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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 04-05-2007, 10.18.03   #1
klee
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Tratto dal libro In su e in sé

L'alpinismo si rivolge essenzialmente all'andare in su,
la psicologia si interessa prevalentemente dell'essere in sé.

In su significa in alto.
Seguire un percorso di verticalità,
raggiungere una cima, ma significa anche essere su,
provare uno stato di euforia.

In sé significa raggiungere una condizione di equilibrio psichico e di contenimento emotivo ma significa anche ritrovare
la strada dell'introspezione, individuare la relazione tra esterno e interno.

Alpinia.net

Chi dopo avere conosciuto la Montagna ha riscontrato un cambiamento interno?
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Vecchio 04-05-2007, 18.31.47   #2
odissea
torna catalessi...
 
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Originalmente inviato da klee
L'alpinismo si rivolge essenzialmente all'andare in su,
la psicologia si interessa prevalentemente dell'essere in sé.

In su significa in alto.
Seguire un percorso di verticalità,
raggiungere una cima, ma significa anche essere su,
provare uno stato di euforia.

In sé significa raggiungere una condizione di equilibrio psichico e di contenimento emotivo ma significa anche ritrovare
la strada dell'introspezione, individuare la relazione tra esterno e interno.

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Chi dopo avere conosciuto la Montagna ha riscontrato un cambiamento interno?

Sempre, ogni volta che ci vado.
Io sono convinta che l'alpinismo, in tutte le sue varie forme, abbia un grandissimo valore terapeutico; é rigenerante per mente e corpo.
Ti porta ad un contatto più intenso con la natura e con il tuo corpo, specie sui percorsi lunghi e faticosi dove, alla fine, ti ritrovi a dosare con cura ogni passo e ogni respiro, a scegliere ogni volta dove poggiare il piede per fare meno fatica possibile perchè hai le gambe stanche....e poi arrivi su e ti siedi e ti guardi il paesaggio....e c'è questo silenzio e questo cielo così blu e queste cime che sono lì da sempre....boh,per me è una cosa molto bella.
odissea is offline  
Vecchio 05-05-2007, 07.45.51   #3
nevealsole
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Originalmente inviato da klee

Chi dopo avere conosciuto la Montagna ha riscontrato un cambiamento interno?

Premetto che non sono una da alte vette: mi danno vertigine.
Il guardar giù, nel vuoto, mi da vertigine... anche sulla neve sono rimasta spesso bloccata in vetta domandandomi come ne sarei uscita...
Guardar su, però, è un'altra cosa. E' una sorta di superamento dei propri limiti.
Non faccio alpinismo ma in questi anni di lavoro frenetico in città con conseguente accumulo di stress e confusione, ho scoperto il piacere di passeggiare in collina, o nella montagna di non altissime vette.
La scorsa estate ricordo una vacanza fatta camminando lungo montagne gallesi.
Io che sono sempre stata "per il mare", ho provato un rinvigorimento incredibile: poca gente, poco stress, poco rumore. Diverso il modo di vivere l'essere in gruppo... perché in fondo nelle lunghe ore di cammino sei tu, sola con te e con la natura che ti circonda. Ed in qualche modo inizi a meditare...
o come direbbero gli inglesi a contemplare la natura.
E capisci di essere parte del mondo,riafferri te stessa...
Il trauma è il ritorno: l'ultima tappa, aggiunta da me, è stata Londra.
In un giorno sono passata dal silenzio totale al totale caos: in quell'occasione ho provato un senso di vertigine... da metropoli.
nevealsole is offline  
Vecchio 05-05-2007, 12.54.16   #4
klee
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la Montagna è come riscoprire la nostra vera faccia..per andare in montagna devi sapere che si passa prima dalla collina e poi lentamente,lentamente arriviamo in cima.
Durante il tragitto sei da sola,non parli con nessuno,gli occhi guardano in basso,verso l'anima..qualche volta guardano in sù...anche se parti in gruppo il codice è SILENZIO..i piedi devono stare molto bene sono quelli che ti fanno andare
in alto...mentre loro si trovano in basso...i piedi si uniscono mentalmente al nostro spirito..



c'è sempre un sù,in sé grazie al giù..
klee is offline  
Vecchio 07-05-2007, 08.42.15   #5
pallina
...il rumore del mare...
 
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Originalmente inviato da klee
L'alpinismo si rivolge essenzialmente all'andare in su,
la psicologia si interessa prevalentemente dell'essere in sé.

In su significa in alto.
Seguire un percorso di verticalità,
raggiungere una cima, ma significa anche essere su,
provare uno stato di euforia.

In sé significa raggiungere una condizione di equilibrio psichico e di contenimento emotivo ma significa anche ritrovare
la strada dell'introspezione, individuare la relazione tra esterno e interno.

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Chi dopo avere conosciuto la Montagna ha riscontrato un cambiamento interno?

Ho conosciuto la montagna "da grande" e ho nei suoi confronti una sorta di "timore reverenziale". La frequento, purtroppo, una volta all'anno, per la classica settimana bianca e l'enorme distanza che la separa dal posto dove vivo non mi permette di fare altrimenti. E' un paesaggio che mi toglie il fiato ma sinceramente devo dire che per quanto lo sguardo possa spaziare io non penso mai a guardare "in alto" ma a volgere lo sguardo intorno a me e le montagne mi danno un senso di limitatezza. E' come se tutte quelle cime non mi permettessero di "andare oltre", all'orizzonte vedo sempre "qualcosa"....che mi chiude....

Io vivo al mare. Il mare mi permette di essere più a contatto con me stessa anche fisicamente. Bastano un asciugamano e un costume, a volte anche di quello si può fare a meno. La sensazione dell'acqua, del calore del sole, la sabbia tra le dita, il sapore del sale e l'odore del vento.

Io faccio immersioni subacquee.

Io vado "in giù" e forse posso dire di essere veramente "immersa" in me stessa.
Lì sotto esisto solo io, immersa in quel liquido (e il riemergere alla prima immersione mi ha riportato l'eco lontanissimo di una nascita) senti solo il tuo respiro e il battito del tuo cuore, il caldo o il freddo dell'acqua. Niente altro.
Provo l'assenza totale del peso, posso buttarmi giù da massi giganteschi provando la sensazione del volo.
Un'emozione forte.
Una percezione "profonda" di me.

Secondo voi c'è qualcosa che accomuna "l'altezza" della montagna e la "profondità" del mare?
pallina is offline  
Vecchio 07-05-2007, 12.47.16   #6
nevealsole
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Originalmente inviato da pallina

Secondo voi c'è qualcosa che accomuna "l'altezza" della montagna e la "profondità" del mare?

La solitudine, e il senso di vertigine... almeno per me.
Poi c'è il silenzio, però il silenzio della montagna mi rasserena, quello degli abissi lo trovo inquietante...
nevealsole is offline  
Vecchio 08-05-2007, 15.19.25   #7
klee
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Quando arrivi su in cima..puoi anche osservare un ...mare di cime senza nome..
osservi te stesso e sei sola con Dio o un dio della montagna?non si sa..?
ma qualcuno ci guarda..

mi piace il mare ma non ho mai fatto immersioni..
adoro di più l'aria anche se sono un pesciolino.
Il mare mi agita tantissimo

Mi piace preparare le mie scarpe..guardare in su la Salita..

faccio profondi respiri..controllo se i miei piedi reggono il mio "equilibrio" e poi
parto..

parto verso un Viaggio all'interno..e so che quando arriverò in cima ci sarà
un Ritorno alla Realtà

Ma non si va in Montagna per raccogliere i fiori si va per raccogliere
il
F I O R E dell'interiorità
e depositarlo nel Vaso della Realtà
klee is offline  
Vecchio 08-05-2007, 15.20.35   #8
pallina
...il rumore del mare...
 
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Senza andare a cercare sensazioni off limits come le arrampicate alla Manolo o le immersioni a 100 e passa metri con miscele particolari, forse l'unica cosa di cui necessitano le immersioni, al contrario delle passeggiate in montagna, è un'accurata e attenta preparazione dell'attrezzatura.

Per il resto posso dire che andare sott'acqua mi rilassa in modo davvero particolare e la cosa meravigliosa è che ogni volta che risalgo in superficie ho già la voglia di ributtarmi subito di sotto......non mi basta mai. Una mia carissima amica e compagna mi dice sempre che è "come un droga"...ed è vero.

Sott'acqua devi stare in assetto, ma poi ti muovi davvero come un pesce e puoi sinuosamente nuotare magari pensando che le pinne che hai ai piedi siano diventate, per magia, la coda di una te stessa tramutata in una (improbabile) sirena....

Ma non c'è nulla di inquietante lì sotto...solo un silenzio vero e un senso non di solitudine ma di un qualcosa che ha a che fare con la nostra..... interiore....profonda..... "solitudine"....
Non trovo nemmeno le parole per descriverlo.....
pallina is offline  
Vecchio 08-05-2007, 23.22.34   #9
Pantera Rosa
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Citazione:
Originalmente inviato da klee

Mi piace preparare le mie scarpe..guardare in su la Salita..

faccio profondi respiri..controllo se i miei piedi reggono il mio "equilibrio" e poi
parto..


La mia esperienza di salita in montagna è divenuta importante da alcuni anni.

Non è una grande vetta, ma ha sentieri faticosi...occorrono buone scarpe,
buone gambe, e una voglia di arrivare in cima.

E' strano ma dopo un pò di tempo che si cammina, la fatica va diminuendo e lo spirito ne trae un grande giovamento

Una volta arrivati lo spettacolo è realmente fantastico !

Quel "salire" per me è una specie di ricerca :
la voglia di mettersi alla prova, di sondare le mie reazioni e i miei limiti.
E quel cercare...... è ancora all'inizio.
Pantera Rosa is offline  
Vecchio 09-05-2007, 00.11.23   #10
feng qi
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[quote=klee]Quando arrivi su in cima..puoi anche osservare un ...mare di cime senza nome..
osservi te stesso e sei sola con Dio o un dio della montagna?non si sa..?
ma qualcuno ci guarda..

mi piace il mare ma non ho mai fatto immersioni..
adoro di più l'aria anche se sono un pesciolino.
Il mare mi agita tantissimo

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Io vivo al mare. Ma in un'oretta di macchina arrivo alla montagna.
non pratico alpinismo, ma la montagna mi ricarica, sempre.

Mi preparo con calma le scarpe per me e mio figlio (mio marito ama prepararsi le sue) la sera prima e quando si arriva, si va per boschi a riconoscere le erbe medicinali che mi servono per me e per il mio lavoro, i funghi (che mio marito ha fatto un corso) e le erbe che si mangiano; ci si gode il silenzio perfettamente equilibrato dai mille suoni della natura e l'orecchio all'inizio fa male perchè si deve disinfiammare dal baccano del caos cittadino. Poi tornare in città é un trauma.

In montagna si va su e si entra dentro se stessi, si sente che vien meno quella separazione tra noi e la natura e capisci che una vera separazione non c'é e poi la gioia che la natura ti sa dare gratuitamente e qualcosa che commuove fin dentro il sangue, fin dentro il midollo ed é una ricarica interiore straordinaria.

Vedi, il mare é bello perché mi ricorda l'oceano, l'immenso che l'occhio non può contenere, e mi fa pensare a Dio. Dio come l'oceano, ed io che sono una piccola goccia di mare, non sono l'oceano, ma ne faccio parte.

Questo mi rasserena.
grazie di avermi fatto parlare di queste cose belle.
feng qi
feng qi is offline  

 



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