Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Cultura e Società
Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali


Vecchio 01-12-2005, 22.44.47   #21
cannella
Ospite abituale
 
L'avatar di cannella
 
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
Citazione:
Messaggio originale inviato da Sudha
C'è qualcuno che ha il coraggio di dire se ama i suoi figli con la ragione e il cuore? Finora si sta girando attorno all'argomento ma una risposta diretta non la scrivete. Io ritengo che è difficile allevare un figlio ma che è facile amarlo e se questo figlio ne è consapevole resterà sempre un rapporto splendido tra genitore e figlio anche nei momenti più difficili. Questa è la mia esperienza positiva.
Siamo tutti capaci di "dare"? Perchè uno psichiatra dice che in genere non amiamo i figli e si arriva alle tragedie del tipo delitto di Cogne (parole sue)? Perchè tanti, troppi figli si sentono moralmente abbandonati dai propri genitori?

Mi sento un po' in imbarazzo a rispondere, ma sinceramente dico sì.
cannella is offline  
Vecchio 01-12-2005, 23.37.42   #22
romolo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-11-2005
Messaggi: 278
sfasature

Ciascuno ama a modo proprio, ma ognuno vuole essere amato a modo suo: quante volte i due modi risultano sfasati? Credo che valga anche nel rapporto genitori-figli. I quali si fanno o no per tantissime ragioni, non ultima il "propellente" genetico a livello biochimico. In ogni caso, la cartina di tornasole dell'amore sono i fatti e le intenzioni, misti a infiniti errori: del resto i genitori, fatte salve le sfasature anagrafiche, hanno la stessa età dei loro figli. Con la differenza che i genitori sono più esperi e con qualche stanchezza, mentre i figli sono ingenui ma capaci di impennarsi: e queste sono altre sfasature. Certe volte anche Crepet mi pare sfasato: spero non più di me!

romolo is offline  
Vecchio 03-12-2005, 12.11.39   #23
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
"Perchè tanti, troppi figli si sentono moralmente abbandonati dai propri genitori?"

L'inadeguatezza e gli infiniti gradi di incapacità genitoriale, variano dall'estremo autoritarismo privo di empatia (patologia educativa ormai d'altri tempi) alla più attuale e ugualmente vergognosa calata delle braghe.
Siamo spesso insicuri, incongruenti, pigri, disattenti, narcisi e fatalisti. E la nostra capacità genitoriale rispecchia esattamente questo. Non ci piace fare la parte dei cattivi, ma soprattutto non abbiamo voglia di mantenere un "NO" perchè è una fatica pazzesca.
Siamo però capaci di ripulirci la coscienza riempiendo questa nostra difficoltà di significati altissimi e ce la raccontiamo alla grande. Come del resto facevano i genitori autoritari e violenti, riempiendosi la bocca con la cultura del rispetto che i giovani dovevano agli adulti più esperti della vita.
Non prendersi la responsabilità di un "NO" io credo sia però ugualmente una grande violenza nei confronti dei nostri figli. Li lasciamo completamente soli di fronte ad una miriade di scelte e senza nemmeno avergli mai dato l'esempio di come si fa a prendere una posizione e cosa ne consegue.
E siamo sempre pronti a parare il culo dei nostri figli di fronte alle difficoltà, trovando sempre capri espiatori esterni alla nostra e loro responsabilità. Ce la prendiamo ad esempio con gli insegnanti (che certamente soffrono delle stesse nostre "patologie" educative ma che non potrebbero comunque nel loro ruolo ovviare mai alle nostre), con la tv, con il computer, con gli amici negativi e così via.
Insegnamo loro l'arte della deresponsabilizzazione e ci stupiamo se si dimostrano irresponsabili.
Siamo spesso totalmente inconsapevoli di questo e crediamo di essere amorevoli, amichevoli e democratici.
Nel mio lavoro ho conosciuto ormai talmente tanti genitori a braghe calate fino alle scarpe, molti addirittura spaventati dai propri stessi figli, incapaci di quella prova d'amore che quei ragazzi aspettano drammaticamente invano da anni e continuano quindi disperatamente a dare segnali sempre più preoccupanti, alzando sempre più il tiro, sperando che i genitori si accorgano di loro e li fermino. Purtroppo molte volte chi li ferma è la polizia o peggio. E questi sono solo quelli che non si rassegnano e che combattono ancora.
Molti altri li troviamo vuoti come palloncini in balia delle correnti del momento. Accuditissimi materialmente, socialmente e scolasticamente più o meno adeguati, ma privi di qualsiasi entusiasmo e interesse. Praticamente invisibili. Hanno imparato l'arte del galleggiamento senza peso. Io non do fastidio a te e tu non dai fastidio a me.
Non sapere o volere riconoscere le proprie responsabilità e non farsene carico è il gap del momento.
Sono ottimista e mi piace pensare che le cose cambieranno. La terza generazione si ribellerà all'ignavia? Auguriamocelo
lobelia is offline  
Vecchio 04-12-2005, 02.06.55   #24
romolo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-11-2005
Messaggi: 278

Mi sento di condividere il discorso di lobelia, ma anche di aggiungervi qualcosa. Senza la pretesa di completarlo.
Credo che oltre ai genitori "programmati" esistano genitori pensanti, resi perplessi dalla percezione di una realtà complessa e complicata: sono genitori che sanno di non avere facilmente la parola giusta, da dire nel modo giusto, al momento giusto. Un tempo, certo, non era così. Ma il passaggio dalla "società chiusa" alla "società eventuale" ha fatto la differenza anche nel rapporto genitori-figli.
Mi sembra inoltre che i figli, anche giovanissimi, abbiano una loro cultura, una serie di "protesi estensive", una "famiglia" alternativa fornita dall'elettronica: l'educazione dei figli non può essere più appannaggio esclusivo dei genitori e della scuola. La genitorialità, ci piaccia o no, si storicizza.

Ho così voluto riconoscere all'ovvietà il suo diritto di esistere!
Buona notte. (quando si può dire che una notte è stata buona?)
romolo is offline  
Vecchio 04-12-2005, 17.04.26   #25
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
[quote]Messaggio originale inviato da romolo
[b]
Mi sento di condividere il discorso di lobelia, ma anche di aggiungervi qualcosa. Senza la pretesa di completarlo.
Credo che oltre ai genitori "programmati" esistano genitori pensanti, resi perplessi dalla percezione di una realtà complessa e complicata: sono genitori che sanno di non avere facilmente la parola giusta, da dire nel modo giusto, al momento giusto. Un tempo, certo, non era così. Ma il passaggio dalla "società chiusa" alla "società eventuale" ha fatto la differenza anche nel rapporto genitori-figli.
Mi sembra inoltre che i figli, anche giovanissimi, abbiano una loro cultura, una serie di "protesi estensive", una "famiglia" alternativa fornita dall'elettronica: l'educazione dei figli non può essere più appannaggio esclusivo dei genitori e della scuola. La genitorialità, ci piaccia o no, si storicizza."


hai ragione, ma secondo me le protesi estensive ci sono sempre state. Il cortile, la strada, la banda, la classica compagnia degli amici, la parrocchia, ed ora l'elettronica. Con tutte le loro logiche, dinamiche che creano cultura.
Che parte della vita dei nostri figli ci sfugga, è fisiologico. Anzi, sanamente fisiologico. Secondo me il problema è un altro.
Oggi, con i mezzi che ci sono, abbiamo la pretesa di controllare la vita dei nostri figli, molto più di una volta ed illudendoci in questo modo di essere genitori presenti. Purtroppo e perfortuna è totalmente impossibile.
Io credo però che il ruolo dei genitori sia ancora fondamentale e proprio e soprattutto in questo momento di grandi cambiamenti e disorientamento.
Inutile e dannoso per tutti cercare di imitare i nostri figli cercando di essere il più informati possibile circa il loro mondo e fingendo di farcelo piacere o inseguirli munendoci di mezzi tecnologici sofisticati (anche solo il cellulare, ma a che serve? A nulla. Solo a rompergli le scatole, a non spezzare mai il cordone ombelicale e a non responsabilizzarli sugli orari e gli impegni perchè siamo sempre lì noi a ricordargleli).
Io ho un figlio di 18 anni. E' ormai anni che ho perso il controllo delle sue protesi estensive. Ma a me, in fondo, mi interessano le sue protesi estensive, o sapere come sta?
Quando ho capito che in fondo a me interessava la seconda opzione e non l'altra, ho capito che il mio era stato un vero e proprio colpo di genio per il suo ed il mio benessere
Per me la cartina al tornasole è come torna a casa. Come si relaziona a me, alle persone attorno a me, le cose che dice, come ascolta, come commenta quella data notizia del telegiornale, l'attenzione nei confronti delle esigenze famigliari, degli impegni presi e così via. Non ultimo anche la dimensione delle sue pupille che a volte è un po' sovradimensionata, ma se il neurone è ancora collegato, se ne parla e quello è l'importante.
Insomma, fuori può esserci di tutto e non possiamo proprio farci niente, mentre è assolutamente doveroso fare sapere loro che noi comunque ci siamo ed in quel modo, senza tante sofisticazioni.
Ma per fare sapere le cose ai figli, non serve dirle. Occorre metterle in pratica noi stessi. Sono le uniche che capiscono ed apprezzano. E hanno ragione

(quando si può dire che una notte è stata buona?)

Dipende! Ci sono tanti tipi di notte a cui uno può aspirare.
Per me ora la migliore è quella interamente senza tosse!
Va beh, sono al minimo storico delle mie aspirazioni, ma se le condizioni di base cambiano, posso migliorare e pure esagerare
lobelia is offline  
Vecchio 04-12-2005, 19.53.17   #26
romolo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-11-2005
Messaggi: 278
locale e globale

ok.
Mi sbaglierò, ma le "protesi" che ci sono sempre state ci sono ancora, sono piuttosto locali e devi andare a cercarle. Quelle nuove (internet, cellulare, televisione, play station...) sanno di globale e sono loro che vengono a cercarti...
Cos' Gibran Kahlil Gibran a una donna con un bambino in braccio:
"...I vostri figli non sono i vostri figli. ...
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi.
E non vi appartengono benché viviate insieme.
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,
poi che essi hanno i loro pensieri.
Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro,
poi che abitano case future che neppure in sogno potrete visitare.
Cercherete d'imitarli, ma non potrete farli simili a voi,
poi che la vita procede e non s'attarda su ieri.
Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive,
sono scoccati lontano. ........................"
romolo is offline  
Vecchio 04-12-2005, 22.59.51   #27
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Re: locale e globale

[quote]Messaggio originale inviato da romolo
[b] ok.
Mi sbaglierò, ma le "protesi" che ci sono sempre state ci sono ancora, sono piuttosto locali e devi andare a cercarle. Quelle nuove (internet, cellulare, televisione, play station...) sanno di globale e sono loro che vengono a cercarti...

Mah, che dirti...in fondo le cose attorno a noi esistono e ci piovono addosso o le scegliamo consapevolmente in una percentuale indefinita, ma secondo me alla fine quando ci soffermiamo su qualcosa, è perchè in qualche modo ci corrisponde. La scuola è piena di gente piovutaci addosso, ma alla fine come mai ci ritroviamo con quell'amico e non l'altro? E internet è la stessa cosa. Come la tv. Possiamo bere per ore cose che ci scorrono davanti allo sguardo, ma poi sono solo alcune che ci fanno raddrizzare la sedia sotto il sedere, sistemare meglio la schiena e prepararci ad un'attenzione maggiore.
Credo valga anche per i nostri figli. Anzi, ne sono sicura.
Alla fine ognuno di noi trae dalle cose quello che vuole anche inconsciamente ed anche quello che può trarne. Sarò un'illusa, ma credo che ci sia ancora lo spazio per l'intelligenza.
Oggi a pranzo mio figlio mi ha impegnato in una conversazione partita dalla sua visione dell'ultimo figlio di Harry Potter. Premetto che non ho mai visto un film di Harry Potter, nè mai letto un libro relativo. Durante il racconto della trama, è emersa con evidenza la presenza fondamentale di un'entità malefica che non sopporta l'idea di perdere il suo potere incontrastato. A quel punto la conversazione si è ampliata al male e al bene e sulla compenetrazione naturale e quindi indispensabile tra questi due elementi. Si è quindi discusso del concetto di libertà di pensiero che consente di distinguere l'uno dall'altro e di prendere posizione e addirittura mio figlio mi ha fatto l'esempio di Vercingetorige che, pur imprigionato, continuava ad esprimere il proprio pensiero e sentirsi quindi un uomo libero....premetto che mio figlio ha una storia scolastica disastrosa, a 18 anni è ancora in seconda superiore, gioca al computer dalla mattina alla sera, non ha mai letto un libro in vita sua, se vedi i suoi amici chiameresti la polizia, ma ti posso assicurare che non lo cambierei con nessuno. E' intelligente ed è un animo gentile e non credo sia unico su questo pianeta.
Va beh, ogni tanto si lamenta dell'individualismo imperante fra i suoi coetanei, ma questo lo facciamo tutti noi anche dei nostri coetanei
Il periodo storico in cui nasciamo non ce lo scegliamo. Dobbiamo solo farci i conti e partecipare più o meno consapevolmente al passaggio nel successivo.
I nostri figli ne sanno più di noi di questo mondo perchè ci sono nati ed è casa loro. Si sanno muovere meglio di noi e se ne stupiscono meno. Il germe della capacità critica però è in loro. E' nel DNA. Se però in casa viene allenato, è meglio. Faranno meno fatica a discostarsi dal gregge, se il gregge non li soddisferà.
Sono d'accordo con te, questo mondo mi piace poco, mi spaventa, ma è la stessa cosa che hanno detto tutte le generazioni precedenti del mondo che si stava affacciando. E quindi sono d'accordo anche con Gibran di cui conoscevo già il brano scelto da te, forse solo quello. E visto che lo condivido tanto, lo ripropongo.

Cos' Gibran Kahlil Gibran a una donna con un bambino in braccio:
"...I vostri figli non sono i vostri figli. ...
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi.
E non vi appartengono benché viviate insieme.
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,
poi che essi hanno i loro pensieri.
Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro,
poi che abitano case future che neppure in sogno potrete visitare.
Cercherete d'imitarli, ma non potrete farli simili a voi,
poi che la vita procede e non s'attarda su ieri.
Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive,
sono scoccati lontano. ........................"
lobelia is offline  
Vecchio 05-12-2005, 21.17.09   #28
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Re: La risposta del Buddha.

Citazione:
Messaggio originale inviato da kantaishi
Salve,
il Buddha Krishnamurti risponde con una domanda:

"Se amaste i vostri figli,esisterebbe la guerra?"

meditate,gente.

Krishna-Kantai.


NO, NON ESISTEREBBE GUERRA ALCUNA

Ma se non ci è stato insegnato ad amare noi stessi, come possiamo amare i nostri figli? Istinto? Sì, forse è più l'istinto a prevalere del vero amore.
Una madre è capace di dare la vita per i propri figli ma questo non da per scontato che sia vero amore. E' scritto nel codice genetico.

Anch'io darei la vita per i miei figli, ma non sono per questo certa di amarli davvero.
Ho imparato che l'amore è altro da quello che mi è stato detto. E' altro da quello che ho ricevuto. E' altro da quello che ho dato.

Il più delle volte è il semplice egoismo a prevalere, se non la pura casualità ed ecco un figlio.

Se ogni madre fosse in grado di amare davvero suo figlio gli offrirebbe la libertà vera e le ali per volare, il calore che non si spegne mai e la forza per vivere.

E se ogni figlio avesse una tale madre non comprenderebbe la necessità di andare in guerra. Un tale figlio non avvertirebbe il bisogno di rubare, di aggredire, di violentare.

Ed una figlia di tale madre sarebbe in grado di scegliere di avere un figlio non per soddisfare il proprio bisogno di procreazione, di attenzione, di soddisfazione, di sentirsi utile. No, metterebbe al mondo un figlio solo per il figlio. Solo per amore suo.
E se in casa avesse cibo per sfamarne uno solo non ne metterebbe al mondo dieci per farli morire di fame.

Forse sbaglio, ma dovranno essere le donne per prime ad imparare ad amare e poi ci riusciranno anche gli uomi. Gli stessi uomini che un giorno sono stati figli.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 05-12-2005, 22.28.46   #29
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
per amore dei nostri figli, dovremmo, fra le tante cose, sorvegliare attentamente perchè non mettano le mani sulla 194!
lobelia is offline  
Vecchio 06-12-2005, 16.49.02   #30
hopfrog
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 55
interessante

sono un nuovo utilizzatore / partecipante del forum e posso dire senza motivi di lecchinaggio che il tuo e' uno dei pochi messaggi interessanti che ho trovato.
parla dei figli, cioe' del futuro, e di oggettini pensanti che nascono candidi e bianchi e vengono modellati giorno dopo giorno dai loro genitori, dai loro insegnanti, dalla societa' che li circonda. spesso vengono modellati in modi osceni. molto spesso. d'altronde basta vedere la societa' in cui viviamo come funziona e che ideali ha, basta vedere i massmedia della nostra societa' cosa producono e si ha uno specchio delle persone che costituiscono la societa' stessa. 30/40enni che hanno come unico scopo il fare soldi (quali soldi?) piuttosto che vivono solo di avidita' o di limitazioni mentali, e non fanno altro che ritrasmettere tutto questo disastro psicologico ai loro pargoletti.
per quanto mi riguarda cerco solo di trasmettere semplicita' a mia figlia, le dico continuamente anche se e' ancora troppo piccola per capire, che la vita e' molto piu' semplice di come non appare da piccoli. e' di una semplicita' tale che l'unico problema per chi ha un carattere vivace e' la noia!
cerco di tenerla lontana il piu' possibile dal televisore, che e' secondo me la feccia della feccia.
cerco di farla socializzare al nido gia' a 2 anni e mezzo coni suoi coetanei, perche' mi piace l'idea che, soprattutto perche' e figlia unica, impari a prendere le misure agli altri, a confrontarsi. gia da piccola.
un'insieme di piccole cose. fare il genitore secondo me significa fare il modellatore. un piccolo e' come un pezzo di creta da modellare, senza nessuna forma, giorno dopo giorno bisogna provare a dargliene una, sapendo bene che se si fa' una càz...ta ci vuole doppio sforzo per cercare di correggerla.
un'ultima cosa: penso che non tutti, anzi pochi, siano pero' degni di fare figli, perche' al di la' del lato materiale che guardano tutti, guadagnamo 2000 euros al mese allora possiamo fare un figlio, c'e' un aspetto di preparazione psicologica che e' molto piu' importante per allevare un piccolo ma che e' molto piu' rara da trovare. quanti manager o piccoli imprenditori da 10000 euros al mese conoscete che hanno un ignoranza senza fondo?
io molti, complice il mio lavoro che mi ci tiene a stretto contatto.
i soldi non sono tutto!
hopfrog is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it