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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 19-04-2005, 21.32.36   #11
rodi
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Chi si atteggia ad illuminato viene meno al principio di parità che, secondo me, è un prerequisito fondamentale per una comunicazione che sia scambio.
Ma c’è tanta gente, (forse la maggior parte di chi scrive) che non ha questo atteggiamento e come tali li vedo come potenziali compagni di una comunicazione più profonda.
Sugli argomenti è rischioso dare una definizione e più che sui temi metterei il dito sulla modalità con cui interagiamo, appunto mettendo dentro noi stessi o meno. Col cuore o meno.
(Poi se riesco cerco di rispondermi alle mie 3 domande iniziali).


si Van credo di comprendere quel che vuoi esprimere, però lo vedi da solo che queste discussioni si spengono con più facilità di altre...
anche non rispondere è un modo di interagire.

Sul fatto che una comunicazione di scambio si basi sul principio della parità mi trovi perfettamente d'accordo.
rodi is offline  
Vecchio 19-04-2005, 21.41.14   #12
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
Scusate ma io non riesco a capire dove si vuole arrivare...il mezzo stabilito che ha i suoi limiti non aiuta, le persone sono giustamente una diversa dall'altra, la parola in se non coadiuvata dal timbro, l'impronta, l'intensità che possediamo ecc. è sempre comunque una “via Crucis” tra separazione e incontro…e quasi mai unisce ma spesso divide

Il nostro carattere è solo a noi noto, stabilire con chi si stia parlando credo che sia un impresa, a meno che non si segua questa persona e li nascono interessi diversi.

L'omologazione del "sentire" non credo ci sia, il riprodurre il proprio "sentire" rendendolo comprensibile è arduo

La predisposizione rivolta all'ascolto varia a seconda anche del momento della giornata del contenuto

Per ipotesi pongo la domanda…. Tu parli con il cuore? e certo rispondo... io parlo con il cuore, ma ti dico anche che a volte non ho parlato affatto con il cuore.

Allora a questo punto tu puoi giudicarmi, ma prima mettiamoci d'accordo su cosa possa essere la comunicazione " con il cuore" e se lo facciamo vedrai che l'unica cosa che arriveremo a stabile è che non ci capiamo, o se ci capissimo "quel capire" verrà metabolizzato in due modi diversi, che creerà due realtà diverse...e convinzioni diverse e se dovessimo riesporlo diremmo cose probabilmente diverse l’uno dall'altra....

Quindi alla fine come in tutti i rapporti nella vita e solo una questione di... feeling tutto qui....perchè tu puoi dire le cose meglio dette, giuste, sentite, pensate, con il cuore, quello che vuoi, ma se non sei nelle mie corde io non ti recepisco per quello che tu sei, non recepisco neppure la tua genuinità....e magari con un altra persona che è il tuo esatto opposto, entro in sintonia e ciò mi spinge a credere che il suo esporre sia frutto del suo sentire, quando magari ne è lontano mille miglia....

Scusate non ho letto i vostri precedenti interventi ed allora forse forse sono in OT...pace....

Kim is offline  
Vecchio 19-04-2005, 22.12.51   #13
VanLag
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L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Mi rispondo

L’ho promesso e ci provo a rispondermi alle mie domande…..

Cosa intendiamo quando diciamo che parliamo ma non diciamo nulla di ciò che veramente ci stà a cuore?

Mi rendo conto che ho fatto una domanda un po’, boh, “difficile!?”, se definiamo “il parlare col cuore”, finiamo per creare “un luogo comune” che nulla ha a che vedere col cuore.

Comunque ci provo…..

Parlare col cuore significa mettere nella discussione un po’ del proprio animo, dei propri sentimenti, non fingere sempre di essere perfetti, al di sopra dell’umana “fragilità” fatta anche di dubbi, paure, titubanze, incertezze, emozioni, sentimenti etc… che tutti inevitabilmente abbiamo. Significa saper donare un po’ di se stessi attraverso le proprie esperienze raccontate magari con l’intenzione di dare dei riferimenti agli altri. Significa, in ultima analisi, essere se stessi e non quella maschera che indossiamo sempre.

Riuscite ad indicare un post che vi sembra scritto col cuore?

Si……. Ad esempio “Vivere coi malati di mente” di Naima. Ma ce ne sono stati altri.

Secondo voi come si può arricchire il dialogo tra noi?

Bisogna che lo vogliamo e che vogliamo bene al forum come area comune.

VanLag is offline  
Vecchio 19-04-2005, 22.18.44   #14
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
Parlare col cuore significa mettere nella discussione un po’ del proprio animo, dei propri sentimenti, non fingere sempre di essere perfetti, al di sopra dell’umana “fragilità” fatta anche di dubbi, paure, titubanze, incertezze, emozioni, sentimenti etc… che tutti inevitabilmente abbiamo. Significa saper donare un po’ di se stessi attraverso le proprie esperienze raccontate magari con l’intenzione di dare dei riferimenti agli altri. Significa, in ultima analisi, essere se stessi e non quella maschera che indossiamo sempre.


Ma dovevi dirmelo prima e che cavolo allora io sono perfetta per il forum però mi sorgono dei dubbi, perchè credo che non tutti lo pensino....







Kim is offline  
Vecchio 19-04-2005, 22.33.25   #15
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Re: Parlarsi col cuore?

[quote]Messaggio originale inviato da VanLag
Riuscite ad indicare un post che vi sembra scritto col cuore?[quote]

Citazione:
metterei il dito sulla modalità con cui interagiamo


Le due frasi sopra, le indico col dito.
Voglio illuminarle (ma della luce dell'attenzione, e non della Luce che può accecare) perchè spesso, l'incomprensione che in un attimo aumenta il suo disco oscurante occultando ogni possibilità di vedersi-incontrarsi, nasce semplicemente dalla misinterpretazione delle parole. Per cui ognuno capisce a modo suo, e si finisce perfino col litigare su argomenti diversi.

Per evitare la violenza della misinterpretazione, forse un modo è questo: attribuire, insieme e nel corso della discussione, i significati dei segni-parole che si utilizzano, in modo da costruire un vocabolario condiviso dagli interlocutori.

Come modalità per attuare questa costruzione (secondo me creativissima e stimolante), indico l'utilizzazione dei segni non a casaccio, ma oculatamente; e la ripresa dei segni già utilizzati dagli interlocutori, mantenendone l'accezione che gli stessi segni hanno acquisito nel primo contesto di utilizzo.

Il dialogo quindi, per me necessita di riflessione mentale, che è necessariamente allineata col cuore, quando è il sincero voler capire ad accenderla.
Ma non in modo spontaneo, perchè secondo me la spontaneità è sì bella, si allinea col cuore è vero, ma la linea che collega cuore e spontaneaità si dimena in un caotico movimento di onde, che non possono avere la chiarezza donata dalla consapevolezza della riflessione mentale: quella linea che collega al cuore, quando la mente le presterà attenzione si raddrizzerà e ne guadagnerà in comprensibilità. E non ne perderà in spontaneità se è veramente collegata al cuore, ma perderà della spontaneità il caos e spesso l'inconsapevolezza.
r.rubin is offline  
Vecchio 19-04-2005, 23.24.42   #16
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Re: Re: Parlarsi col cuore?

Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
Come modalità per attuare questa costruzione (secondo me creativissima e stimolante), indico l'utilizzazione dei segni non a casaccio, ma oculatamente; e la ripresa dei segni già utilizzati dagli interlocutori, mantenendone l'accezione che gli stessi segni hanno acquisito nel primo contesto di utilizzo.
Non colgo esattamente tutto il senso del tuo post e non riesco a capire se il discorso sui segni-parole, è una proposta o una riflessione nella riflessione.
Credo che le due frasi che hai quotato c’entrino col tuo discorso ma ancora non riesco a vedere come. Se vuoi e puoi riesci a fare un esempio pratico di questo tua idea di usare i segni-parole?

L’altra cosa che vorrei dire si riaggancia alla “spesa di tempo” ed al modo spesso “un po’ di corsa” col quale riusciamo ad accedere alle discussioni. Creare un vocabolario condiviso, ridefinendo assieme nell’ambito della discussione ogni termine che risulti cruciale nella discussione stessa, rischia di richiedere oltre che un impegno tremendo anche tantissimo tempo.
Forse non sbagli e invece che bruciare le discussioni in poche sere sarebbe opportuno portarle avanti molto più a lungo e con la dovuta calma. Forse anche questa sarebbe maturazione nella comunicazione.
Non so però quanto sia facile ad attuarsi visto anche il modo ed i tempi diversi che ciascuno ha nell’intervenire. Per cui, pur riconoscendo che, l’importanza del capire e farsi capire è fondamentale nella comunicazione sono un po’ perplesso. (ma attendo eventuali et auspicabili tuoi apporti).

VanLag is offline  
Vecchio 19-04-2005, 23.27.44   #17
VanLag
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Kim
Ma dovevi dirmelo prima e che cavolo allora io sono perfetta per il forum però mi sorgono dei dubbi, perchè credo che non tutti lo pensino....
Per come ti percepisco parli abbastanza col cuore, ma hai le potenzialità per andare molto più a fondo poi, per altro, capisco se non lo fai qui.....

VanLag is offline  
Vecchio 20-04-2005, 08.58.44   #18
La_viandante
stella danzante
 
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Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
immagino che tutti qui scrivano di quello che piu' gli sta a cuore
magari pero' prediligono argomenti non direttamente inerenti la vita personale, e questo e' comprensibilissimo van, a me e' scappato un paio di volte di parlare di cose strettamente personali e ci sono passati sopra come carrarmati, ma a parte questo, non vedo questo forum come una rassegna di esperienze personali, se non collegati all'argomento di riflessione
se devo mettere in mezzo il cuore devo essere sicura che dall'altra parte c sia la sensibilita' giusta, non si mette in piazza a mio parere
La_viandante is offline  
Vecchio 22-04-2005, 22.53.20   #19
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Re: Re: Re: Parlarsi col cuore?

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Non colgo esattamente tutto il senso del tuo post e non riesco a capire se il discorso sui segni-parole, è una proposta o una riflessione nella riflessione.
Credo che le due frasi che hai quotato c’entrino col tuo discorso ma ancora non riesco a vedere come. Se vuoi e puoi riesci a fare un esempio pratico di questo tua idea di usare i segni-parole?

L’altra cosa che vorrei dire si riaggancia alla “spesa di tempo” ed al modo spesso “un po’ di corsa” col quale riusciamo ad accedere alle discussioni. Creare un vocabolario condiviso, ridefinendo assieme nell’ambito della discussione ogni termine che risulti cruciale nella discussione stessa, rischia di richiedere oltre che un impegno tremendo anche tantissimo tempo.
Forse non sbagli e invece che bruciare le discussioni in poche sere sarebbe opportuno portarle avanti molto più a lungo e con la dovuta calma. Forse anche questa sarebbe maturazione nella comunicazione.
Non so però quanto sia facile ad attuarsi visto anche il modo ed i tempi diversi che ciascuno ha nell’intervenire. Per cui, pur riconoscendo che, l’importanza del capire e farsi capire è fondamentale nella comunicazione sono un po’ perplesso. (ma attendo eventuali et auspicabili tuoi apporti).



la ripresa delle parole utilizzate dall'interlocutore è uno dei modi per accedere all'empatia e alla comprensione.
tu, ad esempio, hai usato più volte il termine "indicare" in varie forme, "indicativo", e probabilmente potresti usare anche "indice", tutte parole raggruppabili nello stesso insieme semantico: per creare un ponte tra me e te quindi, potrei provare a riprendere le stesse parole che noto tu usi frequentemente, ovviamente dopo averne ben compreso il senso che gli attribuisci.

Capire quale sia questo senso è quindi il passo succesivo all'individuazione del termine, insieme semantico, con cui ho notato che ti trovi in confidenza.
Senso che posso iniziare a dedurre dal primo contesto in cui lo inscrivi (il contesto crea un campo di forze che definisce, all'incirca, ogni suo elemento) e quindi confrontare questa deduzione con il secondo contesto in cui lo hai inscritto per via così proseguendo con l'analisi, cercare di individuare se esiste uno sfondo comune all'utilizzo di quel termine nei diversi contesti.

Ad esempio, se una persona usa l'esclamazione "cazzx!" ogni volta che qualcosa non va come dovrebbe andare, cercherei di evitare di usare la stessa esclamazione davanti ad un qualcosa che mi stupisce positivamente... e questo soprattutto per iscritto, perchè il tono vocale e la gestualità, che creano nella comunicazione faccia a faccia il contesto indispensabile alla comprensione del senso delle parole, viene nello scritto a mancare.

A scrive) "cazzx! berlusconi non è più al governo!"
B risponde) "cazzx! non ci credo!"
A risponde) "già... e adesso si che siam messi bene!"

nello scritto è quindi anche più difficile dedurre il senso dato alle parole, per questo, per avviare un'arricchente (tu sei una persona che nel dialogo si arricchisce) dialogo, è necessaria, attenzione individuale, ma anche aiuto interindividuale: è forse più facile capire il modo in cui usi le parole se sei tu stesso a spiegarmelo, e forse, non sentendo tu la necessità di spiegarmelo, dovrei chiedertelo, in modo diretto o indiretto.


un'altra versione, forse più creativa, della "definizione comunitaria dei termini del discorso", è esemplificabile utilizzando le metafore accuratamente, in modo che nessun elemento metaforico sia usato a casaccio.
Ad esempio, se io dico "stare come un pesce fuor d'acqua", e poi uno dice "ho l'acqua alla gola", le due frasi vanno lette collegate, di modo che alla seconda io rispoderei "beato te! ancora poco e sei salvo!" (perchè se siamo pesci disagiati..), e certo, volendo (ma bisogna mettersi d'accordo) potremmo non escludere nemmeno la dialettica di senso che si stabilisce tra il senso classico e quello nuovo, così insomma che al secondo tipo è forse contento per il fatto che da lì a poco sarà un pesce in acqua, ma forse è anche in conflitto con se stesso perchè vorrebbe restare fuor d'acqua dove si trova un qualcosa che desidera.. un conflitto di volontà insomma.

ecco, quest'ultima strada, secondo me, oltre ad essere un continuo enigma e quindi uno stimolo a far lavorare l'intelligenza, e la fantasia, porta in universi paralleli.

certo richiede un sacco di tempo.
e mi scuso per essermi dilungato così tanto.
r.rubin is offline  
Vecchio 22-04-2005, 22.56.26   #20
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
tra l'altro, la metafora del pesce, in un dialogo, è ambigua: il pesce non parla.. insomma, è un caleidoscopio di possibilità!
r.rubin is offline  

 



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