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Vecchio 19-03-2014, 09.37.18   #11
jeangene
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Data registrazione: 30-08-2012
Messaggi: 335
Riferimento: Sul nostro corpo

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Un insieme di cellule forma un tessuto, un insieme di tessuti forma un organo, un insieme di organi forma un apparato, un insieme di apparati forma un organismo.
Noi siamo un vero e proprio sistema complesso di cui non siamo la semplice sommatoria delle parti il corpo se ne comprendiamo anche la mente/cervello è un concetto olistico è un valore aggiunto ancora inesplicabile.
Ho sempre pensato, al di là dei concetti biologici, che siamo qualcosa di così complesso e raffinato eppure semplicemente nato da un'incontro di due cellule, da essere forse la più grande meraviglia dell'universo:la vita., perché il corpo a quello serve. Conosceremo meglio Marte e non capiremo ancora noi stessi.
E' proprio quì che sta la meraviglia, non sappiamo definirci alla perfezione eppure possiamo conoscere il mondo senza conoscere noi stessi. La naturalezza della curiosità del bambino che non ha ancora una riflessione su di sè, nemmeno la volontà è in gioco perché la curiosità del conoscere è attiva prima di un barlume di consapevolezza di sè.. E cerca i significati che poi relazionerà fra loro costruendo una idea di senso, di percorso fino a chiedersi ciò che ci siamo da sempre chiesti tutti e da lì maturerà.

Forse siamo spirito(anima) , psiche e mente/cervello, oltre che corpo fisico, ma non completamente separati, non siamo a comparti stagni, una sorta di interdipendenza fra fisicità e astrazione.
Eppure membrana, mitocondri, ribosomi, vacuoli,ecc, da dove viene mai la nostra coscienza, da un insieme biochimico, da comunicazioni di materia fra cellula e cellula, dall’elettromagnetismo?
Siamo così complessi nel nostro cervello che i neurobiologi hanno ormai capito che ogni cervello è unico, ognuno ha il suo.
Uno stesso evento , un fenomeno viene letto praticamente contemporaneamente dalla logica, dalla psiche e dall'anima e noi conosciamo abbastanza bene un solo linguaggio, i restanti….siamo un poco più goffi.
Uno stesso evento viene percepito dai sistemi logici ed emotivi in maniera diversa da più individui che partecipano a quell'evento per cui ognuno lo vive,lo ricorda, lo racconterà alla sua maniera e per questo ci è difficile comunicare le esperienze perchè oltre al linguaggio logico c'è qualcosa di emotivo che sale alla gola e passa per la voce, nel gesto.

Come costruire un parametro dell'emozione, come oggettivare ciò che è soggettivo? Forse la bellezza , la sincerità. lo svelamento di una verità., possono aver un sistema di misura?
E quale è li linguaggio dell'anima , la sacralità? Non necessariamente intesa come concetto religioso , ma come principio fondamentale per cui un credente o non credente trova la sua segreta motivazione per poter continuare a camminare nella vita, nella sua parte più recondita, più intima, laddove lo sguardo altrui non può percuoterlo.
Il corpo segue una sua evoluzione biologica, ma non necessariamente la mente gli è armonica.
Eppure se la mente si deprime o gioisce , influisce sui meccanismi psicosomatici.
A volte sentiamo il corpo distante dalla mente e a volte insieme armonicamente.
La vita è un grande mistero , forse il più grande. E il corpo che ne dà esistenza cerca barcollando per i sentieri della conoscenza, dell’esperienza prima un’accumulazione e infine una sinergia , una sintesi finale, una spogliazione:the end.

Si può indagare il corpo attraverso il metodo scientifico o attraverso l' analisi della relazione che abbiamo con esso ma penso possa essere indagato anche in altro modo. Ad esempio in precedenti interventi si è pensato il corpo come ciò che ci rende possibili limitandoci e formandoci (come può un sentire illimitato ed indeterminato/informe essere appunto sentito da qualcuno?).

jeangene is offline  
Vecchio 19-03-2014, 10.14.35   #12
kri
Ospite abituale
 
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
Riferimento: Sul nostro corpo

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Come costruire un parametro dell'emozione, come oggettivare ciò che è soggettivo? Forse la bellezza , la sincerità. lo svelamento di una verità., possono aver un sistema di misura?



Si possono. Ma è un lavoro di Ricerca esoterica (parola purtroppo abusata e oggi intesa con cavolate micidiali) più che filosofica. Perchè occorre un'attività pratica e non solo limitata alla questione del pensiero inteso come espansione delle idee.
Provo con un esempio per far capire cosa intendo, spero posa essere efficace.
Quando un'opera d'arte ha in se la bellezza di una intuizione che proviene dall'alto (non i quadri di Caravaggio, non le opere di Michelangelo... parlo di qualcosa che ha la fiamma della vita dentro come può essere un fiore) crea in ognuno che la guarda un certo movimento emozionale inconscio che stimola un cambiamento consapevole o incosciente (lo si può valutare ripassando sopra l'evento nel tempo), allora quello è oggettivo perchè colpisce uno spazio tempo ampio e duraturo, crea un cambiamento una emozione e colpisce un vasto campo di osservazione.

Oggettivo per me è qualcosa che riesce a contenere il maggior numero di informazioni e sistemi e sottosistemi in se e che da qualunque parte la guardi restitusce lo stesso risultato.
Il problema è che chi guarda qualcosa di oggettivo deve poter essere in grado di sostenere lo stesso livello dell'oggetto osservato, altrimenti lo osserverà solo da un punto di vista soggettivoe quindi limitato ad un piccolo spazio di osservazione e non sarà in grado di dedurne la bellezza e completezza. Ecco perchè la maggior parte delle volte ci si scontra sulle cose, non si è grado di vederne l'oggettività.

Guardare un monte dalla valle è limitato rispetto che osservare lo stesso monte dalla cima. Nel primo caso si vedrà un versante, nel secondo caso si vedrà tutto ed in profondità anche cìò che è lontano potendo restituire una visione maggiore, più larga, più chiara e Reale rispetto alla valle.

Citazione:
Eppure se la mente si deprime o gioisce , influisce sui meccanismi psicosomatici.
A volte sentiamo il corpo distante dalla mente e a volte insieme armonicamente.
La vita è un grande mistero , forse il più grande. E il corpo che ne dà esistenza cerca barcollando per i sentieri della conoscenza, dell’esperienza prima un’accumulazione e infine una sinergia , una sintesi finale, una spogliazione:the end.

Infatti come rilevi, siamo separati in tante piccole parti che sono ognuna soggettiva, e non comprendono in una sola visione il sistema completo del corpo, non più inteso come carne e basta, ma completo di tutti gli aspetti grezzi e più sottili. Una visione oggettiva sarebbe rilevare l'insieme del sistema in un'unica azione, una soggettiva è considerare che la mente interferisce sul corpo il quale subisce... in alcuni casi è anche viceversa. Si può unire sotto un'unica mente la "gestione" della vita.

Insomma, più si scende più ci si divide, più si sale più ci si unisce.
kri is offline  
Vecchio 19-03-2014, 11.17.05   #13
Ereignis
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 16-03-2014
Messaggi: 3
Riferimento: Sul nostro corpo

Citazione:
Originalmente inviato da jeangene
Innanzitutto benvenuto!
Sono io a ringraziare te, ho letto con piacere ed interesse il tuo intervento, una analisi seria e profonda, talmente profonda che temo di non avere colto tutte le conseguenze che ne derivano (spero che una ulteriore rilettura favorisca una migliore comprensione).
Ciò che emerge dai primi passaggi della tua analisi é che l' uomo ha una sempre incompleta padronanza/disponibilità del proprio corpo che si rende evidente in occasioni drammatiche come il suicidio e nell' immediato produrre, poi, più avanti, parli della relazione fra esseri umani e qui trovo davvero interessante come il corpo viene ad identificarsi con "la relazione tra come il corpo fisico é fattiziamente e come l' uomo viene a disporne, così che non vi é affatto mai un corpo fisico dell' uomo, ma sempre e solo il "così così", cioè quella relazione diviene l' essenza del corpo di quell' uomo stesso" e come esso risulti essere un limite invalicabile all' altro.

Sul sentiero dell'ultima considerazione di questo commento, penso che ci sia da mettere a tema anche questa questione: un soggetto che non incorra in alcun tipo di limitazione, non è necessariamente l'unico soggetto possibile? È possibile, e com'è eventualmente determinata, una relazione in cui uno dei due soggetti non sia limitato dall'altro soggetto? Quali generi di limitazione possono darsi perché il soggetto sia pur sempre infinito, pur essendo limitato? In questo caso, è possibile che dalla relazione tra due soggetti limitati ma infiniti, in un modo che risponda alla domanda immediatamente precedente, renda illimitati entrambi i soggetti? (queste domande trovano una certa forma di esemplificazione già nell'ultimo paragrafo del primo scritto, ma forse andrebbero trattate più astrattamente, così da verificare la possibilità, l'impossibilità o la necessità delle riflessioni dell'ultimo paragrafo)
Ereignis is offline  

 



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