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 Esperienze di Vita - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 18-05-2010, 00.45.01   #11
lightly
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Data registrazione: 07-04-2010
Messaggi: 38
Riferimento: la strada

Isolaevanescente non preoccuparti

I miei messaggi sono solo un mio prodotto e non mi identifico con essi.
Il produttore non è il prodotto.
Il viaggio non è il viaggiatore.

Mi dispiace che la battuta sia rivolta alla tua persona.
Avrei preferito che fosse rivolta ai miei messaggi, anche a costo che ne uscissero svalutati, banali, inconcludenti.

In generale. e non necessariamente in questo tuo caso specifico,
l'ironia, l'autoironia, le battute hanno la finalità di sdrammatizzare;
in alcuni casi, purtroppo, si rivelano essere vie di fuga, attivate per deviare l'attenzione da tutto ciò che potrebbe portare un carico emotivo valutato insopportabile, distruttivo.

Chiedi ed affermi :
"....adesso che conosco il mio punto di partenza, la mia condizione attuale, adesso che ho compreso e accetatto l'Essere umano che mi rappresenta, come devo fare per proseguire oltre, magari verso la serenità?! Qual è la strada da seguire? Il primo passo siamo entrambi d'accordo che ormai l'ho fatto. Ma i passi ulteriori verso dove? Chi mi guida? Cosa mi guida?.........."

Sono del parere, e non volermene per questo, che conosci l'Essere Umano che ti rappresenta, ma sei lontana dall'averlo accettato.
Se l'avessi accettato realmente non avresti alcuna necessità di cercare serenità, perchè sarebbe dentro di te.
La rabbia per avere vissuto, o addirittura dovuto subire ingiustamente, una vita che mai avresti scelto, la sofferenza del presente e la paura del futuro ti porta ad essere ostile e sfiduciata verso la vita nel suo complesso. L'ostlità e la sfiducia generano l'invidia che, in questo momento, fa parte del tuo Essere o meglio del tuo io e che non accetti.

Le risposte che ti sono state date sono mirate alla tua situazione, focalizzano punti di riflessioni validi e ti danno risposte.

Nevealsole vede nel tuo nick un significato simbolico e, tra le altre cose, ti invita a trovare il tuo senso.
A mio parere, la scelta di un nick non è mai casuale, ha un suo significato simbolico.
Come è nato il tuo nick?
Dare senso a ciò che ci accade è di vitale importanza.
Dargli senso è il passo successivo alla conoscenza/ consapevolezza.
Nel cercare il senso della propria vita si trova una linea di continuità tra passato e presente, necessaria per progettare il futuro.
Questa linea di continuità potrebbe essere una linea guida.
Tenendo conto che, rispondendo ad Ulysse, dici "di non avere bisogno nè dello strizzacervelli, nè delle pillole, nè dei santoni".
L'Essere Umano non può vivere bene senza dare senso a se stesso, agli altri, alla propria sofferenza, alla propria stanchezza, alla vita in ogni sua manifestazione.
La mancanza di senso genera solo vuoto.
Un vuoto in cui smarrirsi o da riempire con una infinità di cose per sfuggire alla desolazione che genera, ma tutto risulterà inutile se non si trova il senso delle cose.

Ulysse ti suggerisce di dedicarti a qualche attività ricreativa che possano soddisfarti, è un buon consiglio; non per sfuggire dal vuoto o per riempirlo, ma per apprendere nuove abitudini, nuovi stili di vita, nuovi modi di reazione, nuovi approcci comunicativi con la vita propria e degli altri.
Questo, in un certo modo, si ricollega al piccolo cenno che fa Chlobbygarl sulle reti neurali. Attivare nuove reti neurali e, quindi, modi diversi di rapportarsi, non è facile e veloce, ma stili di pensiero e di vita diversi aiutano.

Jador ti indica la via dell'amore.
Ogni percorso può risultare quello giusto, il successo dipende dal grado di biofilia che c'è nell'Essere Umano.

La vita non è un viaggio organizzato in cui c'è un programma ed una tabella di marcia, un pò di improvvisazione creativa è inevitabile, poco o nulla può essere tenuto sotto il nostro controllo, questo non vuol dire necessariamente dover vivere male, anche se la sofferenza fa parte integrante della vita umana.
Per cui come scrive Chlbbygarl , se ho intepretato bene, la sofferenza, l'inadeguatezza, le passioni negative possono rivelarsi gli incentivi necessari per potere vivere meglio e non solo pietre d'inciampo.

E' solo il mio parere.
lightly is offline  
Vecchio 23-05-2010, 17.56.06   #12
Isolaevanescente
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Data registrazione: 05-04-2010
Messaggi: 9
Riferimento: la strada

Citazione:
Originalmente inviato da jador
Cara isolaevanescente

Il dolore pone l'animo umano di fronte ad un bivio:
-vivere di rabbia o vivere d'amore.
Sei stata "abbandonata" in giovanissima eta' e questo ha provocato in te rabbia, rancore, invidia, aggressivita'.
Ti sei "fatta vivere" da tutte queste cose, ti sei consegnata a loro facendoti trascinare a fondo, fin dove hai potuto iniziare a vederne l'insensatezza e la devastazione che tali cose sanno compiere.
Ecco, a mio avviso, dove sta l'ulteriore passo della consapevolezza. Comprendendo appieno il male connaturato a queste cose, rendersi conto della loro forza distruttrice e vendicatrice, prenderne le distanze e divenire "osservatori" di tutto cio'.
Osservazione, comprensione e distacco sono la strada della trasformazione.
Dalla rabbia all'amore.
Quell'amore per la vita che scalpita dentro di te e che vuole prendere le redini per guidarti nella vita stessa.


Jador,
ti ringrazio per il tuo intervento, molto delicato, molto profondo.
é proprio come hai detto tu, mi sono "fatta vivere" da queste cose,
ed ero sempre io la prima vittima di tutta quella devastazione.
Quello che mi consigli tu, Osservazione, comprensione e distacco sono la strada della trasformazione lo sto già facendo, lavoro dentro di me da mesi, circa tre mesi, e sto riaprendo delle porte chiuse da anni, anzi, cementate! Sto vedendo dentro me una persona che non conoscevo, per alcuni aspetti mi piaccio, e anche molto, per altri no, ma comprendo da dove provengono. Nella mia totalità mi accetto.
Sono più serena.
in un certo senso la strada che cercavo l'ho trovata, leggendo alcuni libri che mi hanno fatto riflettere e anche grazie ai suggerimenti delle persone del forum, ma soprattutto l'ho trovata dentro me.
Non sono stupida, ma cosa più importante ancora dell'intelligenza, sono paziente, umile in un certo senso, se vedo che le cose dentro me e fuori di me, non funzionano, mi rimbocco le maniche e vedo un po' di lavorarci, non ho quella ottusa presunzione di pensare che tutto il mondo sia sbagliato tranne me.
Sto molto meglio, ero in guerra con me stessa e quindi lo ero anche con il mondo. Ora non lo sono più. Ma ancora sono solo all'inizio di questa apertura mentale e spirituale. So anche che "la strada" non è una meta, ma un obiettivo da perseguire, un esercizio costate di volontà. C'è di buono però che adesso la vedo la strada, prima invece non la vedevo, sapevo che c'era, ma non la trovavo. E' difficile spiegarlo, soprattutto qui in un forum. Sono sempre stata una persona riflessiva, non sono il tipo che accende la radio per non ascoltare i propri pensieri; sono abituata a prendere la vita a testate, ma a volte (come in quel periodo quando ho scritto la mia storia in questo forum) la forza d'animo e la determinazione, non bastano perchè non si sa da che parte indirizzarle. Ecco che cercavo indicazioni, anche qui nel forum.
Le ho trovate. La nebbia intorno a me si è diradata, adesso intraprendo il mio cammino.

Grazie jador e grazie a tutte le persone che mi hanno risposto.

Isolaevanescente
Isolaevanescente is offline  
Vecchio 23-05-2010, 18.09.23   #13
Isolaevanescente
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Messaggi: 9
Riferimento: la strada

Citazione:
Originalmente inviato da lightly
....
Le risposte che ti sono state date sono mirate alla tua situazione, focalizzano punti di riflessioni validi e ti danno risposte.

Nevealsole vede nel tuo nick un significato simbolico e, tra le altre cose, ti invita a trovare il tuo senso.
A mio parere, la scelta di un nick non è mai casuale, ha un suo significato simbolico.
Come è nato il tuo nick?
..............

Ciao lightly,
quando mi sono iscritta a questo forum avevo tanti dubbi, tranne uno: il mio nikname.
"Isolaevanescente" sta ad indicare il punto d'arrivo della strada che cerco. Cioè quel luogo che ero certa che esistesse, ma che non sapevo raggiungere da sola. L'isola a cui faccio riferimento è il posto tranquillo dentro di noi, il luogo tenero dentro il proprio sè, in cui non si combatte e non si soffre, si è liberi e in pace con se stessi, con la Vita e con il mondo.
Evanescente, perchè, non si vede ma c'è, scompare e poi riappare, ma esiste sempre, è nostro, nessuno può togliercelo, ma dobbiamo IMPARARE a raggiungerlo.
Miro a rendere sempre meno evanescente la mia Isolaevanescente, perchè questo significherebbe che io ho trovato il luogo giusto in cui dimorare e il modo giusto per vivere.

Ciao lighty
Isolaevanescente is offline  
Vecchio 26-05-2010, 13.51.09   #14
lightly
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Messaggi: 38
Riferimento: la strada

Ciao Isolaevanescente,
trovo coinvolgente il significato simbolico del tuo nickname.
L'immagine di una Isolaevanescente, luogo di pace e di serenità così personale ed intimo, non mi sarebbe venuta in mente, volendo dare un significato al tuo nick.
Questo dimostra, ancora una volta, che il modo di percepire di ciascuno è estremamente soggettivo; e con questa soggettività si devono fare i conti, nel momento in cui si entra in comunicazione con un "tu".
I tuoi messaggi sono sempre ricchi di spunti di riflessione. Nella tua prima lettera, partendo dalle tue emozioni, si sarebbe potuto approfondire il tema sulle emozioni e la loro rilevanza nelle relazioni. In questa ultima, io vedo (soggettivamente) un riferimento al proprio sè interiore, che è ben diverso dall'io, anche se lo contiene.
Cosa posso aggiungere?
L'augurio che tu possa imparare, presto e bene, a percorrere speditamente "la strada" verso la tua Isola...sempre meno evanescente.

lightly is offline  
Vecchio 28-05-2010, 22.37.47   #15
Isolaevanescente
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Data registrazione: 05-04-2010
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Riferimento: la strada

Citazione:
Originalmente inviato da lightly
.....I tuoi messaggi sono sempre ricchi di spunti di riflessione. Nella tua prima lettera, partendo dalle tue emozioni, si sarebbe potuto approfondire il tema sulle emozioni e la loro rilevanza nelle relazioni. In questa ultima, io vedo (soggettivamente) un riferimento al proprio sè interiore, che è ben diverso dall'io, anche se lo contiene.
........


E riflettiamo allora!!!

Dovresti chiarirmi un po' più specificatamente in che senso intendi
la rilevanza delle emozioni sulle relazioni.

Personalmente ritengo che molte persone,
me compresa, tendiamo a confondere le emozioni con i sentimenti.
Da questa confusione sono nati la maggior parte degli sbagli che ho fatto nella mia vita.
E' un traguardo averlo capito in questi ultimi mesi di riflessione.
Le emozioni sono istantanee e mutevoli, i sentimenti sono profondi, difficili da smatellare, in bene e in male.
Il problema è che le emozioni, che stanno più in superficie, talvolta riescono ad appannare un po' i sentimenti, che sono invece più profondi, mettendoli un po' in discussione e creando prospettive distorte.
Ecco quindi che bisognerebbe osservare ogni stato d'animo, etichettarlo con il nome più appropriato, "pensiero", "emozione", "sentimento",
e mantenere sempre in ordine il proprio interno,
guardando ogni cosa che si prova lucidamente, senza appannamenti e
reagendo in modo consapevole, non in preda al delirio, alle passioni febbrili.
Tu che ne pensi?


Riguardo al secondo punto, "riferimento al proprio sè interiore, che è ben diverso dall'io, anche se lo contiene", penso che è proprio come hai detto tu.
Il sè interiore è diverso dall' Io,
perchè credo che il sè sia la vera natura della persona,
mentre l'Io è un prodotto della mente condizionata dalla esperienze, dalla cultura, dall'educazione, dalla società.
Il Sè ci appartiene come binomio di genoma e attitudini,
mentre l' Io lo costruisci strada facendo, divenendo talvolta una forza distruttrice del Sè, come nel mio caso, in cui l'ego mi stava portando a
vivere in un modo oserei dire animalesco, tutt'altro che armonioso.
Ecco quindi che ad un certo punto ho sentito la necessità
di staccarmi un attimo dall' Io e andare più vicino al mio Sè,
cercando di riscoprire chi sono davvero, riflettendo su chi sono stata in questi anni, su cosa e chi mi avevano ridotta in quel modo.
Diciamo che ho riscoperto la mia natura, se vogliamo possiamo dire la parte migliore di me, quella non contaminata dalla Vita, non inquinata dalle esperienze, quella di una bimba che guarda con occhi innocenti e curiosi il mondo.
Adesso il prossimo passo è arrivare pian piano all'Isolaevanescente,
dentro il Sè... ma ci sto lavorando!

Ciao lightly
Isolaevanescente is offline  
Vecchio 31-05-2010, 01.54.36   #16
lightly
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Riferimento: la strada

[quote=Isolaevanescente]E riflettiamo allora!!!

Dovresti chiarirmi un po' più specificatamente in che senso intendi
la rilevanza delle emozioni sulle relazioni.





Difficilmente riesco a rifiutare l'invito alla riflessione!!
Suvvia....riflettiamo!!

Nell'esporre la mia risposta/riflessione spero di risultare comprensibile nella sintesi.
Le emozioni, a mio parere e in riferimento a quanto ho appreso sull'argomento e sperimentato sul campo, non nascono accidentalmente e, inoltre, solo alcune di esse e non tutte trovano spazio ed affollano la nostra mente; il perchè di questo meccanismo selettivo delle emozioni e del loro nascere non a caso, va individuato nella intima, profonda e personalissima percezione che si ha di sè, degli altri e delle situazioni. L'emozione, alla fine, risulta essere una modalità che manifesta, all'interno di ogni relazione, questa nostra percezione.
Sono le nostre emozioni a mettere a "nudo il nostro io", nel momento in cui entriamo in relazione.
lightly is offline  
Vecchio 31-05-2010, 01.58.52   #17
lightly
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Riferimento: la strada

[quote=Isolaevanescente]


Personalmente ritengo che molte persone,
me compresa, tendiamo a confondere le emozioni con i sentimenti.
Da questa confusione sono nati la maggior parte degli sbagli che ho fatto nella mia vita.
E' un traguardo averlo capito in questi ultimi mesi di riflessione.
Le emozioni sono istantanee e mutevoli, i sentimenti sono profondi, difficili da smatellare, in bene e in male.
Il problema è che le emozioni, che stanno più in superficie, talvolta riescono ad appannare un po' i sentimenti, che sono invece più profondi, mettendoli un po' in discussione e creando prospettive distorte.
Ecco quindi che bisognerebbe osservare ogni stato d'animo, etichettarlo con il nome più appropriato, "pensiero", "emozione", "sentimento",
e mantenere sempre in ordine il proprio interno,
guardando ogni cosa che si prova lucidamente, senza appannamenti e
reagendo in modo consapevole, non in preda al delirio, alle passioni febbrili.
Tu che ne pensi?



Sono d'accordo con le tue affermazioni.
Si...è vero, emozione e sentimento non possono essere usati come sinonimi, ma entrambi sono funzionali ai processi vitali.
L'emozione nasce come reazione/risposta alle forze/stimoli provenienti dall'ambiente circostante o/e dal nostro stesso organismo.
Questi stimoli innescano impulsi nervosi che veicolano informazioni al cervello, attraverso la produzione di una proteina che attiva e codifica una specifica rete neurale.
Gli impulsi nervosi, per strade diverse, determinano la nascita dell'emozione e delle variazioni fisiologiche. E' un processo legato alle sensazioni/informazioni e che precede la percezione/conoscenza che renderà possibile il percorso verso il pensiero connesso con l'emozione.
L'emozione rappresenta il primo grado di incontro/collisione della mente umana con la realtà; è l'esperienza soggettiva per eccellenza. E' significativo il fatto che una sola emozione, se intensa e protratta nel tempo, può creare scompiglio nella mente e nel corpo, perchè un neurone è connesso con altri diecimila.
Il sentimento sta rispetto all'emozione in una posizione di adiacenza, può nascere da una emozione, ma non c'è un rapporto di causa ed effetto. Tutti abbiamo emozioni, ma non tutti siamo portatori sani di sentimenti.
il sentimento è connesso più alle percezioni/conoscenze che alle sensazioni/informazioni; da non identificare il sentimento con il pensiero, come puro prodotto della mente. I sentimenti vanno collocati in uno spazio indefinibile che rende possibile una serie di transazioni tra la mente ed il corpo.
I sentimenti vanno integrati come parti dell'esperienza di sè nella relazione con gli altri, in modo da orientare la persona verso una realtà condivisibile, verso uno stile di vita, di convinzioni, di comportamenti, che hanno valore sul piano antropologico, ma, in misura maggiore, su quello psicologico, perchè danno senso alla propria vita, in un processo di autorealizzazione.
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Vecchio 31-05-2010, 02.02.59   #18
lightly
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Riferimento: la strada

Citazione:
Originalmente inviato da Isolaevanescente

Riguardo al secondo punto, "riferimento al proprio sè interiore, che è ben diverso dall'io, anche se lo contiene", penso che è proprio come hai detto tu.
Il sè interiore è diverso dall' Io,
perchè credo che il sè sia la vera natura della persona,
mentre l'Io è un prodotto della mente condizionata dalla esperienze, dalla cultura, dall'educazione, dalla società.
Il Sè ci appartiene come binomio di genoma e attitudini,
mentre l' Io lo costruisci strada facendo, divenendo talvolta una forza distruttrice del Sè, come nel mio caso, in cui l'ego mi stava portando a
vivere in un modo oserei dire animalesco, tutt'altro che armonioso.
Ecco quindi che ad un certo punto ho sentito la necessità
di staccarmi un attimo dall' Io e andare più vicino al mio Sè,
cercando di riscoprire chi sono davvero, riflettendo su chi sono stata in questi anni, su cosa e chi mi avevano ridotta in quel modo.
Diciamo che ho riscoperto la mia natura, se vogliamo possiamo dire la parte migliore di me, quella non contaminata dalla Vita, non inquinata dalle esperienze, quella di una bimba che guarda con occhi innocenti e curiosi il mondo.
Adesso il prossimo passo è arrivare pian piano all'Isolaevanescente,
dentro il Sè... ma ci sto lavorando!

Ciao lightly



Il Sé è rappresentato sia dal momento iniziale della vita psichica in cui tutto viene visto con gli occhi innocenti del bambino, sia dal processo di costruzione del proprio io, forte e tenace, per far fronte alle difficoltà della vita, sia dal naturale fine ultimo dello sviluppo psicologico, cioè la scoperta e la realizzazione dei propri bisogni e desideri individuali più profondi, dando rilievo alle emozioni e sentimenti più significativi, perchè permettono di restare sempre vigili, ma senza tensioni, e di mantenere contatti con il mondo e la propria interiorità senza fagocitarie inquietudini.


lightly is offline  
Vecchio 10-06-2010, 21.23.33   #19
Isolaevanescente
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Riferimento: la strada

Citazione:
Originalmente inviato da lightly


Sono d'accordo con le tue affermazioni.
Si...è vero, emozione e sentimento non possono essere usati come sinonimi, ma entrambi sono funzionali ai processi vitali.
L'emozione nasce come reazione/risposta alle forze/stimoli provenienti dall'ambiente circostante o/e dal nostro stesso organismo.
Questi stimoli innescano impulsi nervosi che veicolano informazioni al cervello, attraverso la produzione di una proteina che attiva e codifica una specifica rete neurale.
Gli impulsi nervosi, per strade diverse, determinano la nascita dell'emozione e delle variazioni fisiologiche. E' un processo legato alle sensazioni/informazioni e che precede la percezione/conoscenza che renderà possibile il percorso verso il pensiero connesso con l'emozione.
L'emozione rappresenta il primo grado di incontro/collisione della mente umana con la realtà; è l'esperienza soggettiva per eccellenza. E' significativo il fatto che una sola emozione, se intensa e protratta nel tempo, può creare scompiglio nella mente e nel corpo, perchè un neurone è connesso con altri diecimila.
Il sentimento sta rispetto all'emozione in una posizione di adiacenza, può nascere da una emozione, ma non c'è un rapporto di causa ed effetto. Tutti abbiamo emozioni, ma non tutti siamo portatori sani di sentimenti.
il sentimento è connesso più alle percezioni/conoscenze che alle sensazioni/informazioni; da non identificare il sentimento con il pensiero, come puro prodotto della mente. I sentimenti vanno collocati in uno spazio indefinibile che rende possibile una serie di transazioni tra la mente ed il corpo.
I sentimenti vanno integrati come parti dell'esperienza di sè nella relazione con gli altri, in modo da orientare la persona verso una realtà condivisibile, verso uno stile di vita, di convinzioni, di comportamenti, che hanno valore sul piano antropologico, ma, in misura maggiore, su quello psicologico, perchè danno senso alla propria vita, in un processo di autorealizzazione.


Ciao lighty,
scusa se ti rispondo solo adesso, ma sono stata fuori per lavoro.
Sono in generale d'accordo con le tue affermazioni, aggiungo ancora qualcosa...

Le emozioni sono delle reazioni affettive, brevi ma intense, che insorgono all’improvviso in risposta a degli stimoli ambientali che per un qualunque motivo ci colpiscono. La differenza che le contraddistingue dai sentimenti è che questi ultimi non dipendono da uno stimolo esterno ma dai nostri interessi, dai nostri valori, dalle influenze del nostro contesto culturale, persistono nel tempo, indipendentemente dalla presenza vicino a noi di ciò che ci attira. (E qui si apre un nuovo spazio di riflessione: la nostra mente è condizionata, quindi condiziona i nostri sentimenti?)
Le emozioni primarie sono sette: la paura, la rabbia, la tristezza, l’accettazione, il disgusto, l’attesa e la sorpresa. Dalle combinazione di queste sette emozioni derivano tutte le altre.
Le emozioni, quando compaiono in noi, provocano una serie di reazioni a livello somatico, vegetativo e psichico, ad es. arrossire, tremare, sudare, respirare più velocemente, accelerazioni del battito cardiaco, aumento della pressione, alterazioni nella salivazione.
L’utilità delle emozioni consiste nel permetterci di valutare nell’immediato se uno stimolo ci sorprende, ci piace oppure no, se è meglio allontanarsi da esso.
Perché è fondamentale il controllo emotivo:
ogni giorno ognuno di noi prova un’ampia gamma di emozioni, la gioia di vedere una persona amata, l’ansia di guidare in mezzo al traffico, la curiosità di sapere le novità.
Queste emozioni non sono degli ostacoli ma, al contrario, forniscono degli stimoli per mettere a punto delle strategie più adeguate per vivere.Organizzare meglio i nostri impegni per dedicare più tempo al partner, scegliendo la strada meno trafficata o orari più tranquilli.
ci sono persone che si sentono impotenti nei confronti di emozioni molto intense, di paure che impediscono di vivere serenamente. Un’emozione che in certi contesti è funzionale, si trasforma in un comportamento inadeguato, in psicologia chiamato disturbo ossessivo-compulsivo.
Per riuscire a controllare le emozioni, anziché vivere in balia di esse, è fondamentale la nostra capacità introspettiva, la sincera voglia di conoscerci e abbandonare la tendenza presente in ognuno di noi ad incolpare gli altri o le circostanze del nostro malessere. Osservandoci attentamente possiamo capire qual è il nostro stile nell’affrontare le varie situazioni della vita, come rispondiamo ad esse attraverso i comportamenti, le parole e i pensieri.

Controllare le emozioni ci permette di manifestare agli altri come ci sentiamo dentro e di farlo in modo adeguato alla situazione e secondo le modalità previste dalla nostra cultura di appartenenza e dall’educazione. Ritorniamo al discorso sulla mente condizionata, che condiziona inevitabilmente emozioni e sentimenti, creando nell’individuo una libertà illusoria, falsa.
Siamo tutti individualità intrappolati dentro personalità, create dalle nostre menti condizionate. Come si fa a raschiare la crosta superficiale fino ad arrivare alla nostra essenza più pura, silente, sprofondata nelle nostre profondità abissali?! Come si fa a tornare al vero Sè?

Ciao
Isolaevanescente is offline  
Vecchio 15-06-2010, 17.46.02   #20
lightly
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Riferimento: la strada

Ciao Isolaevanescente.

In linea di massima, condivido le tue affermazioni su emozioni, sentimenti e loro devianze.
Mi risulta poco chiara la comprensione di questa tua affermazione:
"Controllare le emozioni ci permette di manifestare agli altri come ci sentiamo dentro e di farlo in modo adeguato alla situazione e secondo le modalità previste dalla nostra cultura di appartenenza e dall’educazione."

Sulla mente condizionata che condizione a sua volta, il discorso si fa complesso.
La libertà del soggetto è sempre relativa all'oggetto o meglio alla percezione di esso. La percezione è soggettiva, per cui il tutto si risolve o si complica in una partita di ping pong tra soggetto ed oggetto. E' un gioco velocissimo che avviene in un labirinto di connessioni ed interazioni sia cognitive che emozionali. Il risultato del gioco è determinato dal modo di relazionarci, sia con noi stessi che con gli altri. A sua volta, il modo di relazionarci è risultato di altri giochi.
Una interminabile "reazione a catena"
La libertà non è "illusoria, falsa", a mio parere, nasce come risultato finale del gioco, ed è relativa a quel gioco.

Si è prigionieri delle nostre personalità?
Non ci sono prigioni dalle quali non si possa evadere.
Possono mancare le motivazioni necessarie per evadere, questo si.

Come si fa a tornare al vero Sè?
Più volte scrivi di questo Sè, ma non sono riuscita a capire cos'è per te. Resta sempre un qualcosa di indefinito.
Essenza più pura?
Cos'è per te questa essenza più pura?

lightly is offline  

 



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