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Vecchio 08-04-2013, 10.36.59   #11
CVC
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
Riferimento: Esiste una verità etica?

Citazione:
Originalmente inviato da naruto
Il mio problema è principalmente etico.In particolare,essendo molto confuso,vorrei leggere delle vostre opinioni in merito a ciò che sto per proporvi.E' una questione la cui risposta non mira diretta a uno scopo pratico,piuttosto si propone di definire,o quantomeno chiarire,quelli che dovrebbero essere i fondamenti di un etica giusta e stabilire se questi esistano aprioristicamente o siano esclusivamente il frutto del nostro intelletto.Sono convinto che alla base dell'etica e del comportamento nell'accezione più generale,ci sia un nichilismo di fondo incrollabile,secondo cui nessuna azione in sè può avvicinarsi o allontanarsi da un codice etico universale e precostituito, che stabilisce se taluna azione sia eticamente corretta o meno.Indi per cui,un assassinio è da considerarsi un azione come lo è bere del latte,poichè nessuna delle due in realtà è suscettibile di giudizio,non essendoci appunto niente di assoluto che permetta di capire e valutare la bontà di un gesto.D'altra parte,a mio avviso,ciò non giustificherebbe un totale abbandono a se stessi,poichè ritengo che proprio ciò funga da trampolino di lancio verso una nuova forma di pensiero sui cui Nietzsche si soffermò appassionatamente:L'"adozione" di un nichilismo attivo.Egli riprende la massima "conosci te stesso e diventa ciò che sei" e la reinterpreta in un modo ancor più liberale,anteponendo non il valore intrinseco di un comportamento rispetto a un altro,ma quello che si nasconde dietro a esso,se cioè sia frutto di un attenta meditazione e consapevolezza di sè.Cito un passo de La gaia scienza precisamente l'aforisma 335:"Limitiamoci,dunque,a epurare le nostri opinioni e valutazioni,e alla creazione di nuove tavole di valori che siano nostre:ma non stiamoci più a lambiccare sul valore morale delle nostre azioni!".Per come l'ho inteso io,l'unico motivo per emettere una sentenza circa il valore di un gesto,è se dietro esso ci sia stata un'attività di ricerca e introspezione che sarebbe in grado di far dire all'esecutore "sì,ho compiuto questo gesto perchè dopo un attenta analisi l'ho ritenuto giusto".Io credo che un pensiero simile sia molto importante soprattutto perchè modifica radicalmente il nostro modo di giudicare e intendere le azioni(di qualunque tipo).La domanda che sorge a questo punto è la seguente:anche nel caso in cui l'esecutore abbia delle motivazioni valide,abbiamo il diritto di giudicarlo? Credo di si,ma nel farlo dobbiamo essere consapevoli che in realtà il gesto e le opinioni dell'esecutore non sono più sbagliate delle nostre.Si può giudicare un azione in base a tantissimi fattori.Un gesto è sbagliato perchè viola un diritto universale,o perchè è necessario che non avvenga per la preservazione della specie,o perchè è un dio ad imporlo,o perchè concordiamo con un filosofo(in questo caso Nietzsche), e così via.Ma alla base dobbiamo essere consapevoli che in realtà non esiste un termine di paragone assoluto e che a livello logico e razionale tutto si riduce all'opposizione di un opinione con un altra e permane dietro tutto ciò un incontrastabile impossibilità di stabilire quale di esse sia giusta.Credo sia un passo importante verso la verità.
La morale o etica è l'alternativa alla legge della giungla. O esiste un ideale di giustizia da perseguire, altrimenti pesce grosso mangia pesce piccolo resta l'unica legge vigente.
Esiste una verità etica? Di sicuro esistono gli affanni vendicatori, i rimorsi della coscienza. Se nell'animo umano esiste il rimorso, significa che la coscienza non ignora la legge morale, il suo provare rimorso è il riconoscere una incoerenza fra azioni e volontà dell'anima.
Guardando ai fatti di cronaca vediamo che fra gli autori di omicidi efferati c'è chi confessa dopo poco tempo dal reato commesso, ciò significa che sente il bisogno di liberare la coscienza dal peso del suo segreto. C'è anche chi rimane freddo e nega anche di fronte all'evidenza, per nulla toccato dai rimorsi e preoccupato solo di evitare la pena.
Forse è come nel ritratto di Dorian Gray. Quando Gray uccide il pittore Basil che rimproverava la sua condotta morale, egli non prova alcun rimorso. Ma quando scorge nel suo ritratto lo specchio della sua anima nera, non può resistere a tale vista, sfoga la sua rabbia sul ritratto come se il suo male fosse nel ritratto stesso e non dentro di sè.
Forse abbiamo tutti il nostro ritratto nascosto in cantina che riflette le nostre macchie lasciando intonso il nostro aspetto apparente, si tratta di scegliere se guardare o non guardare.
CVC is offline  
Vecchio 14-04-2013, 10.30.53   #12
and1972rea
Moderatore
 
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
Riferimento: Esiste una verità etica?

Tutto e' relativo rispetto a noi stessi,persino Dio ci lascia liberi di scegliere, persino iLucifero ebbe il sacrosanto diritto di fare le sue scelte...ogni morale non puo'che essere la nostra morale.
and1972rea is offline  
Vecchio 17-04-2013, 12.39.59   #13
Aggressor
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-07-2010
Messaggi: 405
Riferimento: Esiste una verità etica?

Trovo che il problema della relatività dell'etica abbia almeno un punto positivo: se messi all'interno di uno stesso sistema di riferimento la "verità" esiste.

In altre parole se è pur vero che ogni persona particolare, in quanto soggiace ad un particolare sguardo sul mondo, arriva ad intendere personali prescrizioni morali, uno stesso sguardo sul mondo porterebbe agli stessi precetti (se io fossi te la penserei come te..). Già se vivo nello stesso paese di un altro individuo è molto più facile interpretare gli eventi e reagirvi in modo simile. Si può anche spiegare perché si è perseguita una certa linea di azione e vedere se c'è coerenza con le premesse accolte.

Anche la somma degli angoli di un triangolo può non portare a 180 gradi se il sistema in cui è collocato non è un piano liscio, ma all'interno di questo sistema le cose stanno così, si può dire, almeno con una buona approssimazione, che la Verità è quella.


Il mio punto di vista per ora è quello di identificare il mio Io con tutto ciò che esiste, per motivi che ho pure accennato in altri post, pertanto trovo svantaggioso (mi rendo conto però di rifarmi ad un certo utilitarismo, posizione che può tornare problematica) non curarmi dell'altro (in senso totale), poiché questo vorrebbe dire non curare me stesso. Si tratta di un semplice primo passo che permette di dimostrare che l'altruismo è una buona via, il problema poi diviene enorme quando mi chiedo quel'è il miglior modo di curarmi dell'altro. Un genocidio potrebbe essere il miglior modo di gestire l'umanità in una certa situazione storico-sociale? Come escludere questa possibilità? Perché escluderla? Accenno semplicemente all'incredibile problematicità della questione etica.


Comunque sono ottimista riguardo ad un lento forse e faticoso accordo "degli Io" umani. Prima o poi il punto di vista sarà simile per tutti e così l'etica, e non è detto che una verità logica/filosofica/scientifica non venga presa per buona, non sia la "verità" anche sul piano etico, come per il triangolo.
Aggressor is offline  

 



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