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Vecchio 23-10-2013, 19.59.18   #1
ch1naski
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Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Sin dalle scuole superiori il pensiero filosofico di Nietzsche mi ha sempre interessato: mi piaceva il pathos con cui esprimeva i concetti filosofici, lo spirito critico e sovversivo, l'ateismo lampante, la lotta alle religioni, la trasvalutazione dei valori morali, gli aforismi.

Ora, in un discorso abbastanza generico, so che Nietzsche è diventato negli ultimi tempi - con l'avvento dei social network - un'icona dei teenager, al pari di Bob Marley e Che Guevara, tanto che è diventato per me addirittura fastidioso leggere costantemente le stesse frasi condivise da gente con l'acume di Gasparri.

Tuttavia, per quanto non sia la filosofia la materia prediletta nei miei studi e per quanto io mi ponga con estrema umiltà di fronte alla materia ed ai suoi più profondi conoscitiori, nella mia indagine filosofica Nietzsche ha ricoperto da sempre un ruolo abbastanza importante.

Ritengo personalmente che sia una delle figure chiave nello sviluppo della cultura europea moderna, credo abbia anticipato dei concetti che ancora oggi sono considerati troppo moderni - il famoso "vengo troppo presto, non è ancora il mio momento" ne 'La Gaia scienza".

Ma volendo per un momento tralasciare le influenze del pensiero di Nietzsche sulla società di oggi, vorrei soffermarmi invece sulle influenze che ebbe più a breve termine, cioè nel periodo di nascita, crescita ed affermazione del nazionalsocialismo in Germania.

Come probabilmente già saprete, molto spesso c'è una diretta associazione fra nazismo e Nietzsche; Nietzsche viene considerato, da alcuni storici, il "mandante morale" non solo dell'idea di Terzo Reich ma persino dell'olocausto. In effetti olocausto è un termine presente in molti libri di Nietzsche, sebbene abbia contestualizzazione molto differente.

Ma andiamo per gradi.

Partiamo dal concetto di "Sacrificio", caro a Nietzsche.

"L'individuo fu tenuto dal cristianesimo così importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare; ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani (...) Questo universale amore degli uomini è in pratica un trattamento preferenziale per tutti i sofferenti, falliti, degenerati: esso ha in realtà abbassato e indebolito la forza, la responsabilità, l'alto dovere di sacrificare uomini. In base allo schema del criterio di valore cristiano, non restava che sacrificare se stessi; ma questo resto di sacrificio umano, che il cristianesimo concedeva e persino consigliava, nonh a, dal punto di vista dello sviluppo globale, senso alcuno. La specie ha bisogno dell'eliminazione dei falliti, deboli, degenerati; ma proprio a questi ultimi si rivolse il cristianesimo. La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie - è dura, è piena di autosuperamento, perché abbisogna del sacrificio dell'uomo. E questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo, vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga sacrificato.."

E se venissero dubbi sull'interpretazione del termine "sacrificio" come metafora, si può citare un altro passo dell'Anticristo, in cui è ancora più esplicito: "I deboli e i malriusciti debbono perire: questo è il principio del nostro amore per gli uomini. E si dovrà favorire che ciò avvenga".

Inoltre "Davanti a Dio tutte le anime diventano uguali; ma questa è proprio la più pericolosa di tutte le valutazioni possibili! Se si pongono gli individui come uguali, si mette in questione la specie, si favorisce una prassi che mette capo alla rovina della specie; il cristianesimo è il principio opposto a quello della selezione. Se il degenerato e il malato devono avere altrettanto valore del sano […] allora il corso naturale dell’evoluzione è impedito. […] questo amore universale per gli uomini è in pratica un trattamento preferenziale per tutti i sofferenti, falliti degenerati: esso ha in realtà abbassato la forza, la responsabilità, l’alto dovere di sacrificare uomini. […] la specie ha bisogno del sacrificio dei falliti, deboli, degenerati; ma proprio a questi ultimi si rivolse il cristianesimo […] che cos’è la virtù e l’amore per gli uomini nel cristianesimo, se non appunto questa reciprocità nel sostegno, questa solidarietà del debole, questo ostacolo frapposto alla selezione? "

Un altro punto centrale del pensiero filosofico di Nietzsche è certamente quello del superuomo (o, come più spesso si dice in contesti filosofici, "oltreuomo"). L'uomo che supera se stesso, che guarda agli altri uomini come l'uomo guarda alla scimmia. Dice Zarathustra: "Io vi insegno l'oltreuomo. L'uomo è qualcosa che deve essere superato. Che cosa avete fatto voi per superarlo? Tutti gli esseri hanno finora creato qualcosa al di sopra di se stessi: e voi volete essere il riflusso di questo grande flusso e tornare piuttosto all'animale che superare l'uomo? Che cos'è la scimmia per l'uomo? Una risata o una dolorosa vergogna. E proprio ciò dev'essere l'uomo per l'oltreuomo: una risata o una dolorosa vergogna."

L'ultimo concetto è quello della Volontà di potenza. Riguardo la volontà di potenza, le interpretazioni sono molteplici, ma le più importanti - fra quelle che io conosco - sono quelle di Baeumler, Loewith ed Heidegger. Baeumler ne dà un'interpretazione politica: fa una riflessione su cultura germanica e il divenire della cultura europea, individuando un volere applicativo del pensiero della volontà di potenza in un contesto politico reale. Loewith dà un'interpretazione filosofica alla volontà di potenza, depauperandola del ruolo centrale in Nietzsche a favore del concetto di eterno ritorno (le mie letture, a riguardo, sono abbastanza incomplete). Per Heidegger invece Nietzsche è "l'ultimo dei metafisici" e dunque come tale va interpretato: per lui "La volontà di potenza" e "L'eterno ritorno" sono le risposte agli interrogativi fondamentali della metafisica, sul "che cosa" e sul "come" del mondo.

Parte della difficoltà dell'interpretazione della Volontà di potenza è dovuta al fatto che esso non è un vero e proprio testo unitario, ma una raccolta di frammenti; non fu mai pubblicato da Nietzsche in vita, ma solo dopo la sua morte dalla sorella; Montinari e Colli, quando per la prima volta tentarono di tradurlo in italiano, lo definirono un falso storico. Oltre alla difficoltà propria del carattere non unitario dell'opera, si aggiunge il tentativo di mistificazione del suo pensiero.

Nella mia personale speculazione filosofica sto cercando di capire quanta affinità ci sia fra il pensiero di Nietzsche e gli ideali attuativi del nazionalsocialismo. Non ci vuole molto per utilizzare le frasi di Nietzsche contestualizzandole nella Germania nazista e facendolo quindi diventare il mandante ideologico dello sterminio di ebrei, handicappati e omosessuali, delle pratiche di eugenetica e del tentativo fuorviante di innalzare una razza al di sopra delle altre, epurandola da tutte le influenze straniere.

Tuttavia, mi rifiuto di pensare che Nietzsche non sarebbe rabbrividito alla sola idea dei campi di sterminio, mi rifiuto di credere che la sua filosofia abbia come scopo l'annientamento da parte di uomini nei confronti di altri uomini. In Nietzsche ho sempre riscontrato una esaltazione della vita; ho sempre visto nella sua lotta al cristianesimo l'odio per tutte quegli aspetti della morale cristiana che piuttosto che esaltare l'uomo e la vita, esaltano la non-vita: per i cristiani la vita terrena ha poco valore, gli uomini devono agire in vita adulando e venerando un fantoccio inesistente nell'idea di accaparrarsi le sue simpatie nell'eterna vita ultraterrena. Un morale - quella cristiana - che basa i suoi concetti sull'idea che tutto vada fatto in funzione della vita ultraterrena è una negazione della natura umana, è la morale degli schiavi, l'affermazione della morale del gregge.

È molto difficile non divagare parlando di Nietzsche, è ancora più difficile darne una interpretazione personale quando la stessa pratica è risultata ostica a grandi menti del secolo scorso. Però vorrei stimolarvi a dare un giudizio sul parallelismo fra Nietzsche e nazismo, la vostra personale interpretazione dei passi citati, e in generale sui fondamenti ideologici del nazismo.
ch1naski is offline  
Vecchio 24-10-2013, 22.39.30   #2
green&grey pocket
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

ciao chinasky, anche per me nietzsche è il filosofo più importante.

purtroppo ho seguito il suo percorso sopratutto sul piano del nichilismo visto che ci viviamo molto dentro, ma sempre tramite altri autori, o comunque tramite una specie di antologia.O
ra lo sto leggendo integralmente ma sono solo ad umano troppo umano.

anzitutto una precisazione storica, nietzche al massimo può essere il mandante della germania guglielmina degli anni 80 dell'ottocento, non certo del nazismo che è un periodo molto successivo.

la maggior parte di questi "novellisti" della storia della filosofia poi si appiglia al fatto che il cognato di Nietzche fosse parte del partito di estrema destra che aveva come nemico gli ebrei con l'incubo della propagazione del sionismo.
Peccato che Nietzsche avesse una opinione pessima del cognato che fra l'altro non frequentò mai.

siamo comunque molto di qua dai campi di sterminio, anche ideologicamente dunque non solo storicamente.

veniamo al tema del sacrificio, in umano troppo umano, questo tema è legato alla necessità di trovare nuove vie, per nietzche sono proprio gli individui deboli che portano a nuovi progressi, in quanto angosciati infelici o umiliati spiritualmente o fisicamente, essi tendono ad una condizione migliore e perciò diversa rispetto al proprio ambiente-società.
Se ho ben capito l'oltreuomo è l'uomo che è cosciente della necessità di sorpassarsi in un eterno morire, l'amor fati è perciò qualcosa di individuale e non soppruso dell'altro.
il tema del superamento del cappa cattolica sarà possibile solo tramite l'immolazione di questi uomini, immolazione volontaria non subita dunque.


per nietzche il tema alto basso, superiore inferiore, vetta abisso non è mai da intendere in senso moralista assoluto bensì come direzione ascendente.
molti vedono in questo movimento una sorta di etica, che potrebbe anche sfociare in una nuova metafisica.

non lo so ancora se è così, a me pare autore validissimo sopratutto sul piano della psicologia per ora.

spero possiamo continuare la chiaccherata.
green&grey pocket is offline  
Vecchio 24-10-2013, 23.29.39   #3
0xdeadbeef
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

@ Ch1naski
Un argomento interessantissimo, e che fra l'altro tu introduci in maniera, trovo, davvero intelligente.
Io considero Nietzsche fra i più grandi filosofi di ogni tempo. Non conta nulla dire se lo condivido o meno;
ciò che conta è che quello di Nietzsche è un pensiero con cui tutti bisogna fare i conti (ed è questo che dà
la misura della sua grandezza).
Io penso che l'accusa a Nietzsche di essere il "mandante morale" del nazismo sia insensata (mandanti morali
saranno semmai i Tedeschi, che eleggono democraticamente un partito di cui si conosceva bene l'ideologia).
Nietzsche non solo non organizza le camice brune, ma nemmeno scrive il "Mein Kampf". Ma non è solo questo.
Nietzsche, come ogni filosofo, non "crea" nulla, ma si limita ad interpretare e a focalizzare idee e cose
che già esistono (cioè che sono figlie del loro tempo), ma che i contemporanei ancora non riescono a scorgere
nitidamente. La frase che citi (che io trovo meravigliosamente rappresentativa del Nietzsche più profondo):
"vengo troppo presto, non è ancora il mio momento" vuol dire proprio questo.
Quando Nietzsche dice che "Dio è morto" non dice che è morto per lui, o che lui lo vorrebbe morto. Dice che
Dio è morto per gli uomini del suo tempo (uomini che però ancora non se ne rendono conto).
Una volta guardavo un film sul nazismo in cui c'era un vecchio professore che si chiedeva: "com'è possibile
che il paese di Kant e di Goethe abbia originato tutto questo?"
Ecco: com'è possibile che l'uomo tedesco del tempo di Kant e di Goethe si sia potuto trasformare in quello
del tempo di Nietzsche? Questa è una buona domanda...
Leo Strauss, ebreo tedesco allievo di Heidegger, fa questa riflessione: "se anche Heidegger ha aderito al
nazismo, allora la modernità è radicalmente malata". La trovo davvero significativa.
E qual'è allora questa malattia della modernità? O davvero pensiamo a Nietzsche come ad un "untore"?
Camus afferma che la rivoluzione francese è una rivoluzione innanzitutto metafisica, e che i Giacobini hanno,
con Luigi XVI, decapitato anche Dio (la monarchia assoluta è monarchia "per volere di Dio"). Da quel momento
la "ragione" illimitata dei "philosophes" illuministi diviene un concetto politico, e nessuno spazio hanno
più i cosidetti "valori intangibili".
Secondo Camus, insomma, Dio è già morto. Nietzsche non ha fatto altro che rendere chiaro, esplicito, un
concetto che gli preesiste; che gli si pone nella forma del "dato".
Nella sua esaltazione di una vita che rifugge dall'intangibilità del "valore" (e Nietzsche comprende acutamente
che il valore intangibile può essere soltanto quello religioso), Nietzsche prende di mira l'istituzione che
più di tutte rappresenta quel valore: il Cristianesimo, e la sua "necessaria" (in quanto Cristianesimo)
rivendicazione di eguaglianza fra gli uomini.
Egli comprende come, nella morte di Dio, è necessario che un "nuovo Dio" ne prenda il posto. Ecco allora l'
"oltreuomo", che non può essere "uguale" all'uomo, perchè l'eguaglianza è, in quanto tale, intangibilità:
legge morale.
L'oltreuomo è dunque necessariamente un aristocratico; in questo senso vanno lette, a mio parere, certe
affermazioni di Nietzsche sui deboli (che solo viste con il senno di poi assumono il carattere di mostruosità).
Io non so se lui sarebbe rabbrividito all'idea dei campi di sterminio, ma mi sembra di sapere che di essi
non può in alcun modo venir accusato (chi lo accusa di questo è senz'altro un moralista, nel senso più
deteriore di questo termine).
Ma l'argomento è vastissimo, e di enorme interesse. Complimenti per averlo postato.
ciao
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Vecchio 25-10-2013, 20.01.59   #4
and1972rea
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Credo che il nazismo rappresenti solo uno dei molteplici esiti dello spirito dei nostri tempi,e una delle pseudo prove empiriche a suffragio di quella constatazione (tutta da dimostrare) che Dio morì ucciso dall'Uomo. Come Nietzsche , molti altri milioni di uomini nacquero, scrissero , votarono , sfilarono, guerreggiarono e morirono nello stesso spirito di quei tempi che in parte sono rimasti anche i nostri. Anche Nietzsche fu figlio dei suoi tempi, e il Nazionalsocialismo fu figlio degli stessi genitori e fratellastro cattivo di fratelli solo apparentemente piu' buoni ,mansueti e salvatori. Ebbene, come gia' detto, Nietzsche fece solo una constatazione anagrafica , ma di certo non puo' essere considerato un mandante morale delle atrocita' naziste( un imbianchino schizofrenico poteva forse imparare a memoria piu' di qualche slogan estrapolato a caso da un libro?)
Mandante morale ,quindi, semmai, puo' essere considerata l'illusione plurisecolare e soprattutto occidentale, ed il dato tutt'altro che universalmente assodato, che Dio sia morto veramente per Tutti.
Morto Dio, e rimanendo solo l'Uomo , non rimase che l'assolutamente libera volonta' di potenza umana, unica dea, la quale decise e decide in piena autonomia ogni morale ed ogni etica ,subordinando queste soltanto alla relativa capacita' e forza di vincersi l'un l' altre; Anche un certo giusnaturalismo ed il tecnoscientismo dilagante,dietro cui si nasconde molta di questa volonta' di potenza dei giorni nostri, sono solamente alibi e pretestuose scusanti di cui ancora si serve lo spirito di quei tempi, testimoniati da Nietzsche e mai passati, per perpetrare crimini non certo meno atroci di quelli nazisti.
Dai tempi di enola gay ( guai ai vinti...) ai nostri giorni intrisi e grondanti di auspicata meritocrazia , crescita e sviluppo ( verso dove??... il mondo basta 2 volte a se' stesso e non riesce a sfamarsi per meta') al di sopra e a discapito di tutto e di tutti ,il campo delle ideologie mondate dalla scomoda figura di Dio continua a generare alibi e ideologie mortifere e taciti quanto colpevoli e immensi consensi di massa.
and1972rea is offline  
Vecchio 26-10-2013, 23.56.48   #5
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

@ And1972rea
Senza minimamente voler ipotizzare (ci tengo a sottolinearlo) nessuna sorta di "ordine", o di necessità
storica, mi sembra però che una qualche ipotesi del "perchè", in Europa, si siano sviluppati i regimi cosiddetti
"totalitari" sia doveroso farla.
Non è della sola Germania nazista che si sta parlando. C'è stata l'Italia fascista, la Spagna franchista e
numerosi altri esempi un pò dappertutto (partiti che, in un modo o nell'altro, si sono ispirati al modello
del "socialismo nazionale" ci sono stati in quasi tutti i paesi europei). C'è stata, infine, l'URSS di Lenin
e Stalin; di diversa ideologia ma di identica, totalitaria, struttura politica.
A mio avviso, non vi è alcun dubbio che nei soli paesi anglosassoni (per la Francia ci sarebbe da fare una
particolare distinzione) vi sia stato un rifiuto radicale del totalitarismo. E questo non può essere frutto
del caso.
Quindi mi trovo in disaccordo con certe tue considerazioni (se ben le interpreto, perchè non le trovo chiarissime).
Non credo che il nazismo rappresenti solo uno dei molteplici esiti dello spirito dei nostri tempi. Perchè,
nei fatti, questa "molteplicità" non c'è stata. Il nazismo non fu il fratellastro cattivo di fratelli solo
apparentemente più buoni. Perchè mai (MAI) Churchill o Roosevelt, per dire solo loro, avrebbero scritto il
"Mein Kampf".
Torno allora a Leo Strauss, ed al suo: "se anche Heidegger ha aderito al nazismo, allora la modernità è
radicalmente malata". Certo, Strauss ha torto nell'accomunare tutto e tutti sotto il termine "modernità";
ma ha ragione, trovo, nell'individuare nel nazismo una malattia della modernità.
E' forse un caso che Hitler prediligesse certe enunciazioni di Nietzsche piuttosto, che so, del Russell che
afferma: "non vorrei mai morire per le mie idee, perchè potrebbero essere sbagliate"? Credi che avrebbe
apprezzato un J.Dewey o un Peirce?
Presumo dirai: "che vuoi che freghino a Hitler certe cose?" Certo, un esteta come lui era a tutt'altre cose
interessato (non lo era chiaramente neanche a quelle di Nietzsche). Ma resta il fatto, per me certissimo,
che le cose di Nietzsche a lui piacevano, appunto "esteticamente", mentre le altre (se le avesse conosciute)
non gli sarebbero piaciute. Sempre per caso?
Di un altra cosa sono convinto: se fosse stato "adeguatamente preparato alla materia", diciamo così, avrebbe
apprezzato tantissimo anche Fichte e Hegel. E mi pare con ciò di aver detto parecchio...
ciao
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Vecchio 27-10-2013, 12.59.10   #6
and1972rea
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Citazione:
Originalmente inviato da 0xdeadbeef
@ And1972rea
Senza minimamente voler ipotizzare (ci tengo a sottolinearlo) nessuna sorta di "ordine", o di necessità
storica, mi sembra però che una qualche ipotesi del "perchè", in Europa, si siano sviluppati i regimi cosiddetti
"totalitari" sia doveroso farla.
Non è della sola Germania nazista che si sta parlando. C'è stata l'Italia fascista, la Spagna franchista e
numerosi altri esempi un pò dappertutto (partiti che, in un modo o nell'altro, si sono ispirati al modello
del "socialismo nazionale" ci sono stati in quasi tutti i paesi europei). C'è stata, infine, l'URSS di Lenin
e Stalin; di diversa ideologia ma di identica, totalitaria, struttura politica.
A mio avviso, non vi è alcun dubbio che nei soli paesi anglosassoni (per la Francia ci sarebbe da fare una
particolare distinzione) vi sia stato un rifiuto radicale del totalitarismo. E questo non può essere frutto
del caso.
Quindi mi trovo in disaccordo con certe tue considerazioni (se ben le interpreto, perchè non le trovo chiarissime).
Non credo che il nazismo rappresenti solo uno dei molteplici esiti dello spirito dei nostri tempi. Perchè,
nei fatti, questa "molteplicità" non c'è stata. Il nazismo non fu il fratellastro cattivo di fratelli solo
apparentemente più buoni. Perchè mai (MAI) Churchill o Roosevelt, per dire solo loro, avrebbero scritto il
"Mein Kampf".
Torno allora a Leo Strauss, ed al suo: "se anche Heidegger ha aderito al nazismo, allora la modernità è
radicalmente malata". Certo, Strauss ha torto nell'accomunare tutto e tutti sotto il termine "modernità";
ma ha ragione, trovo, nell'individuare nel nazismo una malattia della modernità.
E' forse un caso che Hitler prediligesse certe enunciazioni di Nietzsche piuttosto, che so, del Russell che
afferma: "non vorrei mai morire per le mie idee, perchè potrebbero essere sbagliate"? Credi che avrebbe
apprezzato un J.Dewey o un Peirce?
Presumo dirai: "che vuoi che freghino a Hitler certe cose?" Certo, un esteta come lui era a tutt'altre cose
interessato (non lo era chiaramente neanche a quelle di Nietzsche). Ma resta il fatto, per me certissimo,
che le cose di Nietzsche a lui piacevano, appunto "esteticamente", mentre le altre (se le avesse conosciute)
non gli sarebbero piaciute. Sempre per caso?
Di un altra cosa sono convinto: se fosse stato "adeguatamente preparato alla materia", diciamo così, avrebbe
apprezzato tantissimo anche Fichte e Hegel. E mi pare con ciò di aver detto parecchio...
ciao
Evidentemente, intendevo affermare che fra la molteplicita' degli esiti nefasti prodotti dalla morte di Dio ,constatata dal coroner Nietzsche, vi sono anche quelle che tu citi, comunismo compreso; non citi, pero', un certo giusnaturalismo ed un certo tecnoscientismo machiavellico , paraventi di quelle finte democrazie imperialiste davvero globalmente “totalitarie” che rifiutarono il Nazismo; non mi risulta che i genitori dei ragazzini estrattori di coltan , o le famiglie degli indios continuamente ricacciati in porzioni sempre piu' inospitali della foresta possano votare fattivamente per garntirsi, non dico il benessere, ma il diritto a sopravvivere (ovviamente, i piu' sprovveduti obietteranno che tutto cio' ha poco a che vedere con noi...). Certamente ,molte moderne costituzioni cosi' apparentemente liberali e democratiche poco ebbero a che vedere con il “mein Kampf” , poiche' per esse sarebbe dovuto valere il pronome possessivo “unser”... ; nei fatti queste nazioni liberal democratiche si ricavarono il loro spazio vitale concretamente su territori molto piu' vasti e con vantaggi infnitamente molto maggiori ed efficaci rispetto alle stupide , vane e falsamente megalomani velleità piccoloborghesi della Germania nazista ; queste liberal democrazie sembrano proclamare il diritto alla felicita' di certi uomini (le loro nazioni) rispetto ad altri ( il resto del mondo), e ,all'interno di esse, del piu' forte rispetto al piu' debole, spesso, ricercando persino la benedizione di un dio che oramai , per loro, non esiste piu', ma della cui legittimazione non possono fare a meno.
Lasciamo , dunque,che il fantasma di Dio benedica quelle nazioni , magari a discapito di altre, pero' abbiamo almeno l'onesta' intellettuale di ammettere che con la scomparsa di Dio non esiste piu' alcuna oggettiva ragione per biasimare il teorico ed evanescente “Lebensraum” o il “pjatiletka” rispetto al liberale WTO e al “democraticissimo” FMI, la capacita' e la forza di sopraffare sembra essere rimasta l'unica legittimazione valida per qualsiasi tipo di organizzazione umana in un mondo senza piu' un dio; ed e' cosi' che doverosi comportamenti etici , quasi universalmente impliciti nella morale religiosa delle antiche nazioni,stanno diventando illeciti e perseguibili per legge in molti Stati cosiddetti “civili”, e questo nel complice silenzio di quasi tutti; Quindi, siamo davvero sicuri che lo spirito dei tempi lodato dall'incolpevole Nietzsche sia circoscrivibile solo a qualche ideologia del ventesimo secolo? O piuttosto non si sia subdolamente insinuato profondamente nelle pieghe del nostro modo di stare insieme?... siamo davvero certi che alcune inquietanti figure coi baffi non siano solo state comode, perche' deboli, capri espiatori di ideologie molto piu' furbe , losche e feroci prodotte da un mondo senza Dio?...
Un Saluto

Ultima modifica di and1972rea : 27-10-2013 alle ore 17.56.35.
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Vecchio 28-10-2013, 02.18.59   #7
green&grey pocket
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Son d'accordo con andrea, ma il problema non sta tanto nel fatto che manchi un dio quanto che qualsiasi ideologia (e quella liberal-democratrica anche per Nietzsche era falsa, anche se mai come qulla social-democratica) si instaurerà sempre dietro la sua presunzione di democrazia.
in questo le ricerche delle fantasmatiche del potere (ideologico-metafisico), a sentire un badiou o un zizek, si mimetizzano in una volontà di potenza che tocca le masse, come asservimento ad un preteso oggetto esterno, un qualcosa che domina le esistenze, in una parola: il metafisico.

di certo andrea dio non è la soluzione, al massimo come severino segnala l'ultimo scudo che protegga la democrazia.

rimane il fatto che nietzche aveva già previsto la fine della democrazia,anzi di più! dopo questo periodo che iniziamo facilmente a vedere nella sua storicità, ha previsto anche la fine della prossima epoca che sarà quella dei poteri privati, delle lobby, poi in un progressivo inaridimento del metafisico sarà l'epoca dei piccoli interessi privati, e infine arriveremo all'epoca del nichilismo, cioè quella del dominio della scienza senza un' umanità all'altezza...sarò allora che morta ogni presunzione metafisica potranno esserci le basi per l'oltreuomo come nietzsche spingendosi ancora più oltre ha già buttato le basi di ricerca.

tutto questo è in umano troppo umano.
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Vecchio 28-10-2013, 21.51.00   #8
0xdeadbeef
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

@ And1972rea
Non mi sento certo cucito addosso l'abito di avvocato di quelle che chiami "finte democrazie imperialiste".
Credo di essere consapevole dell'intrinseca "sozzura" della politica (ti rimando al mio post: "L'oblio della
filosofia politica"), e condivido certe osservazioni che esponi nell'ultima risposta.
Però, no, non puoi nella maniera più assoluta mettere sullo stesso piano la Germania nazista e le democrazie,
pur se finte e imperialiste. O addirittura insinuare (perchè questo fai) che la prima sia stata dilettantesca
rispetto alle seconde.
Il perchè è così evidente che non c'è nessun bisogno di specificarlo.
Onestamente, mi sfugge il motivo di questo tuo abbandono del piano filosofico, o filosofico-politico, in favore
di quello "risentitamente" politico.
La "morte di Dio" vuol dire la morte di ogni concezione del valore morale; vuol dire l'avvento della volontà
di potenza e null'altro. Certo che essa si è insinuata nello stesso nostro modo d'essere: chi ha detto il
contrario?
Io dicevo piuttosto che il "totalitarismo" non ha riguardato i paesi anglosassoni, come mi sembra evidente.
Ed è a questo proposito che sostenevo che Hitler, se li avesse conosciuti, avrebbe apprezzato Fichte e Hegel
(era a tracciare un "continuum" fra la filosofia idealista e il totalitarismo politico che quel mio: e mi
pare con ciò di aver detto parecchio" era rivolto).
E come potrei mai pensare che quello che definisco (nella prima risposta): "uno dei più grandi filosofi di
tutti i tempi" esprima un pensiero circoscrivibile solo a qualche ideologia del XX secolo?
La mia intenzione era, semmai, di individuare in Nietzsche colui che porta a compimento la filosofia idealista
(quindi che la "uccide" per superarla nell'"oltreuomo"), ma vedo di non essere stato compreso (forse per
colpa mia, intendiamoci).
ciao
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Vecchio 01-11-2013, 02.43.14   #9
attano
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Citazione:
Originalmente inviato da ch1naski
Ma volendo per un momento tralasciare le influenze del pensiero di Nietzsche sulla società di oggi, vorrei soffermarmi invece sulle influenze che ebbe più a breve termine, cioè nel periodo di nascita, crescita ed affermazione del nazionalsocialismo in Germania.
Questa domanda riaffiora, prima o poi, in tutti i dibattiti su Nietzsche – ed è giusto così.
Quello che non si trova quasi mai è l'atteggiamento più riflessivo che sembri mostrare. Normalmente ci sono risposte frettolose e piuttosto di carattere assolutorio. Cioè si è costituita una vulgata – non voglio dire che si tratti di un "mito" – che quello che di Nietzsche appare contiguo al nazismo è dovuto a interpretazioni erronee o a una manipolazione dei testi da parte di sua sorella.
L'esistenza di questi plagi della sorella è irrefutabile (nel caso della prima edizione di Ecce Homo si trattò di pagine intere, ma in qualche modo sono scusabili) e tutta la Volontà di Potenza può essere considerata come l'opera di un falsario (o di più falsarî, siccome Elizabeth era coadiuvata da Köselitz). Tuttavia, anche eliminando la Volontà di Potenza dal campo di osservazione, la questione resta più o meno intatta. Ci sono passaggi indiscutibilmente attribuibili a Nietzsche che non possono essere taciuti – e invece lo sono.

Tu riporti qualche citazione dall'Anticristo, ma non basta. Si può aggiungere più che a proposito il primo trattato della Genealogia, in cui gli Ebrei sono raffigurati come "corruttori", «Quelli che migliorano l'umanità» nel Crepuscolo degli Idoli (in particolare 3) e anche il libro IX di «Al di là del Bene e del Male». Un'eventuale tesi di un Nietzsche (non) Nazista dovrebbe occuparsi di esaminare (almeno) questi passi. Si possono trovare anche altre riferenze, pure qualcosa nello Zarathustra, difficilmente si troverà qualcosa di dirimente in Umano e in Aurora.
A questo proposito, se posso permettermi, qualche consiglio sul metodo, senza volere apparire pedante.

Normalmente tutti i critici e Nietzsche stesso (si vedano le prefazioni alle sue opere scritte nel 1886) stabiliscono un cambiamento del suo pensiero a partire dalla Gaia Scienza, più precisamente a partire dal IV libro della GS (en passant, l'aforisma dell'uomo folle si trova nel III libro, ma la morte di Dio è "ripresa" e in qualche modo spiegata all'inizio del V libro, af.343). Dunque non è efficace analizzare la questione con l'idea di confrontare passi scritti prima della GS con quelli scritti dopo; può servire a mostrare un'evoluzione del pensiero di Nietzsche, ma non può servire per comporre una dottrina unitaria, anzi è probabile che emergano incoerenze.
Poi non conviene mettere sullo stesso piano quello che Nietzsche ha pubblicato (non curò personalmente la pubblicazione dell'Anticristo e di Ecce Homo, ma di questi abbiamo i manoscritti preparati per la stampa) con quello che non ha pubblicato. In realtà l'Archivio Nietzsche esiste contro la volontà di Nietzsche, sappiamo che voleva che tutti i suoi manoscritti e appunti fossero distrutti. E questo è il motivo per cui la Volontà di Potenza è un falso. Seppure i vari aforismi sono effettivamente scritti da Nietzsche, questo non vuole dire che Nietzsche li avrebbe poi effettivamente confermati come filosoficamente suoi. Nel caso della VdP c'è anche il fatto che l'ordine degli aforismi non ha un ordine cronologico – se non casualmente – e che sono stati ordinati secondo lo schema di un'opera che probabilmente Nietzsche non pensava nemmeno più di scrivere. Insomma, i frammenti sono certamente meritevoli di attenzione (ad esempio Heidegger ne fa un uso abbastanza giudizioso), ma costruire interpretazioni di Nietzsche sulla base dei frammenti, senza grandi precauzioni, è piuttosto avventato e quasi arbitrario.

Evito di discutere la tua esposizione dei temi principali. Non perché non ci sarebbero gli spunti, ma diventerebbe davvero troppo lunga e preferisco non entrare nel merito.
Osservo soltanto che fai una dicotomia Löwith/Heidegger che è un po' surrettizia. In realtà il primo che ebbe la coscienza dell'Eterno Ritorno come "centro di gravità" del pensiero di Nietzsche fu proprio Heidegger, di cui Löwith era discepolo. Non sono Heideggeriano, ma personalmente sono d'accordo.
A prescindere, c'è una profonda unità organica della filosofia di Nietzsche («la lunga logica di una sensibilità filosofica completamente determinata») per cui un'interpretazione che cerchi di separare i vari temi senza intravvedere una conflazione conclusiva è intrinsecamente debole.
Capisco che non sia semplice "intravvedere" questa unità, in effetti non lo fa quasi nessuno. Oltre allo stile aforismatico, il problema a monte è che ER e superuomo sono temi zarathustriani, mentre la volontà di potenza è un tema che appare per la prima volta in Al di là del Bene e del Male. Non è semplice formulare un'interpretazione organica sulla base di opere con impostazioni così divergenti (per tacere di altri problemi). Eppure… secondo me non c'è un'altra interpretazione possibile.
attano is offline  
Vecchio 04-11-2013, 20.41.34   #10
and1972rea
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Citazione:
Originalmente inviato da 0xdeadbeef
@ And1972rea
Non mi sento certo cucito addosso l'abito di avvocato di quelle che chiami "finte democrazie imperialiste".
Credo di essere consapevole dell'intrinseca "sozzura" della politica (ti rimando al mio post: "L'oblio della
filosofia politica"), e condivido certe osservazioni che esponi nell'ultima risposta.
Però, no, non puoi nella maniera più assoluta mettere sullo stesso piano la Germania nazista e le democrazie,
pur se finte e imperialiste. O addirittura insinuare (perchè questo fai) che la prima sia stata dilettantesca
rispetto alle seconde.
Il perchè è così evidente che non c'è nessun bisogno di specificarlo.
Mah... onestamente , per quanto mi sforzi, io non riesco a distinguere fra le orribili immagini dell'Olocausto e quelle di piccoli scheletri attaccati a seni ormai sgonfi che ogni giorno passano davanti alle nostre coscienze spente e assuefatte , entrambe sono conseguenza della perfida intenzionale e colpevole volonta' di potenza dell'Uomo; se le democrazie sono finte , allora sono dittature, se sono imperialiste, allora universalizzano e totalitarizzano le necessita' delle nazioni che le esprimono a discapito di tutte le altre. Il sagace Charlie Chaplin poteva permettersi di sbeffeggiare una dittatura mortifera,ma ,fortunatamente ,stupida e incapace (basta leggersi le pietose biografie dei gerarchi per capirlo) e perdente fin dal principio, ma ora non puo' esistere piu' alcun tipo di satira che possa permettersi di condannare un totalitarismo ormai invincibile in cui sopravviviamo ( quello del nostro egoismo ) , non meno perfido e calcolatore di quello Nazista,e che sta affamando miliardi di persone ( quando si distruggono le eccedenze alimentari per calmierare i prezzi a fronte di milioni di bambini che muoiono di fame in paesi costretti ad importare a prezzi di "mercato", ebbene, solo uno spirito maligno puo' trovare giustificazioni economiciste..., si tratta di eccidio); questo e' quello che io insinuo, e che in questi regimi molti tendono a minimizzare se non addirittura a negare ( spero in buonafede). L'Idealismo tedesco , in tutto questo, credo c'entri poco o nulla in qualita' di causa agente; morto Dio, l'Idealismo e' stato solo il modo migliore per riempire un vuoto che in molti altri casi, invece, e' stato riempito dal meschino istinto di sopraffazione di spiriti miseri e disgraziati e della loro vana perche' incapace volonta' di potenza.
Un Saluto
and1972rea is offline  

 



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