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Vecchio 20-09-2006, 20.55.57   #21
VanLag
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Riferimento: Gli errati presupposti

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Originalmente inviato da Fallen06
Non sono un grande conoscitore dell'induismo,quindi probabilmente mi sfuggono cose che tu invece conosci.
Ma,se non mi sbaglio,ci sono alcuni parametri che servono proprio a precisare quale sia la fede induista.
L'accettazione(non intendo,per accettazione,una devozione realmente dogmatica)dell'autorità religioso-filosofica dei Veda è uno di questi parametri.
Ora,stabilire dei parametri credo sia stato necessario proprio per l'assenza di un centro stabile.Se l'induismo è diviso in molte scuole,a maggior ragione non può essere tutto e il contrario di tutto.Su questo tornerò fra poco.
C’è un abisso tra le religioni del libro e quelle, diciamo asiatiche.

In India puoi trovare saggi, sadhu, guru che ai crocchi delle strade dei villaggi, raccontano il “discorso della montagna” dei vangeli inglobandolo nel corpus filosofico dell’Induismo e magari neppure sapendo che è il discorso di Gesù. A New Dheli ho conosciuto un guidatore di richow che era buddista ed aveva sul suo mezzo la foto di Sai Baba. A Madras nel tempio di Kapaleeswarar c’era una vecchia che tutti i giorni girava per ore ininterrottamente attorno ad una colonna compiendo così il pradaksin, (gesto rituale), riconosciuto dalla tradizione. Ho visto un maestro che raccoglieva i suoi discepoli sotto un tempio disegnato da lui su un muro. Il mio primo maestro di yoga, quando andai in India, era un ragazzo vestito solo di un sacco di iuta, che insegnava nel cortile della “condominio” in cui risiedeva ed era perfettamente inserito nell’ortodossia induista. Questo tanto per fornirti qualche flash dell'Induismo.

In un certo senso potremmo dire che il sincretismo sia l’essenza stessa dell’induismo che metabolizza sempre e comunque ogni forma pensiero che incontra. Davvero credo sia difficile starne fuori tant’è che esistono teorie e sistemi che spiegano, (spiegano non giustificano) anche il male.

Comunque il prete bramino che nel tempio vede l’anziana donna girare attorno alla colonna per ore, non si sogna neanche di dissuaderla. Lui è conscio della superiorità della sua ricerca fatta di meditazione, di recitazione di mantra e di japas, di canti dei banjan di puja e di adorazione nel sancta sntorum del tempio, ma sa anche, molto bene, che l’anziana donna aderisce a quel pezzo di religione che lei riesce a comprendere.

Lo gnani che ha realizzato “l’unità col tutto”, che siede statuario sulla pelle di antilope intrattenendo i discepoli sa molto bene che il bramino compie dei gesti, delle pratiche e dei rituali che a suo tempo troverà inutili, ma non gli passa neppure per l’anticamera del cervello di dissuaderlo. Lui sa che a tempo dedito, quando sarà pronto, il bramino andrà da lui o da uno come lui, a chiedere la risposta alle sue domande.


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Originalmente inviato da Fallen06
Pure prendendo per buona questa concezione,penso comunque che sarebbe possibile individuare un limite oltre il quale neanche tale induismo ultra-tollerante potrebbe andare:ovvero il concetto di divinità.
Come dicevo, nell’Advaita Dio è ininfluente perché lo gnani è ritenuto uno-con-Dio. Ad un livello più basso è importante, mentre per chi non ci arriva basta girare attorno alla colonna di un tempio. Tutti è tre ci casi rientrano a pieno titolo nel corpus dottrinario dell’Induismo. Con questo non so se è globalizzante e totalizzante sicuramente “fagocita” ma è grazie a questa sua peculiarità che il “nocciolo duro” degli antichi insegnamenti (la Sapienza) dei saggi dravidi è sopravvissuta integra alle invasioni ariane ed a tutte le altre influenze succedutesi successivamente.

Vedi io ho parlato di tensione al divino e non ho usato appositamente il termine tensione alla divinità, perché il divino può rappresentare la sfera spirituale dell’uomo prescindendo dalle caratteristiche della divinità e questo mi sembra importante data la concezione fortemente caratterizzante del Dio Biblico.

Infatti il Buddismo, che è quello che per certi versi si avvicina di più al cattolicesimo, è praticamente ateo, perché per il Buddismo la divinità è ininfluente, mentre è importante il raggiungimento del nirvana che potremmo volgarmente tradurre con illuminazione. (Quello che lo assimila al cattolicesimo è il fatto di possedere una tradizione scritta abbastanza univoca, di avere ordini monastici ed in alcuni casi, come nel buddismo tibetano o lamaismo di avere anche un capo spirituale (il Dalai Lama)).

Le cose vanno ancora peggio se esaminiamo il taoismo, ma qui mi fermo perché come diceva Lao Tsu o Laozi nei versi di apertura del Tao Te King, - il Tao che può essere detto non è il Tao –


Citazione:
Originalmente inviato da Fallen06
Io invece sto dicendo che non è la Verità Rivelata,ma è quanto si può inglobare nella propria fede senza che essa perda totalmente identità.
Non sono certo di averti compreso bene ma questa affermazione mi da lo spunto per provare ad esprimere un concetto che ho in mente.

La Verità con la V maiuscola non può essere smentita. La sua caratteristica vitale è di essere ovvia, auto evidente auto dimostrante ed incontrovertibile. L’induismo, tanto per rimanere in tema, può fregarsene dei virus di altre forme pensiero, perché sa di affondare le sue radici in quella sapienza ancestrale che nessuno potrà mai smentire, perché si pone oggettivamente a base della creazione.

La paura di perdere la propria identità dimostra che quella verità che difendiamo non è oggettivamente vera ma è solo il conforto per la nostra etica. Questo atteggiamento è molto umano e molto comprensibile, ma dovremmo essere coscienti che non stiamo “trattando” con la Verità, ma la stiamo usando per difendere l’immagine che ci siamo creati di noi stessi.

VanLag is offline  
Vecchio 21-09-2006, 02.58.54   #22
Weyl
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Riferimento: Gli errati presupposti filosofici del cattolicesimo.

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag

Purtroppo, secondo me, stanno cambiando in peggio. Avevate una persona bellissima, un uomo luminoso sia nel corpo che nella mente. Quello sarebbe stato un buon papa che avrebbe ridato luce alla chiesa di Cristo, ma lo avete mandato o lo avete lasciato andare a fare lo studioso a Gerusalemme. Stò parlando del Cardinale Carlo Maria Martini.


Caro amico, cito questo capoverso perchè esso mi pare esemplare di ciò che latita nel tuo discorso: quello generale, che si intuisce al di là dei tuoi diversi interventi.
L'elezione di un Papa, nell'ottica di un credente, ossia lungo la prospettiva della Fede nella Rivelazione, non è affatto un'elezione in termini parlamentari.
Si ritiene, infatti, che tale scelta si realizzi nel Conclave attraverso il comporsi "misterioso" di un' intenzione comune, costituentesi attraverso l'isolamento, la riflessione, la meditazione e, soprattutto, la preghiera.
Si ritiene che l'artefice di tale effettiva possibilità non sia l'Uomo, bensì lo Spirito, il quale ha il compito ineffabile di relativizzare nella prassi storica l'Assoluto divino.
Dunque, se Carlo Maria Martini non fu eletto Papa, ciò non si deve agli opportunismi degli uomini che componevano l'Assemblea Cardinalizia, nè al valore o alla santità dell'uomo Martini: bensì all'impossibilità storica della sua designazione.
Nessun calcolo umano può trascendere le Intenzioni mediante cui lo Spirito si fa mediatore critico dell'Assoluto divino nel Relativo della prassi umana.

Ma esso, al contrario, rende chiaro il senso della Rivelazione: la quale è esattamente questo, ossia il fatto che Dio possa dispiegarsi nell'accadere dell'Uomo e delle sue azioni e passioni.
E' questa la radicale distanza che intercorre tra Cristianesimo e filosofie orientali: queste ultime si limitano ad indicare all'Uomo l'accesso gratuito ed immediato alle scaturigini del sentimento divino della Creazione.
Il Cristianesimo parla all'uomo storico, a colui che nel suo concreto e quotidiano soffrire e gioire, progetta la sua esistenza per sè e al di là di sè.
L'Uomo che è ogni uomo, il tu e l'io, l'Altro e Me, l'oggetto e il soggetto: non l'uomo che è dell'Uomo, nell'Illuminazione, nella quale nè il tu, nè l'io, nè l'Altro nè il Me, nè alcun soggetto e oggetto possono pretendersi a istanze nell'esistenza.
Io spero che tu comprenda il senso di ciò che scrivo.
Un filosofo cinese diceva che la cosa più difficile da disegnare è un bue.
La più facile, uno spirito.
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Vecchio 21-09-2006, 09.49.17   #23
visechi
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Riferimento: Gli errati presupposti filosofici del cattolicesimo.

Citazione:
La seconda è l’idea di essere i detentori della “Verità rivelata” cioè di essere coloro che conoscono le scritture ed attraverso esse quindi la volontà di Dio.


Anche questo è il frutto di un'errata comprensione, che, nella storia, ha permesso il prodursi di grandi tragedie...le crociate, l'inquisizione, il silenzio-assenso sulla schiavitù in America, sull'olocausto, sul pregiudizio razziale in molti stati cilivili occidentali, ecc. ecc. tanto per fare degli esempi.
Oggi le cose sono cambiate : l'affermazione che ho quotato non trova riscontro nel cattolicesimo attuale, altrimenti mi avresti citato la fonte !
In ogni modo, c'è molto da fare, e il cattolicesimo, pian pianino, stà compiendo il suo percorso evolutivo : non posso dire altrettanto di altre religioni dove l'autentiticità di fede riesce a convivere benissimo con l'integralismo



La fonte recente da cui scaturisce questa convinzione, forse la potrai trovare nell’enciclica del predecessore dell’attuale Papa: Veritatis Splendor. Stupendo compendio di filosofia ispirato, a quanto si dice, dal Pontefice attuale.
Ciao
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Vecchio 21-09-2006, 10.35.59   #24
VanLag
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Riferimento: Gli errati presupposti filosofici del cattolicesimo.

Citazione:
Originalmente inviato da Weyl
Nessun calcolo umano può trascendere le Intenzioni mediante cui lo Spirito si fa mediatore critico dell'Assoluto divino nel Relativo della prassi umana.
Premesso che scrivendo quella frase su Carlo Maria Martini, ho “messo il becco” in qualche cosa che non mi appartiene più, estendendo quanto tu esprimi in merito all’elezione del papa e soppesando cautamente la tua frase che ho quotato mi viene in mente l’asserzione che “tutto sia opera di Dio, un’asserzione comprensibile dalla fede ma inaccessibile alla ragione, per cui in questo ambito mi terrei prudentemente fuori da questa diatriba.

Citazione:
Originalmente inviato da Weyl
Ma esso, al contrario, rende chiaro il senso della Rivelazione: la quale è esattamente questo, ossia il fatto che Dio possa dispiegarsi nell'accadere dell'Uomo e delle sue azioni e passioni.
E' questa la radicale distanza che intercorre tra Cristianesimo e filosofie orientali: queste ultime si limitano ad indicare all'Uomo l'accesso gratuito ed immediato alle scaturigini del sentimento divino della Creazione.
Il Cristianesimo parla all'uomo storico, a colui che nel suo concreto e quotidiano soffrire e gioire, progetta la sua esistenza per sè e al di là di sè.
L'Uomo che è ogni uomo, il tu e l'io, l'Altro e Me, l'oggetto e il soggetto: non l'uomo che è dell'Uomo, nell'Illuminazione, nella quale nè il tu, nè l'io, nè l'Altro nè il Me, nè alcun soggetto e oggetto possono pretendersi a istanze nell'esistenza.
Io spero che tu comprenda il senso di ciò che scrivo.
Se stringando e semplificando il senso del tuo discorso vuoi dire che le filosofie orientali puntano ad altezze metafisiche che sembrano avulse dalla vita “terrena” degli individui, forse ti ho compreso. Il cattolicesimo parla all’uomo contingente, quello fatto di memoria e di abitudini ed identificato in un apparato psicofisico fatto di corpo e mente, parla all’uomo di carne che soffre e gode sulla faccia di questo mondo.
Le filosofie orientali, sembrano ignorare, quando non negare e denigrare, questa dimensione e sembrano parlare ad un qualche cosa che è sempre nell’uomo ma è oltre.

Chi ha più ragione?
Forse l’uno, forse l’altro!

Personalmente penso che c’è posto per tutte perché ciascuna risponde a certe esigenze dell’uomo, ma il problema sollevato dal 3d non era tanto un confronto tra religioni per stabilire quale sia la migliore, (anche se io ho sviolinato parecchio in favore delle religioni orientali), bensì l’intento (del 3d) era di mostrare come le “religioni del libro”, in virtù dei loro assunti, tendano a diventare assolutiste e coercitive, negando il diritto di esistenza alle altre “forme pensiero”.


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Citazione:
Originalmente inviato da visechi
La fonte recente da cui scaturisce questa convinzione, forse la potrai trovare nell’enciclica del predecessore dell’attuale Papa: Veritatis Splendor. Stupendo compendio di filosofia ispirato, a quanto si dice, dal Pontefice attuale.

Grazie Visechi per la tua puntualizzazione.

VanLag is offline  
Vecchio 21-09-2006, 11.48.25   #25
Tommy2005
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Lightbulb Riferimento: Gli errati presupposti filosofici del cattolicesimo.

Ciao VanLag,
con ritardo, ma vengo a rispondere alla tua risposta, di cui ti ringrazio !
Mi sembra che ci sono molti punti su cui siamo d'accordo, e vorrei focalizzare, sintezzando, gli accordi e i disaccordi (in rosso) in modo da non spendere energie inutilmente (corregimi se ho capito male) :

- concordo con te che la figura suprema istituzionale, spesso e volentieri assume le stesse caratteristiche di un capo di stato, con ovvie difficoltà a non rimanere influenzato dall'interrelazione con altri capi di stato, però anche laddove non vi fosse, come nell'islam, a livello locale ci sono sempre dei capi spirituali, che comunque, tutti insieme, hanno ingerenze nella vita politica di quella nazione ;
inoltre, avere un guida istituzionale è una necessità imprescindibile : evita che i fedeli prendano strade completamente diverse, come invece accade nell'islam dove vi sono islamici autentici ed islamici integralisti, ed inoltre impedisce la multiformità di dottrine, di valori e di ideologie all'interno della medesima religione.


Citazione:
Appunto il vecchio testamento ha senso se letto in rapporto alla storia antica degli ebrei. E’ una storia che riguarda il medio oriente e non capisco perché, nei tempi antichi, abbiamo svenduto le nostre filosofie e le nostre religioni, per importare quella che ai tempi era una costola della religione ebraica.

Questo appunto te l'ho dovuto quotare e non sintetizzare, poichè è importante evidenziarlo : la religione, quella fatta di vita vissuta nei suoi valori, e non il mero esercizio di una pratica, non è un vademecum spirituale che ogni società si crea a suo gusto e piacemento, e che non và mercanteggiato : è il frutto di una rivelazione, quando viene istituita, e di un'adesione spirituale, quando la si vive, e non può essere oggetto di import-export nè di esclusività nazionale !

- Capisco la tua amarezza nei confronti dei cambiamenti avvenuti nella Chiesa : probabilmente, visti da fuori, non sono sufficientemente significativi, ma dovresti vederli all'interno della Chiesa, con le dovute considerazioni, per capire che anche una messa svolta in italiano anzichè in latino, è stata una concquista importante e difficile, tenuto conto del contesto in cui si è ottenuta !

- Concordo con te che nel Cattolicesimo c'è questa tendenza alla proclamazione della detenzione dell'unica Verità rivelata, non tutti sono così !
Il Cattolicesimo è fatto di Cristianesimo, il quale permette libertà all'individuo all'interno del suo credo : non sono molte, ma troverai anche delle persone che, umilmente, si allontanano da queste proclamazioni, e si preoccupano più di far conoscere la Verità di Cristo, che non di dimostrare di essere i soli a possedere la Verità, che comunque è unica, per tutti coloro che operano nella giustizia !


Citazione:
Purtroppo, secondo me, stanno cambiando in peggio. Avevate una persona bellissima, un uomo luminoso sia nel corpo che nella mente. Quello sarebbe stato un buon papa che avrebbe ridato luce alla chiesa di Cristo, ma lo avete mandato o lo avete lasciato andare a fare lo studioso a Gerusalemme. Stò parlando del Cardinale Carlo Maria Martini.

Qui ti ha già risposto oggi, egregiamente Weyl !

Citazione:
Dividi Cristianesimo, (in cui includo ...La catarsi passa per la presa di coscienza delle proprie negatività.

L’autore Huntington...alla Cristianità che, convinta com’è di essere l’unica via per il paradiso, ha cercato di espandersi in ogni modo.

- Su questi punti sono d'accordo con te, solo che mi sembra doveroso separare la religione in sè, dall'uso strumentale che se ne è fatto, senza imputare alla religione in sè le responsabilità di tragedie umane, che invece vanno imputate solo a quelle persone che ne hanno fatto un uso strumentale !
Penso sarai d'accordo con me !


Citazione:
Noi tutti, (mi ci metto dentro anche io), siamo abituati a vedere la critica come una cosa negativa, quasi un attacco alla nostra immagine. Ma una critica sincera può essere lo spunto migliore per crescere e migliorare.
Il problema è di avere l’umiltà di vedere e di accettare la critica. Ma chi si pecca di conoscere la Verità può avere questa umiltà?

- E come darti torto caro VanLag ! Solo una piccola correzione : non chi "conosce" la Verità non può essere umile, ma chi ha la presunzione di detenerla, la paura di non sottoporla al vaglio della ragione perchè non saprebbe renderne conto e l'arroganza di imporla agli altri !

Citazione:


P.S. (hai una visione abbastanza singolare del cristianesimo)....

Hai perfettamente ragione, è dei suoi vantaggi peculiari !

Ciao
Tommy2005 is offline  
Vecchio 21-09-2006, 12.18.28   #26
Tommy2005
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Riferimento: Gli errati presupposti filosofici del cattolicesimo.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
[i]Citazione:

La fonte recente da cui scaturisce questa convinzione, forse la potrai trovare nell’enciclica del predecessore dell’attuale Papa: Veritatis Splendor. Stupendo compendio di filosofia ispirato, a quanto si dice, dal Pontefice attuale.
Ciao

Puoi postarmi per favore i gli estremi ? (Autore, titolo esteso, casa editoriale, ecc.)

Sono curioso di sapere quali parole sono state esattamente pronunciate, ed in quale contesto (che è la cosa più importante) !

Mi compro il libro, e poi giudico, non vorrei cadere in errate interpretazioni come, recentissimamente, hanno fatto le comunità islamiche !

Grazie e ciao
Tommy2005 is offline  
Vecchio 21-09-2006, 14.31.46   #27
VanLag
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Riferimento: Gli errati presupposti filosofici del cattolicesimo.

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Originalmente inviato da Tommy2005
- Su questi punti sono d'accordo con te, solo che mi sembra doveroso separare la religione in sè, dall'uso strumentale che se ne è fatto, senza imputare alla religione in sè le responsabilità di tragedie umane, che invece vanno imputate solo a quelle persone che ne hanno fatto un uso strumentale !
Do alcune idee di principio che non so se troveranno il tuo/vostro consenso però io ci provo convinto che, in esse, c’è una sufficiente coerenza di pensiero.

L’umanità si muove sempre in direzione del “valore” ed a determinare questo valore sono le forme pensiero, cioè le filosofie e le religioni. In questo senso le religioni e le filosofie hanno una enorme responsabilità nello sviluppo della storia umana, una responsabilità che va oltre il vissuto di qualche generazione e copre intere “ere” dello sviluppo dell’uomo.

Nell’altro 3d, che ho recentemente aperto qui in filosofia, - Il pensiero assoluto e la fine del genere umano – ho cercato di evidenziare come, in ultima analisi, sia il concetto di quell’assoluto monolitico e preciso, mutuato dall’immagine di Dio delle religioni monoteiste, che col tempo cresce e si inasprisce sempre più, diventando di fatto responsabile della sempre maggiori aberrazioni del pensiero umano.

Dietro alle mostruosità dei regimi totalitari come nazismo e comunismo io ci vedo l'attitudine ad indulgere in una fede cieca e non più sottoposta alla verifica della ragione che nasce dalla fede in Dio, cioè dalla fede in qualche cosa che, per sua stessa natura, ovvia la ragione.

(P.S. Non stò sostenendo che il comunismo sia nato dal pensiero assoluto delle religioni, ma che il modo sanguinario e totalitario con cui si è manifestato il comunismo in Unione Sovietica, e la sua presunzione di essere nel giusto, nasce da quel bisogno di assoluto nutrito dalle religioni).

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Vecchio 21-09-2006, 17.19.02   #28
VanLag
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Riferimento: Gli errati presupposti filosofici del cattolicesimo.

Citazione:
Originalmente inviato da Tommy2005
Puoi postarmi per favore i gli estremi ? (Autore, titolo esteso, casa editoriale, ecc.)

Sono curioso di sapere quali parole sono state esattamente pronunciate, ed in quale contesto (che è la cosa più importante) !

Mi compro il libro, e poi giudico, non vorrei cadere in errate interpretazioni come, recentissimamente, hanno fatto le comunità islamiche !

Grazie e ciao
http://www.vatican.va/holy_father/jo...lendor_it.html

Qui trovi il testo dell'enciclica che cita Visechi.

Nota di folclore..... in essa la parola "Rivelazione" ricorre 23 volte mentre la parola "Verità" 196 volte.

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Vecchio 21-09-2006, 18.43.18   #29
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Riferimento: Gli errati presupposti

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Originalmente inviato da VanLag
Questo tanto per fornirti qualche flash dell'Induismo.

Quello di cui mi hai parlato (fra l'altro l'ho trovato interessante a livello antropologico, ti ringrazio per le suggestioni che mi hai fornito) lo puoi trovare anche nel cristianesimo,in varie forme.
Prova a seguire una festa della Virgen de Guadalupe,in Messico.
O una messa protestante fatta in una mega-church,mattatore Benny Hinn.
Immagina un gospel e paragonalo all'austero protestantesimo luterano.
Immagina una festa del santo di paese,pensa a quali e quante "eterodossie" può dar luogo.
Pensa al sincretismo,ai cattolicesimi nazionalizzati nel sud America,a quelli popolari,dove al culto di Gesù sulla Croce è affiancato il culto dei morti,l'animismo e lo spiritualismo.
O,restando a casa nostra,pensa a tutti quelli che la domenica vanno in Chiesa e poi sognano di ricevere i numeri al lotto dal parente morto e leggono l'oroscopo e sfregano il corno rosso quando vogliono scacciare una sfortuna,o propiziarsi una fortuna.
Dico questo per farti capire,come tu fai capire a me della varietà della "fenomenologia" induista,quanto la varietà,la molteplicità,la contraddittorietà siano presenti anche nei monoteismi,anche nelle religioni che il "centro" ce l'hanno.

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Originalmente inviato da VanLag
Lo gnani che ha realizzato “l’unità col tutto”, che siede statuario sulla pelle di antilope intrattenendo i discepoli sa molto bene che il bramino compie dei gesti, delle pratiche e dei rituali che a suo tempo troverà inutili, ma non gli passa neppure per l’anticamera del cervello di dissuaderlo. Lui sa che a tempo dedito, quando sarà pronto, il bramino andrà da lui o da uno come lui, a chiedere la risposta alle sue domande.

E' proprio questo che critico..
Ma chi è questo bramino,per avere la risposta alle domande?Un saggio?Un filosofo?Un maestro di vita e di spiritualità?Un detentore della verità?
...si torna sempre a questo...con più tolleranza,con qualche mascheramento in più...ma si torna sempre,inevitabilmente,alla convinzione di sapere...
Nel migliore dei casi,trovo che questo sia un punto di tensione all'interno della concezione filosofica induista.Nel peggiore,che si tratti di mascherata "pretesca" saccenza.

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Come dicevo, nell’Advaita Dio è ininfluente perché lo gnani è ritenuto uno-con-Dio.

Allora è tutt'altro che ininfluente...è importantissimo.
Casomai,ininfluente nel senso che non è un agente totalmente esterno allo gnani.Ma su questo siamo d'accordo.

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Vedi io ho parlato di tensione al divino e non ho usato appositamente il termine tensione alla divinità, perché il divino può rappresentare la sfera spirituale dell’uomo prescindendo dalle caratteristiche della divinità e questo mi sembra importante data la concezione fortemente caratterizzante del Dio Biblico.

Chiarisco che conosco la differenza di concezione della divinità fra cristianesimo e induismo,usavo il concetto di divinità in modo confacente alla concezione induista.La divinità,nell'induismo,è pur sempre un "parametro",è un contenuto,è una caratterizzazione.
Se tu accetti quella concezione di divinità puoi considerarti induista sotto quell'aspetto,altrimenti no.
Tu stesso hai tenuto a chiarire la distinzione fra il concetto di divinità in occidente e quello induista.Ebbene,vedi da te che un induista non potrebbe adottare il concetto di divinità di un cristiano.La sua religiosità è di tipo diverso,non comprende,non ingloba tutto.
Tutto,non lo si può ingerire,Van.Si vomita,quando si mangia tutto.Ci sono cose che non possono coesistere...perchè sono contraddittorie.
Allora,a livello popolare le contraddizioni non impediscono il culto,ma ad un livello di riflessione più elevato,si.

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
La Verità con la V maiuscola non può essere smentita. La sua caratteristica vitale è di essere ovvia, auto evidente auto dimostrante ed incontrovertibile. L’induismo, tanto per rimanere in tema, può fregarsene dei virus di altre forme pensiero, perché sa di affondare le sue radici in quella sapienza ancestrale che nessuno potrà mai smentire, perché si pone oggettivamente a base della creazione.

Beh,resta tutta da dimostrare,questa "Verità",ti pare?
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Vecchio 21-09-2006, 20.05.04   #30
VanLag
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Originalmente inviato da Fallen06
Beh,resta tutta da dimostrare,questa "Verità",ti pare?
Non devi dimostrarla….. la vivi. Anzi è lei che vive te. Se neghi una realtà oggettiva neghi anche quel mondo oggettivo che ti circonda. Se vedi il mondo oggettivo, (ancorché coi tuoi occhi e la tua mente soggettiva), sai anche che esiste una Verità che lo descrive, che lo compenetra.

Quanto è profonda quella realtà e quella Verità lo sai solamente quando rinunci alla soggettività. E’ paradossale ma è un qualche cosa che ad alcuni uomini a volte succede. Quello è lo stato del saggio di cui sopra, quello che ti fa arrabbiare, (almeno così sembra dal tono del tuo scrivere), perché, probabilmente, (stò interpretando ovviamente), lo vedi come un noioso ulteriore “prete” saccente che cerca di importi la sua idea di Verità.

Non è un prete saccente ….. è un "semplice", un po’ pazzo un po’ stregone, un po’ dolce un po’ burbero, amico ma anche arcigno ed aspro. Lo riconosci dal velo di compassione, spesso silenziosa, che ti avvolge se lo incontri.

Ma mi rendo conto che per chi non è venuto in contatto con questa dimensione, la cosa suonerà strana, esattamente come ad un cieco vivente in un mondo di ciechi, suonerà strana la parola di qualcuno che cerchi di spiegare la luce.

Poi potrebbe essere tutto un’invenzione della mia mente….. una mia interpretazione di fenomeni un po’ “particolari” no?

Però di una cosa sono certo…. Quando verrai in contatto con la Verità, la riconoscerai, dentro te stesso. Una certezza solo tua incomunicabile, ma anche inequivocabile e ti accorgerai anche che quella Verità non la puoi usare per niente e per nessuno, tanto meno per imporre la tua volontà agli altri, perché, come dicevo all’inizio, sarà lei ad usare te.

Mi spiace che stò uscendo ed ho poco tempo. Se riesco prossimamente tornerò sul resto del 3d.
Non rileggo neppure se ho scritto strafalcioni, nel caso perdonatemi.

VanLag is offline  

 



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