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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 22-05-2014, 14.30.13   #11
arsenio
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Credo che chi sia cosciente delle fondamentali implicazioni che il fenomeno della filosofia greca antica ha sulla nostra cultura, in un certo qual modo senta la necessità di difendere le categorie di pensiero su cui si basa lo spirito filosofico: I concetti di principio comune a tutte le cose, di totalità degli enti, di verità incontrovertibile, di essere, di divenire: tutto proviene da qui.
Ogni linguaggio, credo, è funzionale agli obbiettivi che si pone
Presumo che Cacciari, ma anche altri grandi filosofi come Severino e Reale, si riferiscano a questo.
La civiltà tecnologica permette un sempre maggiore dominio dell'uomo sulla natura, ciò porta a forme di linguaggio sempre più sofisticate che, per essere assimilate, entrano in conflitto con le vecchie forme di linguaggio che appaiono sempre più superate. Ma se si intende la conoscenza come la costruzione di un edificio, allora nel rendere la casa sempre più funzionale e moderna, non bisogna però dimenticare le fondamenta su cui si è costruito. Se cadono I presupposti della nostra conoscenza, ossia le categorie del pensiero greco senza le quali non avrebbe senso nemmeno il cristianesimo, allora crolla tutto, crolla il senso delle cose, crolla il senso della vita.
Chi considera queste forme di pensiero superate non si accorge come in realtà la saggezza antica avesse già esaminato in profondità tutte le sfaccettature dell'essere. Noi al confronto siamo solo un pò più sofisticati.
Si parla di recupero delle idee metafisiche, ma io dico: siamo mai usciti dal nostro universo metafisico?
Come potremmo sperimentare coi sensi senza dei presupposti metafisici? Io non vedo proprio.
Si sente dire che Kant è superato, eppure ricerche scientifiche pare abbiano rilevato fra le popolazioni primitive che I concetti geometrici (e dunque spaziali) siano innati nella nostra natura.
Certo, c'è metafisica e metafisica, molta della quale è ciarlataneria. Ma il fatto che la scienza la consideri subordinata alla sperimentazione, non significa che non esista. Del resto il teorema di Pitagora da cosa è dimostrato se non da assiomi della ragione? E da dove vengono le rette, I punti e I piani se non dalla ragione?
E se gli scienziati ammettono l'esistenza di altre dimensioni non visibili alla nostra percezione tridimensionale, come arrivano a tali conclusioni se non con la ragione?
Eppure ci si continua a stupire di realtà metafisiche, puramente razionali.

La filosofia classica era uno stile di vita e di pensiero, ben lontano dalla pop-filosofia quanto da residui accademismi.

Attenzione a non confondere le essenze metafisiche, l'Essere e Dio con la realtà non visibile della scienza (atomi, neutroni,microbiologia) di cui ci sono prove oggettive che esiste ma non si può dimostrare. Diverse realtà anche dal noumeno cosa-in sé ipotesi non ritenuta utile alla ricerca scientifica.

La filosofia della scienza ( Popper) ha introdotto il concetto di "non falsificabilità", spartiacque tra ciò che ricade nella scienza e non.

gli Enti non sono sottoponibili nel metodo induttivo-sperimentale, replicabile.
puoi confrontare i metodi rigorosi della scienza, con le varie direzioni degli spiritualismi spesso "fai da te". Anche la "Verità" rivelata delle Sacre Scritture, è sa distinguere dalla verità scientifica aperta e non dogmatica.

Della metafisica non si può nemmeno dire che sia razionale, non ricade in nessuna logica formale.

Come dicevo può valere come analogia metaforica, non altro.
Per il linguaggio filosofico rimane necessario conoscerne i fondamenti.

Se conosci Kant sono oggi più citabile che mai, le sue indicazioni critiche:

Cosa posso conoscere
Cosa devo fare
Cosa mi è permesso di sperare.

arsenio
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Vecchio 23-05-2014, 07.59.09   #12
CVC
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Riferimento: Il labirinto filosofico

Gli stoici distinguevano la filosofia dal discorso sulla filosofia. Una cosa è parlare di filosofia, altra è vivere la filosofia. Certo il vivere la filosofia impone la scelta di alcuni punti fermi in base ai quali orientare il proprio comportamento, e questo potrebbe indurre a cadere nel pericolo del dogma. Ma, io dico, alla fin fine è inevitabile cadere in qualche dogma, in una qualche aporia. Il non cadere in nessun dogma equivale forse ad un'utopia, quindi si tratterebbe di scegliere fra dogma (concetti incrollabili su cui orientare la vita) o utopia (non avere nessun dogma). Lo stesso Cartesio, che nel suo discorso sul metodo poneva la regola di non cadere in nessun pregiudizio, di pregiudizi ne ebbe, tanto da impedirgli di accettare che potesse esistere una forza di attrazione fra I corpi.
Ma tornando alla differenza fra il discorso sulla filosofia e il fare filosofia, Cacciari, che è un grande filosofo, fa grandi discorsi sulla filosofia. Poi però lo vedo in televisione agitarsi ed inquietarsi nei dibattiti come il più accanito dei populisti. Allora mi dico: “E' questo il contegno che deve avere un filosofo? Sono questi gli effetti della filosofia?”
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Vecchio 23-05-2014, 18.24.45   #13
arsenio
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Originalmente inviato da CVC
Gli stoici distinguevano la filosofia dal discorso sulla filosofia. Una cosa è parlare di filosofia, altra è vivere la filosofia. Certo il vivere la filosofia impone la scelta di alcuni punti fermi in base ai quali orientare il proprio comportamento, e questo potrebbe indurre a cadere nel pericolo del dogma. Ma, io dico, alla fin fine è inevitabile cadere in qualche dogma, in una qualche aporia. Il non cadere in nessun dogma equivale forse ad un'utopia, quindi si tratterebbe di scegliere fra dogma (concetti incrollabili su cui orientare la vita) o utopia (non avere nessun dogma). Lo stesso Cartesio, che nel suo discorso sul metodo poneva la regola di non cadere in nessun pregiudizio, di pregiudizi ne ebbe, tanto da impedirgli di accettare che potesse esistere una forza di attrazione fra I corpi.
Ma tornando alla differenza fra il discorso sulla filosofia e il fare filosofia, Cacciari, che è un grande filosofo, fa grandi discorsi sulla filosofia. Poi però lo vedo in televisione agitarsi ed inquietarsi nei dibattiti come il più accanito dei populisti. Allora mi dico: “E' questo il contegno che deve avere un filosofo? Sono questi gli effetti della filosofia?”


Recentemente si lanciò l'idea di una filosofia per la vita addirittura terapeutica; il counselor filosofico, la consulenza filosofica, anche con riletture dei grandi pensatori.
Ognuno, volendo, può leggersi le opere di autori come Seneca, Epicuro, Lucrezio, dove non manca materiale di riflessione anche per i tempi attuali.

Il termine dogma ha varie accezioni, filosofiche, ma soprattutto ideologiche e religiose.
Possono essere affermazioni presuntuose o che mancano di un fondamento razionale, di cui non si dichiarano i fondamenti né le prove.

Per Kant il dogmatismo sono le affermazioni metafisiche fatte senza un'analisi , se sono giustificare e fondate sulla ragione o meno ( fa parte del suo criticismo).
La metafisica è un qualcosa a priori non fondato sulla ragione, oppure in campo religioso sono le Verità Rivelate, da accettare per fede senza discuterle.
A differenza della scienza per cui ci affidiamo a autorità esperte e riconosciute su cui manifestiamo una ragionevole fiducia e che si fondano sulla sperimentazione, ripetibilità. Ma non basta, ogni conclusione è revisionabile, da rettificare, cambiare, invalidare secondo future scoperte e ricerche.Si procede per verifiche senza mai raggiungere una validazione definitiva.
Così certi errori e incompletezze passate vanno giustificate perché non si conoscevano molte cose come adesso: la teoria dei quanti, la microfisica, soprattutto le neuroscienze e i suoi strumenti tecnologici con cui la filosofia
deve confrontarsi.
I filosofi come tutti in qualche misura rivestono vari ruoli, presentano atteggiamenti contrastanti, secondo i contesti.
Così Cacciari è filosofo, sindaco, opinionista politico.
Ad esempio, si pensi a Sgarbi un critico letterario geniale, autore di opere di indiscusso valore, e le sue sceneggiate in TV.

arsenio
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Vecchio 24-05-2014, 09.26.12   #14
maral
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La metafisica è un qualcosa a priori non fondato sulla ragione, oppure in campo religioso sono le Verità Rivelate, da accettare per fede senza discuterle.
A differenza della scienza per cui ci affidiamo a autorità esperte e riconosciute su cui manifestiamo una ragionevole fiducia e che si fondano sulla sperimentazione, ripetibilità. Ma non basta, ogni conclusione è revisionabile, da rettificare, cambiare, invalidare secondo future scoperte e ricerche.Si procede per verifiche senza mai raggiungere una validazione definitiva.
In realtà la metafisica non è la verità rivelata dalla religione, ma è stata fin dalle origini il tentativo di dare fondamento razionale alla fenomenologia fisica. La metafisica fa appello alla ragione per dare significato alla fenomenologia, come la religione fa appello a Dio, ma sono proprio per questo ben diverse, anche se esiste una metafisica religiosa proprio come esiste una metafisica scientifica e il principio metafisico scientifico è proprio quella ripetibilità controllata secondo metodo che dovrebbe paradossalmente consentire di tenere separati l'oggetto dell'osservazione dal soggetto osservante ove il soggetto è metafisicamente considerato come inquinante per l'osservazione.
La filosofia può certo essere consolatoria, ma il compito della filosofia non è consolare, il compito della filosofia è trovare la verità che si regge da sola su se stessa e quindi di mettere in dubbio ogni verità svelandone la funzione sempre e comunque rappresentativa. Il compito filosofico è sempre critico e la verità filosofica fondamentalmente è crisi.
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Vecchio 24-05-2014, 12.39.19   #15
arsenio
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In realtà la metafisica non è la verità rivelata dalla religione, ma è stata fin dalle origini il tentativo di dare fondamento razionale alla fenomenologia fisica. La metafisica fa appello alla ragione per dare significato alla fenomenologia, come la religione fa appello a Dio, ma sono proprio per questo ben diverse, anche se esiste una metafisica religiosa proprio come esiste una metafisica scientifica e il principio metafisico scientifico è proprio quella ripetibilità controllata secondo metodo che dovrebbe paradossalmente consentire di tenere separati l'oggetto dell'osservazione dal soggetto osservante ove il soggetto è metafisicamente considerato come inquinante per l'osservazione.
La filosofia può certo essere consolatoria, ma il compito della filosofia non è consolare, il compito della filosofia è trovare la verità che si regge da sola su se stessa e quindi di mettere in dubbio ogni verità svelandone la funzione sempre e comunque rappresentativa. Il compito filosofico è sempre critico e la verità filosofica fondamentalmente è crisi.


Suppongo ti confonda con l l'”oltre realtà” fenomenologica, che non c'entra per nulla con gli enti metafisici secondo gli autori classici d'ogni tempo. E' ancora autorevole il criticismo kantiano.

Se hai seguito i vari dibattiti attualmente in corso su realisti e non realisti, che possiamo riprendere più estesamente e che non molto fa ho proposto, viene affrontato anche tale problema, ma non c'è traccia del termine “metafisica”.
L'unico filosofo della scienza che cita la metafisica, non certo come ricerca scientifica, ma analogia unicamente metaforica, è Popper. Suo ricupero tardivo. Come potrebbe essere anche una fiaba o un mito, che fa scoccare una scintilla creativa perfino in una mente scientifica.

La realtà sottostante è il noumeno da sempre ipotizzato, sotto la realtà osservata, fenomenologica che interessa le scienze sperimentali.

Non è che la scienza neghi tale realtà occulta ( mai confusa con altro)ma non ritiene opportuno arrovellarsi su qualcosa che finora è improduttivo per la ricerca. Come dicevo più su ora la scienza è interessata alla realtà che esiste ma non è visibile ( neutroni, microbiologia, quantistica, ecc.)

Filosofia è soprattutto imparare a pensare e argomentare, tra cui intraprendendo un dibattito, come premessa si dovrebbe accordarsi su cosa s'intenda con un termine, per vedere se si concorda, se si dà alla stessa cosa un nome diverso o improprio, se si condividono certe definizioni accettate secondo esperti riconosciuti.

arsenio

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Vecchio 24-05-2014, 14.46.28   #16
maral
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Originalmente inviato da arsenio
Suppongo ti confonda con l l'”oltre realtà” fenomenologica, che non c'entra per nulla con gli enti metafisici secondo gli autori classici d'ogni tempo. E' ancora autorevole il criticismo kantiano.

Se hai seguito i vari dibattiti attualmente in corso su realisti e non realisti, che possiamo riprendere più estesamente e che non molto fa ho proposto, viene affrontato anche tale problema, ma non c'è traccia del termine “metafisica”.
L'unico filosofo della scienza che cita la metafisica, non certo come ricerca scientifica, ma analogia unicamente metaforica, è Popper. Suo ricupero tardivo. Come potrebbe essere anche una fiaba o un mito, che fa scoccare una scintilla creativa perfino in una mente scientifica.

La realtà sottostante è il noumeno da sempre ipotizzato, sotto la realtà osservata, fenomenologica che interessa le scienze sperimentali.

Non è che la scienza neghi tale realtà occulta ( mai confusa con altro)ma non ritiene opportuno arrovellarsi su qualcosa che finora è improduttivo per la ricerca. Come dicevo più su ora la scienza è interessata alla realtà che esiste ma non è visibile ( neutroni, microbiologia, quantistica, ecc.)

Filosofia è soprattutto imparare a pensare e argomentare, tra cui intraprendendo un dibattito, come premessa si dovrebbe accordarsi su cosa s'intenda con un termine, per vedere se si concorda, se si dà alla stessa cosa un nome diverso o improprio, se si condividono certe definizioni accettate secondo esperti riconosciuti.

arsenio

Popper è un filosofo post caduta della metafisica e per questo può usare tale termine solo in senso metaforico. ossia negandolo.
La ricerca metafisica comincia dai presocratici ed è ricerca epistemica fondata sulla ragione, sul logos. Sono metafisici gli enti fisici di Talete ed Empedocle intesi come base razionale (e non mitica) di tutte le cose , lo è l'Apeiron di Anassimandro, l'Essere di Parmenide e il Divenire di Eraclito. E' sommamente metafisica la concezione ideale di Platone da cui muove tutta la filosofia dell'Occidente e i principi logici di Aristotele che per primo usa questo termine (e per alcuni metafisica resta solo il titolo del libro di Aristotele). Hanno ancora una valenza metafisica l'io cartesiano inteso come base ontologica e non certo psicologica, l'imperativo morale di Kant e il principio olistico che sta alla base della dialettica hegeliana che rappresenta con la sua fenomenologia dello spirito il culmine della ricerca epistemica prima del suo definitivo crollo metafisico.
La metafisica è il tentativo di trovare risposta alla domanda cos'è quello che c'è ove quello che c'è è appunto l'apparire fenomenologico per come immediatamente dato dalla sua contingenza mutevole non necessaria.
Ma è ancora metafisico la postulazione scientifica di un metodo che appunto vuole porsi come sistema incontrovertibile per individuare ciò che c'è realmente, è metafisica la singolarità originaria che l'attuale cosmologia ipotizza all'origine dell'universo ed è paradossalmente metafisica anche la negazione che ci sia qualcosa sotto il fenomeno, che l'accadimento fenomenico immediato sia la sola realtà effettiva facente capo all'io trascendentale Husserliano. E' profondamente metafisica la visione delle pure entità matematiche in sé esistenti di un Cantor o di un Godel.
La metafisica sta tutta nell'eterno tentativo di rispondere in modo incontrovertibile e quindi razionalmente fondato (riferente all'in sé delle cose) alla questione su quale sia il principio di tutta la realtà, che comprende tutto il reale fenomenico come sua implicazione, dopo aver negato che il mito (e dunque la religione che si fonda sul mito sviluppandolo in senso teleologico) possa in alcun modo stabilmente e incontrovertibilmente indicarlo.
E' insomma metafisica qualsiasi assunzione astratta di principio che intenda spiegare sotto il segno di un'unità razionale originaria la sempre cangiante molteplicità dei fenomeni fisici.
Poi nella storia della filosofia la definizione di metafisica è sempre stata molto controversa, forse dipende dal senso intenzionale da cui è animata, ma a mio avviso questa resta la più significativa.

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Vecchio 24-05-2014, 17.06.56   #17
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Alcuni post di Davide M. e arsenio riguardanti Nietzsche sono stati spostati nella discussione:
https://www.riflessioni.it/forum/filo...a-nazista.html
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Vecchio 24-05-2014, 21.31.18   #18
arsenio
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Originalmente inviato da maral

Poi nella storia della filosofia la definizione di metafisica è sempre stata molto controversa, forse dipende dal senso intenzionale da cui è animata, ma a mio avviso questa resta la più significativa.


Percorrendo la storia del termine, delle varie accezioni, del senso negativo dato da certi autori o rivalutazione e nuovi inquadramenti, la metafisica può essere considerata "scienza". Tuttavia è opportuno chiarire meglio.

Già nel medioevo comincia a significare la natura dei problemi trattati, cose al di là delle cose fisiche, che non possono essere oggetto di esperienza sensibile ma afferrabili con il pensiero.Principalmente l'essere e Dio. Ma c'è anche una terza versione gnoseologica ( teoria della conoscenza) secondo Kant.

L'essere, comunque venga inteso, anche come dato dell'esperienza avendo gli esseri, sia spirituali che materiali, la proprietà dell'esistenza, della possibilità e della durata: questa viene chiamata ontologia,scienza dell'essere o metafisica generale.Per Aristotele la "filosofia prima" è scienza teoretica, dove si considera l'essere in quanto essere, struttura e categoria della sostanza necessarie per dire qualsiasi cosa. In senso ontologico, nessuna sostanza è più sostanza dell'altra, eccetto Dio per la sua perfezione. Con Cartesio si raggiunge la consapevolezza della frattura tra essere e apparire. Può il pensiero portare all'essere? Per Cartesio Dio non inganna, non può indurci nel falso su ciò che vediamo ( il mondo fisico).

Kant ridimensiona la metafisica e non la usa in senso univoco: metafisica trascendente ( oltre ogni esperienza) e immanente ( scienza)
La metafisica è a priori, intuitiva, ragione teoretica e in altro senso uso pratico della ragione. Quindi con Kant non è teoria dell'essere ma del conoscere.

Per Hegel:il fenomeno è tutto, al di là non c'è nulla.
Poi ci sono le teorie di Popper che invalida l'induttivismo e introduce il concetto fondamentale di falsificazionismo, che divide quel che è scienza da quello che non lo è. Di questo ho soprattutto tenuto conto.

Ho semplificato, ma spero di aver capito e di far capire perché , in che senso e con quali limiti e contesti, la metafisica è scienza.

arsenio

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Vecchio 27-05-2014, 14.53.51   #19
arsenio
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Riferimento: rapporto attuale tra metafisica e scienza

Vorrei completare lo scritto di sopra con qualcosa di più aggiornato sul rapporto, nel corso della storia, tra metafisica e scienza.


Oggi il filosofo della scienza non crede esista una metafisica della natura, nel profondo di ogni scienza empirica. E' stata sostituita dalla filosofia della scienza. Non riguarda una metafisica che riguarda il mondo, ma studia i concetti e metodi impiegati , i risultati, il tipo di logica applicabile: Chiarimenti concettuali e linguistici, la logica, l'esperienza, la probabilità, la legittimazione delle pretese conoscitive della scienza circa il mondo e noi stessi.


Su un versante meno rigoroso stanno le considerazioni sui rapporti con l'immagine sensibile, significatività, sostanza, casualità. Infine considerazioni etiche e influssi sulle visioni del mondo, ecc.

Oggi le scienze hanno ereditato le domande che la filosofia si pose sulla scienza e possono dare risposte esaurienti. Vengono privilegiate la psicologia, la biologia, le scienze cognitiva, la cibernetica, la cosmologia.

arsenio
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