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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 11-11-2004, 17.39.57   #1
fallible
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
onestà intellettuale e rispetto delle leggi

Se lo Stato ti chiede di più, o
molto di più, c'è una sopraffazione nei tuoi confronti e allora - continua Berlusconi - ti ingegni per trovare dei sistemi elusivi o addirittura evasivi, che senti in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità, e che non ti fanno sentire intimamente colpevole''.

questo è quello che dice e in fondo consiglia il nostro Capo di Governo!!!!! e i poveri dipendenti pubblici che inoltre prendono due lire a voi qualche commento
fallible is offline  
Vecchio 11-11-2004, 20.11.02   #2
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
Definizione di Stato.

Così definisce lo Stato il filosofo tedesco Friedrich Nietsche:

"Ogni sorgente è una fonte di acqua pura,ma dove s'abbevera la plebaglia ,ogni fonte è inquinata.
Per la plebaglia fu inventato lo Stato:quando il gelido mostro vomita la sua nera bile,essa lo chiama giornale."

Da"So sprach Zarathustra."

Saluti.

Kantaishi , spirito elitario e aristocratico.
kantaishi is offline  
Vecchio 11-11-2004, 20.19.51   #3
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
Su i poveri dipendenti pubblici... stenderei un velo pietoso..... le parole le ho perse tutte per strada in 20 anni osservandoli tutti i poveri dipendenti pubblici....e soprattutto con tutti i governi

Ultima modifica di Kim : 11-11-2004 alle ore 20.30.41.
Kim is offline  
Vecchio 11-11-2004, 20.36.45   #4
fallible
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
plebaglia

dipende a che tipo di plebaglia si riferiva Nietshe, forse a quella intellettuale? umble
fallible is offline  
Vecchio 12-11-2004, 19.17.06   #5
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
LA MIA SPIEGAZIONE

Colla mentalità che hano oggi gli Italiani, sarebbe una pretesa far funzionare lo Stato.

SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel “La societé de confiance”).

Dio ride degli uomini che si lamentano di eventi, le cui cause essi stessi continuano a promuovere con convinzione (Bossuet).

GUARDIAMOCI ALLO SPECCHIO PER CAPIRE LO STATO

P.S. Chi desidera ricevere una spiegazione, già pronta, un po' lunga per entrare nel forum, mi chieda la Lettera dall' Europa 'Italia Desnuda".

ANGREMA@wanadoo.fr
antonio greco is offline  
Vecchio 12-11-2004, 22.15.36   #6
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
LA MIA SPIEGAZIONE


Scusa ho perso qualche pezzo...ma dov'è la tua spiegazione...


Un sorriso
Kim is offline  
Vecchio 12-11-2004, 22.50.20   #7
edali
frequentatrice habitué
 
L'avatar di edali
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
Kim cara, dovresti chiedere in pvt. perché la spiegazione è lunga.

Comunque caro Antonio Greco potresti fare un piccolo riassunto?

Grazie
edali
edali is offline  
Vecchio 12-11-2004, 23.22.04   #8
edali
frequentatrice habitué
 
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
Fallible non mettere tutto al cuore. Il signor Kantaishi “guru” definitosi in un post figlio di dio, prima dovrebbe imparare il nome del Padre suo Zamolxe o Zamolxis … (alla faccia di Codreanu - Heil )

Un caro saluto a te Fallible
edali is offline  
Vecchio 13-11-2004, 12.31.32   #9
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
non conosco Nietsche, ma il post di kantaishi lo interpreto diversamente: la plebaglia sporca col suo sprezzante lamento qualsiasi purezza. l'animale lamento di chi sfaticamente, incapacemente, pretende qualcosa di più elevato rispetto a ciò che già ha (e non vede. non vede che ad elevarsi dev'essere lei, bestia senza viso illuminato d'intelletto, col muso sporco che inquina ovunque lo metta).
per questi presuntuosi e inetti è stato inventato lo Stato, sporco quanto loro, ma più potente, capace di servire loro, come fosse il loro padre, ciò che si meritano. capace di educarli un pò meglio, tramite il giornale.
Si purificherà lo Stato quando l'avranno fatto i cittadini.


comunuque, tornando al post: se ad una famiglia che vive con un pezzo di pane al giorno gli chiedo una tassa di mezzo panino al giorno, questa famiglia si sentirà sfruttata e tradita dall'ingiustizia dello Stato, e verosimilmente nasconderà allo stato 3\4 di pane, dichiarandone solo un pezzetto, perchè su quello applichi il suo crudele coltello.
e saranno cattivi cittadini, quanto cattivo è lo stato.

al contrario uno stato giusto. che i cittadini vivono come giusto. saranno buoni cittadini.

ma il problema è culturalmente profondo, riassumibile nello slogan Leghista: "Roma ladrona!".
sviluppabile di conseguenza dal cittadino: "beh, visto che loro rubano... non sarò mica lo scemo del villaggio!", e si rimbocca le maniche.

ma il problema del rapporto cittadini-stato, rapporto sbilanciato verso l'individualità egoistica più che verso la collaborazione comunitaria, s'allarga verso altri problemi morali, profondamente morali: perchè l'individualismo si diffonde, l'impegno civile si restringe fino a sparire, l'idea di appartenere ad una comunità di cittadini, per cui la mia azione avrà conseguenze per lo sconosciuto cittadino all'altro capo dello stivale (per cui sento la responsabilità verso una persona che non conosco, consapevole che lui sente la stessa cosa in un vincolo di kilometrica reciprocità), idea che sarebbe opportunamente estendibile dalla comunità nazionale, alla comunità internazionale (consapevolezza di interdipendenza), alla comunità mondiale, alla comunità degli uomini, a quella della natura, al cosmo... puf! svanisce, per lasciar posto all'avidità personale, destinata a consumarsi in una vita...

quindi sono d'accordo col berlusca quando dice che economia è connessa a moralità. ovviamente poi, forse lui pensava ad un'altra cosa...
r.rubin is offline  
Vecchio 13-11-2004, 17.44.33   #10
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
LA SPIEGAZIONE

La mia spieagzione, scritta poco prima non era chiara.
La questiopne é , in principio solo , semplice.

Lo STATO funziona comme lo sanno far funzionae gli Italiani, come sono divenuti col degrado recente. Uno stato migliore in Italia non puo' esserci, perché gli Italiani non hanno, nella società, gli strumenti necessari a farlo funzionare. Potreste andare a leggere i dettagli, se volete..
Parigi, marzo 04
POSSIBILE LO SVILUPPO IN ITALIA ?

IL SUCCO DEL PROBLEMA


Gli Italiani viaggiano, poi scrivono lettere che leggo su diverse rubriche online.

Vedo aumentare il numero di lettere che chiedono:

- una bella cosa, vista in Xlandia, sarebbe possibile vederla in Italia ?
- perché da noi non succede xyz, quando in Ylandia la stessa cosa é facile e piacevole?

Risponderei cosi: il Paese ha avuto negli ultimi anni tante trasformazioni. Ma i fondamenti del sistema Italia sono tali da incoraggiare le trasformazioni negative e scoraggiare quelle positive. L’adattabilità italiana e l’abbassamento del livello di guardia (dei comportamenti accettabili) hanno fatto il resto.

Ho pubblicato un’analisi, dopo lunga inchiesta, riflessione e paragoni con l’Europa. Ed inoltre numerosi articoli che cercano di rispondere alle domande:

- perché cio’ succede solo in Italia, non nel resto della U.E.;
- come potremmo migliorare tale o talaltro risultato ?
- perché l’utopia da noi (cosi definita in una lettera di questa settimana), diventa poi realtà in un altro Paese ?

Le “Lettere dall’Europa” sono pubblicate su:

http://angrema.blogspot.com/
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito).

Si tratta di lettere di Antonio Greco. Il quale ha lavorato in giro per l’ Europa per trenta anni e vive in Francia da venti anni.


Chissà che non si possa iniziare un dibattito costruttivo, in un Paese ove troppa gente si adatta a tutto (anche al peggio) ?

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per una presentazione delle cause sociali, non politiche, degli insuccessi italiani).


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Italia: perdita di competitività

Caro Beppe, cari Italians,
le classifiche mondiali indicano che la competitività italiana si sbraca. Normale. E come potrebbe essere altrimenti? L’occupazione non migliora. Speriamo che non arretri. Parecchi laureati sono costretti ad andare all’estero. Normale. E come potrebbe essere altrimenti? La deriva italiana degli ultimi 20 anni è chiara, vista dall’Europa. Forse non si ha una percezione altrettanto chiara dall’interno. Poiché i comportamenti e la mentalità sono molto peggiorati, citiamo Peyrefitte, storico delle economie: SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel "La societé de confiance"). Nello Stato i peggiori figuri han preso il potere, complice un sistema di selezione particolare: il comparaggio, l’omertà. Tali figuri hanno promosso e diffuso una mentalità da terzo mondo. E il popolo italiano, che non ha la spina dorsale più robusta in Europa (diciamo che siamo flessibili), ha accettato quanto proposto dai peggiori. Supino, rassegnato, spensierato. In un Paese che ha perduto i Valori, perduto la riflessione lucida, ove la forma mentis che si diffonde è ormai deviata, viziata, da Paese latino-americano, non c’è scampo. Il mercato del villaggio globale ci ha messo davanti ad un muro: il muro della verità. Non si possono avere in Italia livelli di remunerazione paragonabili a quelli di altri Paesi Ue, un’economia fiorente, e nello stesso tempo continuare a navigare, spensierati, fra gli sprechi. Qualcuno vuol proporre, per salvarsi, di eliminare gli sprechi? Forse si puo’, ma solo reintroducendo i Valori. E’ un lavoro lungo e difficile, che richiede attenzione all’Europa. E che possono fare solo gli esterni al sistema. Siamo arrivati al 47/mo posto per la competitività. Scenderemo ben oltre, se non riflettiamo sulle contromisure necessarie ed urgenti. Aiutati dalle testimonianze degli emigrati.

Antonio Greco, ANGREMA@wanadoo.fr
antonio greco is offline  

 



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