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Vecchio 06-07-2006, 18.16.04   #1
cannella
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Data registrazione: 21-09-2003
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Chi difende i bambini?

«Così i due fratellini non li troveremo mai»
4/7/2006
di Antonella Mariotti

da: www.lastampa.it





BARI. «L’Italia è diventata il porto franco per lo scambio dei bambini? Perché i piccoli scomparsi qui non si trovano mai? Pensiamo a Angela Celentano, Denise Pipitone e adesso a Francesco e Salvatore. Ci vuole un Centro nazionale di coordinamento come in tutti gli altri paesi».
Serena Frascaroli è un’ex insegnante, pedagogista, 54 anni, gli ultimi sette dedicati all’associazione Aurora, che da Bologna si occupa dei minori scomparsi e di quelli che subiscono violenze di ogni genere. Con lei Rosalba Bonazza, psicologa che per l’associazione tiene i contatti con i media, e poi criminologi ed esperti di disagio minorile, come educatori e insegnanti. «Aurora» è l’unica realtà italiana nella rete internazionale «European federation for missing and sexually exploited children», il network di cui fanno parte «Child Focus» del Belgio, nata dopo il caso Dutroux e lo scandalo pedofilia, e le altre associazioni nazionali dei paesi Ue, tutte con lo stesso obiettivo tenere alta l’attenzione dopo i casi di scomparsa, fare «rete» per trovare i bambini e aiutare le famiglie delle vittime.

La vostra è un’accusa pesante alle istituzioni e alle forze dell’ordine.
«E’ anche una provocazione, per vedere se succede qualcosa. Da sette anni combattiamo per cercare un dialogo con le istituzioni, ma fino ad ora non è successo nulla, forse solo per indifferenza rispetto al problema, e se è così è certamente più grave. Tutti promettono di interessarsi e poi niente. Abbiamo avuto incontri a ogni livello, con l’ex presidente della Camera Casini, con Prodi quando non era ancora premier. Individuiamo un interlocutore, poi improvvisamente cambia tutto e si deve ricominciare da capo. Tutti i politici dicono che i bambini sono il nostro futuro, lo mettono nei programmi elettorali e poi si disinteressano di un problema così grave. Il Centro di coordinamento nazionale è essenziale nei casi di scomparsa di minori, è l’unica speranza per le famiglie».

Perché?
«Perché sono fondamentali le prime ore dopo la scomparsa. I genitori telefonano alla polizia e da lì scatta la ricerca. Ma la famiglia in quel momento è sola nell’affrontare un iter burocratico allucinante, in un momento di angoscia totale e devastante. Il Centro invece si attiverebbe per far mettere le foto ovunque, e non solo sui giornali, poi fornirebbe sostegno psicologico. In alcuni paesi, come negli Usa, entro due ore dalla scomparsa le fotografie sono anche sulle bottiglie della Coca-cola. Nelle prime 24 ore è fondamentale il rapporto con i media, tutti dovrebbero mobilitarsi ma subito. E’ l’unica speranza, l’unica possibilità di poter trovare i bambini e trovarli vivi».

Questo tipo di struttura in quali paesi è operativa?
«Ovunque tranne che in Italia. Il nostro paese è fra i primi otto paesi al mondo con la piaga dei bambini scomparsi o vittime di pedofilia e nessuno ne parla, e nessuno fa qualcosa di concreto. Persino in Africa è stato istituito il coordinamento nazionale, ma non Italia....».

Comunque l’Aurora fa già da ponte con i centri stranieri.
«Sì. Per le due bambine belghe, ad esempio, abbiamo ricevuto la segnalazione da ‘’Child focus’’ e abbiamo mandato le foto a tutti i giornali e alle tv, ma con scarsi risultati. In America per esempio quando scompare un bambino i telegiornali sono obbligati a mandare in onda la sua foto nelle ore di maggiore ascolto, per parecchio tempo dopo la scomparsa. Qui i media se ne occupano nell’immediatezza della cronaca e poi tutto si dimentica. Tranne nei casi come quello di Denise Pipitone, dove c’è una madre forte e combattiva. Spesso poi mancano anche gli strumenti».

Che cosa vuol dire?
«Costa telefonare a tutti, aprire un sito Internet, mandare le foto in giro per l’Italia. Questa è una cosa che potrebbe fare il Centro nazionale. Noi per esempio le foto dei fratellini di Gravina le abbiamo già divulgate prima che il procuratore decidesse di andare in Romania».

Negli altri Paesi come funziona?
«Le forze di polizia si attivano per le indagini, il centro nazionale fa tutto il resto compresa la formazione anche agli investigatori che si occupano di casi di questo genere. Qui non c’è metodologia, allora partiamo da chi un metodo ce l’ha. Negli Usa e nella Ue si fa formazione ai poliziotti e sostegno anche agli operatori che si occupano di casi di pedofilia. Qui in Italia i funzionari al ministero non hanno una preparazione adeguata, e spesso non reggono reggono al vedere dei siti pedo-pornografici per giorni per mesi. Serve una formazione costante, in rete anche con l’Europa: una formazione unica perché le indagini siano omogenee».


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......

Questo è solo un esempio fra i più eclatanti; ma gli episodi di cronaca riportano costantemente vicende quotidiane in cui i bambini sono lasciati soli in compagnia di un lupo mannaro che a seconda dei casi prende le sembianze di un genitore, di un maestro, o di un mancato controllo da parte di un'assistenza che non fa il suo lavoro.
E ancora: la mancanza di libertà che città sempre meno a misura di, provocano.
Se va bene esistono fazzoletti di verde pubblico con qualche gioco, raramente una pista ciclabile rende possibile l'autonomia dei ragazzini che una volta potevano recarsi da soli a casa di qualche amico.

Vittime fra le vittime, i bambini non hanno voce se non c'è chi li aiuta.
cannella is offline  
Vecchio 21-08-2006, 23.53.23   #2
ROSALBA BONAZZA
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 21-08-2006
Messaggi: 1
Riferimento: Chi difende i bambini?

Grazie, per aver pubblicato questo articolo... L'informazione è alla base della civiltà...
Concludo con questa citazione di Neruda:

...Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare...

Dott.ssa Rosalba Bonazza
Resp. Ufficio Stampa
Associazione Aurora
ROSALBA BONAZZA is offline  
Vecchio 07-09-2006, 17.26.10   #3
Patri15
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Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
Riferimento: Chi difende i bambini?

Ho seguito la cronaca di questi giorni relativa a Natasha, la oramai diciottenne austriaca sequestrata per 8 anni e libera dal 23 agosto.
E' una storia che ha dell'incredibile, in particolare la forza d'animo di quella bambina rapita mentre andava a scuola può adirittura insegnarci qualcosa.

Non se se abbiate seguito la storia: ne faccio una breve sintesi, riprendendola da TGCOM, per poterne eventualmente discutere insieme:

"Natasha Kampush ha deciso di comprare la casa nella periferia di Vienna dove è stata tenuta segregata per otto anni da Wolfang Prikopil. Il legale della ragazza ha affermato: "Abbiamo fatto un'offerta per l'abitazione e gli effetti personali dell'uomo. Non penso che ci sarano obbiezioni, tutto sommato è un suo diritto". Natasha, che oggi ha 18 anni, ha sostenuto che "non c'era bisogna che l'uomo si suicidasse".

Natasha, dopo aver vissuto per oltre 3mila giorni nella cella di uno scantinato, ha deciso di comprare la casa del suo rapitore nel quartiere di Strasshof a Vienna. Una notizia che in pochi si sarebbero aspettati, anche se la ragazza ha sempre in qualche modo preso le parti dell'uomo.

Un giornale tedesco ha avanzato l'ipotesi che la giovane sia incinta e probabilmente per questo accondiscendente con il suo aguzzino. D'altra parte, gli psicologi che hanno visitato Natasha hanno riscontrato una variante della sindrome di Stoccolma, il disturbo che induce una persona rapita a provare affetto per il proprio sequestratore.

Il padre della ragazza, però, ha anche spiegato che in questi anni Prikopil avrebbe chiesto più volte un riscatto, sempre rifiutato dalla famiglia. Questo potrebbe spiegare il perché la giovane non ha ancora voluto vedere i genitori e sopratutto perché in questi anni non abbia mai provato a scappare. "

Altre notizie da Andraknos:

"Vienna, 24 ago. (Adnkronos/Ign) - Potrebbe essere giunto alla sua soluzione un giallo durato oltre 8 anni che in Austria ha suscitato speculazioni e ipotesi investigative di ogni genere, provocando forte emozione e monopolizzando a lungo l'attenzione dei media e del pubblico. Una ragazza austriaca di 18 anni, ritrovata ieri mentre vagabondava nei pressi di un parco alla periferia di Vienna, afferma infatti di essere Natasha Kampusch, l'allora bambina di 10 anni che nel marzo del 1998 scomparve in circostanze misteriose mentre andava a scuola. Per mesi in Austria, e anche nella vicina Ungheria, la polizia condusse forsennate ricerche e, temendo il peggio, squadre di sommozzatori si immersero in fiumi e laghi per trovarne il corpo.

La giovane afferma di essere stata rapita e avrebbe riguadagnato la libertà, in circostanze ancora non chiare, mentre il suo presunto sequestratore, un uomo di 44 anni, si è suicidato ieri sera gettandosi sotto un treno a Vienna. La ragazza ha raccontato agli agenti di essere stata per tutto questo tempo tenuta in ostaggio in un garage. La polizia ha convocato ieri sera a Vienna una conferenza stampa, nel corso della quale ha già parlato di un possibile ''lieto fine'' all'enigma poliziesco. La famiglia, secondo l'agenzia di stampa austriaca 'Apa', avrebbe già riabbracciato e, soprattutto, ''identificato'', quindi riconosciuto, Natasha.

Spetta ora ai test del Dna confermare defintivamente che la bambina di 10 anni, scomparsa 8 anni fa, sia oggi la 18enne trovata ieri mentre camminava, completamente persa e disorientata, in un parco alla periferia orientale della capitale. ''E' pallida, ha l'aspetto di una che non ha visto a lungo la luce del sole, ma si esprime bene e sa leggere e scrivere'', ha riferito un investigatore all'agenzia di stampa austriaca 'Apa'. Il suo aguzzino le avrebbe infatti permesso - ha raccontato la stessa Natasha - di guardare la televisione e ascoltare la radio."

Le versioni, avrete notato, sono in alcuni punti controverse- leggendo altri articoli ci sono ancora altre differenze...
Rimane il fatto di questa bambina di dieci anni segregata in un garage.

Ciao a tutti
Patri15 is offline  

 



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