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Vecchio 13-01-2006, 12.01.56   #1
epicurus
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Aggiorniamo il Rasoio d'Ockham

"Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem"

Ovvero, "Non si moltiplicano gli enti se non è necessità farlo": considerato da molti il principio di razionalitá per eccellenza. Vediamo di togliere un po' di polvere e ruggine ad un principio che conta sulle proprie spalle ben 7 secoli. Cioé, come deve essere interpretato questo principio al giorno d'oggi?

Sul tanto amato rasoio ho da fare varie osservazioni/precisazioni che penso non vengano praticamente mai considerate quando si parla di questo strumento intellettuale:

1) Non ha molto senso applicare il rasoio su un'unico enunciato. Cioé sull'enunciato "E' successo questo e quest'altro" detto per spiegare un fatto osservato non puó essere applicato il rasoio. Io credo che il rasoio abbia senso solo se applicato ad un insieme molto corposo e centrale delle nostre credenze riguardo il mondo. Se ho due cittá A e B, e l'unica cosa che so é che queste sono collegate da un'autostrada, non posso credere - applicando il rasoio - che la cosa piú razionale da credere é che l'autostrada che collega A e B é (approssimativamente) una linea retta. Ok, é la soluzione piú economica ma non é assolutamente plausibile (e razionale). Perché questo?
Perché noi sappiamo molte cose sulle autostrade, sulla topologia stradale, etc. Quindi il rasoio deve essere applicato solamente su un sistema di credenze (precisamente: sulla zona centrale delle nostre credenze): quindi il rasoio va inteso come metodo di minimizzazione delle risorse da postulare di un'intero sistema di credenze, per spiegare fatti osservati.

2) L'olismo semantico di Quine ci mostra che non sia possibile verificare un singolo enunciato con l'osservazione (uno dei dogmi dell'empirismo), ma si confronta con il mondo sempre un'intero linguaggio. Quindi non va bene la dicotomia fatti osservati-fatti non osservati. Perció il rasoio deve minimizzare anche l'interpretazione di ció che si puó aver visto.

3) Il rasoio non puó essere inteso come l'unico criterio di razionalitá, infatti ne concorrono altri in parallelo. Cioé la razionalitá puó essere intesa come il bilanciamento tra esigenze di diversi criteri. (Altri criteri sono: potenza esplicativa, coerenze, poco impatto su conoscenze passate, etc.)

4) Non sempre é facile determinare se si va a valutare la semplicitá linguistica o quella ontologica. Ovvero, uno potrebbe dire che una legge di natura universale (che vale ovunque e sempre) possa essere piú economica ("con un solo enunciato esprimo tutto, senza averne molti"), un'altro invece potrebbe sostenere il contrario ("una legge universale quantifica su ogni eventi spazio-temporale, e una quantificazione cosí é immensamente dispendiosa").

5) Il rasoio é un criterio flessibile. Non é sempre possibile determinare, date due credenze, quale sia più razionale dell'altra. Questo é dato dai punti (1), (2) e (4).

6) La razionalitá é un concetto estremamente flessibile e (per questo) molto potente. Infatti é il risultato - come ho detto in (3) - di un punto di equilibrio di piú esigenze differenti, ed il punto di equilibrio non puó che essere deciso volta per volta a seconda dei casi. Senza contare che persino gli elementi della compensazione sono flessibili (come sostengo in (5), per quanto riguarda il rasoio).


Da quanto dico, ci esce un'idea di rasoio di ockham (e di razionalitá) un po' piú moderno, estremamente flessibile e pluralista. Diciamo pure piú democratica

Che ne pensate?
epicurus
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Vecchio 17-01-2006, 12.58.49   #2
nexus6
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Mi sembrava un peccato verso il signor Ockham far scivolare negli abissi del forum questo thread, senza neppure una minima risposta.

Dunque dunque... sono d’accordo sul fatto che sia ora di affilare le lame di questo rasoio, perciò apprezzo molto l’arduo tentativo.

Il primo punto lo trovo, però, un po’ “scontato” diciamo così. Quando costruisco una certa ipotesi o teoria è chiaro che devo/dovrei avere a mia disposizione tutto ciò che riguarda tale ipotesi o teoria, pure in modo collaterale. Prima, dunque, di “azzardare” la scelta/formulazione di una teoria applicando il rasoio, devo avere quante più informazioni mi è possibile sul dato fenomeno in studio e dunque è chiaro che il rasoio non sarà mai applicabile su un singolo “enunciato”.
Il rasoio è un criterio formulato per discriminare tra due o più teorie che spiegano un dato problema e dunque anche per avere un “indirizzo” razionale sulla formulazione di ipotesi che poi andranno a formulare una “teoria”. Se si hanno due teorie è “preferibile” quella più semplice ed economica; se bisogna formularne una da zero, l’economicità dovrebbe essere il criterio da adottare, data però la conoscenza minuziosa di tutti i particolari che possono minimamente influenzare il problema in esame (questo è implicito nella razionale formulazione di una ipotesi).

“La strada da A a B è una retta” non è una ipotesi correttamente formulata poiché non tiene palesemente conto, come hai detto, della topografia, del costo ecc… ovvero di tutto ciò che sicuramente ha influenzato il progetto della strada; il principio di economicità sta nella scelta e nel numero di concetti che concorrono a formulare una data ipotesi e non nell’essere parchi nella raccolta di informazioni necessarie alla formulazione della suddetta.

L’ipotesi, poi, per divenire teoria deve essere “verificata” in qualche modo; se non passa la prova dei fatti vuol dire che qualche cosa/concetto è rimasto fuori; deve continuare la raccolta delle informazioni necessarie, poiché sicuramente qualcosa di fondamentale non è stato considerato. Se invece avviene che l’ipotesi superi questa prova, ciò non ci garantisce certo sulla economicità di tale teoria; quando ne verrà formulata un’altra che spiega lo stesso problema, ma con meno concetti/ipotesi ecco che il rasoio ne taglia via una. Ockham fornisce un indirizzo/criterio per la creazione da zero di ipotesi, ma che poi dovranno essere verificate nella realtà; inoltre rivela la sua utilità nel confronto di due teorie che spiegano lo stesso fenomeno.


Sull’idea di flessibilità espressa negli altri punti, sono d’accordo.

nexus6 is offline  
Vecchio 17-01-2006, 20.38.55   #3
z4nz4r0
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Re: Aggiorniamo il Rasoio d'Ockham

Citazione:
Messaggio originale inviato da epicurus
"Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem"

Ovvero, "Non si moltiplicano gli enti se non è necessità farlo": considerato da molti il principio di razionalitá per eccellenza. ...come deve essere interpretato questo principio al giorno d'oggi?

esistono numeri naturali?

Ultima modifica di z4nz4r0 : 17-01-2006 alle ore 20.43.28.
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Vecchio 19-01-2006, 15.18.18   #4
epicurus
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x nexus:
in effetti il povero Ockham meritava un interventino. comunque mi sembra che su questo argomento concordiamo più o meno su tutto

x z4nz4r0:
credo che questo ci porterebbe leggermente fuori argomento. comuque - in breve - potrei dire che i numeri sono riducibili agli insiemi, quindi postularli non è necessario. però penso che l'esistenza dei numeri è scartabile non solo per il rasoio (e qui si andrebbe off-topic).


epicurus
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Vecchio 19-01-2006, 16.21.47   #5
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e qui come al solito galleggiano evidenti, le ambiguità del linguaggio.. Rifinire così scioltamente l'insiemistica è roba da illuminati.
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