Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Cultura e Società
Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali


Vecchio 31-05-2004, 17.19.50   #41
Nereo Villa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
Ciao Schiavo - Cap. IV (a) - Il mentecattocomunismo come impulso arabico da superare

La missione filosofica di tutto il mondo occidentale è strettamente connessa con l'affermazione dell'Io. I suoi più importanti sintomi nel piano della storia mondiale furono la progressiva differenziazione fra i popoli europei (incominciando da quelli francese ed inglese, con personalità come Giovanna d'Arco), il fenomeno europeo del parlamentarismo iniziato dai paesi britannici, e l'impulso nazionale italiano, che nel secolo XV incominciava ad emancipare la gente dal papato livellatore delle coscienze.
Tale missione continua necessariamente a procedere oggi, manifestandosi d'altra parte anche nell'affermazione dell'ego, ed in tutte le forme "sociali" di egoismo alle quali stiamo assistendo, da me spesso chiamate "mentecattocomunismo", in quanto espressioni della totale deficienza di pensiero umano, tanto nella concezione materialistica, quanto in quella spiritualistica.
Col termine "mentecattocomunismo", non intendo il "comunismo": magari ci fossero ancora i "compagni", cioè coloro in grado di condividere il "pane" (onde il termine "com-pagno") col prossimo, mettendolo in "comune"! E neanche intendo il "cattolicesimo": magari si conoscesse la portata della parola "cattolico", o "universale"!
Con il termine "mentecattocomunismo" intendo tutto ciò che continua a manifestarsi non solo nell'arbitrio occidentale del dominio dello spazio e delle frontiere, ma soprattutto nella forma economica, negli aspetti più negativi nell'economicismo, del fondamentalismo delle sette, e di ogni astrazione tendente a creare regole, norme, modelli, normatività moralistiche capaci di innervarsi alle dichiarazioni di ogni classe dirigente di ogni paese del mondo.
Questo tipo di normatività moralistica non fa che riproporre l'astrattezza del pensiero arabo. Infatti, il normativismo, in ogni sua manifestazione a partire dal giuridismo fino al "netiquettismo" internet, non è altro che arabismo. Al di là delle forme più crasse di materialismo, l'arabismo è presente nello spirito della classe dirigente delle potenze occidentali, e tale presenza arriva perfino nel campo della nostra tecnologia, fondata su logica formale, linguaggi matematici, e su algebre tanto essenziali quanto interessate. La propensione all'astrazione, alla modellistica, che hanno fatto degli USA il più straordinario produttore di tecniche operative in tutti i settori, compresi quelli delle scienze umane, rimanda a questa tendenza, al di là del fatto che Boole, Wittgenstein, Carnap, Turing, Wiener, von Neumann, ecc., venissero da (o avessero operato in) tutt'altre zone del mondo. Ed è anche il caso di ricordare il ruolo decisivo che ha avuto, ed ha tuttora, l'applicazione di questi strumenti concettuali e tecnici nelle vicende belliche, alla quale si può tranquillamente ascrivere anche la vittoria nella seconda guerra mondiale(1).
La tendenza alla norma, che si genera da un'immagine del mondo vincolata alla mera fenomenologia psicofisica (o logica dell'apparenza di ciò che è fisico e/o psichico), è - invasiva in tutta la cultura nordamericana, già a partire da Wilson, ed è agghiacciante vedere come la diffusione di percorsi di pensiero tutti simili fra loro generino ovunque la medesima patologia in cui dal modello della realtà - NON dalla realtà - si arrivi alla prescrizione attuativa, e ciò vale a dire che alla teoria astratta (o nominalismo) segue la norma.
Se si ricerca l'origine di questa patologia sociale, risalendo a ritroso nella storia del pensiero, si può trovare già in Bacone l'origine della tendenza occidentale alla classificazione, alla sistematizzazione, alla sperimentazione, intese come un raffronto di indicazioni che permettono di tastare il reale, senza minimamente porsi né il problema della sua essenza, né quello di una corretta logica della scienza (o epistemologia), ma partendo dal presupposto che "la mera conoscenza astratta è potere". In questo contesto di filosofia ingannatrice e beffarda, Pascal arriverà poi a dire, come uno dei pensieri più profondi e significativi del suo acume che "beffarsi della filosofia è fare filosofia"(2), fondando così i presupposti mentecattocomunisti dell'attuale pensiero debole.
Di conseguenza, perso il nesso interiore con l'essenza - e tale perdita è già l'inizio della patologica deficienza dell'anima occidentale - non ci si può che muovere sulla mera superficie delle cose. La ricostruzione di Hume della causalità, come successione ricorrente di eventi, ma che non implica per ciò stesso un nesso essenziale, è l'esplicita universalizzazione di questa patologia del pensare.
A tale deficienza del pensare coopera poi Kant, che assegna alle forme-pensiero, alle categorie, una funzione regolativa. Non è un caso che, tanto in Hume quanto in Kant, il problema morale sfoci nel richiamo al senso comune, al sentimento religioso, al fideismo, con ciò segnando la più totale ablazione dell'autentica spinta conoscitiva umana.
Tutta la ginnastica intellettuale, tanto nella conoscenza della natura, quanto in quella dell'"antropos", e di ogni derivazione di tale neopositivismo logico, ristagnando all'interno di questa contagiosa prospettiva patologica, è di conseguenza nominalistica e sistematizzatrice, normalizzatrice e materialistica, vincolata tanto all'apparenza sensibile quanto ad astrazioni soprasensibili di ideologie accettate acriticamente.
Ma tutta questa élite, culturale, politica ed economica dell'Occidente, incarna una primigenia popolazione di creatori di leggi, e di regolatori noetico-morali, agente sul pianeta secondo una triplice genia di impulsi patologici radicati ancora più in là nella storia:

1) quelli del MATERIALISMO ARISTOTELICO FILTRATO DALL'ARABISMO DI AVICENNA E DI AVERROÈ;
2) quelli del fariseismo del tempio salomonico filtrato dalle massonerie e da altre sette segrete;
3) quelli dell'impero romano, filtrato dal cattolicesimo romano(3).

Si tratta di impulsi patologici destinati a generare guerra ad oltranza: guerra di tutti contro tutti nella misura in cui essi non vengano risanati dal prete Gianni(parlerò in modo esteso di questo al capitolo conclusivo di questo libro) presente nel cuore di ogni individuo.
Questa è la mia "profezia", fra virgolette in quanto non c'è per me automatismo tra profezia e attuazione. La profezia non ha senso deterministico, bensì casomai di provvedimento ipotetico: qui sono pertanto previste due possibilità: o le cose vanno secondo un progetto di autoconsapevolezza dei cittadini e dei popoli, oppure no.
La missione umana dell'Occidente è l'affermazione dell'Io. Ma se gli impulsi egoistici del SUBUMANESIMO sono scambiati per motivi umani, o se il cosiddetto inconscio è scambiato per l'Io, allora si continuerà ad accettare di poter dire tutto e il contrario di tutto, e la logica conseguenza di ciò non potrà che essere allora la guerra di tutti contro tutti. Se invece si riterrà più importante la capacità di indignarsi di fronte a sterco umano usato come colore nelle moderne "opere d'arte", rispetto alla loro "tolleranza", allora ci sarà ancora speranza di un mondo sano.
Una cosa è infatti la Gran Bretagna fino a Carlyle, un'altra quella del positivismo di Spencer; e un'altra ancora quella del neopositivismo logico che proprio nelle università inglesi troverà ampio spazio. La retorica di Kipling, l'idea imperiale e il culto della Repubblica platonica che venne espressamente insegnato quale viatico alla classe dirigente inglese(4), non sono infatti che la controparte sentimentale di un'anima di popolo distratta, e sempre più immemore del primigenio impulso alla libertà.
Tale impulso è stato sostituito dalla volontà di potenza su un mondo inteso sempre di più come inconoscibile nell'essenza, ma dominabile nella presenza.
In fondo, si può anche pensare che la citatissima e retorica frase di Churchill sulla democrazia, "che non funziona ma alla quale non si può rinunciare perché le altre forme di governo sono tutte peggiori", è anche una sorta di drammatica dichiarazione di impotenza a conoscere. È un accontentarsi, una sorta di IGNORABIMUS politico, espressione di un'autentica disfatta dello spirito, nella ricerca di forme di organizzazione collettiva, disfatta percepibile anche nel pensiero liberale contemporaneo, là dove si afferma che il liberalismo è un metodo, e dove si intende per metodo la ricerca infinita (e fin qui, passi) su una realtà naturale e sociale, che si da' per infinitamente inconoscibile.
È chiaro che da un simile stato patologico delle menti non può che scaturire sentimentalismo e cinismo, piaggeria e cinica violenza dominatrice, quale testimonianza della perdita della direzione centrale dell'anima.
Nell'anima di questa genia di creatori di regole materialistico-aristoteliche viene così a crearsi un alveo(5) che non può non aprirsi alle istanze provenienti da un'altra genia di regolatori, altrettanto cinici e "distratti", e cioè alle istanze delle massonerie, e delle sette segrete dei cosiddetti "salomonici" del Tempio di Gerusalemme.
Ne sono un esempio eclatante gli "accordi" Sykes-Picot del 1916 e Balfour del 1917.
Nereo Villa is offline  
Vecchio 01-06-2004, 07.50.22   #42
Nereo Villa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
Ciao Schiavo - Cap. IV (b) - Il mentecattocomunismo come impulso arabico da superare

Questi dirigenti dell'Europa e dell'Occidente, affini interiormente al tessuto animico dei "salomonici", con tali accordi non fecero altro che declinare in massimo grado il cinismo dei dominatori: da un lato eccitando l'emotività del principio di nazionalità, e mutando nella forma nazionalistica del sionismo - affine alle loro convenienze dirigenziali - l'antica suggestione dell'ebraismo, e dall'altro contemporaneamente contraddicendo quel che promettevano alla rivolta araba.
In tre o quattro anni, e precisamente dal 1916 al 1919, si manifestò il più grande mescolamento planetario: la collaborazione fra tre diverse razze di "popolo bue":

1) quella subordinata alle leggi materialistico-aristoteliche;
2) quella soggetta alle "sacre" regole del Tempio;
3) quella dell'Impero Romano, sotto varia forma: dalla Società delle Nazioni, all'ONU, dalla pletora cattolica di istituzioni umanitarie, economiche, politiche mondiali, fino all'aperta proclamazione di un Nuovo Ordine Mondiale.

Per chi lo vuol vedere, questo grande apparato non è altro che il corpo, l'anima e lo spirito dell'Anticristo, delineato nelle seguenti tre "ombre":

1) GRECITA' = Spirito del cristianesimo = ombra della grecità = arabismo = ARISTOTELISMO MATERIALISTICO;
2) EBRAISMO = Anima del cristianesimo = ombra dell'ebraismo = il tempio = SETTARISMO MASSONICO - LOGGE;
3) ROMANITA' = Corpo del cristianesimo = ombra della romanità = impero romano = CATTOLICESIMO ROMANO.
Il buonismo, vale a dire quel precipitato di sentimenti umanitari cattolici, protestanti, richiamanti oggi il cristianesimo anche sottoforma di socialismo, comunismo, cooperativismo, no profit, ecc., non è altro che uno dei modi in cui si manifesta l'Anticristo.

Esso, nella misura in cui pretende normare universalmente il bene incardinando tutti i popoli ad un "corpus" giuridico unitario è spirito imperiale romano, ed espressione della più grande menzogna sociale della storia dell'umanità a danno di tutti i cittadini.
"Che poi nel tempo, progressivamente, la reale sovranità, e quindi il braccio armato, passi ad una classe dirigente specifica, non è che la manifestazione del fatto che essa è quella che meglio incorpora - nelle forme attuali - la manifestazione delle tre Ombre"(6).
Che essa prenda il nome di Unione Europea, Nuovo Ordine Mondiale, o Taleban, non conta.
Ciò che conta è la luce, non l'ombra.
Nel prossimo capitolo sarà ulteriormente sviluppato l'arabismo e l'equivoco aristotelico, che lo genera.

NOTE
(1) A. Cave Brown, "Bodyguard of Lies", New York 1977.
(2) Pascal, "Pensieri, opuscoli, lettere" Tr. It. di A. Bausola e R. Tapella, Ed. Rusconi, Milano 1978, p. 407. E questo "è uno dei pensieri più profondi e significativi per intendere l'atteggiamento anti-razionalistico di Pascal: in esso è enunciata, anzitutto, la persua-sione che autentica filosofia sia solo quella capace di oltrepassare i confini del pensiero logico-razionalistico e di farsi beffe di esso (nella misura in cui l'au-tentica filosofia è consapevole che quanto vi è di essenziale per l'uomo oltre-passa i limiti della comprensione razionale ed è, pertanto, destinato a non es-sere compreso dalla ragione)" (E. Severino, "Antologia filosofica", Ed. B.U.R., Milano, 1994, n. 4, p. 210).
(3) cfr. R. Steiner, "Come ritrovare il Cristo?", Ed. Antroposofica, Milano 1988.
(4) A. Cave Brown, "'C', The Secret Life of Sir Stewart Graham Menzies Spymaster to Winston Churchill", New York 1987, pagg. 31-41: vi si afferma fra l'altro: "L'obiettivo era di creare dai figli di importanti personalità, che avrebbero altrimenti potuto diventare dei filistei, l'equivalente britannico dei guardiani platonici dello Stato, un'ideale forma d'uomo, che Platone sceglie "per difendere lo Stato in guerra quando sono giovani, e dai quali, quando sono più anziani, vorrebbe selezionare i più capaci per la funzione di magistrati, capi, e legislatori"".
(5) D. Cannadine, "Decline and Fall of the British Aristocracy" (1990), trad. it. "Declino e caduta dell'aristocrazia britannica", Milano 1991. È un'opera molto esplicativa sulla situazione culturale, politica ed economica della nobiltà britannica, e contiene più di un indizio della sua situazione spirituale, anche riguardo a figure decisive quali Lloyd George e Churchill.
(6) Natanaele, "L'arabismo contro gli Arabi" in "Graal, Rivista di scienza dello Spirito", Ed. Tilopa, N. 75-76, 2001, pag. 132. E ancora: "E questo forse anche in grazia della sua composizione mista, del suo non avere una lunga tradizione storica. Tradizione che, insieme alla volontà di perseguire linee d'azione autonome, osta all'accettazione delle estreme conseguenze dell'aristotelismo arabistico e dell'ombra del Tempio da parte - ad esempio - di alcune componenti delle Chiese; che rende ardua la sottomissione ad una giuridisdizione universale da parte dei più diretti esponenti della corrente animica del Tempio, a meno che di tale giurisdizione non siano essi stessi i padroni; che desta più di qualche fremito, e nei confronti del Tempio e nei confronti del nuovo "cattolicesimo", in coloro che non sono immemori del senso originario della modernità, quale impulso alla libertà dell'individuo, dei popoli e della vita economica. Fremiti soltanto, tuttavia, perché il vincolo arabico-aristotelico ricorre in molti di essi, e ne depotenzia il pensare e l'agire. Non stupisce perciò che gli S.U. siano progressivamente subentrati alle potenze coloniali europee, ed in particolare a quella britannica. Forse non è casuale nemmeno il fatto che la spinta iniziale a demolire l'Impero britannico trovi energica incarnazione operativa in un cattolico americano, democratico, il generale Donovan, capo dell'OSS. Dietro la spinta moralistica, democratica e anticolonizzatrice si instrada, mancando un autentico e condiviso impulso morale, l'AFFARISMO come strategia di dominio. Moralismo ed affarismo marciano di pari passo anche nei rapporti con i popoli arabi, a cominciare dalla fondazione dell'Aramco per finire all'appoggio accordato alle classi dirigenti più retrive per contrastare la penetrazione comunista, ma con essa anche i pochi vettori di modernizzazione che il Vicino Oriente ha conosciuto. […] Liquefattosi - non a caso, come non a caso ne era stato permesso l'avvento - il comunismo, combattuta la modernizzazione con la doppia spada dell'anticomunismo e dell'antinazionalismo e dei diritti umani, pagati tutti quelli che si potevano pagare, è conseguente che nel mondo arabo sia rimasta vitale soltanto la spinta religiosa. Ma a quale livello? Poiché non vi è progresso verso la modernità, cioè verso l'anima cosciente, non può che esservi regresso, verso stati istintivo-senzienti, con il degrado della stessa religiosità islamica ad un atavismo fanatico. Perché ciò che in essa vi era di pertinente all'anima razionale, e forse capace di evolvere verso l'anima cosciente, ritorna dall'esterno in una forma catafratta di astrattezza, rigida normazione, dominazione e guerra, e dunque sprofonda quei popoli verso il passato. A meno che essi non accettino la "vulgata" occidentale della modernità, classi dirigenti imposte o sorrette e pagate, presenze straniere. Anime di popolo in cerca di una propria coscienza, non trovandola insorgono: non trovando un'"auctoritas", bensì un "Imperium" - e per di più un "Imperium" in parte nascente dal loro antico percorso spirituale. L'elemento autoctono si ribella, opaco e caotico, in Iran. E poi in Afghanistan. E un po' ovunque vi siano dei diseredati (nello spirito, nella politica e nell'economia), il semplicistico messaggio dell'Islam fondamentalista si diffonde e crea solidarietà: anche questa, circostanza che non stupisce, perché, orbato dell'aristotelismo, l'Islam, come religione, ha una identità fragile, di monoteismo derivato, donde sorge la sua capacità di connettere popoli di civiltà diverse, come già fu nello splendore in passato, e come lo è nella buia bassura del presente. L'arabismo contro gli Arabi, dunque, anche se probabilmente come obiettivo intermedio per un disegno geostrategico di aggiramento dell'"Heartland" per il tramite del Maghreb, del Vicino Oriente, dell'Iran e del Turan, sperando di stabilizzare nello spazio arabo in frantumi una più forte catena di Stati-presidio a sorvegliare i riottosi. Ma soprattutto in vista del compimento di un disegno spirituale globale, in modo che le tre Ombre, congiunte in Una, possano allargare il loro dominio fino agli estremi confini del mondo. Estensivamente, fino a quelle terre finora solo marginalmente toccate, come la Cina. Intensivamente, per i popoli che, "educati" dal socialismo, vengono ora "rieducati" all'Occidente, come quelli slavi. In modo definitivo, per quelli che in Europa ancora esitano: i molti, troppo legati ad una singola Ombra, i pochi, non convinti da nessuna".
Nereo Villa is offline  
Vecchio 03-08-2004, 21.16.40   #43
Gianfry
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-06-2003
Messaggi: 401
Democrazia

X Nereo Villa
Condivido molto di ciò che hai detto. Conosco AFIMO e le sue proposte. Rappresento il MOvimento Dell’UManità (MODUM) che sta elaborando un programma di governo per cambiare radicalmente le regole del gioco, per la vera democrazia. Abbiamo appena iniziato la collaborazione con AFIMO. Alcune nostre proposte le ho inserite nel tema del Forum>Proposte soci@li>Progetti>Il nuovo Rinascimento.

Un saluto fraterno
Gianfry
Gianfry is offline  
Vecchio 04-08-2004, 01.04.37   #44
Nereo Villa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
Ciao, probabilmente stai parlando di AFIMO sede romana, ma non ne ho ancora saputo niente. In ogni caso mi fa molto piacere.
Ciao
Nereo
Nereo Villa is offline  
Vecchio 28-03-2005, 15.24.26   #45
esperantiano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 04-11-2003
Messaggi: 218
a maxemil da esperantiano

Carissimo,

sono stato molto contento di leggere il tuo messaggio sulla democrazia. E' ora, infatti, di riconoscere certe cose che, per una sorta di terrore sociale, sembra quasi pericoloso mettere in discussione.

Nel 2000 organizzai un convegno su "L'operatore culturale: nuove prospettive di sviluppo e socializzazione". Intervenne, tra gli altri relatori, una non giovanissima senatrice, storicamente rappresentativa delle sinistra italiana.
Ella espresse un concetto semplice, realistico, tra l'altro sorprendentemente "fascista" (nota, ti prego, le virgolette), dicendo:
"Nelle condizioni attuali non esiste la democrazia: essa nascerà quando nasceranno i Cittadini".

Credo che non si possa essere più chiari, e più realisti di questa donna.

Personalmente non credo più nella possibilità di una "democrazia":

1) se il "popolo" è tenuto nell'ignoranza, anche con il diritto di voto non può esprimere niente (e questo lo si vede in italia: i partiti di destra e di sinistra immettono sui circuiti del potere politico personaggi pessimi, che nulla hanno in comune con un saggio governante, ma che riescono ad accaparrare "poltrone" e "camere" irretendo cittadini distratti, ignoranti, superficiali e condizionabili)

2) se il popolo fosse evoluto si stabilirebbero "binari" di competenze. In altre parole è assurdo che il presidente della commissione edilizia comunale possa essere un cardiologo, o che un'avvocato faccia l'assessore alla salute pubblica.

3) ho la sgradevole impressione che la democrazia sia non la dittatura del più forte (come avveniva fino al primo 900) ma peggio ancora: la dittatura di chi GRIDA più forte: insomma, una sorta di pseudociviltà governata a forza di urla scimmiesche...

esperantiano
esperantiano is offline  
Vecchio 28-03-2005, 17.10.58   #46
Nereo Villa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
Le tue parole mi hanno fatto bene

TUTTI i politici del mondo hanno firmato trattati multilaterali con le Nazioni Unite, l’Unione Europea ed altre org. sopranazionali senza consultare gli elettori. I partiti italiani sono gruppi di individui avidi di potere, convinti di sapere meglio degli elettori cosa va bene per loro. Dappertutto si sta acquisendo la crescente consapevolezza che queste leggi, approvate senza il consenso del popolo, sono tecnicamente nulle.
Le tue parole mi hanno fatto bene all'anima.
Nereo
Nereo Villa is offline  
Vecchio 28-03-2005, 18.58.35   #47
Gianfry
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-06-2003
Messaggi: 401
X Nereo Villa

Ho letto molto del tuo materiale che condivido. Stiamo entrambi portando avanti una battaglia contro la truffa colossale del sistema bancario. Ho avuto modo di confrontarmi con il programma di AFIMO, tramite Luciano Orsini, di cui ho molta stima.
Non so se tu hai letto il programma del Movimento Dell’UManità (MODUM), un movimento spirituale che ha deciso di scendere in campo insieme ad altri movimenti e associazioni che intendono perseguire la riforma del sistema monetario. I contenuti del nostro programma sono descritti nel documento http://www.ascensione.org/obiettivi_...la_umanita.htm .

C’è credo un solo punto del programma che vorrei approfondire con te, ed è quello che riguarda la modalità di controllo dell’inflazione. Noi pensiamo più giusto che si debba fare con la tassazione dell’utile delle imprese, mentre AFIMO prevede la fiscalità monetaria con relativa datazione del denaro che consiste in sostanza nel tassare la massa monetaria. Comunque penso che questo aspetto, una volta che sia stata restituita al Popolo la proprietà della moneta, si possa tranquillamente risolvere analizzando a fondo la problematica e adottando la soluzione migliore per il bene comune.
Gianfry is offline  
Vecchio 28-03-2005, 21.16.01   #48
esperantiano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 04-11-2003
Messaggi: 218
da esperantiano

Vorrei aggiungere un concetto che vado ripetendo ormai da anni:

--------
La vera Re-ligione inizia dove finiscono le confessioni religiose.
La vera Politica inizia dove finiscono i partiti politici.
--------

In un mondo, o anche solo in un villaggio, ove sia possibile superare il fazionismo ipocrita del confessionalismo e del partitismo, lì ci sono le basi per una Democrazia di Cittadini.

E lasciatemi aggiungere, visto che mi occupo di scienze iniziatiche: una Democrazia di Cittadini Illuminati.

esperantiano
esperantiano is offline  
Vecchio 29-03-2005, 09.50.47   #49
Nereo Villa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
Caro Esperantiano,
ti rispondo con quest'altra risposta.
Ciao a presto.
Nereo

Cara ***,
ti ringrazio. Cerco di risponderti. Esistono tante cabale, cioè tante tradizioni (come le confessioni religiose). Io non ho mai studiato una cabala. Non credo nelle cabale. La mia posizione è cattolica (cioè universale) aconfessionale (e ovviamente da' fastidio a molti, vedi per es.: http://digilander.libero.it/afimo/ca...ereo_con_ebreo). Ho studiato fra uno spinello e l'altro durante le mie tourné, perché lo spinello di per sé mi annoiava, ed avendo la mattina ed il pomeriggio liberi, compravo valige di libri quando dovevamo andare fuori Italia. Perciò ho sempre scelto io i testi da leggere (la mia cultura è prevalentemente antroposofica). Sentivo, come musicista, il bisogno di cercare la verità del suono e della parola, e sono approdato ai numeri studiando gli hertz della scala eptatonica. Ora mi occupo di musica (astromusica, un lavoro che comincia solo oggi a dare i suoi primi frutti (http://digilander.libero.it/psicoast...a/conforto.htm ; http://digilander.libero.it/psicoastrologia/promo.htm ).
Anch'io andavo spesso alla biblioteca dell'università teologica di Milano e fui "incoraggiato" da Ravasi. Mi disse che c'era di meglio, per es., rispetto a Steiner, Fabre d'Olivet, ecc., ma questo meglio non l'ho mai trovarlo.
Sei molto gentile a dirmi che interpreto bene la numerologia, ed ho capito cosa intendi. Però in realtà non bisognerebbe interpretarla (cerco sempre di portare esperimenti) come non si dovrebbe secondo me interpretare un'altra qualsiasi logica (logica matematica, logica immaginativa, logica ispirativa, logica intuitiva, e così via).
Certamente quando andrò a Roma (dovrei andare a trovare Bellia, che è un mio amico studioso della triarticolazione pratica dei poteri dell'organismo sociale) te lo dirò.
Tuo marito ha fatto bene a preferito l'arte del doppiaggio al covo di vipere della rai (conosco l'ambientone). Ti manderò anche un CD con le mie canzoni "demenziali" antisignoraggio (credo che la strada pratica verso la libertà passa dal riso, e che finché l'uomo non imparerà questo sarà schiavizzato, sia servendo il suo padrone, sia lottando per servirne uno nuovo. I governanti lo sanno molto bene, ed è per questo che governano. L'ultima cosa che sarebbero disposti ad ammettere è l'ilarità irrispettosa. Ecco il senso di queste canzoni). A proposito di musica ti incollo una pagina che ho scritto per un editore.
Un caro abbraccio.
Nereo

----- Original Message ----- From: nereo.villa
To: ***
Sent: Sunday, March 27, 2005 6:36 PM
Subject: Sul coraggio della libertà


Caro ***,
ti invio queste mie considerazioni, sperando ti possano interessare.
Buona Pasqua
Nereo

Sul coraggio della libertà: ovvero come è difficile la vita senza partita IVA e senza partito
Sono un musicista studioso di problemi sociali e vorrei fare alcune considerazioni su musica, Stato e loro degenerazione attuale, sperando di dare un contributo al cambiamento sociale che nel futuro dovrà avvenire. I pensieri che seguono sono frutto di vari incontri con giovani aspiranti musicisti che purtroppo hanno assorbito un semplificatorio modo di pensare inculcato dal sistema scuola, televisione, ecc., in cui l'individuo con la sua creatività ha un valore relativo.
Ho notato che molti giovani pretendono dopo soli pochi mesi di studio della musica di eseguire brani come strumentisti, imitando coloro che dopo avere appreso quattro concetti base sui problemi sociali o economici pretendono di insegnare alla gente, non facendo altro che generare ideologie, astrazioni.
L'impostazione di pensiero dei giovani d'oggi è perdente, in quanto essi sono per lo più meramente teorici ed astratti. Finché si parla di teorie monetarie, economiche, sociali, ecc., va tutto bene, ognuno dice la sua e tutto rimane come prima, perché sono tutte parole. Però nella musica non è così (per fortuna). Perché? Cercherò di spiegarlo prendendo le mosse da un ragionamento concreto (per esempio, se ho due pani e ne mangio uno, rimango con un pane. Se invece dico che la matematica è convenzionale, o un'opinione come un'altra, il mio ragionamento è astratto). Occorre sapere distinguere innanzitutto il concetto di unità di misura da quello di unità aritmetica, che sono due cose diversissime. L'unità di misura 1 non ha senso se non in ordine a ciò che si vuole misurare. Per es., si parlerà dell'acqua e allora l'unità di misura 1 sarà equivalente a 1 litro. Si parlerà di sistema metrico e allora l'unità di misura sarà 1 metro. Si parlerà di sistema dodecafonico e allora avremo il 12 come unità di misura. Una volta le uova si contavano a dozzine: e l'unità di misura duodecimale 1 non poteva che essere il 12. Così l'unità di misura nel sistema sessagimale è il 60, e così via.
Non così per l'unità aritmetica. Essa ha senso sempre. E non per convenzione. Dopo l'uno c'è il due, perché se non vi fosse il due non ci sarebbe neanche il ritmo. E la vita cos'è se non ritmo? Ecco perché anche l'aritmetica proviene, etimologicamente dal ritmo della vita stessa. Il divenire comporta il ritmo. Il ritmo comporta il ritorno di un evento. L'evento ripetuto non è già più evento ma processo. Lo studio dei processi porta a scoprire le leggi della natura. Le leggi naturali non possono essere anti-giusnaturalistiche, né astratte, o scollegate dalla dimensione temporale.
Per troppi anni lo Stato è stato astrattamente condotto dall'insostenibile principio per cui con sufficienti dati e con una forza sufficientemente applicata nei posti giusti esso avrebbe potuto non solo predire esattamente il corso della società, ma anche dirigerlo e manipolarlo a volontà. Oggi ci troviamo di fronte alla PROVA che non è possibile raggiungere questo obiettivo attraverso la forzatura di alcune parti dell'organismo sociale (che è un sistema complesso, non un quiz), e abbiamo secoli di esperienza di manipolazioni statali fallite. Eppure molti continuano a sperare che un giorno o l'altro troveranno un modo per forgiare la società secondo i loro piani. Fatto sta che l'interruzione del FEEDBACK DI VERIFICA tra lo Stato e la sua "clientela" impedisce allo Stato di governare realmente la società. E invece di governare la società, lo Stato cerca di imporre e rinforzare sempre di più le condizioni che ritiene "migliori" per la società in senso generale, kantiano ed astratto (Kant infatti diceva: "Opera in modo che le norme del tuo operare possano valere per tutti gli uomini". Ma questo dire è la morte di ogni agire sociale promosso da individui vivi, i quali per essere tali, e non zombi, soprattutto nel legiferare dovrebbero considerare non come tutti gli uomini agirebbero, ma come io devo agire nel mio caso individuale concreto. Anche qui vi è un problema culturale, perché si tratta di reintegrare nel pensare i livelli che ad esso competono: il contesto concreto, la responsabilità, e la dignità dell'uomo. Nel corso della storia europea della coscienza, il pensare ha infatti espulso questi livelli e se ne è isolato). Per questo motivo Rudolf Steiner che è per me il più grande pensatore del secolo passato, parlava già nel 1919, di coraggio della libertà nella vita sociale, e di ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI COME UNICA VIA REALE PER RISANARE L'ECONOMIA (http://digilander.libero.it/afimo/li...solidale03.htm). Per questo coraggio della libertà che egli mi ha trasmesso ho potuto appoggiare, nei miei scritti su internet la denuncia per truffa del prof. Auriti (ex docente di diritto) alla Banca d'Italia e alla BCE. Con queste denunce egli dice sostanzialmente allo Stato: "Io ti amo nella misura in cui tu sei vivo. Se sei morto, cosa devo amare? Il cadavere? La burocrazia senza FEEDBACK?" Allo stesso modo ho appoggiato tutto il lavoro del matematico Nicolò Giuseppe Bellia in merito al suo progetto di fiscalità monetaria per l'Italia, progetto in cui le competenze dello Stato sono circoscritte alla sfera del diritto e tutto quello che è fuori da questo ambito come per esempio il mercato e l'economia rientra nella responsabilità di coloro che sono in grado di produrre beni e servizi. (continua)
Nereo Villa is offline  
Vecchio 29-03-2005, 09.52.52   #50
Nereo Villa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
(continazione x Esperantiano)

Tornando alla musica, a mio avviso, i giovani d'oggi mancano, appunto di coraggio della libertà. Appena nati sognano già la SIAE. Nascono vecchietti e suonano stanchi. Sono già morti prima di nascere. Sono zombi. Come farà a uscirne un Mozart se non si eliminerà la SIAE? (L'ultimo mio scritto sulla SIAE è il seguente: http://digilander.libero.it/nereovil...e/fanculo_siae )
Oggi la tecnologia permette di fare musica da stanchi appena nasci, e senza studiare lo strumento o studiandolo pochissimo. Però questo porta alla musica zombi e basta. Io ho oramai sessant'anni però sono più giovane e vivo di quelli che sento alla radio. Costoro hanno semplicemente imparato il giro del fumo e fanno tutto in base a formalità, computers (il computer è in fondo la massima ed unica manifestazione della burocrazia che può servire l'umano) ma secondo l'adagio SIAE del "così fan tutti". Questo è un errore logico che porta alla schiavitù. L'essere umano esiste da un lasso di tempo che non raggiunge neanche il 5% di quello in cui i dinosauri hanno vissuto sulla terra. Dunque non siamo ancora stati abbastanza a lungo su questo pianeta perché qualcuno possa sostenere seriamente che una cosa debba essere fatta in quel tale modo "perché si è sempre fatto così". Se oggi si fa della musica antiswing, il "così fan tutti" non può impedire di percepirla come musica floscia e stanca.
Perciò e per fortuna occorre studiare gli strumenti non in modo virtuale o burocratico ma concreto, pratico, acustico. Quando i giovani faranno ciò, allora anche le politiche cambieranno (soprattutto le politiche monetarie). Se invece si continuerà nella dimensione dell'astratto che domina il concreto non si faranno altro che politiche e musiche da zombi o da schiavi, perché niente cambierà, e tutto peggiorerà. I limiti umani della creatività artistica (che non dovrebbe averne) sono appunto questi: un'impostazione di pensiero astratto, impotente a distinguere l'unità di misura dall'unità aritmetica. Questo limite fa dire che la matematica è un'invenzione dell'uomo. Invece è una scoperta. Ecco perché l'uomo scopre in sé la sua creatività. Quando crea melodie non le inventa. Il marchingegno non può essere melodia, né ritmica, né armonia, ma solo musica da stanchi. E da stanchi è anche tutta la politica attuale, sostanzialmente produttrice e sostenitrice di schiavitù a vari livelli.
Credo che la colpa non sia attribuibile ai politici. Il politico guadagna trenta o quaranta milioni delle vecchie lire al mese, ed è ovvio che faccia di tutto per continuare a guadagnare quella cifra. Siamo noi cittadini che dovremmo svegliarci!
Io ad esempio sono stato costretto a smettere di suonare in quanto mi rifiuto di aprire una partita IVA che mi serve poi solo a pagare tasse che superano quello che guadagno con la musica. Il lavoro infatti scarseggia e quando trovi una serata se non hai appunto la partita IVA non te la fanno fare: siamo arrivati al paradosso che un gestore di locale non ti chiede se sei un bravo musicista, ma ti chiede solo se hai la partita IVA!!! Inoltre ormai tutte le feste di piazza sono gestite dai partiti e se non ne fai parte con il tesserone, sei escluso…
Nereo Villa is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it