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Vecchio 03-07-2007, 07.47.29   #1
pensierolibero
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Data registrazione: 02-07-2007
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Essere o non Essere parte seconda, ovvero Il buio oltre la siepe

Ci sono già state, è ovvio, discussioni sul famoso dilemma dell'esistenza. Esisto io? Esiste ciò che io non conosco? Esiste l'energia o solo la materia?

Tutte queste discussioni si basano sul concetto di "esistenza". Ma l'esistenza è un concetto antropico. E' legato alla dimensione uomo. Ha valore in senso assoluto?

Si è portati a dire che l'uomo esiste, ma che, per esempio "non esistono quantità significative di antimateria in tutto l'universo" (vedi Wikipedia sotto la voce omonima). Diciamo che i Dinosauri "esistevano", sottintendendo che non esistano più, che i Draghi o gli Unicorni non esistano.

Oggi sappiamo che il DNA si può modificare. La nostra tecnologia ancora non ce lo permette, ma in teoria sarebbe possibile creare sia Draghi che Unicorni, ricreare i Dinosauri. Quindi la nostra affermazione "esiste" è legata alla dimensione tempo in vario modo. Sempre in senso antropico.

Possiamo definire un essere vivente "una entità presente in un dato punto dell'universo in un dato momento"? Se possiamo considerare valida questa affermazione e se consideriamo le dimensioni (sconosciute) dell'Universo e del tempo, vediamo che invece la dimensione spazio e tempo di un essere vivente tende a zero. Non molto diversamente dalla vita di particelle sperimentali create in laboratorio, che tendono all'annichilimento, alla scomparsa. Anche la vita di un essere vivente tende all'annichilimento, alla fine, in modo certamente molto più rapido anche del famoso sasso.

Ecco che allora la domanda iniziale "essere o non essere" ha valore solo se riferita a "qui e ora". Un "qui e ora" a dimensione umana perché, se cambiamo le scale di grandezze verso l'alto o verso il basso, cambia pure il concetto che noi diamo all'esistenza.

Supponiamo di fare una foto che ci rappresenti questo "qui e ora". Questo "istante" rappresentato potrebbe essere già così ampio da impedirci di distinguere delle forme di vita (qui uso il termine in senso lato, per indicare un qualcosa che è comparso e scomparso). Per quanto possa essere breve questo istante, sarà sempre possibile ipotizzare questa evenienza.

Ma se non posso distinguere tra l'essere e il non essere, posso distinguere la realtà che mi circonda? O anche il concetto di realtà è troppo vago per l'essere umano?
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Vecchio 04-07-2007, 04.49.14   #2
pensierolibero
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Riferimento: Essere o non Essere parte seconda, ovvero Il buio oltre la siepe

Non speravo in una replica immediata a queste mie osservazioni, avrei peccato di superbia. Sono nuovo del forum, non sono filosofo né di professione né di esperienza, mi piace solo cercar di ragionare autonomamente.

Ho guardato qui e lì in qualche topic dove il discorso verteva su argomenti simili e mi pare (ma potrei pure sbagliarmi), che si parli molto di "verità", ma poco di quanto questo concetto sia legato al "tempo", all'istante.

Mi sono allora chiesto chi e cosa posso portare a favore del mio discorso. Ecco allora Helga Nowotny, che parla di "scale temporali adeguate al comportamento ed alla percezione degli uomini". Antropiche quindi. Mentre Roger Penrose ci ricorda, nel suo libro "The Large, the Small and the Human Mind", come la scala del tempo di Planck o "cronone" sia una scala temporale di circa 10^(-43) secondi, la più breve di qualsiasi cosa di cui si sia fatta esperienza in fisica delle particelle, e di come le particelle a tempo di vita più breve, dette risonanze, durano circa 10^(-23) secondi.

Siamo già a dimensioni non concepibili per la mente umana e sicuramente non rappresentano il limite (ma esiste?). Ma già una risonanza può esistere e cessare di esistere 10^23 volte in un secondo. Poiché sono dimensioni "non umane", possiamo dire che siamo in un caso di esempio di logica fuzzy?

Lascio a voi la risposta, ma non è questo che mi importava, quanto che se l'uomo non riesce a determinare il concetto di "ora" (istante) si finisca nella solita considerazione che non esista il presente ma solo il passato ed il futuro. Ma se non esiste il presente, non solo perché al momento in cui lo concepiamo appartiene già al passato, ma perché nemmeno riusciamo a concepirlo, appartenendo ad una dimensione al di là delle nostre capacità umane, questo non pone forse dei limiti pesanti ad ogni nostro sforzo di comprendere la natura delle cose? Le nostre non saranno sempre solo ipotesi limitate da ciò che non conosciamo e che non potremo mai conoscere? Ipotesi affascinanti, bellissime, ma che non potranno mai avere conferma o smentita (se non in minima parte)? (ma non per questo non merita discuterne)

Se qualcuno avesse voglia di aiutarmi in questi miei pensieri ne sarò felice.
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Vecchio 04-07-2007, 22.44.15   #3
glorfindel
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Riferimento: Essere o non Essere parte seconda, ovvero Il buio oltre la siepe

Un credente risponderebbe a queste domande dicendo che sono i misteri di Dio e che non vi è niente al di là se non il suo potente reame o roba simile

Da parte mia ti dirò che per la percezione che l'essere umano possiede nei confronti della realtà che gli sta intorno non può(per ora)avere piena coscienza di ciò che è veramente la dimensione dello spazio e la sua posizione nel tempo!L'uomo è quell'essere vivente insignificante che ha la facoltà di farsi tutte le domande che vuole su quelle cose su cui non può avere una risposta.Egli vive,si riproduce e muore senza un fine ben preciso e quindi senza alcun motivo ben preciso del perchè continuare a vivere e dello scopo della sua sopravvivenza.Tuttavia siamo dominati da sensazioni come (in primis)la speranza che ci fa credere di essere più importanti di ciò che siamo e ognuno così può sentirsi importante nonostante ai fini dello svolgimento universale e anche(in maniera molto ridotta)alla sopravvivenza della società la sua persistenza nel vivere è insignificante!

Rispetto agli altissimi concetti che hai esposto la mia risposta mi pare proprio molto poco degna ma in fondo non è facile trovare parole e risposte adeguate a domande che in tutta la esistenza umana non si è mai riusciti a giungere ad un perchè!
glorfindel is offline  
Vecchio 05-07-2007, 08.32.18   #4
pensierolibero
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Riferimento: Essere o non Essere parte seconda, ovvero Il buio oltre la siepe

Anzitutto ti ringrazio per la risposta.

Qualche volta mi immagino una palla da baseball battuta verso un lontano fuoricampo. E mi chiedo: se quella palla da baseball fosse come il nostro universo? (con tutti i ragionamenti possibili da questo derivati)
Una cosa mi colpisce subito: la distanza tra la palla mentre vola in aria e gli altri oggetti. Se ipotizzo appunto la palla come il nostro universo e gli altri oggetti come altri universi, lo spazio tra di essi sarebbe qualcosa di veramente immenso. Il che purtroppo mi fa disperare sulla possibilità, anche in un lontano futuro, che l'uomo possa trovare risposte a tanti interrogativi.
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Vecchio 05-07-2007, 14.00.00   #5
TheDruid
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Riferimento: Essere o non Essere parte seconda, ovvero Il buio oltre la siepe

Psicologicamente parlando, l esistenza è una prova di coscienza, è una presa di coscienza.

Sono conosciuti generalmete tre stati di coscienza

1-Coscienza di vigilanza. (in contrapposizione allo sato comatoso o morto)
2-Coscienza fenomenica.
3-Coscienza metarappresentativa.
Ogni presa di coscienza presuppone inevitabilmente la sussistenza della antecedente, al di fuori della prima naturalmente.

Mentre il primo stato è intuitivo dalla descrizione, il secondo rappresenta la presa di coscienza di fenomeni esterni, "l'esistenza delle cose intorno a te", ma non di se stessi, a causa forse di una mancanza di una memoria autobiografica. La maggior parte delle specie terrestri ne sono dotate, ma alcune addirittura ne sono prive.

Il terzo stato rappresenta la coscienza di se, la consapevolezza della propria esistenza, e tutte le relazioni che ne scaturiscono. Essa rappresenta forse la base di quella che viene inesa come intelligenza, ed è divisa in più "livelli di raggiungimento" che ora nn sto qui a spiegare(anche perchè nn sono ancora molto preparato).L'animale definito intelligente ad esempio, è quello che riesce a mettere in relazione se stesso con gli altri, e ironicamente le forme che si trovano in natura sono prettamente legate all'inganno dei simili.

Questo è l'aspetto "psicologico di base".


La presenza dell'"antimateria" o comunque di materia che segue un processo inverso alla materia "comune" è comunque un fatto che era (presuntuosamente) immaginabile, essa mantiene l'equilibrio di esistenza e rinforza la dinamo dell'universo.La sua presenza nello spazio si pensa sia inferiore al materia normale, e questo avrebbe lasciato lascito alla materia, e alla vita.Ma la mia immaginazione mi porta a pensare che come ci sia un centro di materia positiva nell'universo conosciuto, ce ne dovrebbe essere almeno un altro di materia negativo nell'universo sconosciuto, due sorte di poli(prer essere coerenti, infiniti poli).

Fantasie a parte io aderisco alla teoria sull'esistenza che ho suddetto, e sono uno di quelli che crede che nella sperimentazione di stati coscienza di alternativi, si potrebbero trovare molte più informazioni di quante se trovano in una chiesetta.....
TheDruid is offline  

 



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