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Vecchio 01-04-2011, 12.40.48   #1
Giancarlo Petrella
Ospite
 
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Data registrazione: 31-03-2011
Messaggi: 10
Cosa avrebbe risposto Kant a Schulze in merito alla sua 'critica'?

Schulze sostiene che, sulla scia di Kant, non si può mai conoscere nessuna realtà a priori, in quanto i concetti senza le intuizioni sono vuoti, ma allora, su che cosa si basa la filosofia critica quando parla di intuizioni? Di categorie? Di idee? Che cosa significa, dunque, conoscere a priori le forme della conoscenza visto che la conoscenza è tale quando non risulta essere vuota? In merito Kant cosa avrebbe risposto? Sapendo anche che non si può dare validità ad una teoria, come lui stesso ha dimostrato, solo perché logicamente é valida o non se ne può fare a meno. Come fanno, infine, tali concetti, allora, ad essere validi necessariamente?
Giancarlo Petrella is offline  
Vecchio 08-06-2011, 21.19.28   #2
and1972rea
Moderatore
 
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
Riferimento: Cosa avrebbe risposto Kant a Schulze in merito alla sua 'critica'?

Citazione:
Originalmente inviato da Giancarlo Petrella
Schulze sostiene che, sulla scia di Kant, non si può mai conoscere nessuna realtà a priori, in quanto i concetti senza le intuizioni sono vuoti, ma allora, su che cosa si basa la filosofia critica quando parla di intuizioni? Di categorie? Di idee? Che cosa significa, dunque, conoscere a priori le forme della conoscenza visto che la conoscenza è tale quando non risulta essere vuota? In merito Kant cosa avrebbe risposto? Sapendo anche che non si può dare validità ad una teoria, come lui stesso ha dimostrato, solo perché logicamente é valida o non se ne può fare a meno. Come fanno, infine, tali concetti, allora, ad essere validi necessariamente?

chissa', forse Kant avrebbe interrogato Schulze sulla padronanza dei propri scritti chiedendogli in quale modo egli potesse distinguere, kantianamente ,l'esperienza dei fenomeni onirici da quelli non onirici; l'apriori kantiano ,visto con gli occhi di Schulze, quale criterio avrebbe adottato per distinguere il sogno dalla realta'? forse, Kant adotta la discriminante della certezza morale, perche' fra la cosa in se' ed il fenomeno non mi pare che Kant evochi un nesso di causalita' concettuale, egli , semmai, evoca una sorta di "certezza morale" del fatto che l'inconoscibile si possa "incarnare" o "informare" nell'apriori, ma, nello stesso tempo, non lo si possa conoscere.
Forse, l'epitaffio sulla sua lapide potrebbe avere un senso anche in questo caso :" la legge morale in me, il cielo stellato sopra di me"
and1972rea is offline  
Vecchio 10-07-2011, 19.21.41   #3
Gaffiere
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 06-01-2009
Messaggi: 111
Riferimento: Cosa avrebbe risposto Kant a Schulze in merito alla sua 'critica'?

Citazione:
Originalmente inviato da Giancarlo Petrella
Schulze sostiene che, sulla scia di Kant, non si può mai conoscere nessuna realtà a priori, in quanto i concetti senza le intuizioni sono vuoti, ma allora, su che cosa si basa la filosofia critica quando parla di intuizioni? Di categorie? Di idee? Che cosa significa, dunque, conoscere a priori le forme della conoscenza visto che la conoscenza è tale quando non risulta essere vuota? In merito Kant cosa avrebbe risposto? Sapendo anche che non si può dare validità ad una teoria, come lui stesso ha dimostrato, solo perché logicamente é valida o non se ne può fare a meno. Come fanno, infine, tali concetti, allora, ad essere validi necessariamente?

Con ogni probabilità Kant limita il conoscere al dato fenomenico per salvare il presupposto del suo sistema (riscattare il quale equivale a negare il sistema stesso) cioè il dualismo gnoseologico che eredita dai suoi predecessori e che fa esplodere nella Critica. Motivo: poichè la realtà è in sè rispetto al soggetto conoscente (premessa assunta acriticamente, nel senso che l'esperienza come recettività dall'esterno è un presupposto che non appare fenomenologicamente), la conoscenza coglierà il per sè (il soggettivo) ma non non l'in sè - deduzione della distinzione tra pensare e conoscere (pensare la cosa in sè è possibile perchè porre qualcosa oltre al pensiero è autocontraddittorio, ma conoscerla no). Siccome il conoscere non ha presa sull'in sè non può che rivolgersi all'esperienza fenomenica (e da ciò segue che un concetto senza intuizione o materia sensibile è vuoto).
I concetti puri della conoscenza non si danno se non in riferimento al dato sensibile, conoscere i concetti puri significa esibirne l'utilizzo trascendentale, rilevare nell'atto di conoscenza che essi sono necessariamente implicati. Ciò non significa poter isolare il concetto dal suo riferimento (la spazialità non prescinde mai dalla materia che informa).
Gaffiere is offline  

 



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