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Vecchio 30-01-2007, 14.45.33   #1
nabladue
Ospite
 
Data registrazione: 13-01-2007
Messaggi: 18
Lezione Di Etica: Il Teorema Di Pitagora

Siamo in Grecia, nel IV secolo a.c., un gruppo di studenti, tra cui Aristotele, assistono ad una lezione di etica. Tutti gli studenti rimangono sorpresi nonché delusi: si parla di aritmetica e geometria.
Inizialmente pensano di aver sbagliato corso, increduli e sbigottiti continuano ad ascoltare.
“…i discorsi sul bene nel loro significato logico e ontologico
si devono cogliere attraverso calcoli, misurazioni e rapporti
Matematici”
Viene ribaltata la concezione tradizionale per cui l’etica, il vivere bene, si coglie attraverso la morale. Quale morale?
La morale religiosa, accettata per fede? La morale personale e quindi frammentaria, espressione del singolo e dunque tante morali tutte diverse ed in contrasto tra loro?
No, morale intesa come corretto modo di pensare, come ragionamento.
Non fede cieca in qualcosa di superiore lontano da noi ed inafferrabile, non assenza di morale e non più conflitto di milioni di morali.
Attraverso il ragionamento corretto, indipendentemente dal metodo utilizzato si arriva alla stessa soluzione.
Un’ etica che risolve i problemi quando si presentano, che non ha bisogno di leggi scritte ed imposizioni.
Se si riesce a tradurre la realtà in termini di misure e calcoli, si dovrebbe riuscire a farlo (o quanto meno tentare) anche per il Bene, che è non qualcosa di opinabile o imposto, ma è ottenuto attraverso il ragionamento ed il metodo corretto.
Se anche oggi, per molte persone il cervello e l’intelletto sono un peso, difficile da sopportare,
e la libertà di pensiero, a volte porta all’isolamento ed alla solitudine, in una società che ci obbliga
ad abbracciare e condividere il pensiero di qualcun’ altro, a comprare quello di cui non avremmo
bisogno, ad apprezzare quello che in realtà non ci piace, questo Maestro, era proprio fuori tema?
Ciao a tutti.
nabladue is offline  
Vecchio 30-01-2007, 16.37.08   #2
Carlo Forin
Ospite abituale
 
Data registrazione: 12-09-2005
Messaggi: 219
Riferimento: Lezione Di Etica: Il Teorema Di Pitagora

Citazione:
Un’ etica che risolve i problemi quando si presentano, che non ha bisogno di leggi scritte ed imposizioni.
Se si riesce a tradurre la realtà in termini di misure e calcoli, si dovrebbe riuscire a farlo (o quanto meno tentare) anche per il Bene, che è non qualcosa di opinabile o imposto, ma è ottenuto attraverso il ragionamento ed il metodo corretto.
Forse saprai che il teorema di Pitagora si insegnava nelle scuole babilonesi 1000 anni prima di Pitagora, e lo prova una tavoletta scrittoria conservata in un museo babilonese. Io ho molta fiducia nella razionalità umana. Ho scoperto che il Bene, avverbio in latino, viene da BE NE sumero, generazione (NE) dell'Essere. L'inizio biblico (Bereshit) ha la prima sillaba BE, l'Essere. E' vero che il bene è ben stampato nel cuore di ognuno di noi, è vero che il benessere totale, che va oltre il benessere materiale, può venir perseguito. Credo però che sarà utopico ancora per molto tempo il perseguimento del bene spontaneo ed inequivoco di 6.500.000.000 umani, molti dei quali possono veder la vita come una possibilità vivibile da pochi. Ho visto un padre piangere una sera in Perù, perchè non aveva da sfamare i figli il giorno dopo. Quanti reagiscono come lui, capace di asciugarsi le lacrime e tornar a far festa senza prendersela materialmente con nessuno?
Carlo Forin is offline  
Vecchio 30-01-2007, 17.39.28   #3
S.B.
Ospite abituale
 
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
Riferimento: Lezione Di Etica: Il Teorema Di Pitagora

Anche secondo me la morale ha una sua struttura razionale-matematica, quindi è alla nostra portata.
Il problema è che, secondo me, i meccanismi macroscopici che viviamo quotidianamente hanno troppe dimensioni, valutare ogni azione in relazione allo spazio ed al tempo, per noi e per le conseguenze sugli altri non è facile.
Questo mi porta a dire che non possiamo basare la nostra morale totalmente sulla ragione, spesso occorrono compromessi, serve seguire l'istinto, "il cuore".

Anche per una morale basata sulla ragione servono principi comuni logicamente indimostrabili, che vanno presi come assiomi, che spesso non ci sono e causano contrasti anche in seno alla ragione.

Ad esempio la pena di morte. Se io proclamo la vita come il bene primo sarò contrario alla pena di morte, ma se un altra persona non è d'accordo sul mio principio diventa difficile sviluppare un discorso razionale.
Per questo dico che servono fondamenta comuni, generalissime, prese come assiomi. Senza le quali è difficile sviluppare una "morale ragionevole", che resta comunque più efficace, per me, di una basata sulla religione o altro.
S.B. is offline  
Vecchio 31-01-2007, 09.07.18   #4
nabladue
Ospite
 
Data registrazione: 13-01-2007
Messaggi: 18
Riferimento: Lezione Di Etica: Il Teorema Di Pitagora

"Forse saprai che il teorema di Pitagora si insegnava nelle scuole babilonesi 1000 anni prima."

La matematica riesce a rendere universale ciò a cui è applicata, culture diverse in luoghi ed epoce diverse raggiungo lo stesso risultato, a volte, in modi anche diversi. Un' etica matematica dovrebbe tendere proprio a questo; non chiedetemi come formalizzare una tale scienza, ma è ciò a cui mi piacerebbe si arrivasse.

"Ho visto un padre piangere una sera in Perù, perchè non aveva da sfamare i figli il giorno dopo"

Per ogni uomo che soffre, c'è una scelta “eticamente” errata di qualcun'altro.


"Questo mi porta a dire che non possiamo basare la nostra morale totalmente sulla ragione"

Certo non si posso negare le sfere emotive dell'uomo ma, la ragione deve fare da direttore d'orchestra senza negare tutto quello che l'uomo ha dentro (emozioni, passioni,…).

ciao
nabladue is offline  
Vecchio 01-02-2007, 09.47.54   #5
La_viandante
stella danzante
 
L'avatar di La_viandante
 
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
Riferimento: Lezione Di Etica: Il Teorema Di Pitagora

Anche io avevo aperto un thread sull’argomento tempo fa.
Solo che più che indicare un metodo matematizzato di morale, in modo che andasse bene per tutti ritenevo, e ritengo ancora ora che il pensiero matematico, abituando all’empirismo, al fare i conti con la razionalità in qualche modo abitua l’essere a “moralizzarsi”, mentre la spiritualità uscendo dall’immanente non può fissare delle regole “oneste”, sarebbero sempre al di fuori del razionale, dello sperimentabile del condivisibile e nell’ambito spirituale, cioè del non sensibile, è necessariamente in agguato la frode, non potendo la morale spirituale per forza di cose essere falsificabile.

Esempio attuale: l’etica cattolica sull’eutanasia
L’uomo non può decidere di togliersi la vita perché questa non appartiene a lui ma a dio.

E perché a dio,e non a questo punto agli alieni? Si può smentire in qualche modo che sia questa volontà divina, o aliena, o di un Flying spaghetti monster?

Una morale che si basasse invece su dati reali, ad esempio in termini matematici di massima soddisfazione:volontà di vivere, tanto per dirne una, rispetterebbe dei canoni di assiomatizzazione e diverrebbero unici, universali, assoluti, ma anche … relativi.
La_viandante is offline  

 



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