buonismo da 4 soldi questo e un altro discorso mah che lo facciano questo e fuori di dubbio .....
che nn serva a nulla e pure quello un altro discorso , come diceva qualcuno alla fine e meglio poco che nulla ...


Il fatto che tu non vedi altri cittadini o imprenditori,non significa che questi non facciano solidarietà o non partecipano ad azioni umanitarie.
Se per te va bene,niente da dire.

Se permetti,coloro i quali vivacchiano sulle spalle di poveri disgraziati e raccattano soldi pubblici,faranno anche poco ma lo fanno,ma fanno anche schifo!
nemamiah is offline  
Vecchio 23-02-2004, 10.37.51   #16
bomber
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il buonismo il male del europa

Citazione:
Messaggio originale inviato da nemamiah
Il fatto che tu non vedi altri cittadini o imprenditori,non significa che questi non facciano solidarietà o non partecipano ad azioni umanitarie.
Se per te va bene,niente da dire.

Se permetti,coloro i quali vivacchiano sulle spalle di poveri disgraziati e raccattano soldi pubblici,faranno anche poco ma lo fanno,ma fanno anche schifo!




ovviamento penso che tanti altri cittadini oltre quelli legati alla caritas o zone limitrofe fanno del bene e beneficienza però, ce da ammettere che la caritas vive anche lei di molti volontari, i quali nn hanno benefici nel fare quello che fanno per cui sicuramente da premiare, peno anche che ci siano anche dei preti che sono animati da vero spirito caritatevole e spendono ogni soldo che hanno per chi ne ha bisogno, che poi nelle altre sfere del clero ce qualcuno che ci mangia penso che sia un dato di fatto attuale ora come per i mille anni che la chiesa è nata----
però non penso che sia da buttare via lo spirito che spinge molte persone nel aiutare altri .
E poi non per dire ma quando hai fame e freddo vedi che un lurido piatto si schifezzine e una pulciosa coperta possono essere le cose piu preziose di questo mondo .....







che poi quello che fanno non risolve il problema a volte rendendolo solo peggiore quello come dicevo e un altro discorso ....
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Vecchio 23-02-2004, 10.53.39   #17
ariella
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Messaggi: 18
Ho sempre creduto e credo tuttora che l’incontro tra culture diverse rappresenti un arricchimento reciproco.
Noto però in me stessa negli ultimi tempi un atteggiamento che mi stupisce: rimango atterrita davanti ai cambiamenti che manifesta la mia città a causa dell’immigrazione. Mi spiego meglio: abito in una città del nord Milano, cresciuta a dismisura con l’immigrazione meridionale degli anni ’60. Un’integrazione che all’epoca, mi raccontano, fu difficile.
Negli ultimi 10-15 anni abbiamo assistito ad un’altra ondata di migrazione dai paesi extraeuropei. Fino a poco tempo fa però questi immigrati vivevano ai margini della nostra città.
Ora, come è nella logica delle cose, si sono arricchiti e organizzati, e stanno comprando molti spazi, soprattutto commerciali. Nel centro cittadino i negozi “storici” stanno via via cedendo il posto a ristoranti cinesi, attività commerciali soprattutto di lingua araba, come centri telefonici, ristoranti, take-away, tappeti, chincagliere varie, ecc… proprio ieri mi sono intrufolata in una vietta dove c’era un negozietto gestito per decenni “dal Cesare”, conosciuto da noi tutti, poi ceduto a “pulcinella” una pizzeria d’asporto gestita da simpaticissimi napoletani. Era da tempo che non ci passavo: il negozio del Cesare era stato acquistato da “Doner Kebab”, insegna, scritte ed immagini legate al mondo arabo, fuori un sacco di immigrati, di fianco un centro telefonico internazionale. In me la sensazione di essere “straniera”. Perché, generalmente, queste persone avendo spazi propri a disposizione non hanno nessun interesse a socializzare con i cittadini.
Da qui, forse, il mio senso di “occupazione” di “invasione”, perché tanto più si organizzano “in proprio” tanto meno socializzano, rendendoci stranieri l’uno all’altro. Mi ha stupito la mia reazione: vedendo che un altro pezzettino storico della mia città se ne era andato, mi è venuto un po’ il magone. E questo nonostante io sia una convinta sostenitrice della necessità dell’integrazione …forse sono solo un’ipocrita? Non so …
ariella is offline  
Vecchio 23-02-2004, 11.09.26   #18
bomber
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Penso che l'integrazione andrebbe fatta pian piano con il controllo del flusso migratorio e cerca di integrare pian piano le realtà nuove che si stanno creando per cui per prima cosa cercare insomma di combattere l'immigrazione clandestina che spesso non viene toccata per paura di essere razzisti, penso che il numero di persone che possono venire in italia a lavorare dovrebbe per lo meno essere controllata, piu o meno dico cercando di avere un occhio attento alle nuove esigenze di mercato , e non sicuramente con condoni e facili proroghe...
spesso poi riprendendo il discorso ariella sono proprio loro che si isolano rispetto al resto, questo succede in maniera spaventosa anche in altri stati, come dice una statistica solo a new york la comunità cinese e composta da quasi 200.000 persone nel quale la maggior parte (80%) non sanno una parola di inglese ...
insomma mi chiedo se sia possibile non applicare le leggi valide per gli italiani agli stranieri .....
bomber is offline  
Vecchio 23-02-2004, 12.12.24   #19
pennac
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Messaggio originale inviato da ariella
Ho sempre creduto e credo tuttora che l’incontro tra culture diverse rappresenti un arricchimento reciproco.
Noto però in me stessa negli ultimi tempi un atteggiamento che mi stupisce: rimango atterrita davanti ai cambiamenti che manifesta la mia città a causa dell’immigrazione. Mi spiego meglio: abito in una città del nord Milano, cresciuta a dismisura con l’immigrazione meridionale degli anni ’60. Un’integrazione che all’epoca, mi raccontano, fu difficile.
Negli ultimi 10-15 anni abbiamo assistito ad un’altra ondata di migrazione dai paesi extraeuropei. Fino a poco tempo fa però questi immigrati vivevano ai margini della nostra città.
Ora, come è nella logica delle cose, si sono arricchiti e organizzati, e stanno comprando molti spazi, soprattutto commerciali. Nel centro cittadino i negozi “storici” stanno via via cedendo il posto a ristoranti cinesi, attività commerciali soprattutto di lingua araba, come centri telefonici, ristoranti, take-away, tappeti, chincagliere varie, ecc… proprio ieri mi sono intrufolata in una vietta dove c’era un negozietto gestito per decenni “dal Cesare”, conosciuto da noi tutti, poi ceduto a “pulcinella” una pizzeria d’asporto gestita da simpaticissimi napoletani. Era da tempo che non ci passavo: il negozio del Cesare era stato acquistato da “Doner Kebab”, insegna, scritte ed immagini legate al mondo arabo, fuori un sacco di immigrati, di fianco un centro telefonico internazionale. In me la sensazione di essere “straniera”. Perché, generalmente, queste persone avendo spazi propri a disposizione non hanno nessun interesse a socializzare con i cittadini.
Da qui, forse, il mio senso di “occupazione” di “invasione”, perché tanto più si organizzano “in proprio” tanto meno socializzano, rendendoci stranieri l’uno all’altro. Mi ha stupito la mia reazione: vedendo che un altro pezzettino storico della mia città se ne era andato, mi è venuto un po’ il magone. E questo nonostante io sia una convinta sostenitrice della necessità dell’integrazione …forse sono solo un’ipocrita? Non so …

io ogni paese tropicale , in ogni posto abitato da popolazioni diametralmente opposte alla nostra ( sia come caratteristiche somatiche che come abitudini sociali ) ci troverai un villaggio turistico che per esistere ha dovuto crearsi lo spazio fra la natura ... il tuo negozio di Cesare equivale ad una costa , ad una spiaggia deturpata dagli ombrelloni della coca cola , dove magari 20 anni prima i bambini locali giocavano , pescavano , danzavano o facevano l ' amore per la prima volta ... e non cito i ristoranti mc donalds nei paesi del terzo mondo ( india , tanzania , bangladesh etc.etc. )
pennac is offline  
Vecchio 23-02-2004, 12.51.32   #20
nemamiah
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Ho sempre creduto e credo tuttora che l’incontro tra culture diverse rappresenti un arricchimento reciproco.
Noto però in me stessa negli ultimi tempi un atteggiamento che mi stupisce: rimango atterrita davanti ai cambiamenti che manifesta la mia città a causa dell’immigrazione. Mi spiego meglio: abito in una città del nord Milano, cresciuta a dismisura con l’immigrazione meridionale degli anni ’60. Un’integrazione che all’epoca, mi raccontano, fu difficile.
Negli ultimi 10-15 anni abbiamo assistito ad un’altra ondata di migrazione dai paesi extraeuropei. Fino a poco tempo fa però questi immigrati vivevano ai margini della nostra città.
Ora, come è nella logica delle cose, si sono arricchiti e organizzati, e stanno comprando molti spazi, soprattutto commerciali. Nel centro cittadino i negozi “storici” stanno via via cedendo il posto a ristoranti cinesi, attività commerciali soprattutto di lingua araba, come centri telefonici, ristoranti, take-away, tappeti, chincagliere varie, ecc… proprio ieri mi sono intrufolata in una vietta dove c’era un negozietto gestito per decenni “dal Cesare”, conosciuto da noi tutti, poi ceduto a “pulcinella” una pizzeria d’asporto gestita da simpaticissimi napoletani. Era da tempo che non ci passavo: il negozio del Cesare era stato acquistato da “Doner Kebab”, insegna, scritte ed immagini legate al mondo arabo, fuori un sacco di immigrati, di fianco un centro telefonico internazionale. In me la sensazione di essere “straniera”. Perché, generalmente, queste persone avendo spazi propri a disposizione non hanno nessun interesse a socializzare con i cittadini.
Da qui, forse, il mio senso di “occupazione” di “invasione”, perché tanto più si organizzano “in proprio” tanto meno socializzano, rendendoci stranieri l’uno all’altro. Mi ha stupito la mia reazione: vedendo che un altro pezzettino storico della mia città se ne era andato, mi è venuto un po’ il magone. E questo nonostante io sia una convinta sostenitrice della necessità dell’integrazione …forse sono solo un’ipocrita? Non so …


Mi pare fuori luogo parlare d'integrazioni tra cittadini dello stesso paese,ovvero cittadini dell'Italia meridionale trasferitasi al nord Italia,questioni diverse,disegno politico diverso,momento storico diverso, e necessità sia da una parte che dall'altra,diverse.

Del termine integrazione, un poco tutti fanno confusione. Questa parola non significa che un gruppo di kenioti o cinesi,formino una propria comunità,senza che siano cittadini italiani,ciò che sta succedento in Italia,ma i kenioti o i cinesi,se vogliono le pari opportunità,gli stessi diritti di cittadini italiani,devono diventare italiani. Ciò non significa pagare solo le tasse che sarebbe già un successo.

Il concetto di solidarietà,espletato da organizzazioni come la caritas,per esempio,si basa sulla elemosina.Sull'assistenzialism o. Un aspetto lesivo alla dignità umana. Una perenne elemosina e assistenzialimo,è anche una ingiustizia nei confronti degli altri cittadini che da secoli hanno contribuisco a creare i principi del diritto,del lavoro,del senso civile ecc.

C'è una Legge in vigore,proposta da Livia Turco e approvata dal parlamento nella passata legislatura,che prevede un contributo di circa 2000 euro per le donne incinte extracomunitarie che partoriscono in Italia.
Ebbene ,questa legge ,parlo per esperienze personali,ha portato centinaia di donne senegallesi incinte a partorire in Italia,intascare il contributo e ritornarsene in Senegal,Francia o altro paese.

Questa è una forma di solidarietà che non serve a nulla,se non ha creare una mentalità opportunistica in certi cittadini extra Ce,non solo,ma suona come una beffa sul come vanno spesi i soldi del gettito fiscale dei cittadini italiani.

Non bisogna negare l'assistenza ad una donna che deve partorire,ma elargire anche dei soldi,mi pare eccessivo,tranne se questa donna non è cittadina italiana,cioè che ha non un seplice certificato di soggiarno,ma una carta d'indentità italiana,e cittadinanza italiana.

L'Italia è un paese che in passato ha integrato diverse etnie e culture,ha edificato la sua grande tradizione culturale,grazie anche al contributo di arabi e balkani,giusto per citare due etnie.

Negli stati uniti d'america,l'integrazione non è mai avvenuta,perchè ogni gruppo etnico ha creato la propria comunità,in alcuni casi lobby non solo di affari,ma anche mafiose. Oggi in Usa esistono decine di comunita: Cinese-ebraica-afroamercana-ispanica-italiana ecc.

Una perfetta integrazione è avvenuta i Brasile,dove indios-africani-tedeschi-italiani e portoghesei,si sono fusi ed amalgamati tra di essi.Infatti non esiste nessuna forma di razzismo o intolleranza etnica.

L'esempio americano è da scongiurare.Ma se a gestire "l'affare" immigrazione, saranno sempre le organizzazioni d'ispirazione clericale,ci saranno scompensi,anche violenti,come già succede,e nessuna integrazione.
nemamiah is offline  

 



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