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Vecchio 12-11-2006, 15.46.11   #1
leyander
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cose che fanno riflettere (parte I)

La Religione E L’ Esistenza


Avere fede leva ogni dubbio e io voglio averli, con i dubbi sono sicuro di non poter essere condizionato da niente e da nessuno e posso sempre avere il piacere di pensare la mia e la mia mente può rimanere aperta a tutto. È troppo facile credere in Dio. Io dico che i miracoli, le stigmate e le possessioni si possono spiegare già in parte con la scienza e la medicina e quello che non si può spiegare potrà essere svelato in futuro, ma dico anche che la scienza può essere stata creata per confonderci le idee e non farci credere che esiste qualcosa di trascendente. Io non sono credente, ateo o agnostico, sto soltanto nel mezzo di questi tre termini e voglio mettere il dubbio a tutti coloro che hanno e non hanno fede e suppongono, pensano o credono di aver ragione o di sapere le cose soltanto perché lo dice la bibbia, il vangelo o la religione o altri testi e religioni varie, oppure perché la loro ragione è stata annebbiata da piccoli quando ancora erano incapaci di capire e rendersi conto di quello che gli stavano dicendo. Un bel dubbio potrebbe essere: se esiste Dio che vede, provvede, guida e controlla il nostro destino, le nostre azioni sono il risultato del libero arbitrio?. Io non credo in nessuna religione o dogmi vari visto che la storia mi insegna che la persona e quindi anche le religioni sbagliano e possono sbagliarsi tuttora, quindi “credo soltanto in ciò che ritengo giusto credere”, credo nei valori come l’amicizia, l’amore, il bene, la giustizia, nel rispetto, nell’umiltà, in tutto ciò che fa sentire bene. La frase “credo in ciò che ritengo giusto credere” si può sintetizzare in due parole: istinto oppure ragione. L’istinto (credere al cuore) vuol dire non domandarsi se quella cosa che si sta facendo può risultare dannoso per se stessi ma se si sente che è positiva e a fin di bene farla e basta senza ragionare e perdere tempo, magari facendo la cosa giusta quando ormai è troppo tardi. Ragione: credere in ciò che si pensa dopo avere fatto un lunga analisi della situazione che richiede tempo, dubbi e esitazioni. Per me è indifferente se esiste Dio ma dico che io affetto da sindrome di gilles de la tourette, in poche parole affetto da tic multipli complessi e tic vocali, non sono stato sfortunato ma prescelto per fare da esempio per far capire alle persone la difficoltà di vita dei tourettici e a sensibilizzarli alla sindrome e incoraggiando chi è affetto a non aver paura di mostrarsi e a non vergognarsi. Io penso che l’uomo muore ed è finito ma l’umanità è infinita e dico questo in base all’idea che non esiste un origine. Io mi domando chi ha creato Dio? Oppure il big bang, da dove sono saltati fuori gli atomi? Mi faccio domande che vanno a – (meno) infinito in cerca di un origine che sembra non esserci, e l’umanità suppongo sia + (più) infinito visto che ancora esistiamo, se così fosse non può esistere nessuna teoria sulla nascita e la fine dell’uomo visto che navigheremo in uno spazio infinito che non lascia spazio a nessuna ipotesi. Io definisco la mia mente come un cosmo dove non vi è nemmeno un buco per respirare.
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Vecchio 13-11-2006, 15.02.54   #2
ludovicofrescura
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Riferimento: cose che fanno riflettere (parte I)

Citazione:
Originalmente inviato da leyander
La Religione E L’ Esistenza


Avere fede leva ogni dubbio e io voglio averli, con i dubbi sono sicuro di non poter essere condizionato da niente e da nessuno e posso sempre avere il piacere di pensare la mia e la mia mente può rimanere aperta a tutto. È troppo facile credere in Dio. Io dico che i miracoli, le stigmate e le possessioni si possono spiegare già in parte con la scienza e la medicina e quello che non si può spiegare potrà essere svelato in futuro, ma dico anche che la scienza può essere stata creata per confonderci le idee e non farci credere che esiste qualcosa di trascendente. Io non sono credente, ateo o agnostico, sto soltanto nel mezzo di questi tre termini e voglio mettere il dubbio a tutti coloro che hanno e non hanno fede e suppongono, pensano o credono di aver ragione o di sapere le cose soltanto perché lo dice la bibbia, il vangelo o la religione o altri testi e religioni varie, oppure perché la loro ragione è stata annebbiata da piccoli quando ancora erano incapaci di capire e rendersi conto di quello che gli stavano dicendo.



Tento un esperimento: come si ragiona in giro e se ne raccoglie la comprensione (rispondendo a leyander)

Avere fede leva ogni dubbio

Non è vero: quale dubbio/quale fede?… Io ho fede nel Divino ad esempio, e nutro infiniti dubbi su di ‘Lui’. Ma posso anche dire che ho fede in qualche cosa perché proprio ne dubito (come regalassi un che a qualcuno che non lo meriti).

e io voglio averli,

Anch’io, ma non solo: voglio avere in testa affermazioni|dubbi|negazioni (non ne potrei fare a meno, di nessuna delle tre istanze).

con i dubbi sono sicuro di non poter essere condizionato da niente e da nessuno e posso sempre avere il piacere di pensare la mia e la mia mente può rimanere aperta a tutto.

Se ho un dubbio, è proprio lì che sono condizionabile/posso essere condizionato dall’esterno, non mio malgrado ma perché lo voglio (almeno nel mio io sotterraneo). Inoltre sono convinto che premunirmi col dubbio, in via pregiudiziale, limiterebbe/chiuderebbe la mia mente in modo disastroso o definitivo.

È troppo facile credere in Dio.

Quale ‘Dio’?… Io credo nel Divino: tonda astrazione che m’immagino come ambito – un CONTENITORE – che contenga augurabilmente dopo la morte la coscienza che mi sono andato costruendo in vita. Quindi non è né facile né difficile credere nel Divino per me: è esigenza coscienziale – tutto qui.

Io dico che i miracoli, le stigmate e le possessioni si possono spiegare già in parte con la scienza e la medicina e quello che non si può spiegare potrà essere svelato in futuro,

La religiosità di un uomo, quando affiora alla coscienza, non ha niente a che dire/a che fare con la solita accozzaglia di eventi/stranezze e pseudo/eventi (quali miracoli, possessioni, ecc.): cioè il peggio delle religioni professate comunemente, per altro creduto vero soltanto da una parte minoritaria dei rispettivi credenti.

ma dico anche che la scienza può essere stata creata per confonderci le idee e non farci credere che esiste qualcosa di trascendente.

Non penso che la scienza sia stata creata per questo, a bella posta: è ridicolo/un non senso, un’idea/kaputt (logicamente inattaccabile perché strutturale (come averla programmata cinicamente a tavolino – ma va!…). Inoltre sbandierarsi un cacadubbi in termini così automaticamente simmetrici, fa trasparire alquanto una mente svuotata d’idee e un animo pieno di paura (di non possedere – cioè – un proprio ego).

Io non sono credente, ateo o agnostico, sto soltanto nel mezzo di questi tre termini

Un ternario qualsiasi, paragonabile analogicamente a un sistema di tre assi ortogonali costituisce – per me – un semplice strumento di misura. Mi misura cosa?… L’entità che colloco al suo centro/punto di intersezione dei tre assi: ad esempio, in questo caso, credere|dubitare|non credere mi dà la misura dell’uomo metafisico (chi si rivolge a un quid che lo trascenda), io stesso se del caso pensando al dio, allo spazio sidereo, al campo naturale dei numeri, ecc. Né potrei mai stare bellamente dentro questo o altro ternario senza esserne coinvolto; perché sarebbe come se dicessi che esiste una tridimensionalità geometrica – altezza|lunghezza|larghezza – senza una qualche realtà/entità che le si riferisca. (In termini ontologici/grammaticali – per così dire da far ridere/riflettere: prima fondo/nomino un sostantivo, dopo ve ne appongo – apposizione – un altro o altri attributi per meglio determinarlo.)

e voglio mettere il dubbio a tutti coloro che hanno e non hanno fede e suppongono, pensano o credono di aver ragione o di sapere le cose soltanto perché lo dice la bibbia, il vangelo o la religione o altri testi e religioni varie, oppure perché la loro ragione è stata annebbiata da piccoli quando ancora erano incapaci di capire e rendersi conto di quello che gli stavano dicendo.

Intanto – qui – ci leggo una sorta di megalomania, di esaltazione, di spanciamento del proprio ego che non è attendibile|commisurabile|cred ibile…

Eccetera, eccetera, eccetera. (1° parte)
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Vecchio 13-11-2006, 15.38.34   #3
S.B.
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Riferimento: cose che fanno riflettere (parte I)

ludovicofrescura:
Citazione:
Né potrei mai stare bellamente dentro questo o altro ternario senza esserne coinvolto; perché sarebbe come se dicessi che esiste una tridimensionalità geometrica – altezza|lunghezza|larghezza – senza una qualche realtà/entità che le si riferisca.

Beh se poni y, z =0 ti rimane x, ovviamente rimani sempre nel "ternario" ma non è detto che tutte le tre dimensioni influiscano per forza.


Comunque...

Secondo me il dubbio, la condizione di instabilità è necessaria nel pensiero, sarebbe meglio dire avere una mente aperta.
Metodo scientifico, una cosa è vera finchè non mi viene dimostrato il contrario, sottolineo finchè non venga dimostrato(e finchè io non lo riconosca), altrimenti il dubbio potrebbe portare ad un continuo altalenarsi di affermazioni e negazioni che porta solo caos.

Non credo che la fede escluda il dubbio, non è sempre così certa e sicura, io comunque pendo verso una sorta di deismo dubbioso, che mi lascia sofferente tra il credente e l'ateo.
S.B. is offline  
Vecchio 13-11-2006, 21.20.11   #4
ludovicofrescura
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Riferimento: cose che fanno riflettere (parte I)

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
ludovicofrescura:


Beh se poni y, z =0 ti rimane x, ovviamente rimani sempre nel "ternario" ma non è detto che tutte le tre dimensioni influiscano per forza.


Comunque...

Secondo me il dubbio, la condizione di instabilità è necessaria nel pensiero, sarebbe meglio dire avere una mente aperta.
Metodo scientifico, una cosa è vera finchè non mi viene dimostrato il contrario, sottolineo finchè non venga dimostrato(e finchè io non lo riconosca), altrimenti il dubbio potrebbe portare ad un continuo altalenarsi di affermazioni e negazioni che porta solo caos.

Non credo che la fede escluda il dubbio, non è sempre così certa e sicura, io comunque pendo verso una sorta di deismo dubbioso, che mi lascia sofferente tra il credente e l'ateo.



Senti S.B., non avermene…

Se dài il valore assoluto ai tre assi di 12 puoi realizzare sì, la combinazione che dici: 0,0,12 (che poi chiami i tre assi x, y, z non è importante). Ma tu che ti metti al centro o chi per te risulti veramente carente dal mio punto di vista: un uomo bitorzoluto, una specie di bubbone, un cetriolo d’uomo qualsiasi – direi ‘primitivo’ perché uni/dimensionale – tutto pieno del suo 12. Ma puoi realizzare anche questa combinazione: 6,6,0. E ancora tu che ti metti al centro e ti misuri risulti come amputato: un uomo piatto, un uomo conflittuale, un uomo squilibrato – direi ‘barbaro’ perché bi/dimensionale dal mio punto di vista. Infine puoi realizzare l’unica combinazione vincente per me: 4,4,4. Dove risulti invece composito, equilibrato, armonico: un uomo insomma ‘civile’ – o cosciente – perché tridimensionale dal mio punto di vista. Quindi, dicendo che “non tutte le tre dimensioni influiscono per forza” scopri – scusami S.B. – l’acqua calda: so bene, vivendo, che c’è una varietà smisurata di uomini che s’avvicina più alla tua combinazione (0,0,12) che alla mia (4,4,4). D’altra parte, ovviamente, fra queste tre combinazioni emblematiche ne esistono infinite altre quanti sono gli uomini che erano|sono|saranno. Capito?

Dubbio non vuole dire affatto per me instabilità: è un intelligente atteggiamento mentale che va dosato nel ragionamento (altro 4,4,4 e non 0,0,12 o 6,6,0) con affermazione e negazione a seconda dei casi e delle circostanze. Mentre instabilità implica un atteggiamento comportamentale assai negativo, escludente, perfino moralistico: rifiuto di essere instabile nel mio dubbio; anzi avverto lì la mia forza, la mia capacità ulteriore, la possibilità di rinnovarmi ideativamente. Per cui la tua frase “la condizione di instabilità è necessaria nel pensiero” oltre che formalmente errata, la trovo pedagogicamente pessima, se non pericolosa, comunque disastrata.

Inoltre la mia “mente aperta” non dipende tanto da questo ternario (affermazione|dubbio|negazione ) ma da un altro: inquietudine|curiosità|creativ ità. O altri simili, ché ne troverei svariati. Ma spiegartelo/spiegarteli diventerebbe per me lungo e noioso. E fors’anche improduttivo perché magari tu resti incrollabilmente arroccato sul tuo ‘dubbio’ di prima.

Né do valore a nessun “metodo scientifico” che m’imponga quasi – ambiguo complice strisciante – di ritenere un quid vero fino a che lui stesso non mi dimostri il contrario: c’è/ci leggo, se questo è, presunzione, violenza, arroganza, disprezzo dell’altro, discriminazione, la condizione del servo/la condizione dello schiavo, ci leggo il potere, il superpotere, ci leggo il Potere. Quindi te lo lascio, il tuo ‘metodo scientifico’, e in ciò ti volto le spalle: il Mondo è grande per starci tutti e due senza incontrarci.

Il concetto di fede (se veramente di fede si tratta) per me è l’atto conclusivo/rigenerativo cominciato con un lungo esperire la propria vita con sensibilità fervida, transitando necessariamente nel ragionevole dubbio tirato come pelle di tamburo, per raccogliere infine un piccolo/minimo risultato appena appena soddisfacente.

Infine sul tuo “deismo dubbioso, che ti lascia sofferente tra il credente e l'ateo” ci sarebbe da scrivere un libro. Ma qui ti lascio alla tua guida spirituale (sempre da diffidare delle guide spirituali) se non sei capace da te di trovarti/ritrovarti. TRIS
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Vecchio 14-11-2006, 00.11.42   #5
leyander
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Riferimento: cose che fanno riflettere (parte I)

si ci tenevo a dire che io non mi sono mai confrontato con nessun'altro. Io ho 20 anni e ho fatto studi tecnici quindi in linea di massima non rientro nella categoria di un pensatore o filosofo o dir si voglia ( giovane con poca esperienza, studi tecnici, svaghi vari e divertimenti che ti portano via tutto il tempo, passione x i mmorpg, grafica e computer ecc ecc) e mi sto avvicinando alla filosofia in generale. per questo motivo ho postato e posterò altre cose, degne spero, di una vostra attenzione, di un vostro commento,critica, o riflessione, per appunto sentire altre campane e non per cambiare idea, naturalmente, ma per scoprire, riflettere e confrontarmi con altre opinioni. Le comprensioni che si possono dedurre dalle mie parole possono essere tante e mi fa piacere sentirle
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Vecchio 14-11-2006, 14.19.53   #6
epicurus
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Originalmente inviato da leyander
la scienza può essere stata creata per confonderci le idee e non farci credere che esiste qualcosa di trascendente.

la scienza non è stata creata, la scienza è semplicemente un atteggiamento critico di studio del mondo. ne tantomento è un inganno: inganno da parte di chi?!

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Io non sono credente, ateo o agnostico, sto soltanto nel mezzo di questi tre termini e voglio mettere il dubbio a tutti coloro che hanno e non hanno fede

guarda che la tua posizione è l'agnosticismo, colui che ammette di non aver basi sufficienti per dare una risposta alla domanda "esiste dio?". stare in mezzo a tutti e tre è impossibile, perchè in mezzo non c'è nulla.

Citazione:
Io penso che l’uomo muore ed è finito ma l’umanità è infinita e dico questo in base all’idea che non esiste un origine. Io mi domando chi ha creato Dio? Oppure il big bang, da dove sono saltati fuori gli atomi? Mi faccio domande che vanno a – (meno) infinito in cerca di un origine che sembra non esserci, e l’umanità suppongo sia + (più) infinito visto che ancora esistiamo, se così fosse non può esistere nessuna teoria sulla nascita e la fine dell’uomo visto che navigheremo in uno spazio infinito che non lascia spazio a nessuna ipotesi.

dato che tu affermi di volerti liberare da dogmi e stramberie intellettuali, allora la tesi che in qualunque tempo futuro esisterà almeno un essere umano dovresti rifiutarla (o almeno lasciarla nel dubbio). infatti tale tesi è altamente problematica e improbabile.


epicurus
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Vecchio 14-11-2006, 14.38.19   #7
epicurus
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Originalmente inviato da S.B.
Metodo scientifico, una cosa è vera finchè non mi viene dimostrato il contrario, sottolineo finchè non venga dimostrato(e finchè io non lo riconosca), altrimenti il dubbio potrebbe portare ad un continuo altalenarsi di affermazioni e negazioni che porta solo caos.

Purtroppo le cose non sono così semplici. Infatti, il difficile sta proprio nel fatto che qualsiasi proposizioni può essere presa come affermativa, e crearsi la sua negazione. Quindi dire "l'onere della prova spetta a chi afferma" non vuol dire nulla se non v'è differenza di contenuto tra affermare e negare.

Per la scienza, invece, l'onere ricade su colui che vuole difendere la l'ipotesi che si armonizza meno bene con lo sfondo di conoscenza scientifiche che abbiamo. Dove la proprietà di 'essere armonizzato con lo sfondo di conoscenze scientifiche' è una proprietà non perfettamente formalizzabile (leggi: algoritmizzabile), che segue massime quali la semplicità, la potenza esplicativa, il conservatorismo, etc., etc....


epicurus
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Vecchio 14-11-2006, 14.45.16   #8
alessiob
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Rispondo a leyander: Condivido alcune cose di quanto dici, soprattutto per quanto riguarda il dubbio, cardine portante della vita intellettiva di ogni vero pensatore .

Mi associo ad epicurus riguardo al fatto che "la tua posizione è l'agnosticismo, colui che ammette di non aver basi sufficienti per dare una risposta alla domanda "esiste dio?"."

Ti informo che anche io sono appassionato di mmorpg, e infine un ultima cosa:

Questa tua frase: "Io penso che l’uomo muore ed è finito ma l’umanità è infinita e dico questo in base all’idea che non esiste un origine. "

Dovresti specificare ciò che intendi; perchè se intendi dire che l'uomo è fatto della stessa materia dell'universo e l'universo muta conmtinuamente e eternamente, dunque l'uomo non morira mai allora ok.

ma se pretendi che l'uomo viva per l'eternita, non solo questo non avverrà ma è semplicemente impossibile che accada poichè anche se non dovesse estinguersi, si evolverà e la sua evoluzione non potrà più definirlo uomo, ma altro.
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Vecchio 14-11-2006, 15.37.38   #9
S.B.
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Senti S.B., non avermene…

Se dài il valore assoluto ai tre assi di 12 puoi realizzare sì, la combinazione che dici: 0,0,12 (che poi chiami i tre assi x, y, z non è importante). Ma tu che ti metti al centro o chi per te risulti veramente carente dal mio punto di vista: un uomo bitorzoluto, una specie di bubbone, un cetriolo d’uomo qualsiasi – direi ‘primitivo’ perché uni/dimensionale – tutto pieno del suo 12. Ma puoi realizzare anche questa combinazione: 6,6,0. E ancora tu che ti metti al centro e ti misuri risulti come amputato: un uomo piatto, un uomo conflittuale, un uomo squilibrato – direi ‘barbaro’ perché bi/dimensionale dal mio punto di vista. Infine puoi realizzare l’unica combinazione vincente per me: 4,4,4. Dove risulti invece composito, equilibrato, armonico: un uomo insomma ‘civile’ – o cosciente – perché tridimensionale dal mio punto di vista. Quindi, dicendo che “non tutte le tre dimensioni influiscono per forza” scopri – scusami S.B. – l’acqua calda: so bene, vivendo, che c’è una varietà smisurata di uomini che s’avvicina più alla tua combinazione (0,0,12) che alla mia (4,4,4). D’altra parte, ovviamente, fra queste tre combinazioni emblematiche ne esistono infinite altre quanti sono gli uomini che erano|sono|saranno. Capito?

Dubbio non vuole dire affatto per me instabilità: è un intelligente atteggiamento mentale che va dosato nel ragionamento (altro 4,4,4 e non 0,0,12 o 6,6,0) con affermazione e negazione a seconda dei casi e delle circostanze. Mentre instabilità implica un atteggiamento comportamentale assai negativo, escludente, perfino moralistico: rifiuto di essere instabile nel mio dubbio; anzi avverto lì la mia forza, la mia capacità ulteriore, la possibilità di rinnovarmi ideativamente. Per cui la tua frase “la condizione di instabilità è necessaria nel pensiero” oltre che formalmente errata, la trovo pedagogicamente pessima, se non pericolosa, comunque disastrata.

Inoltre la mia “mente aperta” non dipende tanto da questo ternario (affermazione|dubbio|negazione ) ma da un altro: inquietudine|curiosità|creativ ità. O altri simili, ché ne troverei svariati. Ma spiegartelo/spiegarteli diventerebbe per me lungo e noioso. E fors’anche improduttivo perché magari tu resti incrollabilmente arroccato sul tuo ‘dubbio’ di prima.

Né do valore a nessun “metodo scientifico” che m’imponga quasi – ambiguo complice strisciante – di ritenere un quid vero fino a che lui stesso non mi dimostri il contrario: c’è/ci leggo, se questo è, presunzione, violenza, arroganza, disprezzo dell’altro, discriminazione, la condizione del servo/la condizione dello schiavo, ci leggo il potere, il superpotere, ci leggo il Potere. Quindi te lo lascio, il tuo ‘metodo scientifico’, e in ciò ti volto le spalle: il Mondo è grande per starci tutti e due senza incontrarci.

Il concetto di fede (se veramente di fede si tratta) per me è l’atto conclusivo/rigenerativo cominciato con un lungo esperire la propria vita con sensibilità fervida, transitando necessariamente nel ragionevole dubbio tirato come pelle di tamburo, per raccogliere infine un piccolo/minimo risultato appena appena soddisfacente.

Infine sul tuo “deismo dubbioso, che ti lascia sofferente tra il credente e l'ateo” ci sarebbe da scrivere un libro. Ma qui ti lascio alla tua guida spirituale (sempre da diffidare delle guide spirituali) se non sei capace da te di trovarti/ritrovarti. TRIS

Ho capito, si in effetti rileggendo la mia affermazione sugli assi cartesiani, era un po' inconcludente, anche perchè poi sono arrivato a pensare che niente nella realtà che conosco potrebbe essere descritto da una sola dimensione.
Stavo ragionando in modo astratto, ma ho sbagliato.

Quando ho parlato di instabilità non intendevo dargli un significato negativo, assolutamente, volevo dire che è importante avere una mente aperta, da che tuo ternario poi dipenda non lo so, non ne sono molto pratico.

Secondo me il metodo scientifico non impone, ma assume, soltanto per questioni pratiche, una verità finchè non viene smentita o modellata, modificata.
Non ci vedo nè presunzione nè violenza, anzi ci leggo apertura verso quello che potrebbe essere.

Non ho nessuna guida spirituale, solo mi ritrovo a pensarci, senza essere giunto a nessuna conclusione ancora...
S.B. is offline  
Vecchio 14-11-2006, 16.27.34   #10
leyander
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Tento un esperimento: come si ragiona in giro e se ne raccoglie la comprensione (rispondendo a leyander)

Avere fede leva ogni dubbio

Non è vero: quale dubbio/quale fede?… Io ho fede nel Divino ad esempio, e nutro infiniti dubbi su di ‘Lui’. Ma posso anche dire che ho fede in qualche cosa perché proprio ne dubito (come regalassi un che a qualcuno che non lo meriti).

io per fede intendo credere fermamente in un qualcosa senza che qualcuno o qualcosa ci dimostri che realmente esiste. l'esempio che hai portato del regalo, per me è credere e non fede e cioè io regalo una cosa a uno che non se lo merita credendo che lui potrà cambiare in seguito ma nn ho fede in lui, perchè potrà pure non cambiare.

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con i dubbi sono sicuro di non poter essere condizionato da niente e da nessuno e posso sempre avere il piacere di pensare la mia e la mia mente può rimanere aperta a tutto.

Se ho un dubbio, è proprio lì che sono condizionabile/posso essere condizionato dall’esterno, non mio malgrado ma perché lo voglio (almeno nel mio io sotterraneo). Inoltre sono convinto che premunirmi col dubbio, in via pregiudiziale, limiterebbe/chiuderebbe la mia mente in modo disastroso o definitivo.

io qui parlo solo in linea generale in un ambito filosofico o astratto. o meglio io non dico che il pedofilo o l'assassino hanno sbagliato o non hanno sbagliato, mi pongo il dubbio su quello che hanno commesso e cerco di trovare una spiegazione senza giudicare o emanare sentenza, ma questo lo piegherò nella parte II.

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È troppo facile credere in Dio.

Quale ‘Dio’?… Io credo nel Divino: tonda astrazione che m’immagino come ambito – un CONTENITORE – che contenga augurabilmente dopo la morte la coscienza che mi sono andato costruendo in vita. Quindi non è né facile né difficile credere nel Divino per me: è esigenza coscienziale – tutto qui.

qua volevo intendere che uno che crede in Dio e quindi ha fede e quindi è un cattolico, si arrende al pensiero di porsi domande e quindi si rinchiude in una campana di vetro dando per certo a tutto quello che dice la religione senza contare quello che può dirgli il suo cuore o il suo pensiero,

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Originalmente inviato da ludovicofrescura
ma dico anche che la scienza può essere stata creata per confonderci le idee e non farci credere che esiste qualcosa di trascendente.

Non penso che la scienza sia stata creata per questo, a bella posta: è ridicolo/un non senso, un’idea/kaputt (logicamente inattaccabile perché strutturale (come averla programmata cinicamente a tavolino – ma va!…). Inoltre sbandierarsi un cacadubbi in termini così automaticamente simmetrici, fa trasparire alquanto una mente svuotata d’idee e un animo pieno di paura (di non possedere – cioè – un proprio ego).

di idee ne ho tante quanto un numero che tende a infinito. Il fatto che hai risposto a quella frase vuol dire che pure tu hai pensato a quella cosa e ti sei posto un minimo dubbio per poi dirmi che non eri d' accordo

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Io non sono credente, ateo o agnostico, sto soltanto nel mezzo di questi tre termini

Un ternario qualsiasi, paragonabile analogicamente a un sistema di tre assi ortogonali costituisce – per me – un semplice strumento di misura. Mi misura cosa?… L’entità che colloco al suo centro/punto di intersezione dei tre assi: ad esempio, in questo caso, credere|dubitare|non credere mi dà la misura dell’uomo metafisico (chi si rivolge a un quid che lo trascenda), io stesso se del caso pensando al dio, allo spazio sidereo, al campo naturale dei numeri, ecc. Né potrei mai stare bellamente dentro questo o altro ternario senza esserne coinvolto; perché sarebbe come se dicessi che esiste una tridimensionalità geometrica – altezza|lunghezza|larghezza – senza una qualche realtà/entità che le si riferisca. (In termini ontologici/grammaticali – per così dire da far ridere/riflettere: prima fondo/nomino un sostantivo, dopo ve ne appongo – apposizione – un altro o altri attributi per meglio determinarlo.)

ho detto questo per dire che io posso immedesimarmi in un ateo per confontarmi con un'altro ateo e capire le sue ragioni e così come in agnostico o credente. dire cose da ateo, da credente, da agnostico per vedere le risposte di tali persone. Posso definirmi un mediatore, un centrista

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Originalmente inviato da ludovicofrescura
e voglio mettere il dubbio a tutti coloro che hanno e non hanno fede e suppongono, pensano o credono di aver ragione o di sapere le cose soltanto perché lo dice la bibbia, il vangelo o la religione o altri testi e religioni varie, oppure perché la loro ragione è stata annebbiata da piccoli quando ancora erano incapaci di capire e rendersi conto di quello che gli stavano dicendo.

Intanto – qui – ci leggo una sorta di megalomania, di esaltazione, di spanciamento del proprio ego che non è attendibile|commisurabile|cred ibile…

Eccetera, eccetera, eccetera. (1° parte)

questo è rivolto alle persone prettamente religiose, io non voglio imporre o far credere niente, soltanto mettere il dubbio



mi piace questo esperimento che stai facendo, sono sicuro che mi sarà di aiuto per scrivere meglio quello che voglio esprimere e naturalmente questo grazie anche agli altri utenti che mi risponderanno.
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