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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 16-03-2006, 10.42.04   #1
VanLag
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Le politiche economiche liberiste del governo di destra portano al fallimento totale.

Le dottrine liberiste possono genericamente essere racchiuse nel termine laissez-fair che John Eliot Cairnes 1823-75 definì in questo modo: - La nozione prevalente è che l'economia politica si prefigge di mostrare che la ricchezza può venire più rapidamente accumulata e meglio distribuita, ossia che il benessere umano può essere promosso più efficacemente, grazie al semplice sistema di lasciare la gente a sé stessa; cioè lasciando che gli individui seguano i suggerimenti dell'interesse egoistico, senza limitazioni da parte dello Stato o della pubblica opinione, purché si astengano dalla violenza e dalla frode. Questa è la dottrina nota comunemente come laissez-faire.

La caratteristica principiale di questa dottrina è quella di stabilire la prevalenza del mercato sulle regole e già questo porta in sé un enorme paradosso in quanto il possesso stesso dei beni di produzione è sancito dal "contratto sociale", cioè da quelle stesse convenzioni, regole e leggi, che il laissez-faire vorrebbe togliere di mezzo.

La seconda considerazione è che se fosse vero che la ricchezza può venire più rapidamente accumulata e meglio distribuita non avremmo un mondo dove quattro quinti della popolazione vive in condizioni di indigenza e di povertà e dove il 5% degli abitanti della popolazione mondiale detiene da solo il 95% delle ricchezze del pianeta. Se l'occidente oggi gode di un benessere maggiore e più diffuso è grazie alla rivoluzione industriale e tecnologica che ha determinato la facilità di produzione dei beni e non certo grazie al laissez-faire.

Il laissez-faire, nelle nostre società, è responsabile del fatto che, nonostante l'aumento vertiginoso della capacità produttiva, a godere i benefici della produzione, siano ancora oggi poche sacche di privilegiati, i quali, non hanno altro titolo che quello di avere usato la proprietà per ricattare gli altri.

Questo porta anche subito alla luce un’altra evidenza. Fino al secolo scorso lo spettro della fame e della povertà si chiamava carestia, raccolti andati a male, calamità naturali incolmabili, che determinavano la mancanza dei mezzi minimi di sussistenza, producendo fame, miseria. Oggi queste realtà non ci sono più, grazie alla capacità di importare velocemente, di produrre con ancor più efficacia. Oggi buttiamo il latte in esubero, buttiamo le arance, perché quelle magrebbine costano meno. Buttiamo un sacco di cibi anche a casa nostra. I supermercati hanno interi scaffali pieni di cibo per cani, gatti, canarini, pesci tropicali, etc. Se lo spettro della fame oggi esiste è perché ce lo impone non la durezza della natura bensì la cattiveria e l’egoismo degli uomini del laissez-faire.
Potremmo tutti lavorare meno e vivere meglio, ma per l’avidità di pochi, siamo costretti a vivere male.

Il perché di questo scritto è per dimostrare come la politica economica liberista, sposata dalla destra italiana, che ha lavorato in questi cinque anni per distruggere lo stato sociale, sia alla lunga fallimentare ed invece di elevare il benessere generale, ha creato solo sacche di povertà.

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Vecchio 16-03-2006, 16.27.24   #2
Elijah
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Re: Le politiche economiche liberiste del governo di destra portano al fallimento totale.

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Potremmo tutti lavorare meno e vivere meglio, ma per l’avidità di pochi, siamo costretti a vivere male.
È proprio questa la cosa strana...
Il progresso che c'è stato avrebbe dovuto far sì che la gente lavorasse di meno e avesse maggior tempo libero per sé e per le proprie attività ricreative...
Ma ciò è avvenuto? La gente lavora effettivamente di meno?
Osservando le ore settimanali potrebbe anche apparire così (da 14-18 ore al giorno, siamo passati a 8-10), ma la realtà sembra essere un'altra...
Il lavoro, al contrario di un tempo, in parecchi casi, non finisce più quando si lascia alla sera l'impresa in cui si lavora, ma continua a casa... fino a notte inoltrata...
Insomma, altro che meno ore lavorative, il lavoro si è semplicemente spostato fino ad arrivare persino in casa propria...
E oltre a questo spostamento, ci sono molti altri aspetti che fanno sì che uno sia costretto a lavorare sempre ancora come un dannato... La cosiddetta flessibilità, il mobbing, l'instabilità del posto di lavoro, il part-time, ecc. ecc.
Si è arrivati al punto, che per soppravvivere, le persone devono fare contemporanemente due o più lavori, il che significa che di tempo libero: zero!

Il sistema economico capitalistico, è in generale di certo un qualcosa di positivo, ma credo che sia assai importante rendersi conto, che necessita di regole, di controllo, di assistenza, e di equilibrio e stabilità, cosa che può dare lo Stato...
Ma se al potere ci sono persone che vogliono uno Stato "leggero"... si intuisce da subito, che Stato "leggero" = maggiori libertà nel e del mercato che implicherà una situazione sempre più precaria a vantaggio dei pochi ricchi e a scapito della maggioranza di medio reddito e povera... Questo in quanto, se lo Stato è leggero, non è più in grado di assistere chi è nel bisogno a livello finanziario, perché i soldi mancano! E se chi è nel bisogno non può usufruire dei sussidi statali... Ciao! Chi si è visto si è visto... Abbiamo un disgraziato in più su questa terra...
Lo Stato sociale è necessario se si vuole evitare di trovarsi di fronte a due estremi... da una parte gli straricchi e dall'altra i poveri... In altre parole lo Stato sociale è necessario se si vuole una spartizione equa della ricchezza, in modo tale che nessuno sia troppo povero, fino ad arrivare al punto di diventare un senza tetto...

E in realtà, fintanto che il comunismo negli anni '90 non è definitivamente venuto a meno... mai nessuno si è dichiarato apertamente contro lo Stato sociale, in quanto si aveva timore di un possibile crac del sistema capitalistico, che avrebbe significato e portato la rivoluzione comunista pure in Europa e negli Usa...
Cioè, il timore di una possibile vittoria comunista, ha sempre fatto in modo che il capitalismo qua da noi fosse nella maggior parte dei casi ben regolato, e ben controllato dallo Stato, affinché tutto funzionasse per il meglio...
Lo spauracchio del ripetersi della crisi del '29 durante la guerra fredda, ha sempre fatto compagnia agli americani... Non per nulla si è arrivati al punto di credere, che il piano Marshall per il risanamento dell'econimia europea dopo la seconda guerra mondiale, non fu proprio un gesto gratuito e fatto in nome esclusivamente della solidarietà... Ma dietro c'era il ben preciso intento di assicurarsi un intero continente con il quale poter mercanteggiare... Se l'europa fosse caduta nelle mani del comunismo, non so se il capitalismo dagli americani sarebbe stato in grado di autoregolarsi e non cedere...
Ma vabbè, lasciamo stare il passato... e torniamo al presente...

Il presente, non essendoci più il comunismo oramai da anni, si trova di fronte ad un capitalismo - senza più avversari o sistemi economici completamente opposti - che tende e spinge a voler tornare alle sue origini... A quella stramba idea che il mercato da solo sia in grado di autoregolarsi, e di trovare il gusto equilibrio adatto per tutti, e di non necessitare aiuto da nessuno, Stato compreso...
Insomma, a quella credenza, che l'individuo, se lasciato da solo, è in grado si soddisfare il bene dell'intera società.

Citazione:

Il perché di questo scritto è per dimostrare come la politica economica liberista, sposata dalla destra italiana, che ha lavorato in questi cinque anni per distruggere lo stato sociale, sia alla lunga fallimentare ed invece di elevare il benessere generale, ha creato solo sacche di povertà.

Osservando appunto i risultati della politica economica liberista, ci si è accorti della seguente cosa.

Ma siete al corrente che noi occidentali, se solo volessimo e ci mettessimo d'accordo, potremmo benissimo senza troppi sforzi fare in modo che più nessuno su questa terra muoi di fame? Di cibo ce n'è a sufficienza, basta solo distrubuirlo in modo equo.
Ma siete al corrente che noi occidentali, se solo volessimo e ci mettessimo d'accordo, potremmo far sì che il terzo mondo abbia gli strumenti e il sostengno finaziario sufficiente per migliorare la situazione e creare lo sviluppo in grado di farli vivere degnamente? Di soldi ce n'è sono abbastanza, ma in questo momento, i paesi del terzo mondo pagano più soldi a noi, che non noi a loro per aiutarli. E sapete perché? Perché ci stanno ancora pagando gli interessi dei soldi che gli abbiamo imprestato decenni fa...
Vabbè che adesso, dopo diverse e prolungate proteste, finalmente gli Usa hanno cancellato alcuni di questi debiti enormi che certi paesi africani avevano... E quindi un miglioramento c'è stato... ma che fatica... e che testardaggine...

Se devo essere sincero, non so se riuscirò mai a capire questo comportamento dell'essere umano... Siamo in grado di aiutare chi vive peggio di noi, ma non lo facciamo, e anzi, cerchiamo di distruggere gli strumenti che abbiamo per una equa distrubizione della ricchezza...
Potremmo vivere tutti con almeno il minimo indispensabile, eppure secondo alcune statistiche, ogni 5 secondi una persona continua a morire a causa della fame...

Al contrario di quel che sosteneva Marx, non credo che il modello economico capitalistico sia destinato allo scatafascio, ma d'altra parte non penso nemmeno che il capitalismo lasciato lì da solo sia in grado di sopravvivere e non finire in crisi... Come sosteneva Keynes, il capitalismo tende alla crisi, ma con i dovuti provvedimenti, la crisi è risanabile... E i provvedimenti, sarebbe lo stato che dovrebbe prenderli... ma se si è per lo Stato "leggero", significa che si continua a insistere su un capitalismo lasciato al proprio destino... con non so quale esito.

Non si può negare che si vive bene (almeno noi che siamo dalla parte dei benestanti), ma non si può nemmeno negare che potremmo stare tutti benestanti, e non solo una minima percentuale della popolazione mondiale.

E i dati, da questo punto di vista, parlano chiaro, sia da noi, che nei paesi del terzo mondo, il numero dei poveri ha la strana tendenza ad aumentare...
Sarà un caso?


Elia

Ultima modifica di Elijah : 16-03-2006 alle ore 16.33.18.
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Vecchio 16-03-2006, 17.17.19   #3
VanLag
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Re: Re: Le politiche economiche liberiste del governo di destra portano al fallimento totale.

Citazione:
Messaggio originale inviato da Elijah
E i dati, da questo punto di vista, parlano chiaro, sia da noi, che nei paesi del terzo mondo, il numero dei poveri ha la strana tendenza ad aumentare...
Sarà un caso?
La crescita economica non può prescindere dalla diffusione del benessere. Questo gli imprenditori dovrebbero capirlo.
In uno stato dove la gente è ben retribuita e dove i fabbisogni primari sono coperti dal welfare, la gente non si preoccuperebbe di accumulare soldi per la vecchiaia e per la malattia ma si godrebbe i guadagni, aumentando un ciclo virtuoso dove il benessere crea maggior benessere. Viceversa se tutto diventa privato ed ha costi esorbitanti, allora, chi può, cerca di mettere via i risparmi per i tempi duri, il ciclo del denaro si ferma e si crea un ciclo vizioso dove ognuno vuole avere sempre più.

Sul terzo mondo hai ragione…. Se non ricordo male avevo letto a suo tempo che, sarebbe bastata una parte del budget che l’America stanzia per gli armamenti, per risolvere il problema della fame nel mondo, invece li lasciamo morire e ci diciamo civili e progrediti.
Forse gli Uomini veri devono ancora venire…. e questo è solo un brutto sogno……

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Vecchio 17-03-2006, 14.51.15   #4
Lord Kellian
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Ecco l'ultimo esempio dei "successi" neo-liberisti

Da effedieff.com

Almeno 85 mila lavoratori britannici stanno per perdere la pensione.

Sono quelli che, avendo creduto ai benefici delle pensioni private, hanno contribuito da decenni ai fondi-pensione (fondi d'investimento, in realtà) creati dalle aziende di cui sono dipendenti.

Molte di queste aziende sono fallite: e si è scoperto che avevano risucchiato i capitali dei fondi. Altri fondi sono andati a rovescio per cattiva gestione.

Ma la responsabilità maggiore, ha accusato Ann Abraham (difensore civico inglese) è del governo. Per la precisione del ministero delle Finanze e del Lavoro, che hanno inondato i lavoratori di opuscoli esaltanti i benefici del «fatevi la vostra pensione privata».

Tali opuscoli tacevano un piccolo dettaglio: i rischi che comporta affidare i propri risparmi per la vecchiaia ad un fondo d'investimento che si maschera da fondo-pensione, per lo più privato ossia esposto a fallimenti e bancarotte.
«Opuscoli potenzialmente ingannatori», ha detto la Abraham, «che hanno danneggiato tante persone, impedendo loro di fare una scelta chiara sul proprio futuro».

Secondo la signora, spetta al governo rifondere le perdite dei truffati: un conto che si calcola tra i 7 e i 16 miliardi di euro.
Stephen Timms, ministro della Riforma Pensionistica (e dunque primo responsabile del disastro), ha ribattuto: «pretendere che sia il contribuente a sobbarcarsi le perdite, sfida la logica. La responsabilità è delle imprese».

Ma che fare se le imprese sono fallite?
Timms ha offerto la sua «compassione» ai lavoratori colpiti.
Che volete farci, è il mercato.
E' il bello delle privatizzazioni.
(Fonte: Le Monde, 16 marzo 2006).
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Vecchio 17-03-2006, 16.50.12   #5
VanLag
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Re: Ecco l'ultimo esempio dei "successi" neo-liberisti

Citazione:
Messaggio originale inviato da Lord Kellian
Almeno 85 mila lavoratori britannici stanno per perdere la pensione.
Proprio perché le logiche capitalistiche difficilmente hanno etica, è necessario che i governi mantengano il controllo sui bisogni primari. Non è scritto in nessun libro che si debba liberalizzare tutto. La gestione di beni fondamentali come la salute, la tutela dei più deboli, (vecchiaia e infanzia), il diritto all’istruzione, l’accessibilità ad un’abitazione, (un tetto sopra la testa), non può essere in mani avide e rapaci.
Secondo me i paesi anglosassoni, da questo punto di vista, non hanno nulla da insegnare ma si guardi piuttosto all’estremo nord europeo.

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Vecchio 17-03-2006, 16.55.18   #6
VanLag
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Come mi ha insegnato Epicurus anche la scienza è arrivata a conclusioni che sconfessano le teorie economiche liberiste. John Forbes Nash jr. matematico e premio nobel per l’economia, con la “teoria dei giochi” ha dimostrato formalmente che vi sono un'enormità di situazioni dove la scelta ottimale non è quella di competere, ma di cooperare. Questo ha rivoluzionato l'approccio sino ad allora basato sulle teorie di Adam Smith, considerato fino a quell'epoca "padre dell'economia moderna". Secondo Adam Smith, un gruppo ottiene il massimo risultato quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé stesso: "l'ambizione individuale serve al bene comune", e di conseguenza "il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé". L'intuizione di Nash, lo porterà ad intuire che tale enunciato è incompleto: "il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo, secondo la teoria delle dinamiche dominanti". (http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio_di_Nash)

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Vecchio 17-03-2006, 18.45.57   #7
Lord Kellian
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Sono d'accordo con te. Ma mi sembra che anche a sinistra la questione non sia trattata come dovrebbe essere. Mi sembra che l'unico partito a prendere in considerazioni le "nostre" critiche sia Rifondazione. Mi sembra che anche Prodi, MArgherita e DS siano sulla strada del liberismo e delle privatizzazioni.

Spero di sbagliarmi. Com'è la situazione in realtà a sinistra?
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Vecchio 17-03-2006, 18.46.47   #8
Elijah
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Fino adesso, nessuno è intervenuto a favore delle idee e principi della politica economica liberista...
Ma se allora è così evidente che lasciare tutto in mano al mercato è controproducente, come mai la gente continua a votare persone come le tre B., cioè Bush, Blair e Berlusca?

Ha così successo il populismo?
(Sto pensando in particolare al successo di chi parla dei tagli delle tasse, senza mai entrare nel dettaglio, e senza dire il motivo per cui lo fa... È veramente una cosa così positiva tagliare?)

O è dovuto ad una mancanza di alternative all'altezza, come cerca di far intuire Lord Kellian? Nel senso che nemmeno più le persone di centro-sinistra&sinistra sono contro alla privatizzazione massiccia...?


Elia

Ultima modifica di Elijah : 17-03-2006 alle ore 18.52.48.
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Vecchio 17-03-2006, 18.57.26   #9
Lord Kellian
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Mi sembra che anche Prodi ha detto che taglierà le tasse (sicuramente che non le aumenterà). Ma nessuno dice mai dove anderebbero presi i soldi.

Anche Prodi, alla domanda del giornalista che gli chiedeva in concreto come farete ha glissato e praticamente ha detto che tutto sarebbe venuto dalla lotta all'evasione fiscale.

Berlusconoi poco prima dello scontro aveva detto che avrebbe aumentato le pensioni minime da 500 a 880 euro.

Sì, bravo, ma dove li prendi i soldi?

Perché nessuno parla dei tagli alla salute e alla ricerca scientifica, per esempio?

Gli italiani vogliono pagare meno tasse. I politici promettono di farlo. Non so chi dei due è peggio.

Io non voglio pagare meno tasse. Voglio uno stato che funzioni meglio, con meno sprechi e meno burocrazia e parlamentari che prendano meno soldi. Nessuno dei due schieramenti mi convince in proposito...
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Vecchio 17-03-2006, 19.02.56   #10
Lord Kellian
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Ansa, 18.40:

Il governo del centrosinistra riprenderà la politica di privatizzazioni. Lo ha detto il leader dell'Unione.
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