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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 31-07-2005, 15.12.03   #11
titti
Ospite
 
Data registrazione: 21-01-2005
Messaggi: 38
Il mio intervento non c'entra niente ma leggendo i vs post mi è venuta in mente una cosa.
Rimango sconcertata quando si avvicinano i tempi delle elezioni e sento persone che NON HANNO PROPRIO VOGLIA E INTERESSE di andare a votare. E questo è un modo di sentire sia dei giovani, che delle persone di mezza età che degli anziani. E ne ho sentiti tanti di pareri così. E ho visto tanta gente partire per il mare tanto delle elezioni non gliene fregava niente... e molti magari ci vanno solo per non perdere i diritti politici che, non si sa mai, potrebbero sempre tornare utili. Dico, ma se la sono mai letta una pagina di storia?
titti is offline  
Vecchio 31-07-2005, 17.34.47   #12
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
I PADRINI PRENDONO PIU POTERE

Catra Titti,

COME DICI VERO... Ed ora ti dico una cosa che é compatibile con quanto dici.....

Per dei motivi troppo lunghi da spiegare in questa sede, l' Italiano tipo é CONFUSO, SENZA CAPACITA DI COSTRUIRE, MENEFREGHISTA, SPRECONE... NOn c' é altro Paese in U.E. che sia cosi...


Quello che gli Italiani non pensano: con questo 'chitelofaffare..", "chissenefrega", etc. non si fa che costruire le rendite per i PADRINI. I quali sono in aumento, di numero e in potenza...

L' Emigrato
Antonio Greco
antonio greco is offline  
Vecchio 31-07-2005, 22.41.29   #13
Christian
Ospite
 
Data registrazione: 04-06-2005
Messaggi: 21
Io non credo che gli italiani se ne freghino della politica, soprattutto i giovani.
Il punto é che il nostro paese negli anni 40 era un paese sottosviluppato, in cui l'ignoranza, la violenza e la sopraffazione erano la regola.
E questo coinvolgeva tutti i settori della vita sociale, dalla politica ai rapporti fra vicini.
Cosí chi si é ritrovato a governare (che ben conosceva la gente) ha attuato una politica lodevole di accordo fra le varie componenti politiche nell'interesse del paese, per ricostruirlo.
Ma erano solo i pezzi da 90, il resto della politica e del tessuto sociale continuava ad essere marcio, corruzione, violenza, sopraffazione erano la regola un po' ovunque.
E chi aveva un po' di potere lo usava per rubare, tutti dai politici ai poliziotti, tutti rubavano al povero cittadino comune.
Non c'é quindi da stupirsi se la gente ha cominciato a ragionare "chi se ne frega della politica io mi faccio gli affari miei che é meglio". Sono secoli che chi comanda mostra senza problemi che il cittadino comune non conta nulla per lui se non come strumento per mostrare il suo potere e perché mai al cittadino dovrebbe interessare dei politici ?
Nel 1840 ci furono una serie di movimenti di protesta in tutti gli stati italiani e molti sovrani concessero delle costituzioni per calmare gli animi. Quando le cose furono sistemate e la pace ristabilita non esitarono a rimangiarsi la parola e ritirare tutte le costituzioni, ripeto tutte eccetto quella del piemonte.

É quindi un caso se il cittadino non si fida di chi ha potere ?
No é un sistema per non rimanere piú scottati di quanto non lo si é giá.

Quando infine negli anni 80 l'accordo salva italia finí ogni particolarismo, ogni egoismo divenne la regola e ognuno anche ai livelli piú alti si sentí libero di fare i suoi comodi sempre a scapito del povero cittadino.

Se davvero vuoi fare un partito politico nuovo devi partire dal rispetto per la gente, perché solo chi rispetta puó ottenere rispetto.
Come si puó amare un paese che non fa che umiliarti ed usarti ?
Christian is offline  
Vecchio 31-07-2005, 22.51.58   #14
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
RUZZOLOPNE ITALIANO

Un partito politico nuovo ? certo si puo' fare, ma per avere gli stessi insuccessi degli altri partiti, nella melma fangosa italiana (la mentalità)?

Se ci sono sopraffazioni, menefreghismi, etc., il motivo principale , di base , é l' ignoranza diffusa e la mancanza di educazione da parte Pubbl. Distruzione, che insegna l' Humanitas e non educa affatto.

Con questo materiale che c' é oggi in Italia, la mentalità sudamericana, qualsiasi sia il partito, qualsiasi il leader, sempre fallimenti diffusi sono...



IL RUZZOLONE DEL SISTEMA ITALIA
(L’ EDUCAZIONE AL NEGATIVO)


Conferme, che l’ economia italiana batta la fiacca, ce ne sono abbastanza. Ecco il momento giusto per chiedersi: quali i motivi primari della perdita di competitività ?

Essi sono parecchi, ma la CAUSA scatenante che li comprende tutti é immediata: la società italiana non funziona più, rischia il bloccaggio. Anche qui, quali i motivi primari dei pantani, dei grippaggi, dei ritardi, delle incertezze ?

Sarebbe facile, ma lungo, listare quindici fattori che causano le inefficienze sociali italiane. Fattori che si concatenano fra loro e si incrementano reciprocamente. Ma, se vogliamo una sintesi, bene, ecco i tre fattori primari:

- La Pubblica dIstruzione ha fatto, per decenni, un cattivo lavoro. Non ci ha insegnato metodi e forme di pensiero adatti al secolo XXI. E cioé basati su: coerenza, logica, struttura, realismo, efficacia dei risultati. Ci é stata data, é vero, un’ ottima formazione umanistica, ma troppo vicina, credo, alla Humanitas di qualche secolo fa. Basterà, nel Villagio Globale ? Sembra di no, a guardare i risultati.

- Un secondo errore del sistema Italia di inizio secolo: pessimo metodo di selezione della classe dirigente, basato sul valore ...... delle chiacchiere, anziché della professionalità. Non poco, per affossare le prospettive di una società... Interessante il quesito: “Sono i politici che vogliono vendere chiacchiere, o gli elettori che le vogliono ?”.

- Un terzo errore, anch’ esso della Pubblica dIstruzione, quello di non educare il cittadino, di non insegnargli i suoi diritti ed obblighi, la struttura della società, i suoi meccanismi di funzionamento. I quali dovrebbero percio’ essere gestiti, se va bene, da angeli invisibili. Se va male, da padrini nascosti.

I Risultati, a inizio del secolo XXI: sparizione dei Valori, assenza di Realismo, perdita della Qualità, specialmente a causa del criterio adottato di selezione.

Detti risultati hanno portato: un alto tasso di insuccessi sociali, fra l’ altro legati alla sparizione dell’ impegno, della serietà, come forze positive. Meccanismi del sistema sociale che si inceppano, rassegnazione di cittadini (l’ Italiano si adatta, ha la schiena flessibile).

Le conseguenze apparenti: aumento degli sprechi, dei costi, calo della competitività. E i parlamentari, preoccupati, .... decidono, con una legge, di aiutare l’ economia...... Realismo italiano.....

Come sommario molto sintetico del degrado italiano, forse questo testo é adeguato. I dettagli dei legami causa-effetto di tanti fenomeni, suicidi per l’ economia, richiederebbero alcune pagine.

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
(analista delle CAUSE del declino)
antonio greco is offline  
Vecchio 01-08-2005, 10.25.28   #15
Christian
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Messaggi: 21
É vero in Italia l'istruzione non funziona, e la gente ruba, ma é cosí anche e soprattutto perché nessuno vuole cambiare le cose, e nessuno lo vuole fare perché conviene avere uno stato disonesto a chi comanda. Infatti chi opera nella illegalitá é facilmente ricattabile, perché per coprire i propri piccoli furti sará disposto a tacere soprusi e furti (anche di maggiori dimensioni) da parte di chi comanda. il sistema dell'illegalitá diffusa conviene soprattutto a chi é al potere. Mentere chi rispetta le regole ed é a posto non é ricattabile, é un cittadino forte e consapevole, pronto a denunciare ogni torto subito o furto notato.
La gente in realtá vuole avere regole piú severe, la gente vuole rispettare la legge ed essere punita se non lo fa. Ció che non vuole é che siano puniti solo quelli antipatici ai potenti, quelli che hanno messo i bastoni fra le ruote.
Queando é stata approvata la patente a punti tutti erano cosí felici dell'innovazione anche se piú repressiva perché tutti gli esseri umani vogliono dei limiti.

E questi limiti devono venire dalla politica, che comandata dagli uomini di oggi non é degna di governare una nazione civile. Ha ragione Michele, é necessario fondare un partito politico, ma sopruttutto é necessario scegliere le persone giuste, integerrime da un punto di vista morale, che amino il proprio paese e che sentano forte il peso della responsabilitá di decidere per milioni di persone.
Christian is offline  
Vecchio 01-08-2005, 10.42.02   #16
SebastianoTV83
Utente bannato
 
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Messaggi: 639
Fondare un partito politico.. chi lo finanzia? Come? Riuscirebbe a inserirsi nella miriade di altri corrotti? Quanti favori riceverebbe? Come farebbe a superare il favoritismo incancrenito degli altri?
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 01-08-2005, 16.47.02   #17
antonio greco
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Messaggi: 637
MOMENTO BUONO PER RISPOND SULLE REGOLE

FRANCIA, IL PAESE DELLE REGOLE
ITALIA, LE REGOLE SONO COME IL TEMPO: DIPENDE....

Discorrendo con un altro emigrato a Parigi, facciamo il punto. La crisi in atto in Italia, conveniamo, potrà meglio essere combattuta se facciamo qualche paragone con il resto dell’ Europa. Dopo, sarà più facilmente possibile identificare qualche handicap di cui forse occorrerà liberarsi.

L’ amico mi dice “le nostre regole sono antiquate”. Gli rispondo: “Prima di dire che abbiamo delle regole, dimostrami che esse non stanno solo sulla carta, ma sono applicate”. Come é in genere nei Paesi della U.E.

Il dialogo allora si sposta: “Cerchiamo di capire perché gli Italiani sono l’ eccezione della U.E.. Seguono le regole quando ...... il tempo é buono. Ma, se il tempo cambia......”.

L’ esempio francese.

Nella cultura e nel DNA dei Francesi ci sono geni latini e geni germanici (i Franchi erano germanici). Dai latini i Francesi hanno ereditato una certa tendenza alla confusione (le bordel, in francese). Ma la loro logica, molto diffusa in ogni angolo del Paese, forse dovuta anche al posto privilegiato che la matematica ha nell’ insegnamento, ha permesso loro di ridimensionare questa tendenza alla confusione. Anche per il grande uso, sempre di derivazione germanica, della disciplina. E con l’ inquadramento di ogni situazione sociale in una casistica o in un quadro esplicativo. E, infine, con molta regolamentazione.

Nella vita sociale francese, a ogni situazione ci puo’ essere la relativa regola da seguire. Tante regole sembrano inalterate da decenni. Esse infatti danno risultati costanti e possono ostacolare le evoluzioni. Di conseguenza, la vita di un Francese (o almeno di un parigino) non é semplice. Anche perché i Francesi le seguono, le regole. Sarà questo il motivo per cui i Francesi sono stati definiti degli “Italiani di cattivo umore” ? A Parigi, infatti, il cattivo umore é facilmente visibile.

La stampa nazionale parla del problema, coll’ avvento della U.E., della mancanza di creatività e d’ iniziativa. Con ripercussioni sul quadro economico. Ma non spiega come la creatività e l’iniziativa potrebbero svilupparsi nel Paese delle regole. Nel Paese dove, in classe, é spesso mal tollerato che un alunno prenda la parola.

Ci si accorge anche, a Parigi, che le variazioni di comportamento fra diverse persone sono limitate. Mi sono persino chiesto se ci sono variazioni nei processi mentali di persone diverse, le quali seguono, con costanza e convinzione, le stesse regole.

Ma le regole sono troppe. Persino gli alberi dei giardini pubblici sono soggetti ad una regolamentazione. Come le intelligenze sono modellate (si potrebbe dire stampate) dal sistema scolastico, granitico, quasi staliniano (il cui più grosso problema é l’échec scolastico), cosi gli alberi sono standardizzati dai giardinieri. Nei giardini prevalgono i coni e i cubi. Con un po’ di fantasia, un giardiniere puo’ arrischiare una sfera. L’ incanto della natura, dello sviluppo vegetale, con tali eccessi, ha difficoltà ad apparire. Ma, per un Francese, i giardini devono essere cosi, inquadrati. Come la loro vita.

L’ esempio italiano

Uno dei motivi per cui la società italiana funziona sempre meno (in talune regioni c’é oggi un’ evoluzione, negativa purtroppo): ognuno puo’ farsi la sua interpretazione personale delle regole. Severgnini ha scritto “tanti Italiani si fanno il proprio codice à la carte”. In tante situazioni sociali, la reazione del sistema alla richiesta del cittadino é, troppo spesso, imprevedibile. Quando non nulla. Un altro fattore che concorre alla inaffidabilità sociale in aumento, ormai. Purtroppo non é il solo.

La mia valutazione: se le nostre regole fossero scritte come in Francia, chiare, precise, indiscutibili, metalliche, una sola interpretazione, allora gli Italiani forse le seguirebbero. Ma per poter arrivare a tanto, parecchie condizioni sarebbero necessarie. La prima: condannare ed estirpare il doppio linguaggio (in pratica, avvicinarsi all’ Europa). Il quale é una delle tante fonti della inaffidabilità sociale odierna. Occorrerebbe imparare che c’é una sola verità. E anche una sola giustizia. Sarà possibile ? Per ora no, bisognerebbe, io credo, prima eliminare la confusione. Il casino cioé. Ma non é la sola condizione, ce ne sono ben altre.

Se la società italiana si avviasse verso la chiarezza di espressione (cristalclear), ne avremmo alcune conseguenze. Anzitutto nella vita sociale diminuirebbero i contenziosi. Manderemmo qualche avvocato a spasso, ma forse disintaseremmo i corridoi dei palazzi di giustizia. Quei corridoi ove oggi ci vogliono i semafori. La gestione dei contratti, privati o pubblici, sarebbe meno costosa. L’ interesse privato in atti d’ ufficio, ora diffuso mi sembra, sarebbe meno facilitato. Potremmo persino immaginare che i funzionari pubblici diventino responsabili. Oggi non lo sono, con la regolamentazione e il codice che ci ritroviamo. Nel sistema fiscale poi, per fare un altro esempio, si potrebbe eliminare la specialità italiana del condono, annuale o semestrale. Nelle assemblee infine, di qualsiasi tipo, parlamentari o condominiali, sarebbe più facile concordare delle conclusioni e delle linee di azione. Cioé fare come in Europa........Molto meglio che litigare......

Un sogno

Ancora un esempio delle conseguenze della chiarezza (se la instaurassimo un giorno come obbligatoria). Forse sarebbe scoraggiata l’ approssimazione, oggi troppo diffusa. Inoltre non avremmo più il primato europeo dei giorni di sciopero. Ma, sopratutto si potrebbe dire agli Italiani: le regole ora sono chiare, seguitele. Si potrebbe allora cominciare con la severità, buttando dalla finestra l’ impunità garantita.

La società italiana potrebbe divenire affidabile. L’ economia ne guadagnerebbe.

E solo un sogno, o potrà essere realtà ?

Io credo che dipenda dalla maturità di una società. Nel senso che una società matura e responsabile sa rinnovarsi (anche per divenire europea).

Riletterci su ?

Italiani e Francesi, popoli cugini. Fratelli, non direi, siamo agli opposti. E se collaborassimo in qualche settore ?

Allora i Francesi potrebbero mostrarci come si gestisce efficacemente un macrosistema (un Paese, una regione, una multinazionale). Noi potremmo mostrare loro come nasce sui banchi della scuola la creatività, l’ iniziativa. Permetteremmo loro di commercializzare meglio i prodotti della loro organizzazione e della loro industria. Ma soprattutto, essi potrebbero liberarsi, col nostro aiuto, del problema nazionale: l’ échec scolaire.

Se invece restiamo ognuno col nostro orgoglio, rischiamo di essere stritolati dal Villaggio Globale. Sarebbe come darla vinta agli asiatici.

Antonio Greco
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(disponibile per una presentazione delle cause dei guai italiani)
antonio greco is offline  
Vecchio 01-08-2005, 17.23.38   #18
Michele
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L'italiano è confuso per tutte le volte che è stato fregato da chi prometteva, ovviamente mai promesse realizzate ma solo sogni utopistici, cambiamenti mai avuti, è chiaro che se ne "fregano" ma è pur sempre vero che la politica è l'unico strumento per poter cambiare ed abbandonare questo sistema oramai obsoleto.......
non smettero mai di esser Italiano ecco perchè ho voglia di combattere.........!!!!!!!!!!! !
Michele is offline  
Vecchio 02-08-2005, 09.45.15   #19
VanLag
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Un po' di corsa ma credo che l'idea ci sia.....

Citazione:
Messaggio originale inviato da Michele
La politica: di recente e con molto sconforto ho notato che i "vecchi" politici hanno un motto: accaparrare quanto è più possibile prima di .............. questo non crea altro che uno svantaggio in termini economici alla collettività e cioè, usando un rafforzativo "a noi"...
La soluzione c'è...ed è molto semplice usando la logica delle cose
...................
Non vorrei alzare un conflitto generazionale ma a me sembra che esista molto più individualismo nei giovani che negli anziani.

Ma vabbeh..... Il malcostume della politica e la logica dell’ “accaparrare quanto più è possibile”, abbraccia grandi fasce della popolazione civile e dal cittadino comune si riflette nella politica.
Pur essendo deleteria essa è mutuata dalle dottrine filosofiche ed economiche di stampo liberale, tutte tese a ad esaltare l’individualismo e le libertà individuali, in contrapposizione alla supervisione dello stato.
Tanto per fare qualche nome, parlo dell’individualismo di Hume e di Locke, padri del liberalismo, oltre che delle tesi economiche di Adam Smith e Hayek.

Filosofie e pensieri che affermano, ad esempio, che in campo economico l’elevazione di un individuo corrisponde all’elevazione di tutti. Dottrine chiaramente false, perché se fossero vere non avremmo grandi sacche di povertà sparse per il pianeta. Non avremmo un 5% di abitanti del pianeta che detiene il 95% delle ricchezze.
L’aumentato benessere in cui viviamo indubbimente oggi, è da imputarsi alla rivoluzione industriale e tecnologica e non certo alle ideologia liberali ed a quelle economiche del laisez-faire.
Tuttavia, pur essendo chiaramente false, in qualche modo, ci piacciono, (piacciono molto ai giovani), forse perché ci permettono di gustare il piacere del benessere che nella storia dell’uomo era un privilegio riservato a poche famiglie nobili e che ora è accessibile a molti.

Dove andare e come evolvere dipende dal pensiero collettivo. Dalla Grecia antica, (forse da Platone), in avanti, l’uomo ha dovuto fare i conti con la “forza del pensiero”, forza che lui stesso ha scatenato, ed ora sono le forme pensiero, (filosofie e religioni), che governano le moderne società civili. Per mondare la politica non serve gridare “avanti o popolo”, “viva l’Italia” o “siam giovani e forti” ma è necessario un mutamento del pensiero collettivo, (leggi cultura), il quale pensiero, deve scegliere una volta e per sempre, se continuare a seguire logiche darwiniane di sopraffazione e sopravvivenza del più forte, oppure seguire le logiche della ragione e del diritto.



P.S. dimenticavo se siete furbi, (voi giovani), non “cestinate” gli anziani, ma avvaletevi della loro esperienza.
VanLag is offline  
Vecchio 02-08-2005, 09.53.01   #20
antonio greco
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CULLARSI NELLE FATUE ILLUSIONI O SMONTARE LE ILLUSIONI ?

IL SENSO DELLO STATO, DEL SOCIALE, NON VIENE DAL CIELO, VA CREATO, CON STRUMENTI ADEGUATI

L’ unificazione del Regno d’ Italia

Fine ‘800. Fatta l’ unificazione del Paese, la sua gestione fu iniziata dai piemontesi.

Nel trambusto dell’ allargamento della piccola struttura statale piemontese, i primi governi fecero un grosso errore: mandarono avanti nei nuovi territori, come rappresentanti, gli ufficiali del fisco. Non misero su una valida struttura di pubblica istruzione dei cittadini del Regno, che insegnasse non solo a leggere, ma anche a vivere nel nuovo stato.

Gli Italiani, non avendo un gran livello medio di cultura, erano soggiogati dal potere di turno, che era talvolta prepotente. Non capirono che, colla unificazione, la situazione era piuttosto cambiata. Continuarono, come sempre fatto, a considerare il potere nazionale come un organo estraneo, da sopportare, da ignorare. Come era sempre avvenuto, quando c’ erano stati Goti, Normanni, Arabi, Francesi e Spagnoli.

Anche conoscendo male la storia, credo sia qui una delle origini del problema. Non nacque un nuovo approccio al nuovo stato, come era (e come é) nei Paesi a Nord delle Alpi . Stato che va costruito, con cui si dialoga, si collabora, di cui si propone l’ evoluzione. Gli Italiani scelsero di ignorarlo e continuarono a interessarsi ad iniziative, contatti, poteri informali, locali e alternativi. In pratica si considerarono, anche per manco di istruzione, al di là dello stato. Credo sia stata questa l’ origine della divaricazione esistente fra uno stato formale ed un tessuto di clans e allacci sommersi, che lo ignora. I quali talvolta lo considerano estraneo, se non nemico. Da subire, da combattere talvolta, o almeno da fare fesso.

La Repubblica all’ inizio del XXI secolo

Ancora oggi gli Italiani perpetuano la tradizione: lo stato nemico, da subire purtroppo, da contrastare sul terreno. Non succede niente di cio’ a Nord delle Alpi. Anche per questo, le altre società funzionano.

Se ci volesse anche una motivazione per giustificare una vecchia tradizione mai cambiata, ce n’ é una valida, oggi. Lo stato é mal gestito, incapace, buono solo a sprecare o alimentare quattro loschi figuri incapaci, che vengono chiamati politici. Perché prenderlo sul serio ?

Durante il fascismo, la costruzione dello stato fu demandata a manipoli di esagitati. Si moltiplicarono le bandiere e si scrisse “Stato” colla maiuscola.

Dopo la guerra lo stato italiano si é vendicato del non essere considerato. Ancora ritenuto un corpo estraneo ai cittadini, lo stato ha continuato a trascurare questa abnorme inimicizia, a non pensare alla educazione civica dei cittadini. Infatti la P.I non si é occupata affatto della questione, per trascuratezza o ignoranza.

Negli ultimi trent’ anni del XX secolo, loschi figuri presero il potere. Reclutati con un pessimo criterio di selezione, la complicità e il comparaggio, hanno diffuso coll’ esempio , consciamente o inconsciamente, le abitudini seguenti:

- grigiore, approssimazione, vaghezza di programmi e di comportamento dei personaggi pubblici. Nel senso di indeterminazione, mancanza di chiarezza, rarità di opinioni solide e riflettute o troppo rapida trasformazione delle stesse. Negligenza dei fatti reali nelle discussioni politiche, sostituiti spesso da accuse (non importa se senza prove). Forse per ignoranza, di sicuro per cattive abitudini. Talvolta doppio linguaggio del potere, che dice di voler fare. Ma fa i fatti suoi......
- rarefazione dei valori di base del patto sociale, in certi casi scomparsa degli stessi. Tutto, o quasi tutto, é ormai permesso. Il rigore, la coerenza, la precisione, l’ impegno, la verità dei fatti, li lasciamo ai Francesi o ai Tedeschi. Il tutto facilitato dalla diffusione del doppio linguaggio (esiste nella U.E., cosi diffuso, solo in Italia). D' altronde c'é da chiedersi perché il patto sociale non é stato curato e insegnato dalla Pubblica dIstruzione, la quale si é curata, si, dell' istruzione; ma non dell' educazione.......
- conseguente vita sociale caratterizzata da: frequenti emergenze, difficoltà di costruire, gestire, trasformare i corpi sociali. Cio’ non deve troppo sorprendere, se nella società tutto é confuso o cambia dall’oggi al domani (flessibilità a 360°)
- frequenti alterchi o lotte fra parti avverse (o alleate) in politica, le quali sembrano indicare che molti politici danno priorità alle lotte di clans piuttosto che alla gestione del Paese (che é in teoria il loro ruolo). Pochi progressi quindi dall’ epoca dei principati.
- progressiva ignoranza dell’obbligo di rispettare legge e regolamenti, anche da parte di enti e servizi pubblici. Incremento del numero di persone ed enti che ignorano la legge.


Le strutture dello stato (gestito spesso da persone mal selezionate), come é divenuto dagli anni ’60 in poi, aiutato dalla mentalità della flessibilità diffusa, hanno contribuito, con insipienza e superficialità, talvolta coll’ esempio:

- a far sparire i paletti della vita civile (una parvenza, incompleta, degli stessi esisteva trenta anni fa);
- a bandire gli strumenti necessari alla costruzione ed alla educazione di un Paese moderno, i VALORI, in un’ epoca di cambiamenti nell’ economia dell’ Europa e del mondo;
- a diffondere in tutti i gangli del Paese (nel pubblico e nel privato) la corruzione e l’ omertà.

In un grosso gregge, se spariscono i cani pastori, il pastore fa enormi tentativi per gestire le pecore, tenerle insieme. Nello Stivale, gli Italiani, pecore confuse, vanno in tutte le direzioni.

Sono infatti spariti i VALORI (i cani pastori), cioé gli strumenti della vita civile. Dopo la guerra, un paio di generazioni di governanti e dirigenti del parastato hanno completamente perso la capacità di gestione corretta dei macrosistemi (e.g. il Paese, l’ Alitalia, la Fiat). Di conseguenza nuovi comportamenti si sono diffusi, in base alla (quasi) nuova mentalità della tolleranza e impunità totali. In sintesi, essi hanno, fra l’ altro, provocato la sparizione del realismo, sostituito dal doppio linguaggio. Il primo é infatti sparito dalle discussioni pubbliche. E sempre più é sostituito dallo scenario (anche televisivo) e dalla demagogia.

Il tutto genera inefficienze, sprechi, perdita di competitività. Il Paese é ormai sotto l’ imperio di quattro Dittatori: Confusione, Irresponsabilità, Rassegnazione, Gestione Allegra.

La Fatua Illusione N. 1

Il parlamento ha approvato la legge della “devolution”. L’ idea nella testa dei propositori della legge credo sia sta la seguente: lo stato si é mostrato incapace di gestire la società e i servizi pubblici su base nazionale. Il sistema é troppo grande, per i governanti italiani di inizio secolo. Riduciamo la grandezza del sistema, facciamo il più possibile nelle regioni, strutture più piccole. Le gestioni saranno più facili.

Fatua illusione. I valori e le capacità di gestione, ormai troppo rari nel Paese, sono inesistenti anche nelle regioni. Invece di avere una sola grande Babele, avremo tante piccole Babeli. In Europa solo dei balordi superficiali come i politici italiani possono credere al miglioramento colla devolution !


La Fatua Illusione N. 2

Gruppi di cittadini e partiti, in reazione alle incapacità ed alla confusione generata da uno stato incapace, gestito da politici incapaci (la migliore espressione della mentalità italiana, scrisse TIME), pensano di proporre la riforma delle istituzioni. Anche Ciampi le invoca...

I propositori delle riforme, anche per superficialità e mancanza di realismo, non hanno considerato la situazione reale. Non han capito cosa va cambiato.

La situazione, vista dall’ Europa, é la seguente, con una immagine esplicativa:

- se dessimo la gestione delle nostre vecchie istituzioni ad Olandesi, Francesi, Belgi o Svedesi, mandando a casa i politicanti abituati a mercanteggiare poteri e percentuali nel souk italiano, dopo un periodo di avviamento e con riforme adeguate di procedure e gestioni, lo stato finalmente inizierebbe a funzionare come in Francia e in tanti altri Paesi della U.E.
- se oggi il Bel Paese adottasse una riforma delle istituzioni e non ci accorgessimo che solo noi Italiani, in U.E., non sappiamo gestire i grandi sistemi (per esempio, non conosciamo l’ organizzazione), allora le nuove istituzioni fallirebbero completamente, come quelle attuali ! !
Sarebbe questa la Fatua Illusione N. 2 !

I MOTIVI: la mancanza di strumenti adeguati, per colpa della Pubblica dIstruzione, per il cattivo esempio che viene dall' alto. I dettagli relativi sono nelle seguenti Lettere dall’ Europa: “Colli di Bottiglia”, “Italia Desnuda”, “Regole e Confusione”, “Pantani e Ruote grippate”.

QUALE SITUAZIONE ?

Una società che possiede: coscienza e orgoglio di sé, patriottismo, patto sociale, é un PAESE.
Una società che non possiede tali valori é un’ accozzaglia di gente, che vive nell’ anarchia.
Tali i casi limite. Lo Stivale mi sembra si trovi in uno scenario intermedio, il quale é in evoluzione rapida. Verso quali dei due scenari ?


Antonio Greco
(disponibile per una presentazione delle CAUSE dei guai italiani)
ANGREMA@wanadoo.fr


Le coordinate dei siti che pubblicano le Lettere dall’ Europa:
http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “ società”)
antonio greco is offline  

 



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